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Autore: Hookina90    13/10/2019    0 recensioni
Questa storia è la seconda parte della storia "New Life".
La nostra cara protagonista dovrà affrontare altri pericoli e soprattutto un nuovo nemico...assai sadico oltre a scoprire qualcosa che sconvolgerà non solo lei....
Ci saranno nuovi personaggi e soprattutto ci sarà ancora un riferimento al telefilm di Supernatural.....più nello specifico introdurrò un personaggio che a me piace molto e che è molto importante per la protagonista.
Piccolo estratto:
“Oggi sembri più strano del solito. E’ successo qualcosa?”, chiesi inquieta incrociando il suo sguardo. Era diverso. Non capivo che cosa stesse pensando. Era più criptico del solito o forse ero solo paranoica.
“No, stai tranquilla”, rispose prima di darmi un bacio. Il mio cuore percepii subito che quello che avevo davanti non era Hook, ma qualcun altro. Cercai di respingerlo, ma essendo forte ci misi un paio di secondi a staccarlo da me.
“Chi sei tu?”, domandai mettendomi in posizione di attacco poi aggiunsi: “Non sei Killian!”
Buona lettura
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: New obstacle to overcome





Ero di fronte a un uomo che aveva le sembianze di Hook, ma non era lui. Il mio cuore stava urlando di stare attenta, perché anche se aveva il suo corpo era finto. Lo sentivo nelle viscere che ero in pericolo e la mia deduzione venne confermata subito dopo.
“Te l’avevo detto che l’avrebbe scoperto subito”, rispose in lontananza una voce familiare.
“Zelena! Come sei riuscita a uscire dalla cella?”, domandai sorpresa. Non poteva essere lei, Regina l’aveva imprigionata a Storybrook e pure nella Foresta Incantata dopo il sortilegio era stata rinchiusa in una cella anche abbastanza difficile da evadere.
 
Come era possibile che era di fronte a me?
 
Non potevo restare immobile e lasciare libera Zelana. Non potevo permettere che mettesse in atto un altro di suoi piani malvagi. Dovevo fare qualcosa. Dovevo agire in fretta. La prima cosa che mi venne in mente era usare la magia per contrastarla. Stavo per far apparire il bastone, ma non ci riuscii perchè tutto d’un tratto iniziai a sentire un dolore al petto che si intensificava minuto dopo minuto. Non capivo che cosa mi stesse accadendo, però ero sicura che c’entrava Zelena e il suo aiutante.
“Grazie al mio amico”, disse rivolgendosi a Hook e con un gesto della mano lo fece tornare alla sua vera forma. Era Devy Jones. Non era possibile, quindi io ero la protagonista del suo piano.
 
Cosa volevano da me ? Cosa Ade voleva da me?
 
Pov Zelena
 
Una settimana prima
 
Dopo essere stata rinchiusa dalla mia favolosa sorella in una cella che si trovava nei sotterranei rimasi all’oscuro di ciò che stava succedendo in superficie. Non mi fregava molto, l’unica cosa che mi importava era trovare un modo di uscire e ottenere il mio grande desiderio. Volevo riavere la vita che mi aspettava. Il problema che mi avevano bloccato i poteri, quindi non avevo possibilità di riottenere la mia libertà.
Ero rimasta chiusa dentro quattro mura di cemento per mesi fino a che a un certo punto mi ritrovai a vagare in una foresta assai familiare. Ero ritornata nel mio mondo. Ero comunque senza poteri, però potevo cercare di intortare qualcuno per poterli riavere. La fortuna però non fu dalla mia parte perché una delle guardie di Snow mi vide mentre stavo parlando con un viandante per ottenere il suo aiuto nel mio piano. Stavo quasi per concludere quando due braccia possenti presero senza avere la possibilità di muoverle. Dichiarò subito che vacanza era finita e che mi avrebbe riportato da Regina.
Avevo goduto dell’aria aperta solo per una settimana per poi tornare di nuovo chiusa dentro quattro mura, l’unica differenza era che la cella si trovava in una specie di caverna nei sotterranei del castello di Snow.
Non dovevo perdere la speranza. Dovevo continuare a credere che prima o poi anche io avrei ottenuto il mio lieto fine. Avrei incontrato un alleato. Non sarei rimasta da sola al buio per sempre.
 
