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Autore: MayaPatch    13/10/2019    0 recensioni
Prima parte di una serie comprendente "Ark: Aberration", "Ark: Extinction" e "Ark: Genesis"
Aurora è una sopravvissuta che si troverà suo malgrado ad indagare tra i misteri dell'isola per scoprirne la storia nascosta e il suo scopo. Ma sta accadendo qualcosa. Quel posto sta cambiando.
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ed eccomi col nuovo capitolo! Ogni volta che ne termino uno, non so mai quanto tempo impiegherò per il successivo. Ma spero che non sia un problema. Tranquilli, la storia verrà finita!

Ark-cap6 by MayaPatch

Le informazioni che le aveva fornito Lex, ormai, le ronzavano in testa da quando si erano separati.
Se l'isola era gestita da un'Intelligenza Artificiale, fino a che punto questa agiva e influenzava la vita? Il suo stesso ritorno era stato programmato? A giudicare dalla reazione di Lex, chi moriva non tornava ma lei sì.

Stava tornando al suo alloggio e qualcuno le avvolse un braccio attorno alla spalla destra tirandola a sé «Se non stai attenta, rischi di cadere in acqua, carotina!» era Kilani, quel giorno aveva un Microraptor dal bel piumaggio screziato sulla spalla.

Aurora tornò alla realtà e alzò lo sguardo «Uh, grazie mille.» guardò dinanzi a lei e constatò che, in effetti, mancavano pochi passi al lago della radura nascosta.

«Vai da qualche parte?» le chiese Kilani «Dopo l'attacco dei Teschi, sono preoccupato. Nick dice che non si faranno vedere per un bel po', ma non mi fido di quelli. E tu non temere, ti proteggerò con il mio Yutiranno!»

«Sì, capisco bene. Credo che tutti quanti pensino la stessa cosa.» rispose imbarazzata Aurora, le orecchie ribollivano.

Kilani sembrò concedersi qualche secondo  prima di balbettare qualcosa, o almeno ci provò «Senti, è da un po' che ho pensato di chiederti se-»

«Kilani!» esclamò Giselle, appena arrivata alle loro spalle «Lascia stare la mia pupilla. È ancora pura e innocente!» poggiò l'indice sul petto di lui «Ha tanto da imparare e per queste cose ci vuole tempo. Un Don Giovanni non è proprio il tipo più adatto.»

Kilani tirò un lungo sospiro, alzò entrambe le braccia con fare rassegnato «Lo sai che non sono un Don Giovanni.»

La piratessa ghignò «Lo so. Ma ciò non cambia che Aurora è ancora una perla! Ah, comunque...» si volte verso Aurora «Nick ti sta cercando. Ti aspetta all'officina. Io vi raggiungo non appena finisco la ramanzina.»

«Oh andiamo, Gisy!» esclamò Kilani, esasperato.

«E non chiamarmi Gisy quando ti sto rimproverando!» rispose Giselle roteando l'indice.

«Sì, mamma.» ridacchiò il ragazzo.

Aurora pensò di filarsela, prima di essere coinvolta in una ennesima discussione tra i due, e raggiunse Nick all'officina «Ciao!» salutò «Giselle mi ha detto che mi stai cercando.»

Nick si voltò con fare distratto «Oh, sì.» non gli ci volle molto per riprendere il suo portamento affabile «Giselle mi ha ricordato del Megalodonte che volevi addomesticare. Quando Lex è tornato alla base, avete deciso di seguirlo e avete liberato l'animale. Ho pensato di aiutarti a prenderne un altro, che ne pensi?»

Aurora rimase senza parole, non si sarebbe aspettata una cosa del genere perché quella del Megalodonte era una bugia di Lex. Lei stessa se ne era quasi totalmente dimenticata «Oh, ti ringrazio! Ma non dovresti occuparti di cose più importanti?»

Nick sollevò le spalle «Nell'attesa che accada qualcosa e che Lex torni non ho molto da fare. I campi di forza Tek faranno il loro lavoro, e Lex ha cambiato il raggio d'azione delle Torrette. Credo di potermi concedere un po' di riposo. E aiutare qualcuno è un ottimo pretesto per distrarmi.»

«Siete pronti?» intervenne Giselle « Kilani non ti darà più fastidio, vedrai.» si volse ad Aurora.

