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Autore: MaryFangirl    13/10/2019    3 recensioni
Dopo una notte di bagordi, al mattino Kaori si sveglia tra le braccia di non uno, ma due uomini, senza alcun ricordo: vive un sogno o un incubo?
Genere: Azione, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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"È da ore che aspettiamo, Miki! Non ne posso più. Dovrebbero già essere tornati..." si disperò Kaori, camminando avanti e indietro in salotto. Miki le si avvicinò e la fermò, costringendola a sedersi.

"Basta. Devi fidarti di loro. Torneranno..."

"Quando?"

"Non lo so. Ma devi mantenere la calma, mia cara" le disse Miki prendendole la mano.

Falcon, Mick e Ryo erano partiti la sera prima per raccogliere informazioni sull'Union Teope. Dovevano tornare la mattina, ma era metà pomeriggio e ancora non erano arrivati, non dando notizie. La situazione era preoccupante, soprattutto da quando, da diverse settimane, avevano subito diversi attacchi, alcuni dei quali erano quasi costati loro la vita. Kaori era stata confinata in casa per minimizzare i rischi e Ryo, fedele ai suoi principi, aveva deciso di optare per il modo attivo. Quindi, ad ogni attacco, decideva di rispondere, indebolendoli ma allo stesso tempo rafforzando la loro aggressività.

L'appartamento era diventato una fortezza. Tutti gli ingressi erano controllati elettronicamente e pieni di trappole, le tende erano continuamente chiuse, una pellicola di plastica antiproiettile rinforzava le finestre. Gli unici punti di luce provenivano da finestre irraggiungibili. Era soffocante, la situazione era soffocante. Kaori si era rifugiata nei preparativi per l'arrivo dei bambini con l'aiuto di Miki e Kasumi per la parte logistica e di Kazue per quella medica. Dopo la sua scenata, quest'ultima non si era aspettata la reazione di Kaori quando le aveva offerto di dispensare dei corsi di preparazione al parto. Le era stata grata, assicurandole che non doveva farlo se si sentiva a disagio. Ma si era trattenuta e, molto rapidamente, le due donne riuscirono a placare dolcemente le divergenze che le legavano.

"Vuoi un the o un caffè?" suggerì Kaori alla sua amica. Non riusciva a rimanere ferma. Miki accettò e Kaori si rifugiò in cucina. Accese il bollitore e fece un po' d'ordine per tenere la mente occupata.

Nel frattempo Mick arrivò. L'aria cupa, entrò nella stanza dove trovò solo Miki che lo raggiunse, preoccupata.

"Dov'è Kaori?" chiese, cercandola.

"In cucina. Che succede? Dove sono Ryo e Falcon?" chiese Miki.

"Da Doc. Falcon è stato leggermente ferito, starà bene, Miki. Ma Ryo..."

"Cosa? Parla, dai"

"Non sappiamo se Ryo ne uscirà..."

Kaori, che entrava in silenzio, lasciò cadere le tazze che portava. Si schiantarono sul pavimento. La giovane donna rimase pietrificata per un lungo momento sentendo la frase girare nella sua testa. Tutto sembrò sgretolarsi intorno a lei, il suo cuore precipitò in un abisso senza fondo. In due secondi, Mick fu al suo fianco e la sostenne fino alla poltrona dove la fece sedere. All'improvviso lei gli rivolse il suo sguardo vuoto.

"Dimmi che mi sveglierò e che è solo un incubo"

"No, Kao, non è un incubo" sussurrò lui, abbracciandola per confortarla.

"Voglio vederlo, Mick"

"Lo immagino. Ecco perché sono qui. E Doc vuole tenerti sotto sorveglianza durante questo calvario"

Miki si alzò e gli mise una mano sulla spalla.

"Vado a preparare qualche cosa per voi due e andiamo, ok?"

"Vai con Miki, Kaori. Vado a prendere dei vestiti di ricambio a casa mia" disse lui, indicando il maglione pieno di sangue e polbere, "poi passeremo al Cat's Eye per Miki e Falcon. Torno tra dieci minuti. Siate pronte"

In dieci minuti, era tutto pronto. Le due donne aspettavano in garage con due borse.