A un certo punto dopo giorni di silenzio, escluso il vociare delle guardie in lontananza che avevano il lavoro di tenerla sotto controllo e darle i viveri, sentii una voce profonda. Una voce che non avevo mai sentito. Forse era arrivato il tanto atteso momento in cui avrei incontrato il mio salvatore.
“Tu sei Zelena?”, chiese uno perfetto sconosciuto che si trovava davanti alla mia cella.
“Si tu saresti?”, domandai io alzandomi dalla panca e avvicinandomi a lui
“Sono Devy Jones, il traghettatore di anime. Mi manda Ade”
“Ade ti ha mandato qui da me?”, chiesi scioccata. Si ricordava ancora di me. Credevo di non vederlo mai più dal nostro ultimo incontro. Avevamo avuta una breve avventura. Lo avevo aiutato ad avere delle informazioni su un marinaio. Nonostante avessi passato poco tempo con lui avevo sentito il cuore fremere, ma per fortuna durò poco, così riuscii a non distrarmi e continuare a pianificare il mio piano.
“Si, proprio lui in persona”, rispose guardandosi intorno.
“Che hai?”
“Abbiamo poco tempo. Lui mi ha ordinato di farti evadere perché devi aiutarmi in una cosa”, rispose sbrigativo. Molto probabilmente temeva l’arrivo delle guardie. Effettivamente non sentivo le solite chiacchiere provenire dal corridoio illuminato solo con un paio di candele. La loro assenza andava a mio vantaggio. Stavo avendo una grande opportunità, anche se ero dubbiosa sul come sarei evasa. Era un semplice umano e questa cella era magica. Ci voleva un determinato incantesimo per scappare.
“Come protesti mai riuscire a liberarmi? Tu che non hai nemmeno i poteri”, domandai stizzita
“Ade mi ha riferito che dentro alla tua destra in una piccola fessura c’è una pergamena con una scritta e tu dovrai solo soffiarci sopra contro le sbarre e mi ha dato delle pozioni per addormentare le guardie!”
Lo guardai interdetta, però alla fine iniziai a cercar quel foglio. Dopo un paio di minuti lo trovai. Sopra c’era scritto molte volte il nome della salvatrice. Feci quello che mi aveva suggerito lui e sorprendentemente il piano funzionò. Se l’avessi saputo prima sarei uscita da questo mortorio già da un pezzo.
“Ora caro Devy che facciamo?”, chiesi sibillina
“Dobbiamo uscire e andare nel mio covo, al più presto prima che le guardie si risveglino. Ah tieni questo”, affermò lui porgendomi la mia collana e subito dopo mi  tolse il bracciale.
“Come ci sei riuscito? E dove l’hai trovata?”, domandai sorpresa
“Te l ho etto Ade mi ha dato della magia per effettuare la tua fuga, per quanto riguarda la collana è sempre merito di Ade. Grazie a lui che sono riuscito a ottenerla! Ora dobbiamo andare nel mio covo!, affermò serio.
“Va bene, se mi dici dove si trova ci teletrasportiamo li anche perché ora posso riutilizzare i miei poteri”
“Si trova nella parte Nord della Foresta Incantata oltre le montagne”
“Un po’ limitata come descrizione, ma me la farò andare bene, però per precauzione meglio avere due aspetti diversi se giriamo nella Foresta”, dissi prima di cambiare volto ad entrambi
Vagammo per qualche ora fino a che su una collina trovammo un abitazione diroccata che era mezza nascosta  dagli alberi. Non appena entrammo dentro lui si sedette subito su una sedia, io invece rimasi in piedi.
“Ok lui ha bisogno che mi faccia un determinato incantesimo”
“Cioè? Che cosa vuole Ade?”, domandai curiosa
“Il Dark Kiss. Vuole che quella mocciosa di Emily diventi il nuovo oscuro. Non può aspettare che lei si autodistrugga, soprattutto ora che è migliorata a equilibrare le due parti. Dobbiamo diciamo intervenire noi per portarla su quella strada”
“Quell’odiosa ragazzina  figlia di Rumple, molto volentieri, però a che pro farla diventare cattiva, cioè non diventerebbe un mostro…”
“Ha i suoi buoni motivi fidati. Allora lo farai abbiamo poco tempo!”, ribadì secco
“Si certo lo farò, ma io cosa avrò in cambio?”, domandai incrociando le braccia e lanciando uno sguardo di sfida.
“Ade ti lascia libera e potrai in futuro, se vorrai, collaborare di nuovo con lui!”
“Mmm essere finalmente libera e stare al suo fianco …mi sembra una proposta allettante”, dissi avvicinandomi a lui. Non vedevo l’ora di annientare quella ragazzina insolente. Non la sopportavo e ora l’avrei vista cadere.
“Quindi accetti?”
“Si, devo solo capire come fare questo incantesimo…”affermai pensierosa
“Non preoccuparti quello lo so io…”, rispose porgendomi un foglio piegato a metà
“Come farai però a darle il bacio?”, chiesi dopo aver letto l’incantesimo scritto  molto probabilmente da Ade stesso.
“Basta che mi trasformi nell’idiota di mio figlio…”, ribattè grave
“Quanto amore vedo…,”
“Il mio unico scopo e fare bene il mio lavoro. I miei figli sono stati un errore di gioventù….anche se Killian alla fine ho scoperto che servirà pure lui…”
“Ade sa che cosa accadrà in futuro?”, domandai sconvolta
“Ho già detto troppo…dobbiamo sbrigarci!”
“Va bene!”
 
Pov Amy
 
“Ho conquistato la mia libertà grazie al suo aiuto. A quanto pare serviva il mio aiuto per il loro piano!”, rispose lei beffarda.
“Che piano?”, chiesi dolorante. Il dolore al petto era ormai diventato insopportabile. Era così forte che non riuscivo più a restare in piedi. Cadetti in ginocchio stringendo la mano sul petto. Stavo anche  iniziando a respirare a fatica.
 “Ho fatto un incantesimo sulle sue labbra. Il bacio oscuro. Ogni persona che lo riceve gli viene annerito il cuore fino alla morte, ma nel tuo caso..”
“Mi avete fatto diventare il nuovo signore oscuro. Perché?”, domandai tentennando cercando di alzarmi per poterli attaccare, ma senza riuscirci.
“Noi abbiamo solo eseguito gli ordini!”, affermò Zelena mettendosi di fronte a me poi aggiunse a bassa voce: “Anche se un loro piano, trovo appagante vederti così sofferente e spero che otterrai quello che meriti!”
“Gli ordini di chi? Di Ade?”, domandai urlando furente con le ultime forze che mi erano rimaste .
 
Cosa voleva Ade da me? Perché stava facendo tutto questo?
 
 “Amy”, urlò Hook agitato in lontananza.  Mi girai e vidi che stava correndo verso di me. Zelena non appena notò la sua presenza  fece scomparire sia lei che Devy in una nuvola verde.
Mentre lui si stava avvicinando sempre di più a me io stavo sempre peggio. Tremavo.  Tentai di fermare il dolore con la magia, ma non ebbi esito positivo, anzi aumentò. Non lo sopportavo più. Era come se qualcuno mi stesse infilando degli spilli uno a uno nel cuore.
“Amy che è successo?”, chiese Hook agitato non appena fu di fronte a me. Alzai lo sguardo e vidi la paura nei suoi occhi. Non volevo lasciarlo di nuovo. Non volevo farlo soffrire di nuovo.
“Stai male? Sei bianca…che cosa ti hanno fatto?”, aggiunse dopo essersi inginocchiato
“Killian, Zelena ha fatto un incantesimo chiamato il bacio oscuro sulle labbra di tuo padre…e …era te capisci …e non sono stata attenta e mi ha baciato… e ora …”, dissi confusamente aggrappandomi totalmente a lui.
“Non dirmi che ti hanno annerito il cuore?”, domandò spaventato circondando il mio corpo con il suo braccio
“Si..”, risposi piangendo sulla sua spalla.
“No…io lo uccido!”, ribadì grave irrigidendosi.
“No Killian, non farlo, ho bisogno della tua luce. Ho bisogno di te. Tu e la mia famiglia riuscirete a salvarmi. Ne sono certa”, affermai pigolando staccandomi da lui guardandolo negli occhi.
“Amy ti rendi conto che ti ha fatto…è colpa sua…”, ribattè ancora furioso. Sentivo che era teso come una corda di un violino. Sapevo che dovevo cercare di far riemergere quella sua parte oscura cercando di vendicarmi. Bastavo già io oscura.
“Lo so, ma non cedere anche tu all’oscurità, ti prego” dissi notando che una scia nera in lontananza stava arrivando. Ormai avevo poco tempo. Pochi attimi per dire quello che avevo taciuto per mesi.
“Killian abbiamo pochi minuti prima che l’oscurità mi travolga. Ho bisogno che tu dica alla mia famiglia che gli voglio bene…”, iniziai a dire cercando di non piangere di nuovo. Dovevo essere forte
“No. non posso perderti di nuovo Amy!”, affermò alzando il tono di voce interrompendomi.
“Killian ti prego…ascoltami… Voglio cercarti di dirti una cosa che ti ho tenuto nascosto per troppo tempo. So che ho spezzato il tuo cuore in un centinaio di modi diversi e mi dispiace per questo, ma ora le cose sono cambiate. Io sono diversa. Io ora so come ricambiare i tuoi sentimenti per me. Io Killian ..”, dissi con un filo di voce appoggiando una mano sulla sua guancia
 “No Amy. Non andare ti prego. Ho bisogno di te. Sei l’unica persona che mi è rimasta. Sei la mia casa- Sei la mia ancora di salvezza. Lo sai”, mi supplicò lui fermandomi
“Lo sai che non dipende da me…Promettimi che non cederai all’oscurità. Ti prego. Fallo per me”, affermai io cercando di trattenere le lacrime.
“Te lo prometto e ti prometterò anche che ti salverò Emily. Farò qualsiasi cosa per portarti di nuovo da me!”, affermò stringendo la mia mano con la sua e si avvicinò in modo da sfiorare la mia fronte con la sua.
“Ti amo Killian”, dissi cercando di assaporare gli ultimi attimi con lui
“Ti amo anche io Amy!”, rispose lui prima di baciarmi.
Pochi secondi dopo venni avvolta quasi completamente da una scia nera. Alzai leggermente il viso per poter riuscire a vedere per l’ultima volta il suo volto. Ormai era giunta la fine, però ero consapevole che lui insieme alla mia famiglia avrebbe cercato comunque di salvarmi. Sapevo però che ormai non c’era più niente da fare. Sarei diventata il mio peggior incubo e nonostante avessi imparato a trovare il mio equilibrio, alla fine il destino mi aveva comunque portato alla trasformazione.  Quando incrociai  di nuovo i suoi occhi vidi una grande sofferenza. Mi faceva male vederlo soffrire di nuovo e questa volta ero così impotente. Non potevo fare nulla per farlo sentire meglio, anzi stavo sperando di non fargli del male o peggio uccidere qualcuno lui o qualcuno della mia famiglia.
In pochi attimi tutta l’oscurità penetrò nel mio corpo dissolvendomi nel nulla e l’ultima cosa che sentii fu l’urlo straziante di Hook. Ero appena diventata il nuovo DarkOne.
 