«Spero tu non lo abbia redarguito troppo duramente. A volte dare consigli e fiducia può rivelare sorprese.» disse Nick.

«Sì. Questa volta ho deciso di dargli dei suggerimenti. Spero li segua. Vediamo un po' quale set prendere...»

«Io ho scelto questo.» disse Aurora «Inizio ad andare? Nick tu non prendi nulla?»

«La tuta Tek mi permette di respirare sott'acqua.» le rispose il diretto interessato.

«Oooh, guardalo come si vanta della tuta!» esclamò Giselle con tono canzonatorio.

Aurora era arrivata in spiaggia e attendeva i due amici, Kilani la raggiunse e salutò con evidente imbarazzo «Hey. Scusami per prima.»

«Non fa niente.» rispose la ragazza con sincerità.

«Oh no, devo scusarmi. Ho dimenticato che sei arrivata da poco e sono stato davvero troppo invadente.»

Aurora gli sorrise «Vedila così: non sono caduta nel laghetto.»

Kilani sembrò sorpreso e rispose a sua volta con un sorriso sollevato «Beh, non c'è di che. Se non altro, questa situazione ha un lato positivo anche se adesso ti dovrai per forza bagnare.»

«È stato Nick a proporre. Sinceramente, non mi sarei mai aspettata che se ne sarebbe ricordato. Tu invece? Hai qualche progetto in mente?» chiese Aurora.

Kilani si guardò attorno, pensieroso «Credo farò una passeggiata sulla spiaggia e, poi, non saprei. Camminando, mi verrà in mente qualcosa. Beh, divertitevi, allora.» salutò con il braccio anche Nick e Giselle, che erano appena arrivati con il Tapejara, e si avviò dalla parte opposta dirigendosi ad Est.
Stacco by MayaPatch
Mentre il trio si allontanava a cavallo del Tapejara, Kilani passeggiava con i piedi nell'acqua,  e sollevava di tanto in tanto la sabbia. «Che cosa...» sussurrò quando il suo piede toccò qualcosa di duro. Il giovane usò le mani per scavare nella sabbia fino a sollevare un oggetto metallico rotondo coperto di alghe. Kilani lo osservò e lo girava tra le mani: sembrava una ciambella troppo cresciuta con un paio di protuberanze che si estendevano, forse, su quella che sembrava la parte superiore. Il suo design, il colore e la qualità del metallo gli sembrarono familiari «Quasi quasi ti aggiusto.» mormorò mentre ritornava al villaggio.
Stacco by MayaPatch
Intanto, il trio era arrivato all'isola neutrale popolata da erbivori. La trappola per lo squalo era ancora lì e Nick si affrettò per cercarne uno. Si tuffò in mare dal Tapejara e le due ragazze atterrarono sulla terra ferma.

«Credi che troverà qualcosa?» chiese Aurora, poco convinta.

Giselle piegò l'angolo della bocca in un ghigno « Quel casco funge anche da scanner, se ricordo bene. Se il Megalodonte si nasconde, lo troverà.»

Passarono i minuti e Aurora guardava la superficie calma del mare. Sapeva che Nick se la cavava da solo, ma era comunque preoccupata «E se lo ha aggredito qualcosa di grosso?»

La piratessa inarcò un sopracciglio «La cosa più grossa che c'è a questa profondità è il Leedsycthis, ma attacca solo barche e zattere. È delle profondità che devi temere. Mosasauri, Plesiosauri e calamari giant-»

«Calamari giganti?» esclamò Aurora, preoccupata.

«Sì, ma non devi preoccuparti. Non nuotano mai in prossimità della superficie.»

«Ehi, signorine. Ho trovato qualcosa di interessante! Ma ho dovuto sbarazzarmi delle Mante» annunciò Nick dopo essere uscito dall'acqua a grande velocità grazie al jetpack della tuta. In mano reggeva un fucile Tek. Si avvicinò alle due senza nascondere l'entusiasmo «È una creatura abbastanza rara e più utile di un Megalodonte. Oh, ed è facile da addomesticare perché è innocuo.»

«Di che si tratta?» chiese Giselle.

«Un Basilosauro!»

