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Autore: ballerina 89    14/10/2019    2 recensioni
Sequel delle due storie fin'ora create: "il miracolo di Natale" e caccia alle uova.
La famiglia Jones è finalmente tornata su efp per raccontarvi un'altra "indimenticabile avventura. Cosa dire di più? Beh... forse questa volta il vissero felici e contenti non.....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV NARRATORE

Si chiarirono, si chiarirono sul serio... ci misero qualche settimana è vero ma riuscirono a chiarirsi. Killian continuava a non essere per nulla d’accordo con la decisione di sua moglie ma quantomeno riuscì a comprendere il suo punto di vista e ammise a se stesso che non sarebbe stato più in grado di guardarsi allo specchio e guardarla negli occhi se l’avesse costretta a cambiare idea. Vivere con l’idea che sua moglie gli rinfacciasse continuamente di averle fatto il lavaggio del cervello portandola a scegliere di uccidere i suoi stessi figli non gli andava minimamente a genio ma questo non significava che si fosse arreso: l’avrebbe salvata in un modo o nell’altro... avrebbe chiesto altri consulti medici e avrebbe trovato il modo di salvarle la vita, senza che lei prendesse decisioni che l’avrebbero devastata, costi quel che costi. Amava i bambini che crescevano dentro di lei... aveva passato nottate intere a dare loro un volto ma con il passare dei giorni il pensiero verso queste creature diminuiva sempre di più e quando questi tornavano alla mente lui cercava modo e maniera di scacciarli via pensando ad altro. Non aveva smesso di amarli, nessun genitore ci riuscirebbe, ma si sentiva uno schifo nei loro confronti per non riuscire a scegliere loro a lei e per questo tentava di fare finta che non esistessero. Naturalmente erano tentativi inutili, i suoi sensi di colpa gli tornavano alla mente a tutte le ore del giorno e della notte, non riusciva più a svolgere le sue mansioni quotidiane e ancora più grave non riusciva a dormire, cosa che lo rese psicologicamente devastato. Regina si accorse subito del suo cambiamento, dopo essersi chiarito con Emma sembrava essere tornato quello di sempre ma già dopo due settimane i comportamenti dell’uomo tornarono a farsi sospettosi. Non beveva questo era già un passo avanti , gli era bastata la lezione, ma non era più lui: era nervoso, silenzioso e aveva delle occhiaie da far paura. Regina provò ad indagare chiedendogli cosa stesse succedendo e cosa lo turbasse così tanto oltre a quello che tutti già sapevano ma lui non rispondeva... o meglio: negava di essere sottotono e si sforzava di far vedere che tutto andasse bene. 
Il non riuscire ad ottenere notizie dal diretto interessato rendeva Regina ansiosa e pur di non restarsene con le mani in mano corse a chiedere nuovamente aiuto al grillo. quest’ultimo però le disse che senza un accurato colloquio con l’uomo non avrebbe potuto aiutarla questa volta. Si sentiva impotente... voleva quantomeno sapere cosa gli frullasse per la testa per avere un’idea di come comportarsi ma niente: silenzio tombale. Riuscì a rendersi utile solamente quando l’uomo ebbe un incidente all’interno della sua stessa nave. Era andato a lavoro, era più o meno una settimana che aveva ripreso e prorpio mentre stava trasportando dei carichi pesanti aveva avuto un mancamento ed era svenuto colpendo la testa e perdendo i sensi.
- Non preoccupatevi.... è solo il risultato di molte notti insonni - disse una volta essere stato portato al pronto soccorso, per escludere qualsiasi tipo di trauma, davanti Whale, Robin e Regina.
- Molte notti insonni? Killian... da quanto tempo è che non dormi? - chiese a quel punto Regina.
- Mah... non so contarle di preciso... una settimana forse... o due. - Regina lo guardò con gli occhi fuori dalle orbite come per dire “è ti sembra poco?” Ma l’uomo, prima che lei potesse anche solo prendere fiato per parlare, continuó anticipamdola - L'insonnia non ha mai ucciso nessuno Regina, sta tranquilla ok? - disse sottovalutando la cosa e guardandola come a dirle di finirla lì. - Mi sento bene adesso, è stato solo un mancamento non bisogna mica farne un affare di stato.
- Whale potresti lasciarci soli un momento? - le parole di Regina risultato più come un ordine che come una richiesta e senza replicare il medico acconsenti lasciando la stanza. - Bene, ora che siamo soli posso evitare di trattenermi: Che diamine ti sta succedendo si può sapere è? E non dirmi nulla perché non ci credo ok?
- Ancora? Regina te l’ho già detto ok? sto...
- NOO! Non stai bene e si vede lontano un km quindi evita di inventare stonzate con me perché non attacca. - disse decisa - Non scherzo Killian... voglio sapere cosa ti prende! Non sei più tu.
- Regina non è nulla ok? - rispose alquanto scocciato da quell’interrogatorio. Non riusciva a comprendere il come mai non potesse essere lasciato in pace.  - Mamma mia... quante storie per uno stupido mancamento.
- Non farmi spazientire e ricordati che ho io il coltello dalla parte del manico! - giocò la sua carta migliore. 
Non mi starai minacciando vero? - replicò lui capendo dove stesse andando a parare la sua amica. 
- No, ma ricorda le parole che mi ha detto Hopper! Posso farti vedere i bambini solo se ritengo che tu sia lucido. Non costringermi a....
- Non sono ubriaco! - reclamò alzando leggermente i toni. Non poteva sul serio pensare di non fargli vedere i suoi bambini. 
- Non si riferiva solo all’alcol... senti Killian non ti sto minacciando credimi, non mi permetterei mai, ma quei bambini non stanno vivendo una bella situazione e quindi farò modo e maniera per tutelarli. Sono già molto preoccupati per Emma, non hanno bisogno di preoccuparsi anche per te. - l’uomo abbasso la testa colpito da quelle parole e Regina capì di aver catturato la sua attenzione. - Se mi dici quello che ti sta succedendo magari posso aiutarti. Se è per Emma ti ho già detto che insieme proveremo a tro...
- Voglio trovare un modo per salvare mia moglie, voglio trovarlo a qualsiasi costo ma la mia testa non fa altro che ricordarmi che per salvare lei sto... si beh... lo sai. Convivere con questa decisione non è per nulla facile ma allo stesso tempo sono motivato più che mai ad andare avanti. Mi faccio schifo, un padre non dovrebbe pensare questo... la soluzione migliore sarebbe lasciar le cose come stanno e vedere cosa ci riserva il futuro ma io non ci riesco.... io non voglio perderla.... non posso perderla. I bambini hanno bisogno di lei, io stesso ho bisogno di lei... se lei ci lasciassi io.... io non so cosa farei, non credo che sarei in grado di andare avanti...
- Kill...
- Oltre a questo poi c’è il fatto che non posso vedere Hope e Dave quando voglio, la sera quando torno a casa e loro non sono con me cado nello sconforto più totale e...
- Basta così... - lo interruppe Regina, si era aperto abbastanza per il momento - Non voglio sentirti dire queste cose... non stai facendo nulla di male. Stai salvando la madre dei tuoi figli. Stai tutelando due bambini, già nati, - specificò - che hanno bisogno della loro mamma più di ogni altra cosa per poter crescere in serenità. È difficile accettare l’altra faccia della medaglia, lo so, ma non devi sentirti uno schifo per rendere i tuoi figli felici. - Quelle parole naturalmente non lo rincuorarono di certo e Regina capiva perfettamente il perché: poteva essere anche una scelta nobile verso Dave e Hope ma stavano sempre parlando della sorte degli altri suoi figli. Sperava però di avergli dato almeno un piccolo incentivo per andare avanti, a fargli superare quel trauma ci avrebbe pensato sicuramente Hopper una volta che Emma, forse, sarebbe tornata a casa.
Venne dimesso lo stesso giorno con la raccomandazione di riposare e riguardarsi, ma un capoccione come Killian Jones poteva obbedire agli ordini di un medico? Certo che no e come se niente fosse continuò a pieno la sua vita ormai divisa tra lavoro, Emma e ricerche notturne per salvarle la vita... non ci volle molto quindi per una seconda ricaduta. Non si poteva più andare avanti così, da solo non riusciva a riguardarsi perciò Regina, pur di star tranquilla disse lui, senza dargli diritto di replica, che da quello stesso giorno si sarebbe trasferito da lei in modo che avrebbe potuto tenerlo a bada lei stessa. Non vi era scusa che tenesse, ormai Regina aveva deciso, se lui non si decideva a darsi una regolata allora lo avrebbe costretto lei stessa a farlo. Come? Il farlo traferire da lei era già un buon punto di partenza, in questo modo avrebbe potuto controllarlo meglio, ma oltre a questo acconsenti, in base a quanto detto da whale, a somministrargli dei sonniferi per farlo quantomeno rilassare la notte. Naturalmente di questo Killian ne era totalmente allo scuro ma a Regina poco importava. In pochi giorni come per magia Killian sembrò stare già molto meglio e questo alla donna bastava. 
Se per l’uomo le cose furono in parte semplici da sistemare non si poteva dire lo stesso per bambini. Dave e Hope, due bambini davvero molto solari, dopo le prime settimane di convivenza a casa della loro zietta preferita iniziarono anch’essi a manifestare i primi segni di sofferenza. Non che non gli piacesse trascorrere del tempo con Regina, loro adoravano passare i pomeriggi con lei, ma da quando la loro mamma non era a casa le cose erano completamente differenti. Sentivano terribilmente la mancanza di Emma e sembrerà strano dirlo ma sopratutto Hope, la più piccolina, la sentiva. Dave bene o male riusciva a vederla almeno un giorno si è uno no, le mancava certo, ma poteva comunque avere un minimo di rapporto con lei ma per la piccola Hope non era così. Regina aveva seguito le indicazioni del dottor Hopper iniziando a ridurre gli incontri da tre a uno a settimana. Le prime settimane furono abbastanza tranquille, la bambina come suo fratello andava con una certa regolarità e non aveva problemi, ma quando il mese successivo gli incontri diminuirono drasticamente la piccola inizio a dare i primi segnali di sofferenza. Regina non si accorse subito della cosa, classificò i suoi comportamenti come dei semplici e banali capricci ma più il tempo passava più la piccolina manifestava i suoi disagi.
Una sera ad esempio erano a cena tutti insieme: Regina, Robin, Henry, Dave e naturalmente Hope. Mancava solo Killian all’appello ma Regina lo avva messo ko poche ore ore prima mischiando le pillole al suo caffè. Era stata una serata davvero molto tranquilla, avevano riso e scherzato per tutto il tempo ma poi d’un tratto la piccola di casa iniziò a piangere disperatamente facendo allarmare immediatamente sua zia la quale pensò subito si fosse tagliata con il coltello, che era vicino alla bimba, con il quale le aveva pulito la frutta.
- Amore che succede? - domandò preoccupata la donna andandole immediatamente vicino.
-  Ho... ho manzato un seminooooooo. - rispose buttando a terra i restanti pezzi di mela e continuando a piangere rumorosamente.
- Un semino amore? Hai mangiato un semino? - annui singhiozzando. - Oooh piccolina, ti sei spaventata? Non avere paura, tranquilla. Il semino è piccolo, non succede nulla se per sbaglio lo mandi giù. 
- Non è verooooo! Ora ci sono altri fratellini brutti nella mia panciaaaaaa. Mandali biaaaa ziaaaaa! - solo in quel momento Regina capì come mai fosse così spaventata. 
- Ci sono cosa nella sua pancia? - chiese Robin ridendosela alla grande.
- Cretino, non farti vedere ridere.  - gli schiaffeggiò una spalla - Emma e Killian le hanno spiegato piu o meno come vengono concepiti i bambini. Le hanno raccontato che tutto avviene grazie ad un "semino" e ora...
- E ora crede di aspettare un bambino. - finì la frase ancora sogghignando- ma che cucciolotta. 
- Già, ma bisognerà farla calmare o ci ritroveremo con la casa allagata. - disse per poi rivolgersi nuovamente alla bambina e prenderla tra le sue braccia. -  Amore mio non c'è nessun fratellino nella tua pancia...
- Ti invece... no sai come nascono i fratellini? i fratellini allivano se manzi il semino e io ho manzato uno. 