Pov Hook
 
“Amy”, urlai in ginocchio dopo che la vidi scomparire nel nulla.
L’avevo persa di nuovo e questa volta era tutta colpa di mio padre. L’aveva fatta trasformare nella cosa che io odiavo più al mondo e nel suo peggior incubo. Gliela avrei voluto far pagare, ma avevo promesso a Amy di non cedere. Ora comunque la mia priorità era trovarla e cercare in tutti i modi di salvarla, anche se sapevo che quella che avrei incontrato non sarebbe stata l’Amy di cui mi ero innamorato. Non mi sarei arreso, così mi alzai e mi diressi subito verso il castello del coccodrillo. Lui sicuramente sapeva qualcosa. Sapeva dove era finita Ams. Dovevamo agire subito.
Appena fui davanti alla porta della sua abitazione iniziai a bussare ininterrottamente fino a che Belle non mi fece entrare.
“Dove è il coccodrillo?”, chiesi veloce e agitato.
“So cosa è successo Hook. Sono tutti in camera di Rumple. Vieni ti accompagno!”, rispose lei pazientemente
“Grazie Belle!”, dissi ancora con la rabbia in corpo.
Salimmo la scala e subito dopo Belle mi fece accomodare nella stanza vicino alla camera che avevo condiviso con Amy. Non era molto diversa dalla nostra. Letto matrimoniale con delle coperte rosso porpora che dava sul balcone, una piccola scrivania di fronte alla porta su cui erano posati vari libri di vario genere. Due candele che illuminavano l’intera stanza che era avvolta dall’oscurità perché ormai il sole era tramontato.
Erano tutti riuniti intorno al letto su cui era disteso il coccodrillo. Era sveglio, ma sembrava molto debole. Alla mia destra c’erano Axina e Regina, mentre alla mia sinistra Bea, Emma e Henry. La situazione era delicata. Era evidente che tutti erano preoccupati, mentre io invece stavo cercando con tutto me stesso di mantenere i nervi saldi. Era difficile restare li fermo invece che andare a cercare mio padre e farlo soffrire le pene dell’inferno. Cercare di non esplodere era veramente difficile. L’unica persona che riusciva a calmarmi non era qui con me, di nuovo.
“Che succede?”, chiesi subito avvicinandomi a loro.
“Lo stavamo per chiedere a te. Amy è diventata oscura vero?”, chiese Bea inquieto voltandosi verso di me.
“Si…”, ammisi chiudendo la mano a pugno.
“Come è successo Hook?”, domandò Emma mentre stringeva la mano di Bea per consolarlo.
“E’ colpa di mio padre!”, risposi sellando la mascella.
“In che senso?”, chiese scioccata Regina.
“Non so come sia successo perché io sono arrivato troppo tardi, ma da quello che mi ha detto Ams mio padre e Zelena sono alleati. Tramite un incantesimo che si chiama Dark kiss sono riusciti ad annerirgli il cuore…”, spiegai cercando di restare calmo
“Mia sorella quindi ha collaborato in questo piano... Lo dovevo immaginare che stava confabulando qualcosa non appena abbiamo scoperto che era riuscita ad evadere”, ribattè Regina infastidita.
“E’ uscita dalla sua cella e non hai pensato di informarci?”, domandai urlandogli contro
“Calma pirata io l’avevo rinchiusa nella cella, dove era imprigionato Rumple. Nessuno è in grado di uscire, quindi non so come sia riuscita a scappare. Molto probabilmente c’è lo zampino di tuo padre e forse anche di Ade. Io comunque l’ho scoperto di recente poco dopo che mi hai avvisato di tuo padre, per questo non ti ho comunque voluto dire nulla per non darti altri pensieri. Ora la troverò e insieme a  Devy li metteremo di nuovo in cella e questa volta troveremo un modo per non farli scappare”, spiegò Regina tentando di farmi placare i bollenti spiriti
“Mio padre è un problema mio!”, ringhiai io.
“Ragazzi ora la questione principale è salvare Amy!”, disse grave Bea fissando me e Regina
“Hai ragione!Qualcuno sa come potremmo fare?”, domandò Emma guardandoci
“Se volete tentare veramente di salvare mia figlia, dovete trovare l’unica persona che ne ha il potere!”, disse il coccodrillo a fatica mentre cercava di mettersi seduto.
“Chi?”, domandò subito Bea girandosi verso di lui
“Merlino!”, rispose Axina che fino ad ora era rimasta in silenzio
“Dove si trova questo Merlino?”, domandai speranzoso. Avevamo già una pista e questo mi aveva un po’ tranquillizzato.
“Le ultime notizie che ci sono pervenute dicono che è stato avvistato a Camelot”, rispose Rumple mentre fissava fuori dalla finestra.
“Bene buone notizie! Ora però come facciamo trovare Amy?”, chiese Bea sorridendo.
“Potremmo invocarla…”, rispose Regina
“No io preferirei utilizzare il meno possibile il pugnale. Non voglio controllarla. Non c’è un altro modo?”, chiesi interrompendo Regina. Non volevo usare il pugnale. Non volevo che si sentisse una schiava, perché sapevo quale era la sensazione e non volevo che la provasse pure lei.
“Si potrebbe usare una pozione di localizzazione”, rispose Emma pensierosa.
“Bene, allora se qualcuno mi prepara una pozione io la vado a cercare!”, ribattei determinato. Non volevo perdere tempo. Prima avremmo trovato questo Merlino prima l’avremmo riportata a casa. Si meritava di continuare a vivere una vita spensierata e felice con me e la sua famiglia.
“Aspetta Hook potrebbe essere pericoloso!”, ribattè Axina agitata venendo verso di me
“Perché?”, chiesi stupito
“Non avete tenuto conto che lei potrebbe non essere la stessa Amy che conosciamo. L’oscurità può farti fare cose che non faresti mai!”, rispose lei tristemente
“Lo so, ma non mi importa. Questo non mi fermerà di certo!”, dissi a denti stretti.
“Almeno fatti accompagnare”, affermò gentilmente Emma
“Vuoi venire con me, Swan?”, domandai sbalordito
“Emma ed io possiamo venire con te. E’ mia sorella e farei di tutto per farla tornare a casa sana e salva! Siamo già venuti con te in missione e ci uniremo di nuovo per salvare di nuovo la nostra cara Amy”, ammise deciso Bea fissandomi.
“Henry?”, chiesi io dubbioso. Non mi sembrava il caso di farlo venire. Era troppo pericoloso
“Starà con me. Me ne occuperò io durante il vostro viaggio!”, rispose Regina sorridendomi
“Vai Hook vai a recuperare la zietta!”, affermò Henry appoggiando una mano sul braccio.
“Verrei pure io se fossi in forze!”, ammise Rumple ritornando a guardarci
“Non ti preoccupare per lei. Noi la riporteremo indietro. Te lo prometto!”, ribadì Axina appoggiando una mano su quella di Rumple cercando di confortarlo.
“Vieni con noi?”
“Ovvio! E’ mia figlia. L’ho persa troppe volte!”
“Va bene. Allora domani mattina si parte!”, dissi serio. Ormai era calata la notte e non potevamo metterci in viaggio ora e soprattutto la pozione di localizzazione non era ancora pronta. Una bella dormita sarebbe servita a tutti. Dovevamo essere freschi per affrontare anche questo ostacolo.
 
