Disagio
«Ti chiami Massimo, giusto?»
«Sai già la risposta.»
«Vorrei tu fossi collaborativo,
altrimenti la seduta non sarà utile.»
«Io neanche ci volevo venire
qui.»
«Okay, e… come mai hai deciso di
esserci, se non ne avevi voglia?»
«Che ne so, Mariangela dice che
dovrei smettere di bere e che uno strizzacervelli può aiutarmi.»
«Mariangela è tua moglie?»
«Mia moglie, sì, quella santa
donna!»
«Quindi hai il vizio del bere,
Massimo?»
«Te l’ho già detto, no? Hai la
memoria corta?»
«D’accordo. E non vuoi smettere.»
«È una domanda?»
«Senti, Massimo. Vuoi stare qui?»
«Ho già risposto anche a questo,
sei noiosa.»
«Ho capito. Chiudiamola qui.»
«Oh, finalmente!»
[106
parole]
Ho
voluto intendere il disagio come sentimento che quest’uomo prova nel sentirsi
sotto analisi, che poi si riflette anche sulla psicologa che non sa come
prenderlo.
Spero
di essere riuscita nel mio intento.
Grazie
di cuore a tutti voi che ancora leggete e recensite, alla prossima ♥