"Parti per una gita?" si stupì l'americano.

"No, ma ho preso delle cose per i bambini per sicurezza. Possiamo sempre lasciare la borsa in clinica" spiegò Miki, che aveva gestito la situazione.

"Ehi, mia cara, tienili ancora al caldo, ok? È ancora un po' presto per loro" mormorò Mick a Kaori in tono confortante. Lei annuì, incapace di parlare a causa dell'angoscia che le serrava la gola. Dopo un rapido passaggio al Cat's Eye, andarono in clinica. Giunti, furono accolti da Doc. Miki andò a trovare Falcon che era al capezzale di Ryo, ma Doc non lasciò passare Kaori.

"Prima voglio parlarti, prepararti per quello che vedrai. Siediti"

La condusse alle sedie in corridoio, Mick al suo fianco.

"Ha ricevuto diverse pallottole, una delle quali è passata molto vicino al cuore. Non te lo nascondo, per me è già un miracolo che sia ancora vivo. Ma conosci Ryo meglio di me: non si arrenderà facilmente. Per il momento è in coma. Domande?"

"No, voglio solo andare a vederlo" mormorò Kaori, i singhiozzi nella voce.

"Va bene, andiamo. Ma ti avverto: verrò regolarmente a visitarti e voglio che mi avvisi se non ti senti bene"

Lei annuì e si alzò, aiutata da Mick. Lui si sentiva in colpa per quello che era successo anche se, obiettivamente, non avrebbe potuto fare niente. Avanzarono verso la stanza di Ryo e, entrando, Kaori arretrò e urtò Mick. Ryo era livido, coperto di ematomi e bende. Aveva delle flebo ed era agganciato a un respiratore artificiale. Non ricordava di averlo mai visto in tale stato. Ebbe difficoltà a respirare, si sentiva oppressa. All'improvviso, sentì un colpo al ventre e vi appoggiò la mano. Ripensò a ciò che Ryo le aveva detto sulle sue ragioni di essere ottimista: “Potremmo morire o stare insieme come coppia e presto come genitori."

Non era morto...

Si sentì improvvisamente molto calma e si diresse verso il letto. Falcon le lasciò il posto e tutti la lasciarono da sola, tranne Mick.

"Falcon, stai bene?" gli chiese Kaori prima che uscisse.

"Sì, non preoccuparti" disse lui calmo.

"Puoi andare, Mick. Andrà bene. Vai da Kazue, avrà bisogno di te"

Mick esitò, poi uscì. Kaori prese la mano di Ryo nella sua. La girò e appoggiò la guancia sul palmo, ma era freddo contrariamente al solito.

"Ryo, torna da me. L'unica che ha il diritto di ucciderti sarà io quando partorirò. È di tuo interesse essere presente all'appuntamento!" disse scherzando. "Non lasciarmi, ci sono ancora così tante cose che devo dirti e specialmente tre parole che voglio sentirti dire"

Si appoggiò allo schienale mentre teneva la sua mano e aspettava. Fu svegliata da Doc che era venuto a visitare il suo paziente. Non si era nemmeno resa conto di essersi addormentata.

"Novità, Doc?"

"No, le sue condizioni sono stabili. È di per sé già una buona notizia"

"D'accordo" disse lei stiracchiandosi. Aveva mal di schiena sempre più regolarmente. Doc l'osservò con la coda dell'occhio, e quando ebbe finito con lui, andò da Kaori e la fece alzare.

"Cosa?" disse la giovane donna, stupefatta.

"Andrai a rifocillarti e poi procederò con un monitoraggio. È fuori questione rischiare un parto prematuro..."

"Ma..."

"Ascoltami bene: se partorisci ora, non ho l'attrezzatura per gestire due neonati prematuri e non ho tempo di sorvegliare tre pazienti ad alto rischio. Se questo non basta, dì a te stessa che non potrai stare al loro capezzale e a quello di Ryo allo stesso tempo. Capito?"