Pov Amy
 
Dopo che ero stata avvolta dall’oscurità mi ritrovai in una cripta angusta, ma ci rimasi per poco tempo perché pochi attimi dopo una scia nera mi avvolse facendomi visualizzare i momenti più dolorosi della mia vita. La morte di mio padre Bobby. La morte di Dean. La morte di mio padre e infine la morte di Hook. Non appena finii di vedere quelle immagini orribili mi ritrovai fuori all’aria aperta.
Mi guardai in giro e notai alberi con le foglie ingiallite e alcune delle quali erano già cadute per terra tipico ella stagione autunnale. Il sole ormai era tramontato e la temperatura si era abbassata. Era però evidente che non mi ero spostata molto e che effettivamente ero ancora nella Foresta Incantata, anche se non sapevo in che punto preciso.
Spostai verso il basso lo sguardo e mi accorsi subito che mi ero cambiata. Ora indossavo un abito scialbo, lungo grigio cenere e in più avevo un mantello dello stesso colore del vestito, dopo aver abbassato il cappuccio notai che avevo anche i capelli bagnati, ma erano diversi. Una parte erano neri come la pece mentre la parte in fondo erano rossi. Avevo un bellissimo shatush rosso. Non mi dispiacevano però preferivo il mio colore naturale.
“Ciao”, disse qualcuno alle mie spalle facendomi spaventare.
Mi girai e davanti a me c’era mio padre, ma era diverso. Aveva l’aspetto di un coccodrillo. La pelle era verdastra e le unghie delle mani erano marroncine,  lunghe e appuntite. I capelli erano disordinati e scuri. Non capivo perché era diverso, ma mi inquietava.
“Papà sei tu?”, chiesi dubbiosa avvicinandomi a lui.
“No cara o almeno sono una delle sue versione. Sono l’oscurità che si è impossessata di te”, spiegò con una voce squillante. Era irritante.
“Cosa vuoi da me?”, domandai fredda irrigidendomi.
“Ti devo insegnare ad essere una vera oscura…”, rispose facendo un ghigno.
“Non dovrei essere già totalmente oscura?” domandai interrompendolo.
“No a quanto pare c’è qualcosa che ti ha bloccato la trasformazione completa e io devo fare in modo di eliminare questo ostacolo”, rispose in modo serpentino
“Bene se non sono ancora del tutto una DarkOne allora troverò un modo per eliminare del tutto l’oscurità”, ammisi determinata iniziando a camminare dalla parte opposta a mio padre.
“Scusa come vorresti fare?”, domandò lui sarcastico seguendomi.
“Non lo so ancora, ma ci deve essere un modo. C’è sempre una soluzione. Non voglio diventare un mostro e fare del male alle persone che amo!”, ribattei io digrignando i denti girandomi verso di lui
“Io ti farò diventare una perfetta DarkOne!”, ripetè lui strofinando i palmi delle mani
“No, vattene”, gli urlai contro e poco dopo lui miracolosamente sparii  e io così potei continuare per la mia strada.
Durante però il cammino iniziai a pensare che però effettivamente non avevo un piano. L’unica cosa di cui ero certa era che dovevo tornare il prima possibile a casa dalla mia famiglia perché insieme avremo sicuramente risolto questo problema. Avrei potuto usare il teletrasporto, ma non volevo usare i miei poteri per evitare di peggiorare il mio stato, così avrei dovuto fidarmi del mio senso dell’orientamento.
Volevo capire anche che cosa mi avesse bloccato l’oscurità perché sicuramente sarà stato qualcosa di potente. Il mio stato attuale continuava però a rimanere precario. Non sapevo quanto tempo sarei riuscita a resistere prima di cedere totalmente al male. Avevo necessariamente bisogno di risposte. 
 