Stacco by MayaPatch

Il cuore batteva a mille, sembrava voler schizzare via dal petto. Si era preparato a dovere, o almeno sperava. Il https://i.pinimg.com/474x/7e/28/4e/7e284e11cbde28756fd4155f2abb6bb7.jpgcompleto mimetico rosso e nero gli avrebbe permesso di confondersi con la lava solidificata e i cespugli bruciacchiati. Aveva, inoltre, preso il grifone più veloce che aveva. Non era fisicamente resistente ma era una scheggia. Salvo intoppi o sorprese, avrebbe potuto recuperare un uovo senza essere notato. Ma, in quel momento, il problema non era la fuga quanto accedere ai nidi.

Le Viverne erano protettive e territoriali, volavano in circolo all'interno della lunga crepa attraversata dal magma. I nidi si trovavano lungo le pareti di basalto. Lex le aveva osservate a lungo. Le più pericolose erano quelle del Fulmine a causa della loro millimetrica precisione nel colpire le prede con scariche elettriche a lungo raggio. Il Grifone doveva essere più veloce di loro.

Ma Lex aveva una carta da giocare, sperando che avrebbe funzionato: distrarle. Guidò il Grifone sui prati dove le pecore pascolavano placide. Il mezzo rapace ne afferrò una con gli artigli e volò sulla gigantesca crepa, abbastanza in alto da non attirare l'attenzione.
Il ragazzo osservò la situazione, la tensione lo faceva respirare quasi affannosamente e a nulla serviva cercare di calmarsi. Quella sarebbe stata la prima prova.

Il Grifone volò all'estremità della crepa e lasciò andare la pecora. Subito, alcune Viverne le si avventarono contro prima ancora che toccasse il suolo. Litigavano tra loro per rubarla alla Viverna di Veleno.

Lex provò di nuovo: fece cadere altre tre pecore riuscendo ad attirare tutti gli esemplari. Come dei Piranha affamati, gli enormi rettili si concentrarono sugli esemplari che erano riusciti ad afferrare le malcapitate bestiole iniziando una specie di rissa aerea.


Il ragazzo sospirò ancora e il Grifone partì in picchiata verso la crepa. Sapeva dove andare. I Nidi erano situati tutti in nicchie, ma tre di essi erano su una terrazza a poca distanza dalla cresta della crepa. Era facile. Atterrare, prendere almeno un uovo e poi volare via il più rapidamente possibile, non doveva essere avaro. Una volta ottenuta una sola Viverna, prendere quelle successive sarebbe stato uno scherzo. I Nomadi gli avevano spiegato che le Viverne allevate erano più veloci di quelle selvatiche grazie alla buona alimentazione e alle cure. Osservò i tre nidi che si avvicinavano e sapeva già che avrebbe afferrato l'uovo azzurro di una Viverna del Fulmine.


Il Grifone atterrò con grazia e Lex smontò più rapidamente che poté. Si avvicinò al nido e l'uovo  era più grande di quanto avesse pensato. Era alto esattamente quanto lui, o forse un po' di più. La superficie era piena di bitorzoli allungati che sembravano circondare l'uovo e formavano un disegno simile ad un fiore. Il ragazzo sorrise e avvicinò l'Impianto affinché inglobasse l'uovo.
Improvvisamente iniziò a tossire a ripetizione perché una nuvola di gas lo aveva circondato come una nebbia tossica. Lasciò stare l'uovo e balzò sul Grifone. Erano stati scoperti.

Senza titolo-1 by MayaPatchIl Grifone corse sull'orlo del precipizio per tuffarsi in picchiata, ma qualcosa lo afferrò per le ali e poi per la testa. Le zampe erano verdi e gli artigli lunghi e neri. Trattenevano il Grifone con forza tale da spezzargli le ossa e lo strattonava con violenza. Intanto, Lex era caduto dalla sella e precipitava a causa dello sbalzo.

Quello che vide non gli piacque: una Viverna del Veleno aveva catturato il Grifone e lo stava portando con sé altrove. Colmo di rabbia e vergogna e gli occhi in lacrime, Lex non riuscì ad aggrapparsi a nulla. Scivolò per un lungo tratto sul magma solidificato e si ustionò la parte superiore della spalla destra e della coscia. Quando finalmente si fermò, rimase bocconi sulla schiena guardando verso l'alto. Era tornato l'ordine e le Viverne avevano ripreso a volare come loro solito.