Lei esitò qualche secondo, poi si rassegnò e accettò. Lasciò la stanza e fece come lui chiedeva. Miki la portò fuori a prendere aria per qualche minuto al parco. Quando tornò nella stanza, un letto era stato sistemato accanto a quello di Ryo, e Doc l'aspettava, sorridente.

"Non pensavi che ti avrei fatto dormire lontano da lui, conoscendovi?"

Lei sorrise grata. Lui la invitò a mettersi a suo agio per dormire e le sistemò le sonde sul ventre. Ben presto il suono dei due battiti si sentì nella stanza, causando sempre la stessa emozione nella loro madre.

"Lascio tutto così per un'oretta. Se dormi, non ti sveglierò. Sei al sicuro qui. Faremo un monitoraggio, mattina e sera, finché lui sarà qui. Non mi perdonerebbe per non aver preso tutte le precauzioni che ti riguardano"

Lei annuì e lui se ne andò. I giorni passarono senza miglioramento. Doc sembrava ancora fiducioso, ma Kaori aveva già sorpreso una conversazione che le suggeriva che le cose non sarebbero necessariamente migliorate. Lei si era sforzata di mantenere un'aria ottimista. Ma la fatica stava prendendo il sopravvento e lei stava arrivando al limite. Non smetteva di parlargli, di toccarlo, di fare tutto ciò a cui riusciva a pensare per stimolarlo.

All'improvviso perse la pazienza e cominciò a parlargli:

"Dai, Ryo, adesso devi svegliarti. Smettila, pelandrone: svegliati e muovi le chiappe da questo letto. Pensi che aspetterò il prossimo attacco senza fare nulla? Pensi di poter continuare a dormire così? Chi veglia su di me, su noi tre, mentre il signorino crogiola sul letto?"

Lo guardò, sperando che si svegliasse e la zittisse. Guardò i monitor ma neanche quelli si mossero.

"Cosa vuoi che faccia? Che aspetti senza fare niente? Se non ti svegli, giuro che prenderò tutte le armi che posso e mi occuperò di quelli stronzi da sola! Nessuno può fermarmi, solo tu puoi farlo. Quindi dai! Svegliati!"

Esausta, appoggiò la testa sul bordo del letto e cominciò a piangere. Si sentiva sola, vulnerabile...senza di lui, nulla avrebbe avuto più senso, la sua vita sarebbe stata vuota, non avrebbe mai avuto la forza di continuare...sentì i bambini muoversi e pianse di più. Non avrebbe mai potuto farcela con due bambini senza di lui...non poteva perdere l'uomo che amava dopo aver perso tutti gli altri membri della sua famiglia.

Improvvisamente, Ryo si agitò in tutte le direzioni e i monitor iniziarono a suonare. Doc entrò e fece uscire Kaori. Lei era più che shockata, senza alcun pensiero coerente. Era la fine. Stava per lasciarla. Erano riusciti a prendersi l'uomo della sua vita. Una rabbia senza nome la invase, e si allontanò in fretta. Li avrebbe uccisi tutti, uno per uno se necessario. Lasciò la clinica e prese la macchina di Mick. In qualche modo, fece partire i cavi e avviò l'auto.

Si lanciò in strada, piangendo e imprecando contro tutti i criminali della terra. Non prestò attenzione a quello che accadeva intorno a lei. Pensava solo a quello che doveva fare: andare a casa, prendere l'artiglieria e tutti i documenti che poteva trovare, che Ryo avrebbe lasciato. e andare a eliminare tutti. Scarafaggi...doveva eliminare degli scarafaggi, tutto lì. All'improvviso, una macchina le si parò davanti e le bloccò la strada.

Frenò con urgenza e improvvisamente tutta la stupidità del suo gesto le piombò davanti. Aveva infranto la promessa...

Doveva proteggere i bambini, semplicemente, e lei si era intestardita, lasciando che le sue emozioni prendessero il controllo...

Appoggiò la testa sul volante e pianse sempre di più aspettando che il suo destino fosse deciso.