Girai per due ore e le uniche cose che vedevo erano alberi. Mi ero persa. A quanto pare non dovevo fidarmi sul mio senso di orientamento. Orma il sole era calato così decisi di fermarmi per riposarmi Optai di sedermi sotto un grande albero e sperare di dormire almeno un paio d’ore. All’alba avrei ripreso a camminare alla ricerca del castello di mio padre.
Mi rigirai varie volte, ma non riuscivo a prendere sonno. Ero agitata e sicuramente per questo che non ero ancora caduta nel mondo di Morfeo.
“No mia cara I darkOne non dormono. Quindi ti consiglio di trovarti un Hobby da fare!”, disse la voce squillante di Rumple che per mia grande gioia era comparso di nuovo al mio fianco.
“Sei di nuovo qua. Non voglio vederti!”, ribattei dura voltandomi dall’altra parte. Era fastidiosa. Io volevo vedere il mio vero padre non questa assurda sua versione. Avevo bisogno di loro. Mi sentivo così sola, ma sapevo che li avrei incontrati di nuovo presto. Dovevo solo pazientare e ignorare quella voce stridula.
“Sono nella tua testa. Non posso andarmene, mia cara”, ribattè lui ridendo in modo diabolico.
“Non mi importa dove sei. Non ti ascolterò mai!”, affermai chiudendo gli occhi e cominciai a visualizzare i visi di tutte le persone che amavo. Dovevo distrarmi. Qualche minuto dopo tornò d nuovo il silenzio. L’oscurità era scomparsa di nuovo.
 
5 Ottobre 2015
 
Non appena il cielo si schiarì mi alzai e continuai a dirigermi verso Nord. Prima o poi avrei trovato qualcuno che mi avrebbe aiutato a trovare la strada giusta verso il castello. Non sapevo quanto tempo sarei riuscita a rimanere in questo stato di oblio e per questo dovevo trovare la mia famiglia il prima possibile per elaborare un piano con gli altri per eliminare l’oscurità una volta per tutte.
“Io so chi potrebbe aiutarti”, disse Rumple apparendo dopo che era stato per tutto il tempo in silenzio al mio fianco
“Sei di nuovo qui…e comunque come faccio a fidarmi di te”, affermai girandomi verso di lui.
“Sono la tua guida e sono nella tua mente, prima o poi mi dovrai ascoltarmi!”
“Parla!” urlai perentoria arrendendomi. Forse sapeva veramente qualche informazione che mi avrebbe aiutato nella mia missione, anche se era dura fidarsi.
“C’è sola una persona che ha il potere che potrebbe aiutarti”
“Chi è?”, domandai curiosa
“Merlino”
“Dove si trova?”, chiesi fermandomi di colpo. Effettivamente sembrava sincero, anche se sicuramente stava bramando qualcosa, però al momento l’unica cosa che mi importava era avere finalmente una pista. Ogni cosa poteva essere utile per salvarmi. Avrei pagato qualsiasi prezzo per tornare a casa dalla mia famiglia.
“Ah non lo so. E’ da secoli che è scomparso!”
“Non sei mai stato molto d’aiuto”, risposi irritata ricominciando a camminare. La flebile speranza che si era accesa nel mio corpo si spense in una frazione di secondo. Come avrei potuto trovarlo? Non sapevo neanche se mio padre avesse delle notizie utili su questo Merlino.
“Te ne sei resa conto che stai girando intorno…se usassi la magia potresti essere più veloce”, rispose con tono viscido tentando di nuovo di convincermi a farmi oscurare quella parte di me che era rimasta intatta.
“No!”, risposi secca
“Stai perdendo solo tempo”, affermò ridendo.
“Mi stai innervosendo”, urlai fermandomi di nuovo e voltandomi verso di lui poi aggiunsi non appena ero a pochi centimetri dal suo viso: “Io troverò la strada senza l’uso della magia. Me la so cavare anche senza! Non riuscirai a farmi cedere!”
“Con chi stai parlando?”, chiese una voce familiare. Mi girai e vidi che davanti a me c’erano mia madre, Bea, Emma e Hook. Avevano un espressione preoccupata sul volto. Erano spaventati perché staranno scuramente pensando che avrei potuto uccidere da un momento all’altro, però per fortuna non ero ancora diventata un mostro. Io invece mi sentii più leggera perché erano di nuovo di fronte a me. Potevo abbracciarli e combattere insieme. Non ero sola. Non più.
“Lo sappiamo che sei diventata la DarkOne, però non farci del male!!”, disse Bea inquieto.
“Non lo so del tutto…”, risposi ignorando la voce di Rumple che mi stava martellando.
“In che senso?”, domandò Hook avvicinandosi a me.
“Qualcosa mi ha bloccato la trasformazione completa”, risposi guardandolo. La paura di averlo perso per sempre mi aveva invaso il corpo per qualche istante, però sapevo che non si sarebbe arreso e che mi avrebbe sempre trovato.
“In effetti lo potevamo intuire dai tuoi capelli, ora però dobbiamo solo scoprire…”, asserì Bea sorridendo.
“Merlino”, risposi interrompendo mia madre
“Come fai a saperlo?”, domandò sorpreso Bea
“Non è importante come l’ho saputo, dobbiamo trovarlo!”, risposi decisa.
“Da quanto ne sappiamo noi è a Camelot!”, ribattè mia madre che mi stava fissando come se cercasse di capire se stessi del tutto bene
“Sto bene, mamma” affermai dolcemente guardandola.
“Sono contenta che non sei ancora diventata totalmente oscura. Torneremo presto a casa, te lo prometto”, affermò lei commossa.
“Lo so” dissi prima di andarla ad abbracciare
“Come siete riusciti a sapere che ero qua?”, domandai dubbiosa poco dopo.
“Con un incantesimo di localizzazione”, affermò Emma che era vicina a Bea. In effetti Hook aveva tra le dita una mia sciarpa nera.
“Io invece sono ore che cammino cercando di andare verso il castello di papà, ma mi sono persa”, ribattei abbassando lo sguardo
“Lo so che il tuo senso dell’orientamento non è dei migliori”, ammise Hook ridendo
“Sei sempre il solito idiota”
“Lo so”, ribattè facendomi l’occhiolino. Almeno la sua ansia era diminuita da quando mi aveva visto pochi minuti fa. Ero contenta che la distanza era durata poco. Il calore del loro amore mi aveva riempito il cuore di nuovo. 
Non appena Hook finì di parlare, Bea si avvicinò e mi strinse in un forte abbraccio. Dopo avermi scompigliato i capelli mi sussurrò all’orecchio: “Mi hai fatto prendere un colpo! E comunque ti dona questa nuova pettinatura” .
“Mi dispiace”, risposi a bassa voce.
“Beh ora raggiungo tua madre ed Emma così puoi stare da sola con lui”, bisbigliò all’orecchio, poi andò avanti  velocemente lasciandomi con Hook.
“Sono contento che non sei diventata un coccodrillo”, disse prendendomi la mano.
“Sono stata attenta.”, ribattei sorridendo avvicinandomi a lui.
“Meno male che tuo padre ci ha dato delle informazioni su chi avrebbe potuto salvarti, così ora non appena lo troviamo ti facciamo togliere l’oscurità e anche il problema della tua lotta interiore!”, spiegò lui incamminandoci seguendo gli altri.
“Se mio padre sapeva cosa fare perché non ha tentato di fare la stessa cosa per lui?”, domandai dubbiosa, anche se immaginavo già risposta.
“Ti devo proprio rispondere Ams…”
“No, in effetti…”
Mio padre era riuscito a convivere con l’oscurità, ma con il passare dei giorni e conoscendolo meglio capii che non avrebbe comunque mai lasciato il suo potere. Gli piaceva avere la magia e il potere. Lo aveva tenuto per molti secoli e non voleva lasciare andare via la sua droga. Ora però che non aveva più ciò che desiderava quindi si sentirà perso e vulnerabile. Avrei voluto andarlo a trovare e stare al suo fianco, ma ora la priorità era eliminare l’oscurità per far tornare a goderci la pace.
“Mio padre comunque come sta?”, chiesi dopo qualche minuto di silenzio
“Bene, deve solo riprendere le forze”
“Ok, meglio se sta a casa a riposare. Come l’ha presa comunque ora che non ha più la magia?”, chiesi mettendo un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
“Non credo ci stia pensando tanto perché al momento è più preoccupato per te, anche se sarà comunque un duro colpo per lui perché è troppo legato alla magia…”
“Lo so, spero che riuscirà ad abituarsi a vivere una vita normale senza più l’oscurità dentro di lui. Io gli starò comunque accanto”, ribattei abbattuta. Stava in questo stato anche per colpa mia perché avevo abbassato la guardia.
“Lo spero anche io Ams”
 