- Si è vero ci vuole un semino, ma è un semino magico quello. Non si trova certo nelle mele. 
- E dove si trova? - chiese a quel punto confusa inclunando di lato la testa.
- In un posto magico. - le rispose sperando se la fosse bevuta.
- No veroooooooo!!!!!! Boglio mammaaaaaaaaa! Boglio mammaaaaaaaaaaaa. - le tentò tutte per calmarla: la coccolò, le cantò canzoncine a non finire e provò a farla giocare... niente, non sembrava volersi calmare in nessun modo, anzi... più passava il tempo e più il pianto si faceva insistente. Provò a farsi aiutare dai fratelli ma anche loro fallirono miseramente. Hope voleva solo Emma in quel momento e non c'era niente al mondo che le avrebbe fatto cambiare idea. Regina esasperata non potè far altro che chiamarla scusandosi più volte per l'orario, erano le dieci passate e di sicuro, essendo in ospedale, stava già riposando. 
- Lo so che è tardi e che sicuramente stavi dormendo ma non so più cosa fare... tua figlia è disperata e ti cerca ossessionatamente. Potresti...
- Passamela! - disse senza pensarci due volte - Anzi... aspetta un secondo, ti richiamo io. - mise giù e due minuti dopo ecco arrivare a Regina non una chiamata classica ma ben si una videochiamata. - Così forse si calmerà prima! - aggiunse. - Regina corse a prendere la piccola che momentaneamente era stata affidata a Robin e dopo averla fatta sedere comodamente sul divano le mise il cellulare tra le mani.
- Mamminaaaaaaa! - esclamò Hope con fare sicuro per poi asciugarsi le lacrime sul viso. 
- Amore mio ciaooo! Mi ha detto la zia che volevi parlarmi... che succede amore? Perchè ti vedo così triste?
- Io... io... io aspetto fratellini. - rispose senza girarci attorno.
- Aspetti cosa? - chiese non capendo cosa volesse dirle. 
- Fratellini! Mammina nella mia pancia ci sono i fratellini come nella tua! Io no voglio altri fratellini... non voglio neanche quelli che hai tu. - scrollò le spalle.
- Cosa ti fa pensare che nel tuo pancino ci siano dei bambini amore? - le chiese dolcemente e senza ridere nonostante la situazione era davvero comica per certi versi.
- Zia cattiva! Zia ha fatto manzare me un semino. Un semino della mela. 
- Della mela? sicura che era della mela e non di un altro frutto amore? - le doandò facendo finta di stare affrontando un argomento serio e quindi di conseguenza facendo finta di preoccuparsi.
- Si. Ho manzato la mela... e il semino della mela è andato giù nel pancino.
- E allora puoi star tranquilla tesoro mio, non c'è nessun bambino nel tuo pancino, il semino della mela non fa crescere bambini. Al massimo può far crescere un albero di mele se piantato in giardino. - le sorrise.
- No crescono bambini nel mio panzino quindi?
- No amore mio!
- E neanche alberello di mele? - il pensare che nel suo corpo potesse crescere un vero albero di mele era ancora più comico della storia dei fratellini.
- No principessa, non ti succederà nulla per aver mangiato quel semino, puoi stare tranquillissima ok? - annui e finalmente smise di piangere. - Brava la mia signorina, adesso dammi un bel bacino e poi dritta dritta a nanna ok? Sono le dieci passate e tu dovresti essere gia nel mondo dei sogni.
- No dommire io! Io parlare con te! giochiamo mamy? - Regina, la quale si era seduta accanto alla bambina per monitorare la situazione, si lanciò uno sguardo d'intesa con Emma e provò modo e maniera di togliere il telefono dalle mani della bambina. - No no no ziaaaaa! dammi telefono! - strillò non appena la donna riuscì a toglierglielo. - parlavo co mammina mia. Dammelooo!
- Hope è tardi, tu devi dormire e anche la mamma deve farlo. Vieni a darle un bacino così chiudiamo la chiamata, avanti da brava. 
- Nooooooooo! - riprese a piangere e come se non bastasse si avvicinò a sua zia e iniziò a tirarle dei calci alle gambe arrabbiata per essere stata interrotta. Regina capendo che non ci sarebbe stato verso di farla ragionare, molto probabilmente complice anche il fattore stanchezza, data l'ora, chiuse la chiamata con Emma, senza darle modo di salutarla, per poterla portare di sopra a dormire ma la piccola, ancora più offesa per non averla avuta vinta, proprio nel mentre Regina stava per prenderla in braccio, la morse. 
- Hope ma che ti prende è?!? Perchè ti comporti così. - le chiese 
- Io volevo giocare con mamminaaaaa!!!! 
- Lo so amore ma è tardi e non si puo... te lo ha detto anche tua mamma che devi andare a nanna. 
- No nanna io ok? Io no nanna!!!!!  - rispose più imbronciata che mai.
- D'accordo... come vuoi, ma non venire a piangere da me domani mattina perchè sei stanca ok? Ti ricordo che dobbiamo andare a fare la spesa e nonno e nonna non ci sono per poter stare a casa con te. Dovremo camminare parecchio e il passeggino non possiamo portarlo, quindi...
- PRRRRRRRRR!!!!!!! - come risposta le arrivò una pernacchia in piena regola fatta con tutti i sentimenti. A Regina venne immediatamente da ridere ma lo fece girandosi di spalle e lasciandola sola in soggiorno. Non poteva di certo farle capire di aver avuto la meglio. La controllò a distanza per un po', non voleva che si mettesse nei guai  o si facesse male, e la vide ammirarsi più e più volte nello specchio. "Che vanitosa" pensò in un primo momento Regina ridendo di quei buffi modi, non aveva capito cosa stesse facendo in realtà Hope, lo capì solamente una ventina di minuti dopo quando la piccola a sguardo basso corse a cercare sua zia. 
- Zietta... - la chiamò entrando in cucina e vedendola di spalle.
- Dimmi Hope! - rispose lei con voce seria come a volerle far capire che ancora era un po arrabbiata per i suoi comportamenti. 
- Io scusa a te.... mi perdoni????? - aspettò che regina si voltasse a guardarla per sbattere i suoi occhioni azzurri con l'intento di impietosirla. Che gran furbetta...
- Prometti di fare la nanna? - annui - Allora ti perdona signorina, corri ad abbracciarmi. - non se lo fece ripetere due volte e in un nano secondo le fu addosso. - Non mordermi mai più intesi? - annui ancora. - Bene, andiamoci a mettere il pigiamino allora.
- Appetta! Ho domanda da fare... zia è vero che non cresce albero di mele nel mio pancino? Mamma dice di no ma allo specchio ho visto il pancino più grande. Non è che cresce albero? - come si poteva non ridere di queste domande? Ecco perchè si stava ammirando cosi attentamente allo specchio, la storia di quel semino la stava ancora tormentando. 
- Fammi dare un'occhiata a questo panciotto - disse Regina alzandole la maglia e facendole il solletico per poi farla ridere a crepapelle. - C'e tanta cioccolata in questo pancino, questo posso assicurartelo, ma nessun alberello di mele tesoro.
- sicura sicura?
- Sicurissima! 
- Allora andiamo a fare ninne! 
Una volta rientrato il problema quindi, Hope, di sua spontanea volontà, si accoccolò tra le braccia di sua zia per cercare di prendere sonno. Di solito era Emma a farla addormentare ma da quando era stata ricoverata toccava a Regina il duro compito. Inizialmente come giusto che sia, non essendo abituata, la bambina ebbe qualche problemino ad adattarsi alla cosa ma anche con il passare del tempo le cose non sembratono migliorare. Regina impiegava come minimo quaranta minuti buoni per farla crollare ma quella sera, complice forse anche il pianto di poco prima, dopo un’ora abbondante Hope aveva ancora gli occhi spalancati.
- Tieni, ti ho portato del caffè! - esclamó Robin raggiungendola e sedendosi accanto a lei per farle compagnia. Aveva messo a letto Dave ,controllato Henry e si era messo ad aspettare la sua donna come da prassi. Non vedendola arrivare però decise di raggiungerla per darle una mano se necessario. La situazione non era semplice per nessuno, tantomeno per lei.
- Oooh è proprio quello di cui avevo bisogno! Grazie amore sei un vero tesoro. - disse tenendo la bambina con una braccio e sorseggiando la bevanda con la mano disponibile - Non capisco perché non riesce a dormire... sembra agitata. - non aveva tutti i torti, Hope non faceva altro che muoversi in cerca di una posizione comoda. Si fermò solo quando qualcosa attirò la sua attenzione.
- Io! Voglio io! - disse mettendosi seduta e allungando le braccia verso il bicchiere che Regina stringeva tra le mani. - Io latte!
- Amore questo non è latte, è caffè e fidati che non ne hai assolutamente bisogno - rise per la sua stessa ironicità.
- Caffè per grandi! No bambini.... dice sempre Mamy!
Mamma ha ragione, il caffè non è adatto ai bambini
- Ogni tanto lei da a me lo stesso! Posso assazzare il tuo? Poco poco?
- Dovresti dormire tesoro, è tardi e il caffè non ti aiuterebbe a farlo anzi... c’è il rischio che con solo un goccino resteresti sveglia per tutta la notte. Magari domani va bene?
- No no no adesso adesso!!!! - niente da fare quella serata si prospettava più dura del previsto, metterla a letto sarebbe stata un’impresa epica. Regina e Robin tentarono in ogni modo di farla distrarre dal capriccio incessante che le era venuto in testa ma niente sembrò funzionare fin quando Henry non scese al piano di sotto svegliato da tutti quei rumori.
- Vi vedo in seria difficoltà! - disse tra l’assonnato e il divertito. - vi occorre una mano per caso?
- Torna a letto tu che puoi...tua sorella ha deciso che è ancora pieno giorno.
- Henny caffè! Voglio caffè! Voglio caffè! - la piccola scese dalle braccia di sua zia per avvinghiarsi, stile coala, alla gamba di suo fratello. - caffè caffè!
- Vuoi il caffè speciale vero? È per questo motivo che non sei ancora a nanna? - annuì - e se ti preparassi io una bella tazza del tuo caffè poi tu andresti dormire come le brave bambine oppure no?
- Io bambina bravissima dopo caffè! - piccola ruffiana. 
- E caffè sia allora! - disse prendendola tra le braccia per poi guardare divertito Regina che a quelle parole era rimasta di sasso. Henry non poteva di certo dire sul serio, non poteva essere così ingenuo.
- Henry mah... non...
- Vieni mamma, ti faccio vedere come si prepara il caffè speciale in casa Jones.
Lo segui in cucina ancora convinta che suo figlio volesse dare da bere a Hope del caffè vero ma si riprese subito quando vide che al posto del caffè versò nella tazza che la piccola stringeva tutta contenta tra le mani, del semplice latte al cioccolato.
- Ecco a te signorina ma vedi di non berlo tutto, il caffè fa male ai bimbi sai?
- No vero! - rise - tu sei uno stupidino Henny. Mamma lo dice per finta! - e tutto il contrario di quello che ironicamente le aveva detto suo fratello bevve tutto d’un fiato tutto il suo “caffè” speciale.
- E ora signorina? Indovina un po’ cosa facciamo? - le disse Henry
- Giochiamo! - esclamò felice. 
- No! Ricorda la promessa che mi hai fatto: se ti preparavo il caffè come i grandi tu cosa avresti fatto?
Abbasso lo sguardo per nulla felice - ninne.
- brava la mia sorellina. Forza allora il tuo lettino ti aspetta. - le diede un bacino e lasciandola alle cure di Regina provò ad uscire dalla stanza
- Henny ninne co te! Favola... favola come a casa.... - quella fu la prima volta che la bambina pronunciò la parola casa, intesa come casa sua, da quando erano lì. Le iniziavano a mancare le sue vecchie abitudini a quanto pare.
- Una storia Hope! Una sola intesi? - il viso della bimba si illuminò di luce propria nel sapere che suo fratello era disposto a raccontarle la favola della buonanotte come ai vecchi tempi peccato che subito dopo la classica frase “c’era una volta” la piccola era già nel mondo dei sogni.
- Non so davvero come ringraziarti Henry! Se non fosse stato per te staremmo ancora di sotto a provarle di tutte.