Lex chiuse gli occhi per qualche momento, conscio del fatto che, prima o poi, le Viverne lo avrebbero percepito. La mimetica non nascondeva il suo odore. Se una di loro si fosse avvicinata abbastanza lo avrebbe intercettato. Per di più, il caldo non aiutava, il sudore avrebbe segnalato la sua presenza in un tempo abbastanza breve. Provò ad alzarsi, la pelle bruciata tirava e doleva a contatto con il tessuto della mimetica e gli rendeva i movimenti molto difficili. Dopo essersi messo finalmente in piedi, si accovacciò lentamente sulle gambe e si guardò attorno. In alto c'erano dei ponti di pietra che attraversavano il crepaccio e collegavano le estremità. Lex sapeva che c'erano delle grotte interne che avrebbe potuto utilizzare per uscire da lì. Si incamminò verso la parete più vicina e guardò in alto. Doveva arrampicarsi sui pilastri di basalto per arrivare al ponte e, per questo, prese una balestra a cui era attaccato un rampino. Prese la mira e sparò. Il Rampino giunse abbastanza in alto, sulla cima di uno dei pilastri e Lex iniziò una lenta e dolorosa scalata. Ogni tanto si fermava per evitare di essere scoperto. La mimetica funzionava ancora e, man mano che il giovane si allontanava dal fondo del crepaccio, il caldo diminuiva.

Il ponte collegava proprio la terrazza su cui il Grifone era atterrato poc'anzi ma Lex non fu tentato nel prendere l’uovo. Si diresse dalla parte opposta che si inoltrava in una caverna laterale. Zoppicava e il percorso gli sembrò infinito. Quando si ritrovò al sicuro all'ombra, si concesse un po' di riposo. Si appoggiò alla parete e bevve dalla borraccia. Si sentì uno stupido ad aver anche solo pensato di farcela da solo, ma i Nomadi non gli avevano detto nulla su come fare. Gli avevano solo consegnato la ricetta del cibo per il piccolo di Viverna e il progetto per la sella. Per il resto, sembrava che avessero preferito non svelare il loro metodo.

Lex inspirò profondamente e diede un'occhiata al tunnel,. Si incamminò seguendo il percorso coperto di zolfo e ossidiana e giunse all'uscita che conduceva ad un altro ponte sospeso collegato all'esterno della crepa. Il ragazzo doveva fare attenzione o le Viverne lo avrebbero scoperto. Prima di avviarsi, attese il momento giusto. Fece capolino dalla grotta e osservò il movimento di quei rettili volanti. Quando fu sicuro che non sarebbero tornati, si avviò arrancando.

Una volta giunto alla fine del ponte, Lex si nascose dietro un pilastro di basalto e si concesse qualche secondo di riposo. Sapeva di non essere al sicuro neanche lì e doveva sbrigarsi. Quando guardò in direzione del mare, vide qualcosa che gli riempì il cuore di speranza: un Faro di Rifornimento era appena atterrato e la sua colonna di luce, che si alzava al cielo, ne segnava la posizione. Era molto vicino.

Respirò a fondo, raccolse tutte le sue forze, strinse i denti e corse giù per il pendio del vulcano ignorando il dolore alla coscia. Doveva raggiungere il Faro e lasciare quel posto. Con sua immensa fortuna, Mantidi, Titanoboa e Arthropleura non si erano accorti di lui perché troppo lontani. Ma non fu così fortunato quando giunse alle colonne laviche sulla spiaggia, dove il Faro lo stava aspettando. Quando rallentò il passo, qualcosa gli afferrò la gamba e lo trascinò indietro con uno rapido scatto.

«Merda! Ci mancava solo questa!» esclamò Lex, mentre veniva trascinato da un varanide di grosse dimensioni: una Megalania. La sua bocca era serrata alla gamba del ragazzo in un dolorosissimo morso, la bruciatura non era nulla in confronto.

Gli girava la testa e non riusciva a focalizzare bene cosa aveva davanti agli occhi ma aveva riconosciuto la bestia. Quella spiaggia ne era piena. Attivò l'impianto, per fortuna aveva portato con sé una pistola già carica. La puntò contro l'animale, che continuava a trascinarlo, e sparò senza badare troppo alla mira. Sapeva che quella era la testa e sapeva che un colpo sarebbe bastato. Le Megalania non erano molto resistenti.
Non appena si fu liberato, balzò in piedi e scattò verso il Faro. Accedé alla console e attivò il trasferimento. Era salvo, almeno sperava.