Dopo  che il sole era calato, decidemmo di accamparci per riposare. Io però non riuscii di nuovo a chiudere occhio.  Non ero stanca. Non sentivo più il bisogno di dormire, così rimasi sveglia a guardare il cielo stellato.
“Te l’ho detto che devi trovare qualcosa da fare. Che ne dici di tessere?” domandò all’improvviso la voce di mio padre.
“Sei turna qua? Vattene!”, sussurrai per non svegliare Hook.
“Non ti piace, beh potresti trovarti un uomo migliore di quel pirata. Non so che cosa ci trovi in lui”, ribattè ignorando le mie parole.
“Non è un problema tuo. Sparisci!”, replicai a bassa voce prima di girarmi all’altra parte. Lui apparve di nuovo di fronte a me.
“Hai paura che il piratuccolo da quattro soldi pensi che tu sia pazza? Intanto lo ucciderai tu stessa!”, affermò lui sghignazzando.
“Non succederà!”, dissi  alzando il tono di voce iniziando a perdere la pazienza. Non avrei mai fatto del male alle persone che amo. Non permetterò che l’oscurità vinca prendendo il sopravvento. Combatterò fino alla fine.
“Amy stai bene?”, chiese Hook che si era appena ridestato.
“Si tranquillo torna a dormire!”, asserii prima di dargli un bacio sulla fronte.
“Va bene tesoro, però riposa pure tu!”, ribattè prima di sbadigliare, pochi secondi dopo chiuse di nuovo gli occhi. Io invece passai tutta la notte a cercare di ignorare la voce irritante di mio padre. Era logorroico. Continuò a parlare per tutta la notte. Cercava in tutti i modi di farmi usare la magia. Voleva farmi diventare una DarkOne a tutti gli effetti. Io lo ignoravo, ma stava cominciando ad essere difficile rimanere impassibile a quel ronzio. Non sapevo per quanto ancora sarei riuscita a sopportarlo. Prima o poi c’era il pericolo che sarei esplosa e la mia famiglia mi avrebbe rinchiuso veramente in manicomio.
 