- La conosco come le mie tasche ormai. Quando è triste fa sempre così. L’unica cosa che la calma è il latte al cacao che mamma le spaccia per caffè da grandi per farla sentire grande.
- Quindi credi sia triste? Pensi non si trovi bene qui? Io faccio di tutto per....
- Mamma. mamma calmati ok? Non è colpa tua! Hope sta benone qui con te però forse le manca mamma Emma... è naturale che sia così no? - era più che naturale. 
- Hopper ha detto che facendogliela vedere di meno non avrebbe sofferto. Se pensi che stia giù di corda per lei allora vuole dire che stiamo sbagliando tutto! - non voleva vedere sua nipote soffrire, si era affidata al grillo proprio per questo ma a quanto pare c'era qualche problema. 
- Hopper sa quello che fa! Ha aiutato me con la storia del sortilegio nonostante non mi credesse, pensa se non può aiutare Hope. La mancanza di mamma forse è dovuta al fatto che l’ha vista tramite telefono. Forse non le ha fatto bene vederla. Ha suscitato in lei il desiderio di averla accanto. - Regina si incupì, perché non c’era arrivata prima! Lo aveva capito un ragazzo... come era possibile che non ci avesse pensato? - Mamma! Non fare così, non aggitarti inutilmente, adesso sta dormendo, è tranquilla.
- E se domani....
- Vedrai che domani dopo una bella dormita quella piccola peste sarà più attiva che mai. - annuì per nulla convinta e dopo aver rimboccato le coperte alla monella di casa e a Dave che in tutto quel trambusto non si era minimamente svegliato anche Regina, accompagnata da Robin torno a letto. “Domani, dopo una bella dormita sarà più attiva che mai”, sì certo come no! Magari fosse stato così. Dopo una bella dormita anche Regina sarebbe stata carica al punto giusto per affrontare la nuova giornata ma il fato volle che la piccola Hope si svegliasse all’incirca due ore e mezza dopo. Regina era nel bel mezzo del sonno quando sentì un fondo e poi successivamente un pianto provenire dalla stanza di fonte alla sua. Si mise immediatamente in piedi ed entrando nella stanza dove aveva sistemato la piccola notó che quest'ultima era caduta dal suo lettino. Essendo piccolina dormiva ancora nel lettino con le sbarre, come accidenti aveva fatto a cadere?
- O santi lumi... Hope! Hope stai bene? Ti sei fatta male? - chiese allarmata per paura che avesse sbattuto la testa
- Caduta ioooooo. - rispose piangendo. La prese immediatamente tra le sue braccia per confortarla.
- Mi dispiace piccolina, dove hai sbattuto? Dove hai la bua? - indicò il suo sederino. Emma aveva iniziato la dura impresa di toglierle il pannolino poche settimane prima del suo ricovero. Regina aveva continuato l'addestramento vasino per non farla regredire ma per la notte faceva un’eccezione e fu una fortuna quella sera, senza il pannolino che attutì la caduta la piccola avrebbe potuto farsi seriamente male. - Mannaggia.... mah... mah come hai fatto a cadere?
- Booooh - alzò le spalle con finto fare angelico.
- Hope, non si dicono le bugie a zia... no no no. Dimmi la verità ok?
- Io volevo caffè! Io no ninne.
- Tu volevi... Hope, piccola peste del mio cuore, abbiamo fatto già uno strappo alla regola rimanendo alzate fino a tardi, adesso bisogna fare le ninne. Da brava dai....
- E caffè mio?
- Al massimo puoi avere un bicchiere d’acqua! - disse per poi rimetterla nel lettino.
- Io volere caffè però...
- Amore, a parte il fatto che ne hai già bevuta una tazza grande grande, il caffè fa male ai bambini, non puoi berlo sempre. - cercò di spiegarle molto pazientemente. 
- caffè bua bimbi?
- Si tesoro, i bimbi che bevono troppo caffè poi hanno mal di pancia, fanno i capricci e non dormono. Il caffè fa restare svegli e i bambini come te invece dovrebbero dormire tanto.
- Io no dormire.... - abbassò lo sguardo. - paura...
- Hai paura di dormire cucciolina? E perché mai? Hai fatto un brutto sogno per caso? Puoi dirlo a zia. - Ecco spiegato il motivo di tutti quei capricci... era spaventata da qualche sogno fatto in passato. Come poteva Regina non esserci arrivata da sola? 
- No butto sogno. Sogno bello io! - Regina non riusciva a capire il senso di quelle parole - Io sogno mammina mia ma poi... poi apro occhi e mammina no qui! - l’espressione di Regina cambiò radicalmente: da confusa divenne affranta. Come dargli torto... - pecchè mammina no torna a casa? - quella domanda fu ancora più pesante da dover gestire. Cosa si poteva dire ad una bambina di due anni per non farla allarmare?
- Hope patatina mia... perché non mi hai mai detto che sognavi la mamma è?
- Pecchè no voglio sognarla. La voglio qui... pecchè no è qui?
- La mamma è dal dottore tesoro e dovrà rimanerci ancora per qualche giorno. - si limitò a dirle.
- Poi torna da me? - sperò con tutto il cuore che le cose si sarebbero risolte per il meglio. Non avrebbe mai potuto competere con lo sguardo di una Hope adolescente che le rinfacciava di averle mentito sulla persona più importante della sua vita.
- Certo che tornerà da te amore non devi neanche farla questa domanda. La mamma tornerà prestissimo da te! - mentì
- E perché piangi allora? - ancora una volta non si era resa conto che alcune lacrime le avevano appena rigato il viso.
- Perché sono felice di avere una nipotina speciale come te. - le diede un bacino - Ora però è davvero tardi Hope, so che non vuoi dormire ma devi farlo se vuoi avere la forza di andare a giocare al parco domani. Avevo intenzione di portarti li subito dopo il supermercato, ti va?
- Si ma no voglio sognare mammina... no voglio fare le nin... - senza che finisse la frase Regina fece una magia e tra le sue mani apparve una collanina con un ciondolo a forma di stella.
- Guarda cosa ti faccio vedere, ti piace? - lo mostró alla bambina.
- Si... collana bella! Posso giocacci?
- Non si gioca con questa collana ma puoi indossarla questa notte. È magica sai? Cattura tutti i sogni che non ti piacciono e ti fa sognare solo le cose che più preferisci. Che ne dici: vuoi provare? - annuì non tanto per la spiegazione, a cui non aveva minimamente prestato attenzione, ma per il semplice fatto di poter indossare una collanina da grandi. Diede l’ennesimo bacino a Regina dopodiché da sola si sistemò al meglio sotto le coperte e si girò a pancia in giù, la sua posizione preferita, pronta per la nanna. Regina poté finalmente tirare un respiro di sollievo e mettersi nuovamente a letto ma ancora una volta, neanche quaranta minuti dopo, successe qualcosa che la riporto ad aprire gli occhi e ad alzarsi. Non era un pianto questa volta il motivo di quel tragico risveglio, al contrario: venne svegliata da una serie di gridolini e risate felici accompagnate da un motivetto cantato che ripeteva sempre la stessa parola: “ salta salta salta”. L’autrice di questa straordinaria composizione? Naturalmente la piccola Hope Jones
- Che diavolo sta succedendo oggi! - esclamò Robin essendo stato svegliato anche lui da quell'incessante melodia.
- Tua nipote ha deciso che stanotte non si dorme! - rispose per poi farsi forza e alzarsi per andarla a controllare. Come aveva avuto modo di capire era sveglia ma quello che non si aspettava era vederla ridere e saltellare sul suo lettino come una piccola peste scatenata. Due salti e poi si lasciava cadere all’indietro rimbalzando....questo era il suo gioco. una volta, due, tre... alla quanta rischiò di rompersi i denti cadendo in avanti. Riusci fortunatamente a pararsi il viso con le mani perché altrimenti si sarebbe seriamente fatta male.
- Ziaaaaaaaa! - gridò tutta felice non appena la vide - Vieni a giocare a salta salta!
- Hope ancora? Devi dormire mi sono stufata di ripetertelo in continuazione. - disse categorica.
- No ninne! Salta salta.... salta salta! - riprese a saltare incurante del fatto che Regina le stesse ripetendo più volte di smetterla. Era senza freni quella sera ma non si poteva di certo andare avanti così per tutta la notte. Se avesse continuato a chiacchierare a voce così sostenuta inoltre avrebbe svegliato tutti. Regina prontamente la prese tra le braccia e fissandola negli occhi le intimò di smetterla immediatamente. La piccola ci provò, aveva visto che sua zia la stava rimproverando, ma il suo corpo non sembrava intenzionato a voler smettere. Regina lo notò e notò anche i suoi occhi belli arzilli e per nulla assonnati come la volta precedente. Se la collana non l'aiutava a dormire a cosa avrebbe dovuto ricorrere? Ad un qualche incantesimo del sonno modificato? Mmmh troppo tragica come soluzione, forse era meglio provare prima con qualosa di più leggero:  una camomilla magari. La porto con se al piano di sotto per paura che lasciandola sola avrebbe ripreso a giocare ai suoi giochi pericolosi ma non appena mise piede in cucina notò qualcosa di strano ma al tempo stesso molto sospetto. C’era una sedia davanti al bancone della cucina, più precisamente davanti la macchinetta del caffè e di sicuro non era stata Regina a posizionarla li. Posò la bimba su una delle sedie situare vicino alla tavola e si avvicinò lei stessa al bancone per osservare in dettaglio la cosa. Non vi era solo la sedia in disordine ma anche il resto del bancone. C’era il barattolo dei biscotti aperto, briciole ovunque e goccioline di liquido nero sparse per tutta la superficie. Quel liquido nero Regina sapeva bene cosa fosse, era caffè... caffè che magicamente era svanito dalla caraffa. Si girò a guardare Hope e la piccola distolse subito il suo sguardo rendendola la principale sospettata di quel caos. Sperò che vi fosse altra spergazione ma bastó una semplice parola a far confessare alla piccola l'accaduto.
- Hope... hai...
- No bevuto io tutto caffè che era lì e no mangiato io i biccottini al cioccolato. Io non so arrampicarmi sulla sedia. No no.
Regina non poteva credere alle sue orecchie... una bambina di 2 anni aveva mandato giù,da sola, mezzo litro di caffè? No... doveva esserci per forza un’altra soluzione. No... non c’era, aveva intuito giusto, quella monella di sua nipote si era bevuta seriamente tutto il caffè che era nella caraffa e come se non bastasse aveva aggiunto allo spuntino notturno anche qualche biscottino. Come non le fosse venuto il mal di pancia era un vero miracolo ma in compenso aveva ricevuto un’ottima dose di caffeina e zuccheri che l’aveva portata ad essere più attiva che mai! Farla dormire sarebbe stata un’impresa pressoché impossibile arrivati a questo punto quindi tanto valeva cercate di stancarla il più possibile. Le fece fare numerosi giochi, guardarono almeno due dvd alla tv e su richiesta della piccolina iniziarono anche una battaglia con i cuscini. Regina era sfinita ma la piccola sembrava di ora in ora sempre più arzilla. Un incubo.... Regina stava vivendo un vero incubo, aveva bisogno di aiuto o rischiava seriamente di addormentarsi sul divano lasciando quella piccola peste a combinare un disastro dietro l'altro. Venne in suo soccorso Robin, il quale non vedendola tornare in camera era andato a controllare che tutto fosse ok.
- Niente è ok! - disse esasperata indicando la bambina che con un cuscino tra le mani saltellava sul divano per poi lanciarlo addosso a sua zia e ridere a crepapelle. Anche a Robin venne da ridere nel vedere quella piccola scenetta e questo portò Regina ad innervosirsi ancora di piu. - Ti sembra forse divertente? NO, non lo è ok?
- Scusami ma vederla così elettrica mi fa sorridere, mi ricorda quando Roland faceva il pieno di zuccheri mangiando caramelle di nascosto. 
- Beh sarà divertente per te ma non lo è per me! - sbuffò. 
- Ok scusami. Torniamo a letto ti va? - Regina lo fulminò con lo sguardo. 
- Pensi che possa muovermi da qui? Certe volte mi sembre scemo!
