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Autore: Khailea    13/10/2019    0 recensioni
Dal testo:
"-E un'altra cosa...mi scusi molto per non averla avvertita subito...c'è qualcun'altro a cui ho chiesto aiuto...-
Questo sicuramente era un tasto molto più dolente. Preoccuparsi solo per sé era molto più facile, non conosceva le capacità del collega in questione e nemmeno la sua affidabilità, quindi la cosa iniziava ad esser più rischiosa del previsto.
-Posso sapere chi sia?-
-In verità non ne sono certo, ma ha la mia parola della sua assoluta forza. Non mi ha dato modo di sapere chi fosse, penso un mercenario.-"
(I personaggi usati appartengono al gruppo di role Werewolf's Shadow, si muovono all'interno del continente di Fiore, ambientazione di Fairy Tail, ma in un ambiente rivisitato ed inventato dal gruppo)
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Con molta calma i due iniziarono ad avvicinarsi all’entrata della cittadella. Il sole batteva fermo sulle loro teste mentre le guardie iniziarono ad intravedere gli intrusi.
Una volta arrivati in prossimità dell’entrata entrambi continuarono a muoversi, in quanto stando alle informazioni le donne non avrebbero dovuto aver alcun problema ad entrare.
Ciononostante Ailea provava comunque un velo di tensione, sperando il travestimento del Boss funzionasse soprattutto perché il corpo di quelle donne era molto simile a quello maschile.
Sentire i loro sguardi perlustrare ogni centimetro del loro corpo non fu piacevole, ma nonostante questo riuscirono a superarle senza dover dir nulla.
L’interno della cittadella possedeva un pavimento completamente lastricato di mattoni gialli, con un grande spiazzo che univa le varie case abbellite tramite delle palme.
Si potevano vedere varie piccole tende sistemate sul terreno che mostravano in parte vari oggetti in vendita, tra cui soprattutto armi e cibo.
Come era ovvio c’erano un gran numero di donne, in minima parte estranee alla cittadella ma certo non mancavano.
-Bene, ora che siamo entrate possiamo dare un’occhiata in giro.-
Disse Ailea sollevata, mentre l’uomo dietro di lei aveva un’aria piuttosto irritata. Ancora non gli andava giù d’essere umiliato in quel modo, ma lo faceva solo per lei.
In ogni caso in qualche modo gliel’avrebbe fatta pagare…
-Iniziamo dalle cose basi, un bar?-
Disse quindi a voce bassa per non esser udito da nessuna, trovando la bruna d’accordo con lui.
Non avendo una chiara pista, ma solo qualcosa di vago, dovevano assicurarsi di far attenzione ad ogni cosa, ma per lo meno la città non era molto grande. Probabilmente comprendeva un massimo di quindici case, senza contare i vari negozi e perfino quello che sembrava un hotel per accogliere le viandanti.
Per essere una civiltà distaccata dalle altre, rette soprattutto da uomini, era piuttosto modernizzata ed attenta a questi dettagli, ma manteneva distinta la sua tradizione guerriera.
Grazie a dei semplici cartelli i due trovarono quindi un bar, piuttosto semplice, dal pavimento in piastrelle arancioni e dai muri gialli, con qualche panca ed un bancone costruito con la roccia.
-Parlo io, è meglio non rischiare.-
Sussurrò Ailea avvicinandosi al bancone.
-Salve, vorremmo due bevande per favore.-
-Abbiamo dell’arak per le turiste, fatto con i ragni del deserto.-
Disse subito la barista, una donna non differente dalle guardie, alta, molto muscolosa e dai corti capelli rossi ma vestita con una gonna verde ed un top marrone.
-Andranno benissimo grazie.-
Annuendo la barista si voltò, iniziando subito a preparare il drink. Non c’erano molti altri clienti ma nessuna sembrava prestar particolare attenzione alle turiste.
-Allora…se non è un disturbo chiacchierare, abbiamo sentito che la vostra è un’antica civiltà di guerriere.-
Cominciò Ailea sperando di poter andare da qualche parte anche solo con delle chiacchiere.
-Da sempre viviamo nel deserto.-
Rispose secca l’altra senza voltarsi.
-Questo significa che siete anche esperte del Regno del Sud giusto?-
-Noi conosciamo ogni centimetro di questa sabbia.-
In qualche modo nel suo tono c’era una nota di fierezza, era un dettaglio che non andava dimenticato.
-Noi veniamo da Magnolia, un luogo molto lontano da qui. Al contrario delle altre città non ci sembra siate chiuse nei confronti dei viaggiatori.-
-Almeno fino a quando non ficcano il naso dove non dovrebbero, ed allora tagliamo loro la gola.-
Con quell’ultima frase la barista appoggiò sul bancone i due bicchieri colmi di un liquido violaceo, fissandole entrambe con i suoi occhi sottili.
-Non siamo selvagge, ma non spartiamo nemmeno la nostra conoscenza sul deserto, quindi se volete conoscere qualche tempio o simili, meglio che ve ne andiate fino a che avete ancora le gambe.-
Nonostante il tono minaccioso nessuno dei due sembrò spaventato, anzi la fissarono senza dir nulla iniziando a bere l’arak.
Una minaccia a vuoto non era certo cosa in grado di spaventarli, l’uomo soprattutto ne era un esperto, ma solitamente ogni minaccia si concludeva con la morte di qualcuno.
