Da quando si è risvegliato Taiju ha iniziato a prestare maggior attenzione a tutto ciò che lo circonda.
Uno degli aspetti che lo affascina di più è senz'altro il cielo, che si distende a perdita d'occhio oltre le cime degli alberi e che, nelle ore notturne, raggiunge il massimo dello splendore.
Le stelle sono numerose e brillanti, decisamente più visibili rispetto a quando fitte reti di grattacieli illuminati si imponevano dinnanzi al cielo, sminuendone la bellezza. Ma ciò che Taiju ama anche più dell'insolita oscurità del cielo e del vivace sfavillio delle stelle è la luna.
Questa sera, in particolare, è enorme, piena e pallida, così imponente che riuscirebbe perfino a contarne i crateri se solo la sua mente non fosse occupata da qualcos'altro.
Taiju socchiude gli occhi e sospira nell'aria fredda della notte, le mani congiunte sulle ginocchia, seduto su una grossa roccia dalla quale può osservare le teste scure degli alberi: gli manca Senku.
Sfiata dalle narici e si chiude il viso fra le mani, tormentato: gli manca davvero tanto, ma se Senku fosse lì con lui gli direbbe di non abbandonarsi a certi sentimentalismi, che la Luna è soltanto un pianeta a chissà quanti chilometri di distanza dalla Terra e che starsene lì a osservarla non cambierà le cose.
E Senku avrebbe ragione come sempre, d'altronde, ma Taiju proprio non riesce a smettere di guardarla. In cuor suo spera che anche Senku si accorga di quanto è bella, che adesso stiano guardando la stessa cosa e che nell'immensità della notte possano sentirsi più vicini.


Quinta fase, ovvero il plenilunio. Quel maledetto satellite li osserva da miliardi di anni e non se n'è mai andato, nemmeno durante la pietrificazione. Ha continuato a influenzare la vita degli animali e a condizionare le maree, bianca e perfetta, una faccia spettrale appesa nell'oscurità.
Senku ha notato soltanto un cambiamento, ovvero un numero di crateri decisamente più alto rispetto al periodo antecedente la pietrificazione, quindi, paradossalmente, non un vero mutamento del suo essere, che ha intrinsecamente continuato a farsi prendere a cazzotti dagli asteroidi.
Senku ghigna nel pensare alle grosse quantità di magnesio presenti sulla luna, un elemento che sarebbe senz'altro utile alla civilizzazione, ma c'è qualcosa che gli impedisce di pensare più chiaramente, che annebbia fastidiosamente le sue facoltà.
Per una qualche ragione si ritrova a pensare a quando era bambino, a suo padre e poi, quando stringe la tunica fra le dita, a Taiju.
Aggrotta la fronte e increspa le labbra in una smorfia amareggiata, stringendo la tunica con ancora più forza: lo ha lasciato andare da tempo ormai, così come i sentimenti più sdolcinati, quindi perché in un momento così tranquillo dovrebbe ritrovarsi con il petto dolorante e il respiro smorzato?
Accenna una risata, per poi stringere i denti: forse è colpa di questo maledetto satellite, che dopotutto governa anche le emozioni dell'uomo.
Sarebbe bello essere la luna, osservare tutto dall'alto, ogni essere, ogni fenomeno ed evoluzione. Taiju, che – Senku ne è certo – gli restituirebbe lo sguardo, facendolo sentire meno solo.


Angolo autrice:
Purtroppo oggi ho avuto ben poco tempo, infatti non sono molto soddisfatta, ma spero che almeno a voi sia piaciuta ;_;
Alla prossima!