- Portiamo anche lei! - spiegò come se fosse una risposta scontata - Senti Regina, a momenti non ti reggi dritta, hai bisogno di riposo e poi che ne sai, magari con noi accanto forse riesce quantomeno a stendersi senza combinare guai. - Non credeva che sarebbe potuto succedere un miracolo di quel genere ma volle comunque affidarsi al suo compagno e provare. Lasciò che Robin prese la piccola e insieme, tutti e tre, raggiunsero la camera da letto. Hope fu felicissima di avere l'onore di fare le "ninne" con zio e zia ma tutto fece in quella stanza tranne che le ninne. Passò tutta la notte a saltellare nello spazio al centro del letto che le avevano riservato gridando a squarciagola salta salta e quando si stufava di saltare impiegava il suo tempo a fare capriole colpendo Regina e Robin ovunque le andasse a tiro. 
- Dicevi? - disse Regina riferendosi al fatto che portandola in camera con loro la cosa sarebbe migliorata. - Cosi non dormiremo entrambi!
- Guarda il lato positivo, almeno siamo sdraiati.
***
Si addormentò sfinita alle sette e trenta del mattino quando ormai per tutti gli altri era tempo di svegiarsi. Robin corse a lavoro nella speranza di poter riposare una mezz'oretta almeno li, Regina scese a preparare la colazione a Henry e Dave dopodichè accompagnò il primo in biblioteca, il secondo a scuola e armata di passeggino, non potendo fare altrimenti, andò a fare spesa come da programma dopodichè andò in ufficiò, il pomeriggio si sarebbe tenuta una delle consuete riunioni cittadine e doveva ancora finire si sistemare i vari punti del giorno. Nonostante la stanchezza si mise subito a lavoro ma neanche dieci minuti dopo ecco entrare qualcuno nel suo ufficio. 
- Killian! - disse la donna non aspettandosi una visita da parte sua -  Tutto ok? Emma... - iniziò a preoccuparsi.
- Emma sta bene... beh... bene è un parolone, come sempre diciamo. Non... non sono qui per lei, volevo chiederti una cosa. Ecco vedi... pensavo che visto che questo pomeriggio ci sarà la riunione, non è che mentre sei via potrei tenere io i bambini, mi piacerebbe portarli un po fuori  per passare del tempo con loro.
- Sono tutti tuoi! Per me puoi iniziare a prendere lei già da ora! - disse ancora esasperata per la nottata trascorsa indicandogliela. Era nel suo passeggiono rosa che se la dormiva alla grande.
- Uuuuh ma che dolce che è! - disse avvicinandosi a lei per ammirarla più da vicino. - Non trovi anche tu che sia un vero amore? Mah... perchè indossa ancora il pigiama?
- Dolci sono i bambini che dormono Killian, la tua mi ha tenuta sveglia tutta la notte! Le voglio un bene dell'anima ma non venirmi a dire che è un amore di bambina perchè in questo momento potrei non rispondere di me! - disse ingigandendo la cosa.
-  Che è successo?!?!? - chiese preoccupato che fosse potuto essere successo qualcosa. 
- Ha bevuto di nascosto tutto il caffè che era in cucina! 
- Sul serio? - domando questa volta incredulo. 
- Guarda le mie occhiaie, ti pare che scherzi? Abbiamo giocato tutta la notte a salta salta... tze... Che cosa odiosa! - ci provò a restare serio ma l'immagine di sua figlia che beveva caffè e faceva disperare sua zia fu troppo divertente per riuscire a trattenersi. - Ridi ridi... la prossima volta la manderò dritta dritta da te! - stava per replicare ma qualcuno, o meglio... la protagonista dello show di quella sera, si svegliò attirando come sempre l'attenzionesu di se e facendo cadere definitivamente l'argomento. 
Quello di quella sera fu solo uno dei capricci più banali, la cosa che sconvolse davvero Regina arrivò qualche tempo dopo. Era un mercoledì mattina e come ogni mercoledì che si rispetti era tempo della lezione di nuoto della piccola di casa Jones. Frequentava da un'annetto circa un corso di nuoto madre/figlia ma essendo Emma impossibilitata a prendere parte alla lezione era Regina che presenziava al suo posto per non far rimanere indietro la piccola. Quel giorno però accadde un fatto strano e fu impossibile per Regina scendere in acqua insieme ad Hope. Dave era strano, sembrava turbato per qualcosa e non voleva saperene di lasciare sua zia quella mattina così spettò a Robin il duro compito di accompagnare la piccolina di casa alla sua lezione. Era l'unico uomo in mezzo a tante mamme e si sentì subito fuori luogo. La piscina non era certo il suo habitat, ma pur di far felice la sua nipotina, la quale adorava l'acqua, si sacrificò. Non appena entrò in vasca sentì gli occhi delle altre mamme puntati su di lui... sapeva perchè lo stavano fissando: la notizia di Emma si era sparsa velocemente in città ed essendo quello un corso per mamme e figli di sicuro conoscevano anche la bambina che teneva tra le braccia. Non gli risultò difficile capire i loro pensieri, ormai era abituato alle chiacchiere del paese.  Fece finta di nulla e cercò di concentrarsi sulla piccola Hope la quale non appena mise i piedini a mollo iniziò a schizzare suo zio tutta felice. Sarebbe stata una lunga lezione ma fortunatamente, prima che questa iniziasse, un'altro uomo, molto probabilmente un papà, entrò in acqua con il suo bambino per seguire il corso e notando anche lui di non essere il solo uomo costretto a stare li, andò vicino a Robin per poter scambiare almeno due chiacchiere tra uomini. In quell'esatto momento però, convinte di non essere ascoltate, due donne poco distanti da loro iniziarono a spettecolare su quella che era la notizia della settimana.
  - Ma quella piccolina con il costumino con gli unicorni non è la figlia di Emma Swan? -  disse una delle due donne guardando la piccolina con aria compassionevole. 
- Si è lei. - rispose l'altra con toni molto freddi. 
- Che ci fa qui? Con tutto quello che stanno passando in questo periodo pensavo proprio che non la portassero. 
- Valli a capire... sono tutti strani quelli li. 
- Non essere cattiva... magari vogliono farla solamente distrarre. Certo che deve essere stata proprio una bella batosta per tutta la famiglia. Quella ragazza è così giovane... 
- Girano voci che sia stata lei di sua spontanea volontà a decidere di.... beh hai capito no? 
- Si, ne ho sentito parlare proprio ieri mentre ero all'asilo a riprendere mia figlia, la grande...  va a scuola con Dave, il fratello di Hope. 
- Certo che ci vuole coraggio a lasciare due  bambini così piccoli senza una mamma... - commentò in maniera del tutto critica. - Quello adottato ha su per giù 5 anni ma questa piccolina? Non credo che ne abbia più di due. E' proprio un gesto ingiustificabile quello di lasciare una bambina così piccola crescere da sola. Io non ne avrei mai il coraggio. 
- Sai come sono le voci popolane... magari in ospedale le hanno detto semplicemente che potrebbe rischiare mentre noi qui le stiamo già facendo il funerale.
- E' solo questione di tempo. Fidati, Emma Swan non tornerà mai più a casa. Conosco uno degli infermieri che lavora in ospedale... me l'ha detto lui. Sta peggiornado giorno dopo giorno. 
- Poveri piccolini... 
- Eh già... con quel padre che si ritrovano poi... come pensi possano crescere avendo come unica figura genitoriale un pirata ubriacone? Gli manca pure una mano, non saprà neanche far loro da mangiare. Li metteranno in istituto te lo dico io... oppure, cosa molto più probabile per quanto riguarda la piccola se la prenderanno loro. - indicò Robin il quale era ancora di spalle. - Lui è il compagno del sindaco e ho saputo, da voci fidate, che non possono avere figli... quanto ci scommetti che prenderanno loro in custodia la bambina? Secondo me si stanno già lavorando ai fianchi la salvatrice. 
- Tu dici?
Il loro fiume di parole venne bloccato dal pianto disperato di una bambina: era la piccola di casa Jones che stava piangendo. Robin, che era stato tutto il tempo con lei tra le braccia, non riusciva a capire il motivo di quel pianto così angosciato, era serenza fino al secondo prima.  Tentò di tutto per farla calmare ma non ci riuscì. 
- Mamma... mammaaaaaaa! - strillò la bambina cercando di divincolarsi dalle braccia di suo zio. - mamma Mammaaaaaaaaaaaaaa. - Sentendola pronunciare quelle parole Robin pensò che la bambina, vedendo gli altri bimbi con le loro rispettive mamme sentisse la mancanza di Emma, non sapeva però che il suo pianto isterico era dovuto a ben altro. 
- Amore di zio non fare così... - le asciugò inutilmente le lacrime - Andremo dalla mamma non appena sarà finita la lezione va bene?
- Mamma, mammaaaaa..... boglio mammina miaaaaaa! - riperè cercando di togliersi i braccioli. 
- Aspetta aspetta, che stai facendo è?  Questi ci servono per nuotare amore, che c'è, non vuoi giocare ad essere una piccola sirenetta? 
- MAMMA, MAMMAAAAAAA! - niente da fare, la parola mamma era l'unica cosa che usciva dalla sua bocca. 
- Scusi se mi permetto... - disse una delle donne che fino a qualche minuto prima era intenta a spettegolare. -  Piacere mi chiamo Lilian e sono la mamma di questo piccolino. Ti vedo in leggera difficoltà, non sei pratico di bambini è? - sorrise - Posso aiutarti io se vuoi... - si propose lasciando momentaneamente suo figlio all'altra donna per poi cercare di prendere tra le braccia Hope. 
- NOOOOO! VAI VIAAAAA! VAI VIAAAAAAAAAA TU! BOGLIO MAMMINA MIAAAAAAAAAA.  - Non riuscì neanche a prenderla in braccio che la piccolina si dimenò cercando di rimanere tra le braccia di suo zio. Robin fu felice che la piccola non fosse voluta andare, non le stava per nulla simpatica quella donna e non ne fece un mistero.
- Forse è meglio se provo a farla calmare fuori, la lezione sta per iniziare e non vorrei che vi disturbasse. 
- Ti do una mano se vuoi... conosco da un po questa piccolina e sapendo la situazione che sta vivendo magari ha bisogno di una figura femminile per tranquillizzarsi non crede? 
- Sai cosa credo? Credo che lei debba smetterla di fare la perbenista con il prossimo quando in realtà ha soltanto voglia di immischiarsi negli affari altrui.
- Ma cosa....
- Io e la mia compagna non abbiamo alcuna intenzione di adottare questa piccolina chiaro? Lei ha già una famiglia che la ama e al contrario di quello che pensa lei, suo padre è un papà con la P maiuscola. Non è di certo un ubriacone.  - la donna sbiancò, Robin aveva sentito le sue parole. - Purtoppo non ho sentito altro per poter replicare ma le do un consiglio: la prossima volta che vuole spettegolare sulla vita altrui, lo faccia lontano dai diretti interessati. Non ci fa una bella figura sa? Comunque alla bambina penso io, lei continui pure a far congetture sulla nostra famiglia. - e senza darle modo di rispondere portò la piccola Hope sulle sue spalle sperando di farla felice facendole fare cavalluccio e uscì dalla piscina, per raggiungere gli spogliatoi, lasciando la donna completamente umiliata. 
Regina aveva assistito alla scena dagli spalti ma non aveva ben capito cosa effettivamente stesse succedendo tra quei due. Era curiosa ma non dovette attendere molto per ricevere informazioni  in quanto lo stesso Robin, guardando nella sua direzione, le fece segno di raggiungerlo in modo da poter portare la bambina nello spogliatoio.
- Dalla a me! - disse Regina prendendola tra le braccia e cullandola un po con l'intento di tranquillizzarla. - Che diavolo è successo?
- Non ne ho la più pallida idea, stava bene fino ad un secondo prima poi eccola iniziare a piangere. Pensavo le piacesse l'acqua...
- Non parlavo di Hope... a lei penso io, mi riferivo alla discussione che stavi avendo con quella donna. - la indicò - mi sei sembrato alterato. 
- Alterato?!? mi sono trattenuto guarda... avrei voluto fare di peggio. L'ho sentita parlare male di Emma... e di noi. 
- Cosa? E cosa ha detto? 