Stacco by MayaPatch

Chiusa nella sua stanza, Aurora guardava e riguardava l'Ologramma che si espandeva dal suo Impianto. Ripensava alla beve chiacchierata con Lex e la curiosità la stava divorando. Jerry dormiva tranquillo al suo fianco quando scattò in piedi all'improvviso e rizzò le orecchie quasi allarmato.

«Che succede?» esclamò Aurora, preoccupata.

Jerry annusava l'aria e scese dal letto.

Dalla camera accanto provenne un tonfo preoccupante seguito da un lamento e un colpo di tosse. Aurora scattò in piedi e aprì la porta al Jerboa.

«Lex? Sei tu?» bussò alla porta che sembrava sigillata. Sentiva qualcuno che si trascinava sul pavimento e poi la chiave girare nella toppa, ma la porta non si aprì quando la ragazza premette la maniglia «Non si apre.» disse.

Lex le rispose con voce roca e affaticata «Non devi entrare! chiama Nick immediatamente.», un violento colpo di tosse gli mozzò il fiato.

Aurora annuì, stava per uscire, ma ricordò di avere una radio. Contattò Nick direttamente con quella e descrisse tutto quello che stava sentendo. Nick sarebbe arrivato il prima possibile.
E così fece. In pochi minuti, era nel corridoio comune insieme ad Aurora, indossava la solita tuta in Tek che lo avrebbe isolato da qualsiasi cosa avesse contratto Lex. E, mentre entrava in camera col permesso di quest'ultimo, era arrivata anche Sophie.

Nick la fece attendere all'esterno prima di riaprire la porta. Consegnò alla ragazza dai capelli neri una boccetta con un intruglio verde all'interno «Durerà un paio di ore e ti isolerà dalla Megarabbia.» disse «Nessun'altro deve entrare, a parte me. Una volta finito l'effetto, uscirai, intesi? Dobbiamo fare in fretta, ha brutte bruciature e un bel morso alla gamba, immagino una Megalania.»

Aurora ascoltava ma non capiva. Nick le consegnò un foglio e le disse «Va' con Giselle e raccogli gli ingredienti in elenco. Mi servono urgentemente. Mi sono rimaste solo due boccette e non sono sufficienti, se vogliamo che quell'incosciente sopravviva.»

Aurora annuì, ancora confusa, ma sapeva che Giselle le avrebbe spiegato tutto. Non c'era tempo per fare domande e corse all'esterno alla ricerca dell'amica.

Trovò Giselle da Jenny e la trascinò letteralmente via. Come si aspettava, gli ingredienti erano difficili da trovare e i Terizinosauri erano le cavalcature migliori: selezionavano con cura i Fiori Rari e i Funghi Rari. Più difficile sarebbe stato reperire il Sangue di Sanguisuga, ma dovevano tentare tutto il possibile, e così si fecero accompagnare da altre cinque persone. Avrebbero coperto un'area più vasta e si sarebbero guardati le spalle a vicenda in un luogo pericoloso qual era la palude.

Strada facendo, la piratessa aveva anche spiegato quanto pericolosa potesse essere la Megarabbia. Per fortuna, Aurora era stata abbastanza veloce da avvertire Nick in tempo. Con un po' di fortuna Lex se la sarebbe cavata ma il percorso di guarigione era lungo e difficile.

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Finalmente ho finito! Non ci credo! Come al solito, le mie raccomandazioni: la Megarabbia non è difficile da curare ma, ovviamente, in un contesto più “realistico”, reperire gli ingredienti può essere un problema perché si trovano in posti abbastanza pericolosi. La palude è popolata da creature che rompono davvero le scatole. I Kaprosuchus saltano fuori dall'acqua disarcionando chi è su una cavalcatura più piccola di un Tirannosauro, i Sarcosuchus fanno esattamente la stessa cosa. Inoltre, ci sono Sanguisughe che trasmettono la Febbre della Palude, molto simile alla Megarabbia e parimenti contagiosa.
In entrambi i casi, il vostro personaggio è condannato a morire lentamente. Il passaggio tra le Arche, solitamente, annulla tutti gli effetti delle malattie ma io non ho voluto introdurre questa cosa perché fa parte del gameplay e non di un contesto più “realistico”.
Come al solito i feedback e i commenti sono ben graditi! Alla prossima!


  
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