"Dove contavi di andare?" disse una voce arrabbiata. Alzò lo sguardò e vide Mick di fronte a sé. Dietro di lui c'era Falcon. Erano arrabbiati e ne avevano motivo.

"Io...volevo ucciderli tutti...Ryo è morto...volevo ucciderli..." mormorò tra i singhiozzi.

"Tutta sola e incinta. Incosciente! Vuoi uccidere i nostri bambini!" urlò Mick, fuori di sé.

"Mick, basta. Kaori, Ryo è vivo" disse Falcon con calma. Lei alzò la testa per lo stupore e controllò la faccia di Falcon.

"Vivo? Ryo è vivo? Si è svegliato?" balbettò Kaori shockata.

"Sì. Ha chiesto di te ma eri già andata" continuò Falcon.

"Io...io...oh mio dio" realizzò improvvisamente la giovane donna. Cominciò a tremare, aveva freddo.

"Dai, esci di lì. Guido io e torniamo indietro. Ci hai fatto spaventare di brutto" le disse Mick, dopo essersi calmato.

La aiutò ad uscire dalla macchina e la portò al lato del passeggero. All'improvviso lei si piegà in due. Un dolore intenso la prese al ventre.

"Kao?" disse Mick, preoccupato, prendendole la mano. Trattenne il grido che gli montò sotto la presa di Kaori. Quando il dolore si placò, la giovane donna riprese a respirare.

"Una contrazione. Portatemi indietro subito"

I due uomini l'aiutarono e tornarono alla clinica. Due contrazioni giunsero durante il tragitto. Kaori strine i denti e si maledisse per la propria stupidità. Una volta arrivati, Falcon prese Kaori in braccio e la condusse dentro. Mick li aveva preceduti per avvertire Doc che era un'emergenza. Lui la esaminò mentre Kazue collegava le sonde.

"Kaori, sei in travaglio. Sarà difficile fermare il processo"

"Faccia quello che può, Doc" disse lei stringendo i denti quando arrivò una nuova contrazione. Kazue le si avvicinò e le prese la mano.

"Ricorda il corso, respira. Se riesci a calmarti e a rilassarti, aiuterai le medicine a fare il loro lavoro, ok?"

Kaori annuì e si concentrò. Ci volle molto tempo ma alla fine, dopo alcune ore, le contrazioni cominciarono a rallentare e a diventare meno forti. Kaori era esausta e si sentiva come se fosse passata sotto un rullo compressore.

Doc autorizzò il suo trasferimento nella stessa stanza di Ryo. Stava dormendo quando arrivò.

"Cos'è successo prima?" chiese, guardando il suo compagno.

"Si è svegliato. Lottava contro l'intubazione. Nell'agitazione, alcuni fili si erano staccati"

"Come sono stata stupida, pensavo che stesse morendo. Ho rischiato le loro vite per un errore di valutazione..."

"Sì, soprattutto visto che lui ti cercava" le disse Doc severamente.

Lei si sentì in colpa per averlo lasciato. Avrebbe dovuto esserci per lui. Sentì le lacrime scorrerle dagli occhi.

"Ora devi dormire. So che la posizione non è comoda ma i bambini non devono premere e dilatare di più il collo dell'utero"

Lei annuì. Lui aveva sistemato il letto in modo che la sua testa fosse più in basso rispetto ai piedi. Guardò Ryo dormire tranquillamente, rassicurandola. I loro letti erano abbastanza vicini, lei gli afferrò la mano e si addormentò.

La mattina dopo, Ryo si svegliò con difficoltà, il viso cullato dalla luce che filtrava dalla finestra. Impiegò alcuni secondi per tornare alla realtà. Sentì la mano che stringeva la sua e si girò. La vide, sdraiata e collegata a diverse macchine. Dormiva profondamente. Kazue entrò nella stanza. Vedendolo sveglio, si avvicinò a lui, sorridendo.

"Buongiorno Ryo. Come ti senti?"

"Sono stato meglio. Cos'ha? Dov'era ieri?"