- Cavolate tranquilla, solo cavolate. Pensa a Hope,non voglio che prendi freddo, poi magari ti spiegherò meglio. - era curiosa di conoscere il pensiero di quella donna, ma  fu costretta ad aspettare in quanto, come già accennato da Robin, la piccolina, ancora bagnata, aveva iniziato a tremare per il freddo. 
- Ok! Stai con Dave, noi facciamo in un baleno. 
Fu un'impresa  convincere Dave a restare con Robin, non voleva stare con nessun altro se non con sua zia, ma alla fine dovette cedere: era un maschietto, non poteva certo entrare nello spogliatoio delle donne. Ingannarono l'attesa andando a prendere un bel gelato al bar dopodichè, seduti su una panchina si misero in attesa delle due donne le quali si fecero attendere più del previsto. Non era la prima volta che Regina accompagnava la piccola Hope in piscina, era già capitato in altre occasioni, sia in quel periodo che Emma era ricoverata sia in quei rari casi dove la donna non riusciva per via di impegni lavorativi. Hope era sempre molto entusiasta quando era zia Regina ad accompagnarla ma quel giorno non sembrò dello stesso avviso. Era ancora molto scossa, piangeva e strillava come se la stessero torturando e farle la doccia fu praticamente impossibile.  
- Amore di zia ma che succede è? - provò a comunicare con lei mentre cercava almeno di asciugarla e vestirla, non era riuscita a farle la doccia, avrebbe sicuramente provveduto una volta a casa, ma doveva quantomeno asciugarla. 
- Mamma... mamma.... - continuò imperterrita non collaborando.
- Lo so che ti manca la mamma amore ma non devi fare così: domani andiamo a trovarla. Sei contenta? - scosse la testa. - No? Non sei contenta? Ma come.... 
- mamma... mamma... mamma no più casa! - rispose facendo gelare il cuore di Regina. Erano stati sempre molto attenti a non parlare in presenza dei bambini: dove aveva potuto aver sentito quelle parole? 
- Hai paura che la mamma non torni più a casa? - formulò la domanda in modo differente sperando di cavarsela. - Ma cosa dici tesoro. La mamma è in ospedale proprio per guarire in tempi minori e tornare presto da te. - servì mentirle in questo modo? No... assolutamente no, anzi... la piccola iniziò a piangere ancora più forte e si strinse con forza al collo di sua zia la quale non riuscendo a dire altro non potè far a meno che lasciarla sfogare. Pianse per oltre venti minuti poi, proprio mentre si stava appisolando a causa della stanchezza, accadde qualcosa di strano: Hope poggiò la manina sul viso di sua zia e magicamente, attraverso quel contatto, Regina riuscì a vedere nella sua mente alcuni ricordi di Hope o più precisamente i ricordi su cos'era accaduto pochi minuti prima in piscina. Vide tutto attraverso gli occhi della bambina, dalle chiacchiere sterili di quelle due donne alla discussione con Robin e non sapeva se essere arrabbiata e correre a spaccare la faccia alle due o se abbracciare la sua nipotina orgogliosa di aver assistito alla sua prima magia. 
- Hope, amore, sei stata bravissima! Sono.... sono.... oddio non posso crederci, è... è meravigliosoooo!!!!!!! - le disse sollevandola in aria e facendola volteggiare. - Sono molto orgogliosa di te cucciola miaaaa! . - si commosse. La bimba dal canto suo rimase a fissarla non capendo la sua improvvisa gioia. - Sapresti rifarlo amore? Sapresti rifare quello che hai appena fatto? Metti la tua manina qui - le indicò la giancia - Prova a farmi vedere qualcosa. Qualsiasi cosa. - la bambina obbedì e anche se ci volle qualche secondo in più rispetto alla prima volta riusci nuovamente a comunicare con Regina in quel modo così speciale. le fece vedere nuovamente quei momenti ma questa volta si soffermò su una frase: "Emma non tornerà mai più a casa". Ora era tutto chiaro, ecco perchè la bambina aveva iniziato a piangere in quel modo così disperato, l'avevano spaventata. Nonostante l'emozione per quel primo assaggio di magia Regina tornò alla realtà e cercò ancora una volta di consolare la sua nipotina. Le disse che quelle signore non intendevano dire quello che lei ha immaginato, che la sua mamma non aveva nulla di grave e ancora una volta le disse che sarebbe tornata presto a casa.
- Me lo prometti zia? Mammina tonnerà a casa da me? 
- Te lo prometto stellina mia ora cambiamoci però o ti verrà la febbre. 
- Mamy compra sempre giochino a me quando io ho febbre! No cambio io. Voglio febbre  così mammina deve tonnare a casa per pottammi un giochino. - Le parole di quella bambina la uccidevano ogni volta. Le mancava Emma ogni giorno di più e a quanto pare lei, con tutte le sue attenzioni, non riusciva a sopperire a quella mancanza. 
- Non c'è bisogno che tu ti ammali per comprare un giochino amore. Te lo compro io. - le sorrise
- Ma mammina poi non viene a casa se compri tu... resta li. Io no voglio che mammina non torna. Io voglio giocare con lei.
- Facciamo così allora, visto che sei stata tanto brava ad utilizzare la magia, ci vestiamo e andiamo a comprare oggi stesso il giocattolo nuovo, poi domani lo porteremo a far vedere alla mamma e ci giocherete insieme ok? Le faremo anche una piccola sorpresa e le diremo che hai fatto la tua prima magia che ne dici? Sarà felicissima. 
- Si si siiii, sorpresa a mammina! Sorpresa a mammina!!!!!! - quelle furono le parole magiche per convincerla finalmente a vestirsi. 
***
- Ma quanto tempo ci avete messo! E' una vita che vi aspettiamo! - esclamò Robin quando finalmente Regina e Hope uscirono dallo spogliatoio. 
- Lo so lo so, abbiamo fatto tardi ma abbiamo una motivazione piu che valida, vero Hope? - disse con il sorriso sulle labbra. 
- A si? E quale sarebbe questa motivazione? Ah già... siete donne! - rispose ironicamente facendo ridere anche Dave il quale non appena vide sua zia corse ad abbracciarla. 
- Scemo... tenetevi forte perchè è una notizia sensazionale: questa signorina ha appena fatto la sua prima magia! - i due rimasero entrambi a bocca aperta. 
- Hope ha... cioè intendi dire che... Lei...  - Regina annuì - Mah... mah è meraviglioso! Brava piccolina! - si rivolse alla diretta interessata.
- Lo so! Ora però giocatolo nuovo e poi sorpresa a mammima! andiamo? - scese dalle braccia di sua zia e correndo verso di Robin gli prese la mano e iniziò  a tirarlo in direzione dell'uscita con fare frenetico.
- Hope aspetta, come mai tutta questa fretta? - domandò l'uomo meravigliato del suo cambio d'umore. 
- Potrei essere stata io a prometterle un giocattolo nuovo.. poi ti spiego - disse a bassa voce Regina per non farsi sentire da Dave che nel mentre era corso in contro a sua sorella per abbracciarla, anche lui era orgoglioso di lei.
- Direi che è un'ottima idea! Un giochino nuovo è proprio quello che ci vuole per festeggiare!
- Lo credo anche io e sai chi altro merita un giocattolo nuovo? - gli rivolse uno sguardo d'intesa
- No, chi? - domandò facendo finta di non conoscere la risposta.
- Il nostro ometto Dave! - esclamò richiamando la sua attenzione. Regina aveva potuto intuire attraverso il suo sguardo che ci era rimasto un tantino male quando sua sorella aveva pronunciato le parole "giocattolo nuovo". Era scontato che un regalino sarebbe stato fatto anche lui ma preferì dirlo subito e dare la giusta importanza anche a lui onde evitare che passasse un messaggio sbagliato, ovvero che sua sorella era più importante di lui.
- Io???? - chiese confuso.
- Certo! Un uccellino mi ha detto che sei stato bravissimo mentre ero via: nessun capriccio e nessun pianto. Ti sei comportato come un vero ometto e meriti un premio anche tu!
- Hai sentito campione? Che stiamo aspettando allora, tutti in macchina! - iniziarono ad incamminarsi ma d'un tratto Regina si fermò di colpo.
- Amore tutto ok? - le chiese Robin vedendola improvvisamente incupirsi. - Ti senti bene? - la donna Ignorò la sua domanda porgendogliene a sua volta un'altra. 
- Sono... sono loro? - chiese rivolta a Robin non appena due donne, per lei con l’aria sospetta, uscire dagli spogliatoi dirigendosi verso il parcheggio. L’uomo annuì capendo di cosa stesse parlando e si raccomandò, non appena la vide prendere la loro direzione,  di non esagerare. - sta tranquillo. Resta con i bambini, torno subito. - si allontanò a passo sostenuto verso le due donne e non appena fu sicura di essere lontana dalle orecchie dei più piccoli le richiamò all’ordine. - Scusatemi?!?! Possiamo scambiare due chiacchiere gentilmente? - non c’era bisogno di presentarsi, la sua fama la precedeva. Sapevano benissimo chi fosse la donna davanti a loro e potevano anche immaginare cos’avesse da dire loro.
- Veramente, con tutto il dovuto rispetto, andrei un po’ di fretta signor sindaco, mi disp... - rispose una di loro.
- Non si preoccupi - rispose lei con toni ancora gentili - è giusto questione di un minuto. - le due donne si guardarono dopodiché, concordando sul fatto che scappre sarebbe stato peggio, misero i rispettivi figli in auto e tornarono da Regina - Avete spaventato quella povera bambina dicendo cose orrende sulla sua famiglia e vedendola in quelle condizioni nessuna di voi due fino ad ora ha avuto il coraggio di informarsi su come stesse? Ma che cuore avete. - andò dritta al sodo.
- Non so cosa le abbia riferito il suo compagno ma era solo un pianto, dubito sia avvenuto a causa nostra o per quello che abbiamo detto. - rispose una di loro per poi essere seguita a ruota dall’altra.
- Già... ha due anni, cosa vuoi che capisca e poi perché ti scaldi tanto: non è neanche tua figlia! - esclamò con l’intento di ferirla ma ottenendo esattamente l’effetto contrario: Regina si alterò ancora di più e se si era ripromessa di starsene tranquilla adesso non era più sicura di riuscirci. 
- Innanzitutto porta rispetto, stai pur sempre parlando con il sindaco e poi... Può anche non essere mia figlia ma questo non significa che io non debba difenderla. Ma che razza di persone siete? Siete solamente capaci di giudicare gli altri... in base a cosa poi? Aria fritta ve lo dico io. - si voltarono pronte per mettere fine quella conversazione ma Regina impedì loro di farlo - Dove credete di andare - le bloccò con la magia parandosi nuovamente davanti a loro - Non abbiamo ancora finito noi tre. Non so chi sia la persona che vi abbia spifferato questo ma si, non posso avere figli. Non per questo non sono una mamma e voi lo sapete benissimo in quanto a quanto pare conoscete tutto di noi. Non ve l’ha detto nessuno che per essere buoni genitori non basta partorire un figlio? Cosa pensate di insegnaee a quelle povere creature se già di vostro avete il comportamento di un bambino? La bambina che avete spaventato poco fa è una situazione particolarmente delicata.... era necessario mettere in scena tutti quel teatrino a due metri scarsi da lei? Non vedevate che vi stava guardando? Sarà anche piccola ma ha capito più di quanto immaginiate....avete dato della stupida a sua madre per la decisione presa, dell’incompetente a suo padre e dei vigliacchi strateghi a me e al mio compagno.
- E quella bambina ti ha detto tutto questo?
- Sono affari miei quello che mi ha detto o no ma di sicuro so esattamente come sono andate le cose quidi lasciate che vi risponda. Emma, la donna che vi ha parato il culo per tutti questi anni ha preso una decisione che cambierà per sempre la vita di tutti. A voi può sembrare una decisione stupida, egoistica o tutto quello che volete ma in realtà è una scelta coraggiosa... una scelta da mamma. Ha messo il bene dei suoi figli, quelli che sta aspettando, prima del suo e questo le fa onore. È così che si comporta una mamma. Una mamma non scegli quali figli salvare e quali no, loro per noi sono tutti uguali anche se non ancora nati. Poi c’è Killian, cosa dire di lui? Beh basterebbe guardarlo all’azione con i suoi bambini per capire che tipo è. Lo avete definito un ubriacone da cosa? Dal suo passato? Se dovessimo guardare nel vostro passato non so cosa potrebbe uscirne - le prese in giro - Le persone se vogliono cambiano e lui l’ha fatto egregiamente. Che sia per Emma o per altro è riuscito comunque nel suo intento e questo che sta succedendo non lo trascinerà nuovamente nel baratro. Ormai sa che il bene è la parte migliore in cui stare.