6 Ottobre 2015
 
Alle prime luci del giorno tutti erano in piedi pronti a riprendere la camminata. Volevamo arrivare a Camelot prima dell’ora di pranzo. Per fortuna che prima di venire da me Hook e gli altri avevano cercato di capire dove potesse essere la nostra destinazione, così non avremmo perso tempo a trovare la direzione giusta.
“Hai dormito alla fine stasera?”, chiese Hook all’improvviso
“Si sono riposata e piena di energie!”, mentii per non farlo preoccupare. Se gli avessi detto che sentivo e vedevo il suo acerrimo nemico non l’avrebbe presa bene e per questo ora preferivo non allarmarlo. Era un mio problema che dovevo imparare a tenere sotto controllo.
 “Bene!”, ribattè lui sorridendo.
Per mezzogiorno arrivammo davanti a delle mura enormi sopra alle quali c’erano uomini con indosso un armatura che facevano la guardia. Non appena ci videro arrivare si misero subito sull’attenti.
“Tranquilli, sono nostri ospiti”, urlò un uomo dai capelli scuri e gli occhi chiari mentre faceva un cenno ai soldati di fermarsi, dopo si girò verso di noi e disse: “Siete arrivati! Vi stavamo aspettando!”
“Ci stavate aspettando?”, chiesi io dubbiosa.
“Chi sei?”, domandò invece serio Hook.
“Sono Artù. Merlino aveva predetto il vostro arrivo!”, rispose avvicinandosi a noi.
“Merlino è qui?”, richiesi speranzosa
 “Si e no. E’ rinchiuso da secoli in un albero!”, ribattè voltandosi alla nostra sinistra.
Ci girammo e notammo un enorme albero rigoglioso in mezzo al prato proprio davanti alle mura. Un potente stregone come ci era finito intrappolato in un arbusto e soprattutto come mi avrebbe potuto aiutare se non era più in forma umana. La mia speranza si spense di nuovo in poche secondi Ovviamente anche questa volta avremmo dovuto affrontare trecento ostacoli.
“Si, ma noi avremmo voluto parlare con lui!”, rispose grave Hook. Vedevo che voleva risolvere la questione in fretta. Era solo preoccupato per me. Lo capivo, anche io lo sarei stata se i ruoli fossero stati invertiti
“A che cosa vi serve Merlino?”
“Diciamo che il nostro villaggio è in pericolo a causa dell’Oscuro e vorremmo parlare con lui per avere una soluzione”, mentii mia madre usando però un tono di voce sicuro.
“Ah ho sentito parlare di quel mostro. Da anni sto cercando il suo pugnale”, rispose scurendosi in volto.
“Perché lo state cercando?”, chiese Bea curioso
“Per poter salvare Camelot e sconfiggere l’oscurità una volta per tutte!”, disse in modo criptico dopo qualche secondo aggiunse con un tono più cordiale: “L’unica persona che può liberare Merlino è fra di voi. La salvatrice. Chi di voi lo è?”, chiese guardandoci tutti.
“Io”, rispose Emma risoluta facendo tre passi avanti.
“Bene, avrai a disposizione tutti i libri di Merlino per capire come fare per trasformarlo di nuovo in un umano!”, affermò fiero
“Grazie per tua gentilezza”
 “Non ringraziatemi. Stiamo rispettando le profezie di Merlino. Lui ci aveva avvertito che un giorno sarebbe arrivata la persona che l’avrebbe liberato da questa maledizione”, ribattè lui fiero.
“Bene siamo onorati di aiutarvi!”, asserì Emma gentilmente.
“Sarete nostri ospiti e soprattutto stasera comunque siete tutti invitati al ballo per festeggiare il vostro arrivo!”, aggiunse dopo sorridendo prima di girarsi e farci strada all’interno di Camelot.
Non appena entrammo nel castello di re Artù notammo la servitù che ci accolse subito mettendosi in fila divisi in due gruppi uno per ogni lato. Mi sentivo in imbarazzo perché l’attenzione era su di noi, ma sapevo che sarebbe durata poco per fortuna.
Davanti a noi un enorme scala su cui era appoggiato un lunghissimo tappeto rosso che portava al piano superiore. In alto appese alla parete c’erano le bandiere del reame che erano rosse con una croce dorata decorata sopra, mentre negli spazi vuoti c’erano dei simboli che però non riuscivo a vedere bene.
Io tenevo salda la mano di Hook mentre continuavo ad osservare ogni minimo dettaglio della sala come per esempio sui muri erano fissate delle torce in ferro che illuminavano tutta la stanza oppure le grandi finestre coperte da bellissime tende color porpora legate  in basso da un cordoncino dorato.
Artù si fermò davanti alla scala e si voltò verso l’alto e poi disse con una voce piena di orgoglio: “Ora vi presento mia moglie, la bellissima Ginevra”
All’improvviso apparve una donna alta di carnagione ambrata e i capelli neri. Indossava un bellissimo vestito viola e una collana di diamanti. Lei raggiunse subito il suo amato mentre noi ci inchinammo in modo di rispetto, quando ci rialzammo Artù ci informò che avremmo avuto le nostre camere per poterci preparare per la grande serata.
“Non abbiamo tempo per un ballo”, disse Hook serio mentre stavamo salendo al piano superiore.
“Tranquillo non diventerò oscura in una notte. Potremmo rilassarci e poi da domani iniziare le ricerche”
“Va bene”, rispose anche se non era molto convinto.
Hook ed io ci recammo subito nella nostra stanza. All’interno notammo che sul letto matrimoniale erano appoggiati i nostri abiti. Per me avevano portato un grazioso vestito bianco fasciato in vita e con delle decorazioni floreali chiari e una coroncina di fiori da mettere in testa. Hook invece aveva la giacca lunga, la camicia e i pantaloni neri mentre il panciotto era rosso. Sembrava essere tornato nelle vesti da pirata, anche se questi erano più eleganti.
La stanza era enorme, davanti al letto matrimoniale c’era una specie di piccolo divanetto color  porpora. Alla mia sinistra invece alla parete era appeso uno specchio grande e affianco c’era una piccola scrivania in legno, mentre al lato opposto c’era una finestra alta che ci permetteva di vedere l’albero che in realtà era Merlino.
“Vedo che hai trovato Merlino”, affermò Rumple apparendo alla mia destra mentre guardavo fuori.
“Sei di nuovo qua. Vattene”, ribattei voltandomi verso di lui.
“Tesoro, che succede?”, chiese preoccupato Hook avvicinandosi a me
“Non stavo parlando con te, tranquillo”, risposi apatica. Ero stanca di vederlo apparire e tormentarmi. Volevo avere il mio vero padre al mio padre, non una sua brutta controfigura.
“E allora con chi stavi parlando?”
“Diglielo così crederà che sei pazza”, disse Rumple con un ghigno.
“Non è vero”, ribattei fredda
“Ams mi stai facendo preoccupare”, ammise lui appoggiando la mano sulla spalla.
“Non ti angosciare, sto bene! Ora dobbiamo prepararci per il ballo!”, affermai sorridendo.
“Non mi hai risposto lo sai”, ribadì lui prima di andarsi a cambiare. Sapevo che lo stavo facendo impensierire, ma non ero ancora pronta a discuterne con lui e ne con nessun altro. Non appena mi sarei sentita pronta mi sarei confidata con lui. Sapevo che non mi avrebbe sforzato a parlare, anche se era preoccupato.
All’improvviso però mentre Hook era andato un attimo in bagno sentii un ronzio nelle orecchie. Iniziai a girarmi ovunque per capire da dove potesse provenire.
“Lo senti vero? E’ il suono del tuo pugnale e questo vuol dire che è qui vicino”, rispose ai miei dubbi l’oscurità apparendo di nuovo.
“Il pugnale? Chi potrebbe avercelo?”, domandai voltandomi verso di lui.
“Per scoprirlo basta che segui il suo richiamo!”, 
Uscii così dalla stanza e iniziai a cercare di capire da dove potesse provenisse quel rumore. Andai avanti nel corridoio fino a che il suono diventò sempre più forte. Mi girai e bussai alla porta
“Amy che succede?”, chiese mia madre non appena mi vide davanti.
“Hai il pugnale vero!”, risposi appoggiando le mani alle tempie perché il ronzio era diventato ancora più forte.
“Si, te l’avrei dato dopo il ballo!”, rispose lei facendomi entrare
“No, voglio che lo teniate voi. Non sono sicura di riuscire a controllare a lungo l’oscurità quindi avete fatto bene a portarlo, anche se avrei voluto saperlo che ce l’avevate voi!”, ammisi amareggiata
“Si hai ragione, mi dispiace. Non ti devi comunque preoccupare tesoro perché sono certa che non ci sarà bisogno di usarlo. Risolveremo il problema in poco tempo”, rispose lei cercando di confortarmi.
“Lo spero, ora però meglio se torno in camera”, risposi io cercando di non ascoltare la voce fastidiosa di Rumple che mi stava ordinando di prendere l’arma. Non potevo tenerlo io. Era pericoloso perché avrei potuto anche cedere da un momento all’altro. Quell’arma che era in grado di fermarmi.
Ritornai di corsa in camera per vestirmi e cercare di passare una serata tranquilla senza pensare all’oscurità, quando però entrai vidi Hook che era già vestito e mi stava cercando.
“Killian, sei bellissimo!”, ammisi arrossendo.
“Grazie, comunque dove eri finita?”
“Sono andata da mia madre avevo bisogno di chiederle una cosa”, risposi sorridendo poi aggiunsi prima di andare in bagno: “Vado a cambiarmi pure io”
“Va bene”
 