Ailea invece ne aveva avute così tante da sapere quando era il caso d’aver paura.
-Non abbiamo intenzione di mancarvi di rispetto, non vogliamo solamente incappare in qualche mostro del deserto.-
-Oh, tranquille, li troverete comunque.-
Con quest’ultima frase era per entrambi chiaro che non sarebbero più andati da nessuna parte, quindi dovettero semplicemente accontentarsi di una momentanea pausa dalle indagini.
Trascorse solo un quarto d’ora prima che i due, pagando, uscissero dal locale, spostandosi rispetto alla piazza principale nelle vie laterali per controllare la zona.
La prima tappa era stato un fallimento, ma era solo l’inizio della giornata.
-Voi due siete nel deserto da più di quanto volete dare a vedere eh?-
Una voce rauca ed anziana fece voltare entrambi, che poterono così vedere la figura di una donna nettamente diversa dalle altre.
Il corpo prima di tutto, nonostante l’altezza, era incredibilmente magro, dalla carnagione scura ma senza alcun muscolo definito come le coetanee.
Il viso era ricoperto di rughe ed il lungo e sottile naso copriva gran parte del volto, segnato da una profonda cicatrice bianca che dalla guancia arrivava fino all’occhio destro, completamente bianco e probabilmente cieco, mentre l’altro era nero come la pece. I suoi capelli rossi erano legati in un’alta coda di cavallo ed arrivavano ben oltre il terreno.
La donna era vestita con un top verde acqua ed una gonna azzurra, ma entrambi gli abiti avevano perso il loro colore.
Qualcosa in lei li fece temere d’esser già stati scoperti, ma se per l’uomo questo significava il via libera ad ucciderle tutte per l’altra significava solo problemi.
-Non so di cosa stia parlando…-
Disse quindi Ailea guardandosi attorno per controllare se vi erano altre persone.
-Non c’è da preoccuparsi ragazzina, non ho la stessa mentalità delle altre donne di questo posto. Oltretutto, ho viaggiato abbastanza da riconoscere un uomo quando l’ho davanti.-
Ridacchiò la vecchia rivelando che effettivamente aveva già scoperto il loro travestimento.
Questo per il Boss era già una buona scusa per ucciderla, non tanto perché li metteva in pericolo, ma perché nessuno poteva scoprirlo così vestito e continuare a vivere.
-Cosa vuoi?-
Chiese però Ailea, sperando almeno nella corruzione, difficilmente quella donna non desiderava nulla, altrimenti avrebbe già dato l’allarme.
-Solo darvi un po’ di fortuna, proprio come ne ho data a quegli uomini che cercavano informazioni su un tempio.-
Quindi era stata lei ad aiutare gli uomini di Haadil Sabhé ad ottenere le informazioni di cui aveva bisogno, anche se a quanto pare incomplete.
-E che cosa vuole?-
Continuò la bruna, mettendo una mano su quella del Boss per evitare l’attaccasse prima d’averla sentita parlare.
-Potete star tranquilli, quello che farete mi basterà.-
-E tu come sai cosa vogliamo fare?-
-Come ogni viaggiatore curioso che viene qui, volete un pezzo di storia. Ed a me va benissimo se a poco a poco smantellate la società di questo reame. Immagino però non sia facile fidarsi.-
Ridacchiando amaramente la donna portò una mano alla spalla sinistra, e con un semplice gesto riuscì a staccarsi l’intero braccio, rivelando la protesi.
-Vedete, tanti, tanti anni fa io ero a capo delle guardie della città. Avevo grande prestigio e seguivo ciecamente le leggi qui imposte. Non starò ad elencarvele o a parlarvene ma diciamo solo…che qui i deboli non sono ben accetti. Un giorno venni incaricata di sconfiggere un orribile mostro che si stava pericolosamente avvicinando alla città, e naturalmente accettai, ma giocai male le mie carte e beh, l’occhio ed il braccio non li ho certo tolti da sola ahaha.-
Con facilità rimise il braccio al suo posto, mentre i due continuavano ad ascoltarla, non senza irritazione da parte dell’uomo, ma comunque rimasero in silenzio.
-Uccisi comunque la bestia, e come credete mi hanno accolta? Con riconoscimenti? Medicazioni? No…lasciando che la legge della città sbranasse come suo solito i più deboli. Anche se mi fossero state date le cure adeguate non avrei più potuto lottare, quindi ero solo un peso per questo luogo. Mi hanno lasciato al mio destino sostanzialmente.-
-Quindi quello che vuoi è vendetta?-
Rispose Ailea seria, per nulla intenzionata ad esser la marionetta di qualcun altro.
-In un certo senso sì. Ho viaggiato molto, moltissimo direi, ed ho realizzato la cosa migliore da fare non era distruggere con qualche arma questo posto, ma lasciare che la sua storia venisse portata via. Ciò che più è caro alla città è solo questo, e più la gente ne porta via una parte più io sono soddisfatta.-
In questo caso giocava molto a loro favore, anche se c’era sempre qualche riserva nel fidarsi di un’estranea…
-Quindi, hai intenzione di darci qualche informazione?-
-Dipende da quel che so, cosa volete sapere?-
Chiese la donna sempre mantenendo una certa distanza.
Questa volta fu il Boss a prendere parola, facendo un passo davanti ad Ailea.
-Le stesse cose hai detto alle persone che sono venute qui l’ultima volta andranno benissimo.-
   
 
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