- Signor si...
- Veniamo a me e Robin adesso- non le fece continuare - ma a voi cosa viene in tasca a fare congetture sulla mia famiglia è? Io ho adottato un figlio in passato, tutta storybrooke lo sa, lui ne ha uno da una precedente relazione... abbiamo già la nostra famiglia, non ci sogneremo mai di raggirare i nostri più cari amici con il subdolo intento di "accaparrarci" l'affidamento di Hope. Lei ha già una famiglia e che sia composta da una mamma e un papà o da solo un papà non ha importanza: lei è una Jones e resterà per sempre una Jones. - senza aggiungere altro diede loro le spalle e si allontanò raggiungendo la sua famiglia. Ci sarebbe stato molto altro da dire ma non aveva assolutamente intenzione di perdere l'intera giornata a litigare con due pettegole da quattro soldi, dovevano festeggiare la prima magia di Hope e questo aveva la precedenza.  Il negozio di giocattoli non distava molto dalla piscina e quindi arrivarono in pochi minuti. I bambini erano entusiasti e super eccitati ma per rendere la cosa ancora più emozionante i due adulti decisero di dividersi in due squadre: : Regina aiutò Hope a scegliere il suo nuovo giocattolo mentre Robin si occupò del piccolo Dave. Il bambino guardò per oltre dieci minuti la corsia dedicata ai giocattoli per maschietti ma non sembrava per nulla soddisfatto da quello che aveva davanti... o almeno così faceva credere. Robin, vedendo la poca euforia del bambino, gli fece notare un'altra corsia dedicata esculsivamente a giochi di società e giochi educativi, magari tra quegli scaffali c'era qualcosa che poteva suscitare il suo interesse. Lo lasciò andare da solo, raccomandandosi di aspettarlo li, nel  mentre lui diede  un'ulteriore occhiata per provare in seguito, in caso neanche li il piccolo avesse trovato nulla, a rivalutare qualche giochino. Lo raggiuse circa cinque minuti dopo ma di Dave nessuna traccia, nel reparto dove gli aveva espressamente chiesto di aspettarlo il piccolo non c'era. Lo cercò in lungo e in largo ma niente: non riuscì a trovarlo da nessuna parte, fu Dave, dopo averlo fatto entrare nel panico, a trovare lui.
- Zio, ho trovato quello che voglio comprare! - disse tutto felice tenendo una scatola tra le mani.
- DAVEEEE!!!! - Lo ammonì - Dove accidenti eri finito è? Ti ho detto di aspettarmi li. - gli indicò il posto esatto. - Mi hai fatto preoccupare. - gli disse per poi portarsi una mano sul petto e respirare profondamente. 
- Scusa zietto... io non volevo spaventarti così. Puoi perdonarmi? - disse guardandolo con gli occhioni languidi. Come avrebbe mai potuto resistere Robin a quegli occhioni? Sospirò rassegnato e gli sorrise.
- D'accordo ometto, perdonato! Ma non farlo mai più intesi?
- Hai la mia parola! 
- Bene... ah e visto che ci siamo... non diciamolo neanche alla zia va bene? - propose. Se Regina fosse venuta a conoscenza di una cosa del genere molto probabilmente lo avrebbe massacrato sia verbalmente che fisicamente. 
- Hai paura eh.... lo zio ha paura della ziaa.... lo zio ha paura della ziaaa.... - iniziò a canticchiare saltellando qua e la nel corridoio dove si trovavano. Robin lo acciuffò e scherzosamente gli mise una mano davanti la bocca per poi fargli il solletico. Il bimbo smise immediatamente di cantare e iniziò a ridere a crepapelle. - Ok ok zio hai vinto... hai vinto. - finalmente Robin allentò la presa riuscendo così a farlo sgattaiolare. - Non dirò nulla alla zia. Acqua in bocca! - rispose eccitato all'idea di un piccolo segreto. 
- Va bene... parliamo di cose serie adesso:  su cosa è ricaduta la scelta? - domandò tornando all'argomento principale. 
- Su questo qui! - mostrò tutto contento il gioco che aveva tra le mani.

                                                                                                                          
- Mah... Dave... non è un po troppo... rosa? - disse notando che il piccolo aveva tra le mani una scatola contenente tazzine, cucchiaini, teiera e dolcetti finti di vario tipo - Quello che voglio dire tesoro  è che.... beh: sei proprio sicuro di voler giocare con questo giocattolo? - non che glielo avrebbe mai impedito nel caso avrebbe risposto di si, non voleva di certo dargli un messaggio sbagliato, voleva semplicemente essere completamente sicuro che fosse convinto della scelta presa.
- Cosa?!? Pensi che voglia giocarci io? Scherzi vero? - lo guardò schifato - Io non giocherò mai con questo schifo di roba zio... è da femminuccia! - disse come se fosse una cosa ovvia. -Mi fai davvero così scemo?
- E perchè lo terresti in mano se non ti piace? Che c'è: ti vergogni per caso? - cercò di capire quale fosse la verità, se non voleva giocarci perchè continuava a tenerlo stretto tra le mani? - Guarda che non c'è niente di cui vergognarsi tesoro... se ti piace questo gioco non vedo perchè tu non possa dirlo. Le femminucce possono giocare con i mostri e le spade esattamente come i maschietti possono giocare ad essere degli chef, non ci vedo nulla di male Dave. - provò a spiegargli. 
- Non mi piace questo coso zio posso garantirtelo, ma piace a Hope e io voglio regalarglielo. - spiegò - Gioca sempre in giardino a fare le torte e a preparare il thè per la mamma... così con questo potrà farlo anche in casa o.... beh in ospedale visto che la mamma è ancora li... - abbassò lo sguardo ripensando a tutta quella situazione. 
- Dave Dave Dave... - sorrise cercando di allontanarlo dai brutti pensieri che vedeva farsi spazio nella sua mente  - E io che pensavo che sotto quel lato da pirata ribelle si nascondesse un piccolo Lorde. Non mi sarebbe dispiaciuto avere un piccolo pasticcere in famiglia sai?
- Tze... mai! Sono un pirata spietato io, non giocherei mai con queste cosette con i brillantini. - Robin non riuscì a trattenere una risata. Vederlo così schifato all'idea di giocare con quel servizio da the era un vero spasso. 
- Spietato non mi pare visto che vorresti regalare questo giocattolino a tua sorella. - gli scompigliò i capelli. - Ma aimhè... hai sentito anche tu la zia prima... ha detto di no!  Vorrebbe che scegliessi qualcosa per te. - già in macchina Dave aveva espresso il desiderio di cedere il suo regalo ad Hope ma Regina aveva da subito bocciato l'idea. - Dai, andiamo a ricontrollare di la. 
- No zio aspetta! Io ho già scelto! Ho scelto questo! Voglio prenderlo - insistette.
- Ma non sarebbe un gioco per te, hai ammesso che è per tua sorella.
- E allora? Zia non lo sa! - scrollò le spalle. - Andiamo zio, ci tengo molto a regalarglielo...
- E potrei sapere il perchè? Le hai forse fatto qualche dispetto e ora vorresti farti perdonare? 
- No. Voglio regalarglielo perchè ha avuto una brutta giornata. Ha pianto perchè quelle brutte signore l'hanno spaventata. Lei è stata una bambina molto forte ma ha avuto anche molta paura... voglio che non ci pensi piu alle cose brutte che stanno succedendo... - tornò per qualche secondo ad essere triste - E poi voglio farle un regalo anche perchè lei oggi ha mostrato per la prima volta il suo potere, è stata bravissima, bisogna premiarla no? E' la prima volta che lo fa, fino a ieri non sapevamo neanche che avesse la magia... non dovrebbe essere premiata con un giochino come quando ai bimbi cade il primo dentino? - domando curioso di ascoltare la risposta di suo zio. 
- E tu che ne sai dei regali per quanto riguarda la caduta dei dentini... ti è già caduto il primo dentino forse? E non mi hai detto nulla? 
- Lo so perchè me l'ha detto la mamma... il topolino dei denti porta i soldini ai bambini che ne perdono uno e poi, con quei soldini, ci si va a comprare un giochino. - Disse soddisfatto di se. - Comunque non mi è mai caduto un dente... non ancora almeno ma manca poco sai? Questo qui si muove, guarda! - aprì la bocca per mostrarglielo. 
- E' già... sta proprio per cadere questo dentino. - rispose facendolo sentire importante -Wow! Ma stai diventando proprio grande allora! 
- Lo so! Allora zio? Posso comprare questo giocattolo? Per favore...
-  E va bene... visto he ci tieni tanto puoi prendere il regalo a tua sorella, ma se la zia si arrabbia con me tu dovrai difendermi chiaro? 
- Sarà fatto zio! Ti difenderò io!  - si presero per mano e si diressero alla cassa, non prima però di aver dato un'occhiata alle due donne e averle viste ancota intente a scegliere qualcosina. - Ah zio... se dovesse cadermi il dentino una di queste notti, sappi che ho visto una macchinia blu telecomandata bellissima la giù! - gli strizzò l'occhio. 
***
Le donne di casa erano decisamente più in difficoltà rispetto agli uomini, mentre a Dave non sembrava interessare nulla di tutti quei giocattoli esposti, a sua sorella invece piacevano tutti e passò pià di venti minuti a prendere in mano ogni singolo gioco esclamando "voglio questo" "voglio questo" per poi cambiare idea ogni cinque secondi. A Regina veniva da ridere nel vederla finalmente spenzierata ma fu costretta ad accellerare i tempi della scelta o non sarebbero usciti neanche il mese successivo da li. Provò a farle vedere diversi tipi di barbie e bambole ma anche se diceva di si con la testa non sembrava per nulla convinta, con lo sguardo stava cercando altro. Gli propose un'altra serie di giochi, decisamente più adatti per la sua età, ma tutto d'un tratto Hope sparì. Regina si era voltata per circa venti secondi convinta di averla al suo fianco ma a quanto pare aveva fatto male i conti, sua nipote si era volatilizzata. Entrò subito nel panico e Iniziò a chiamarla a gan voce senza nessun sucesso.  "Mi scusi, ha visto per caso una bambina bionda di due anni aggirarsi da sola per il negozio?" "Cerco una bambina bionda con gli occhioni azzurri alta meno di un metro, l'ha vista per caso?" " Ha visto la bambina che è in questa foto?" fermò ogni singolo passante che le capitasse a tiro chiedendo informazioni sulla piccola ma nessuno di loro sembrava averla vista... nessuno ad eccezione di un commesso.
- Signora mi scusi, forse posso autarla! - esclamò facendole segno di avvicinarsi al corridoio successivo. - Non ho potuto fare a meno di ascoltare che sta cercando una bambina.
- Si, è mia nipote, la prego mi aiuti, l'ho persa di vista un solo secondo e.... ha solo due anni è piccola, sarà spaventata.... lei...
- Signora si calmi e faccia un respiro. E' per caso quella li in fondo la bambina che sta cercando? - a fine del corridoio, più precisamente nella zona dedicata ai peluche, vi era una piccola bambina bionda dai lineamenti molto familiari seduta tra le zampe di un peluche altro su per giù un metro e mezzo. Regina si rilassò all'istante e a passo sostenuto raggiunse la piccolina la quale, non accorgendosi di lei continuava a tenersi stretta al quel gigantesco animale di pezza. 

                                                                                       

- Hope grazie al cielo stai bene, mi hai fatto preoccupare! - esclamò mettendosi in ginocchio in modo tale da poterla guardare negli occhi. - non devi allontanarmi senza dirmelo amore, potresti perderti...  
- Scusa... sei arrabbiata? No più giochino? -  la sua preoccupazione più grande era quella che sua zia, per via della sua marachella, non le avrebe più comprato il giocattolo promesso. 