"Ha quasi partorito. Era partita per andare a combattere contro l'Union Teope"

"Cosa?! Mi sentirà"

"Mick e Falcon l'hanno fermata. Non essere troppo duro, era completamente scombussolata: pensava che fossi morto"

"I bambini?"

"Stanno bene. Siamo riusciti a fermare il processo. Potranno rimanere al caldo ancora un po'"

"Meglio" mormorò, un po' rassicurato.

Avrebbe voluto guardarla negli occhi, vedere il suo sorriso, sentire le sue labbra sulle proprie. Gli era mancata così tanto.

"L'abbiamo portata qui verso le 4 del mattino. Era già stanca dopo averti vegliato per tutto il tempo. Potrebbe dormire ancora un po'. Vado ad avvisare Doc"

Kazue uscì. Ryo guardò il viso di Kaori e vide i cerchi scuri sotto i suoi occhi. Le toccò la linea del mento con la punta delle dita, sentendo la sua pelle vellutata.

"Ryo..." mormorò lei aprendo lentamente gli occhi.

Si sentì in colpa di averla svegliata. Lei lo guardò e i suoi occhi si illuminarono, il suo cuore si sollevò per la gioia. Era vivo, non osava crederci.

"Sei vivo. Ho avuto così tanta paura" gli disse commossa. Una lacrima scese dai suoi occhi.

"Te l'ho detto: non sarai più sola, Sugar"

Avrebbe voluto prenderla tra le braccia e rassicurarla. Doc entrò nella stanza e fu felice di vederli entrambi svegli.

"Non avrei mai pensato di vedervi insieme a letto" disse giovialmente.

I due sorrisero. Doc visitò Ryo, togliendo le bende, osservando i parametri e lasciando che Kazue disinfettasse le ferite per poi rimettergli delle nuove bende. Poi guardò il monitoraggio ed esaminò la posizione de bambini. Soddisfatto dell'evoluzione, rimise il letto in orizzontale.

"Bene, entrambi avete superato una bella prova. Quindi, per i prossimi giorni, riposo"

Li lasciò soli. Ryo si rivolse alla sua compagna e la guardò con occhi seri.

"Allora signorina Makimura, disobbediamo agli ordini? Cos'era quella scappatella?"

"Io...Ryo...io..." balbettò lei pietosamente. Inspirò profondamente. "Non so cosa mi abbia preso. Sono stata sopraffatta dalla rabbia. Non sopportavo il pensiero di perderti."

"Ma i bambini, Kao? Sono la tua proprità. So che è difficile ma devi concentrarti su di loro"

"Difficile?! È l'inferno, Ryo. Quando tu parti a combattere contro l'Union Teope, io rimango indietro ad aspettare, chiedendomi se tornerai. Prego che la famiglia che mi è rimasta tornerà da me perché non sopporterei la tua morte!"

"Calmati, Sugar" sussurrò lui, vedendo crescere la sua agitazione.

"Non riesco a stare calma quando l'uomo che amo va verso la morte, Ryo"

Lui prese la sua mano, toccato dalla sua confessione.

"Sarei tornato, te l'ho detto"

"Quasi non ci sei riuscito...passare la mia vita senza di te, è inimmaginabile, insopportabile. Ho bisogno di te, sei il mio universo, l'aria che respiro...se non ci sei più, muoio anch'io"

"Kaori..."

"Lasciami finire. Ho aspettato tutti questi anni che finalmente mi guardassi, che mi abbracciassi e che mi considerassi una donna. Ho sopportato te che ci provavi con altre e lo farò di nuovo se fosse necessario, ti ho visto fare l'indifferente e intenerirti, ho subito le tue repliche aspre e anche i tuoi momenti di dolcezza, per un solo e unico motivo, Ryo: io ti amo"

Lui la guardò con cuore pieno di felicità, incapace di articolare la minima parola, godendosi la fortuna di essere amato così incondizionatamente. Le prese la mano e sostenne il suo sguardo finché il sonno non ebbe la meglio su entrambi.

  
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