Non appena fummo entrambi pronti ci dirigemmo verso la sala. Lui mi prese la mano e me la strinse forte. Notai che la sala era piena di persone tutte vestite in modo molto elegante che ci stavano fissando sorridendo. Per fortuna pochi istanti dopo vennero annunciati i nostri nomi così poco dopo iniziammo a scendere le scale. Mi sentivo tesa come era successo ballo nel castello di Snow e come quella volta avrei preferito non avere tutta questa attenzione perchè era imbarazzante.
Dopo di noi scese mia madre che aveva un bellissimo vestito color crema con dei ricami violacei e aveva i capelli legati in uno chignon. Era stupenda e al contrario di me si vedeva che si sentiva a suo agio in questa situazione. Infine annunciarono la salvatrice che era accompagnata da Bea. Emma aveva i capelli biondi sciolti e indossava un abito verde smeraldo senza spalline stretto in vita e con una gonna ampia. Mio fratello invece aveva paio di pantaloni neri di pelle e una giacca chiara. La stava tenendo a braccetto e la guardava con occhi ammaliati.
Non appena tutti erano presenti nella sala iniziarono le danze. Mia madre trovò subito un cavaliere. Un uomo dai capelli scuri e gli occhi color nocciola. Da quando era tornata in forma umana non si era mai impegnata con nessuno o almeno per quanto ne sapevo io. Era la sua vita privata. Non potevo interferire, l’importante era la sua felicità che non sempre era l’amore sentimentale.
Era tutto così meraviglioso. Ero felice nonostante quello che mi stava accadendo, persino Hook sembrava più sereno. Eravamo avvolti da una sensazione di pace e tranquillità che mi ricordava la quiete prima della tempesta. Volevo godermi ogni attimo perché ero consapevole che nonostante l’oscurità fosse momentaneamente scomparsa, sapevo che sarebbe tornata a tormentarmi. Le danze per fortuna andarono avanti per quasi tutta la serata, poi Artù e Ginevra ci vennero incontro.
“Spero che vi stiate divertendo?”, chiese Artù entusiasta.
“Si è stata una serata stupenda. L’avete organizzata veramente bene”, rispose Bea sorridendo.
“Beh abbiamo avuto tempo per farlo”, ribattè lui ironico.
“Da quanto aspettavate il nostro arrivo?”, chiese Hook curioso
“Circa dieci anni”, rispose lui facendo una smorfia.
“Beh devo dire che siete bravi”, ribattè Emma guardandosi in giro.
“Grazie, beh ora vi faccio andare a riposare, perché sicuramente sarà stata una giornata pesante”, ribattè lui educatamente.
Annuimmo e dopo aver augurato la buonanotte ad Artù ed Ginevra ci dirigemmo tutti al piano di sopra verso le rispettive camere da letto. Avevano tutti bisogno di dormire su un vero letto e non per terra al fresco in mezzo alla vegetazione.
“E’ stata una bella serata. Domani inizieremo le ricerche per salvarti”, disse Bea non appena arrivo davanti alla sua stanza.
“Si lo so, a domani”, risposi dolcemente.
Dopo aver salutato anche mia madre Hook ed io andammo in camera. Mi cambiai subito mettendomi degli indumenti più comodi e non appena fui pronta mi sedetti sul letto vicino a Hook che stava fissando il soffitto pensieroso.
“Artù non mi piace”, disse lui all’improvviso voltandosi verso di me.
“Perché?”, chiesi io sorpresa.
“Beh se dovesse mai scoprire che tu sei il nuovo oscuro potrebbe cercare di ucciderti senza problemi!”
“Credo che si possa parlare con lui senza finire come sempre in una battaglia”, affermai mettendomi sotto le coperte pesanti.
 “Beh per sicurezza è meglio non dirglielo!”, ribattè grave.
“Va bene, intanto a noi serve solo Merlino e sono sicura che riusciremo a parlarci subito”, ammisi mettendomi su un fianco per poterlo guardare meglio.
“Speriamo”, replicò lui prima di darmi un bacio a stampo, poi dopo un’oretta a chiacchierare si addormentò.
Intanto che io invece ero destinata a notti insonni decisi di alzarmi e andare a guardar fuori dalla finestra. In cielo c’era una bella luna splendente che riusciva a illuminare parzialmente l’albero in cui era imprigionato l’unica persona che avrebbe potuto mettere fine all’oscurità.
Iniziai a pensare se prima o poi avremmo potuto veramente avere l’agognata pace. Riuscire a vivere il mio lieto fine, oppure avremmo dovuto superare altri mille ostacoli. Avevo provato a essere tranquilla con Hook in realtà tutta questa situazione mi stava spaventando perché non sapevo quanto sarebbe durata questa fase di transizione. Dentro di me si stava insediando la paura che potesse accadere la stessa cosa che avevo sognato. Nonostante le mie forze per equilibrare le due parti ora stavo di nuovo combattendo con una forza dentro di me che stava cercando di uscire fuori e farmi diventare completamente oscura. Non volevo diventare quel mostro. Non volevo ucciderlo. Non volevo far del male a nessuno. Ora però l’incubo  che mi aveva tormentato per mesi sarebbe potuto diventare reale.
“Stai bene?”, domandò Hook che si era svegliato ed ora e affianco a me
“Si, torna a dormire. Tranquillo”, risposi voltandomi verso di lui.
“Non mi sembra”
“Non posso dormire Killian, quindi penso”, ribattei vaga tornando a guardare fuori dalla finestra
“Cosa vuol dire che non puoi dormire?”
“A quanto pare gli oscuri non possono andare nel mondo dei sogni…”, spiegai afflitta.
“Ah …mi dispiace tesoro se vuoi ti faccio compagnia…”, ammise affranto.
“No non ti preoccupare, tu hai bisogno di riposare”, dissi dolcemente prima di baciarlo.
“Va bene, qualsiasi cosa svegliami”
Annuii
Non appena Hook si addormentò di nuovo decisi di andare a fare una passeggiata fuori. In giro non incontrai nessuno. C’era una grande pace. L’unica illuminazione che avevo era quella della luna.
In lontananza vidi una panchina così decisi di sedermi e pensare a come sfruttare al meglio le notti insonni. A un certo punto mi vennero in mente i diari che scriveva Hook durante i suoi viaggi. Avrei potuto fare la stessa cosa. Potevo cominciare ad avere un mio diario di viaggio. Riportare sulla carta ogni cosa che ci accadeva e avrei così potuto rileggerli in futuro. Avrei iniziato a scrivere la notte successiva. Sicuramente in questo castello avrei trovato dei fogli e una penna da poter usare.


Spazio dell'autrice

Si sono pasati mesi, ma ho veramente il tempo limitato per correggere e quindi pubblicare. Spero di non far passare altri 4 mesi prima di pubblicare il nuovo capitolo XD 
Comunque Ade non è lo stesso (come avevo detto credo) dl telefilm, ma ha una sua storia particolare ed è legata ai nostri due protagonisti. Cosa veramente Ade? Amy riuscirà a non trasformarsi in un mostro? Vedremo...XD
Grazie a chi ha letto il primo capitolo e sspero che vi sia piaciuto e continuerete a seguire la storia 
Baci 
   
 
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