- Ma cosa dici amore, no... certo che no, non sono arrabbiata. - le accarezzò il visino per darle ulteriore conferma. - Alziamoci da qui adesso, si sta facendo tardi, zio e Dave sono già in macchina e noi dobbiamo ancora scegliere il giochino. - si mise in piedi per poi porgerle la mano.
- Io scelto già! Voglio questo. - Regina strabuzzò gli occhi. Quel peluche gigante non rispecchiava minimamente l'idea di regalino che si era predisposta.
- Ma amore... è troppo grande, non possiamo porarlo a casa. Vieni con me andiamo a scegliere qualcosa di più bello.
- No, questo! Voglio questo! - si strinse ancora di più a quell'orso.
- Amore è un po' eccessivo non credi? 
- Mamma dice di si a me! io lo voglio.  - "mamma dice di si" a quelle parole Regina avrebbe quasi voluto cedere ma un barlume di lucidità la trattenne. "E' solo una tattica per farmi cedere, Regina resisti,non farti imbambolare dai suoi occhioni" si ripetè a mente più e più volte e stava quasi per mantenere fede ai suoi principi ma poi Dave cambiò tutte le carte in tavola. Entrò nel negozio, su commissione di Robin, per assicurarsi che fossimo ancora vive ma non ebbe il tempo di dire o fare nulla che disse una frase che paralizzò in pieno la donna!
- Zio si sta chiedendo se ci vuole ancora molto. - disse guardandomi
- Abbiamo quasi fatto, cinque minuti e vi raggiungiamo ok? - annuì e fece per andare via ma sua sorella richiamò la sua attenzione.
- Dj guarda! Mioooooo! e' miooooooo!
- Ma quello è... è lui? - "lui?" - E' l'orso che la mamma ti ha promesso?
- Siiii! Compra zia però... mamma no qui. - scrollò le spalle. Regina rimase per qualche secondo imbambolata dopodichè si rivolse a suo nipote.
- Dave tesoro spiegami un attimo: tua madre le ha promesso quell'orso?
- Si, qualche giorno prima di andare in ospedale . Hope ha fatto un paio di giorni di prova all'asilo per i nani - intendeva l'asilo nido. - E mamma le ha promesso di regalarle questo orsacchiotto, che lei desidera da sempre, se si fosse comportata bene e non avesse pianto. Le maestre hanno detto che è stata buona e non ha fatto nessun capriccio ma poi mamma si è sentita male e non ha potuto comprarglielo. - Non sapeva che Emma le avesse fatto fare l'inserimento al nido, se lo avesse saputo avrebbe di sucuro continuato a portarla...
- Allora zia, prendiamo orso grande? - Regina ci pensò su ancora qualche altro secondo ma poi la sua risposta, come bene immaginerete, fu "si". 
***
Credeva di aver fatto un'opera buona, aveva onorato la promessa che Emma non era riuscita a mantenere con sua figlia, ma nel giro di poco si ricredette e cominciò a maledirsi per aver fatto quell'acquisto. Come mai? Beh... diciamo solo che Hope divenne un tantino morbosa verso il suo nuovo compagno di giochi. Gia da quella stessa sera non fece altro che starsene nella sua stanza a giocare con lui, non esisteva altro, quel giocattolo era il suo solo unico interesse. Si rifiutò addirittura di cenare pur di non scendere al piano di sotto e separarsi da lui. "Sono occupata" diceva "sto preparando il the a teddy". Regina stava per perdere la pazienza, il prenderla di peso e trascinarla giù a cenare era la sua prossima mossa, ma Killian, appena rientrato da lavoro, entrando in stanza per salutare la sua bambina le fece vedere le cose da un'altro punto di vista. 
- Quel coso... quel... è... - Era rimasto pietrificato nel vedere quel giocattolo proprio nella stanza di sua figlia.
- Si... è proprio lui! - Rispose la donna senza neanche aspettare che concludesse la frase, sapeva benissimo cosa intendesse dire il suo amico. - Dave mi ha raccontato più o meno come sono andate le cose e io... si beh vedi... credevo fosse una buona idea mah... a quanto pare sbagliavo.
- Sua madre... Emma glielo aveva promesso... - si perse per un secondo nei suoi pensieri per nulla piacevoli. - Grazie Regina! Grazie davvero per tutto. Se non fosse per te  a quest'ora saremmo tutti nel baratro più totale. Non credo che riuscirò mai a sdebitarmi abbastanza per tutto quello che stai facendo per noi. - Era sincero, doveva tutto alla sua amica, si era rivelata la loro luce in quel periodo pieno di buio. 
- Non dire sciocchezze, lo faccio con piacere... e poi sono sicura che voi avreste fatto lo stesso per noi. - l'uomo annuì per poi ringraziarla ancora una volta. - Ora però basta con queste frasi sdolcinate, non si addicono ne a te ne a me! - rise -  Aiutami piuttosto a portare questa signorina al piano di sotto: la cena è pronta da un pezzo ma a lei non sembra minimamente interessare. - Ci provarono entrambi ad allontanarla da quello che ormai stava diventando un'ossessione ma ancora una volta la bambina si  dimenò. Non voleva uscire da quella stenza da sola, se doveveva scendere a mangiare il suo amico sarebbe dovuto scendere con lei. 
- Vedi? Fa così da quando siamo rientrati. Lo dicevo io che era un pessimo acquisto, se solo non mi fossi fatta intenerire dalle parole di Dave.
- Io credo di avere una visione differente dalla tua. - rispose Killian. - Credo che pensi a sua mamma quando gioca con lui. Facci caso: sta servendo il the e come ben sai è un gioco che fa solo con Emma o in rare occasioni con Dave.
- Serve il the solo perchè anche quelle tazzine sono nuove. - replicò senza alcun dubbio.
- Fidati di me, sarò anche stato assente e distante ma sono pur sempre i miei bambini e credo di conoscerli perfettamente come le mie tasche. Hope sta semplicemente colmando una lacuna. Una lacuna che non ci sarebbe se quella pazza suicida di mia moglie non... 
- Ok ok ok! Non ti agitare! E' tutto ok! - lo interruppe prima che potesse dare spettacolo. prendeva i sonniferi, per la maggior parte del giorno era intontito, ma quando si trattava di Emma trovava sempre modo e maniera per gridare ai quattro venti quello che pensava. Stava soffrendo poverino, chi di loro non soffriva, ma sfogarsi davanti alla bambina non era di certo una buona idea. - Pensi sul serio che Hope veda...
- Ne sono più che sicuro! 
- Ok allora, si farà a modo tuo. - Non era per nulla convinta delle parole di killian, lei era ancora convinta che quello fosse un banalissimo capriccio,  ma volle comunque fare un tentativo e affidarsi a lui, in fono era suo padre, aveva tutto il diritto di badare ai suoi figli se era lucido. Portarono l'orso gigante al piano di sotto e solamente in quel modo Hope scese per cenare. Gli venne attribuita anche una sedia e con essa tutte le posate necessarie per poter mangiare. "Teddy ha tanta fame zia, lui no mangia da tanto" esclamò la piccina sbattendo gli occhi a sua zia per intenerirla. Regina era davvero contrariata ma per quella sera fece un'eccezione ed in via del tutto eccezionale servì la cena anche a quel giocattolo. Sembrava non potesse andare peggio di così ma la realtà dei fatti è che quello era solamente l'inizio. 
Il  giorno seguente infatti, appena sveglia, Regina preparò subito i bambini per uscire e dopo avergli fatto fare colazione e aspettato Killian che si preparasse, si vestì anche lei per poi poter raggiungere l’ospedale. Aveva messo la sveglia un’ora prima con l’intento di non fare tardi ma questo non bastò ad arrivare puntuali: prima di uscire di casa tra zia e nipote ci fu una discussione assurda su quell’orso gigante che già la sera precedente aveva dato un sacco di grattacapi. Hope voleva portarlo in ospedale per farlo vedere alla sua mamma ma Regina non ne voleva minimamente sapere, non sarebbero entrati in macchina con quell’orso, era troppo ingombrante. Ne susseguirono pianti e isterismi da parte della piccola ma poi fu costretta a calmarsi perché Regina, cosa che non aveva mai fatto, sgridò la bambina in maniera molto ferma e decisa e le disse che se entro cinque secondi non sarebbe salita in macchina non l’avrebbe portata da Emma. Hope si spaventó all’istante e si avvicinato subito, senza fare storie, alla porta per uscire, Regina aveva vinto.
- Puoi fare però foto a gioco nuovo? Voglio fallo vedere a mammina! Ti prego ziettaaaaa! - disse con gli occhi lucidi. Regina di sentì uno schifo per averla minacciata in quel modo e tornò ad essere dolce con lei come se quell’evento di poco prima non fosse mai accaduto. Fece una foto a quell’orso tanto odioso e finalmente salirono in macchina. Neanche il tempo di fermare l’auto e di far scendere i bambini che Hope era già arrivata davanti l’entrata de’ospefale. Fortunata che avevano parcheggiato bordo strada e non dovette attraversare altrimenti avrebbe anche rischiato di essere investita. Una volta entrati saltò dritta sul letto della mamma la quale era più pallida del solito e iniziò a raccontarle, con grande entusiasmo, la sua avventura del giorno prima
-  Mammina, mammina! Ciaoooooooooooo!!!! - corse nella sua direzione per poi arrampicarsi sul letto per poter abbracciarla.
- Eccola la mia principessa! Mi sei mancata tantissimo lo sai vero? - in quel momento fece il suo ingresso anche Dave che rispetto alla sua sorellina era decisamente piu timido. - E mi sei mancato anche tu amore mio, che aspetti: corri a salutarmi! - esclamò allungando il braccio libero per poter stringere anche lui. Anche la sua voce non era qulla di sempre ma fortunatamente se ne accorsero solo gli adulti. - Henry? Dov'è Henry? - chiese anche se intuiva già la risposta.
- Non... non se la sente ancora... mi dispiace. - rispose Regina facendo annuire Emma. Doveva aspettarsi una cosa del genere, conosceva suo figlio meglio di chiunque altro, non doveva essere stato per niente semplice per lui accettare la cosa... beh forse visto il fatto che non andava a trovare sua madre da oltre un mese forse non l'aveva ancora minimamente accedttata la cosa. 
- Mammina guarda qui! - fu Hope, tirando fuori il suo servizio da the dallo zainetto, a distoglierla dai suoi pensieri poco piacevoli. - Dj regalato questo a me! - esclamò tutta felice. - Ora tu e lui giocherete sempre con me! 
- uuuh no! mi sono rovinato con le mie stesse mani! - esclamò Dave facendo ridere tutti i presenti. 
- Wow?!?! ma è meraviglioso? Adesso hai finalmente delle tazzine adatte ad un ricevimento regale amore mio. Dave tesoro, sei stato gentilissimo lo sai? Hai fatto una cosa davvero bella per lei! Bravo!
- E' stata brava, lo ha meritato mamma! Lei ha...
- Zia anche fatto regalo me! Zia la foto! Fai vedere la foto a mammina! 
- Hope tuo fratello stava parlando non è educato interrompere le.... - le parole le morirono di bocca non appena dal cellulare della sua amica apparve un orso cinque volte più grande di sua figlia.  Conosceva quel peluche, glielo aveva promesso come regalo qualche tempo prima. Era ancora intenzionata a comprarglielo, voleva mantenere la parola data e magari avrebbe mandando Killian al suo posto visto che era impossibilata, ma non si aspettava di certo di vederlo in casa della sua amica - Ma questo è... Hope! Hope hai convinto la zia a comprartelo? - annui pensando di aver fatto una cosa buona - No amore, non si fa! La zia non era tenuta a comprarti questo giocattolo.
- Tu hai promesso a me! - rispose prontamente.
- Lo so e appunto per questo spettavava a me comprartelo. - disse per poi guardare la sua amica - Regina non... non dovevi. Di sicuro ti avrà stressato l'anima per portarlo a casa ma non dovevi sentirti obbligata...
- Non mi sono sentita obbligata, meritava un regalo e visto che era una delle cose che più desiderava ho deciso di accontentarla. 
- Parlate tutti di regali... come mai questa signorina si è meritata tutti questi regali? Hai fatto la brava bambina suppongo. - disse accarezzandole la testa. 
- Ha fatto molto di più che comportarsi bene vero Hope? Di alla mamma cos' hai fatto ieri? 
- mammina io usato magia! - esclamò come fosse una cosa di normale routine per lei.
- Ah si? brava amor.... HAI FATTO COSAAAAAA?!?!?! - Si rese conto solo in quel momento del vero significato di quelle parole. - Regina lei ha... lei.... - rimase a bocca aperta!
- Si Lo ha fatto! Ed è stata anche parecchio brava devi credermi. Ha potenziale da vendere questa signorina! - Emma era sempre più sconvolta.
- Killian amore tu... tu ne sapevi qualcosa?
- Me lo ha accennato Regina ma non ho ancora avuto modo di vederlo con i miei occhi. 
- Perchè non me lo avete detto? Dovevate informarmi subito! - disse con una punta di rammarico. Era la sua bambina, aspettava quel momento da quando era nata e sapere di aver perso un momento così importante della sua vita non la faceva stare bene.
- Avrei voluto chiamarti ma Regina mi ha detto di aspettare oggi! Volevano farti una sorpresa. 
- Già è colpa mia ma saprò farmi perdonare sai? Hope, perchè non mostri a mamma e papà cosa sai fare?
- Davvero posso?!?!! - Sua zia annui. - Papà siediti accanto alla mamma! Andiamo sbrigati! - ordinò per poi farsi spazio tra i due e rischiando di far cadere Emma a terra. - Pronti? - Non gli diede neanche il tempo di rispondere che mise entrambe le manine sul viso dei propri genitori iniziando a mostrare loro una serie di immagini. Regina, vedendo le lacrime negli occhi di emma e la faccia sconvolta di Killian, pensò che la piccola stesse facendo loro le stesse immagini mostrate a lei il giorno precedente ma non fu così. Per mamma e papà la piccola Hope scelse ricordi molto più significativi. Ripercorse tutti i momenti più belli della loro vita a partire dal primo gioco di sguardi a pochi minuti dalla nascita fino agli ultimi giorni prima del ricovero di Emma. Riuscì a trasmettere anche i suoi sentimenti in quei ricordi e questo se da una parte fu una cosa davvero molto tenera e significativa dall'altra risultò una vera agonia in quanto entrambi gli adulti pensarono che da li a poco quella cucciolina avrebbe sofferto terribilmente per la perdita di uno dei pilastri più importanti della sua vita.  - Vistoooo???? -  li riportò alla realtà con la sua vocetta squillante e gioiosa - Sono stata brava? -  Solo in quel momento si rese conto delle lacrime di sua mamma e si preoccupò all'istante. - Mah... mah... pecchè piange mamma? - si ricolse a sua zia per paura di aver fatto qualcosa di sbagliato. - Io fatto vedere solo cose belle... è colpa mia? - Ad aggiungere altra preoccupazione nel cuore di quella bambina fu l'uscita di scena di Killian. L'uomo era arrivato al limite e preferì uscire piuttosto che sentire sua figlia coplevolizzarsi preoccupata. - Papo anche arrabbiato...
- Ma no amore cosa dici? no no no toglietelo dalla testa, nessuno è arrabbiato con te e nessuno è triste! - intervenne Emma prendendo il suo visino e costringendola a guardarla negli occhi.
- Ma tu piangi... e papino....
- Sono lacrime di gioia amore! - da una parte era vero, si era emozionata al vedere che quella piccolina anche se inconsciamente e grazie alla magia avesse nel cuore ricordi come quelli. - Mi hai fatto proprio una bella sorpresa sai? Il tuo potere è davvero meraviglioso sai?
- E papino? perchè andato via?
- Vieni qui devo svelarti un piccolo segreto - le fece il gesto di avvicinarsi ancora di più e fece lo stesso segno anche a Dave il quale anche lui era rimasto un po' spiazzato da quella reazione. - Il vostro papà si è commosso anche lui solo che non vuole farsi vedere piangere in pubblico perchè si vergogna! 
- E' uno sciocchino papino! - rispose la piccola di casa ridendo.
- Un po' ma ora abbracciatemi tutti e due, ho bisogno di un abbraccio grande grande. - Era un a scena tenera e strazante allo stesso tempo, Regina avrebbe preferito guardare altrove pur di evitare di sentirsi male per le troppe emozioni ma lo sguardo di emma puntato su di lei non le permise di distogliere lo sguardo. "Portali via ti prego" "Riportali a casa..." Emma mimò queste frasi con le labbra pregando regina di esaudire il suo desiderio quanto prima. Amava i suoi figli, sarebbe stata in loro compagnia per ore e ore senza mai stancarsi ma quelle emozioni l'avevano distrutta. Dopotutto non era stata una grande idea mostrare ad Emma il potere di Hope senza prima essere messa al corrente di ciò che la piccola voleva mostrare. Si fece forza e provò a richiamare i bambini all'ordine ma come immaginato fu più dura del previsto. Entrambi i bimbi si misero a piangere in quanto non volevano lasciare la mamma da sola. Inutili le parole di Emma o quelle di Regina o dei nonni per consolarli, non ne volevano sapere e così, anche se portandoli a piangere ancora di più: Robin e David li presero in braccio e dopo un ultimo abbraccio con Emma li portarono via. Solo allora Killian rientrò in stanza e senza aspettare che sua moglie dicesse qualcosa corse ad abbracciarla. 
- Sono una pessima madre! - esclamò piangendo - Sono una pessima madre....
- Shhhhh! Va tutto bene Emma, non è assolutamente vero. Sei una mamma eccezionale, ti amano incondizionatamente e tu ami loro allo stesso modo. - le vere parole che avrebbe voluto utilizzare erano " E allora smetti di fare stronzate", ma non era quello il momento di inveirle contro ancora. L'avrebbe portata alla decisione giusta con il tempo, non sapeva ancora come ma lo avrebbe fatto, doveva solo aspettare il momento perfetto.
- Non... non mi perdoneranno mai! - Killian era convinto che i loro figli sarebbero cresciuti con questa sottospecie di odio nei suoi confronti se li avesse seriamente abbandonati, non riusciva ad accettarlo lui pensa se ci sarebbero riusciti dei ragazzi, ma per quanto desiderasse dirglielo, anche solo per il semplice colpirla, si trattenne anche questa volta.
- Ti continueranno ad amare come adesso, forse anche di più quindi non preoccuparti di nulla ok? - Le diede un bacio a fior di labbra e tenendola stretta a se aspettò che si calmasse un pochino.
- Grazie! Grazie davvero Killian! Lo so che è difficile per te accettare questa cosa quindi grazie per sostenermi così anche se dentro di te il cuore sta urlando altro. ti amo da impazzire non dimenticarlo mai!
- Ti amo anche io! - rispose sincero.
- Torna dai bambini, assicurati che stiano bene ok? Se ancora stanno piangendo quando sarai di ritorno fammi una videochiamata che li calmo io ok?
- Ci penso io a loro tranquilla, tu riposati che sei stremata. - stava per replicare ma lui prontamente le chiuse la bocca con un altro bacio. non fu uno dei loro soliti, era da tempo che non si scambiavano un bacio degno di chiamarsi tale, ma quantomeno entrambi ci misero più sentimento del solito. - Buonanotte amore, ci vediamo domani. 
Lasciare quella stanza era sempre più straziante, ogni giorno che passava era un giorno in meno che le restava. Il tempo stringeva, i gemelli crescevano di giorno in giorno dandole sempre più problemi e questo significava che il tempo a disposizione per trovare una cura era sempre più breve. Era arrivata al quinto mese ormai, i gemelli sarebbero stati fatti nascere al raggiugimento del settimo, aveva quindi due mesi di tempo, due mesi per salvarle la vita. 
Ingoiò il boccone amaro che gli veniva ogni volta all'uscita dell'ospedale e a piedi a piedi, preferiva di gran lunga camminare per schiarirsi le idee, raggiunse i suoi bambini. Si aspettava di trovarli o a giocare o a piangere, in poche parole si aspettava casino come erano soliti fare, invece non fu così, quando rientrò si meravigliò del silenzio che c'era in casa. 
- C'è... c'è nessuno? - chiese non vedendo neanche Regina e Robin. Solitamente a quell'ora erano soliti stare davanti alla tv con i bambini quindi fu molto strano non trovarli. 
- Killian, siamo di sopra! - disse Robin affacciandosi dalle scale e facendo lui segno di raggiungerlo. Era in stanza del piccolo Dave e gli stava raccontando una storia per concigliargli il sonno per il riposino pomeridiano. Era più di un'anno ormai che Dave non dormiva il pomeriggio, ma quel giorno, causa l'emozione di vedere Emma e quel pianto straziante si era stancato parecchio e a Robin e Regina sembrò giusto farlo riposare. 
- Come sta la mamma papà! Cosa ha detto dopo che siamo andati via? -  Dal canto suo però a Dave poco interessava dormire, voleva restare con la sua mamma ed era molto arrabbiato che i suoi zii lo avessero portato via. - Le siamo mancati?
- Alla vostra mamma mancate ogni giorno Dave...
- E perchè allora non siamo potuti rimanere? Perchè zio e zia ci hanno portato via? Sono stati cattivi... io non voglio più stare qui! voglio tornare a casa mia, nella mia cameretta e con mamma che mi racconta le favole. - disse arrabbiato per via di essere stato portato via contro la sua volonta ma facendo trasparire anche un senso di malessere dovuto a tutta quella situazione spiacevole.
- Non dire cosi, lo so che sei arrabbiato perchè volevi restare con la mamma ma non si poteva fare altrimenti... zio e zia non ne hanno colpe, non dovresti parlare di loro così sai? Loro ti vogliono bene e in questi giorni stanno facendo molte cose per te e tua sorella. 
- Ma io voglio mamma...
- Lo so... manca tanto anche a me averla per casa sai? Ma vuoi sapere una cosa? Tornerà prestissimo da noi!
- Promesso?
- Promesso! Ora però lascia che ti racconti io la storia ok? - il bambino annuì felice. - Robin grazie per la pazienza ora ci penso io a lui. - l'uomo annuì di conseguenza e regalando a Dave un sorriso si congedò lasciando i due uomini della famiglia Jones da soli. - Che storia vuoi che ti racconti? 
- Quella del viaggio nel passato tuo e della mamma... quello dove avete fatto riincontrare i nonni!
- Ma la conosci a memoria quella storia! - rispose facendogli notare quel piccolo dettaglio.
- Lo so ma mi piace troppo! Ti prego papinoooooo....
- E va bene... allora vediamo un po... ah si! C'era una volta...
***
Far tranquillizzare Dave fu abbastanza semplice, nel giro di mezz'ora dall'inizio della fiaba eccolo cadere nel mondo dei sogni sopraffatto dalla stanchezza, per Hope invece le cose furono di gran lunga differenti. Non appena avevano messo piede in casa, la bambina, ancora piangendo, corse al piano di sopra ad abbracciare il suo tanto adorato Teddy. Regina la seguì per provare a consolarla ma la bambina non si fece avvicinare e la cacciò dalla sua cameretta urlandole a a gran voce un "vai via". Regina si allontanò facendo come le venne chiesto  ma solo perchè era ora di preparare il pranzo, una volta aver preparato tutto il necessario sarebbe di sicuro tornata da lei, non voleva lasciarla da sola con i soi tristi pensieri, era pur sempre una bambina e non meritava di vivere tutte quelle angosce. Come si era promessa preparò il tutto per il pranzo molto velocemente dopodichè senza esitare un solo momento tornò a controllare Hope. La trovò abbracciata a quell'enorme peluche esattamente come l'aveva lasciata ma una cosa la colpì in particolar modo tanto da gelarle il sangue nelle vene. La piccolina, molto probabilmente nel momento esatto in cui nessuno la stesse controllando, era sgattaiolata fuori dalla sua stanza per correre nella camera dove dormiva il suo papà e prendere una cornice che ritraeva Emma con la sua inseparabile giacca rossa. Fin qui niente di preoccupante, la cosa strana fu che Hope ruppe di proposito la cornice, lasciando vetri sparzi in ogni dove, per poi incollare, con dei cerottini per bambini, la foto di emma sulla pancia di quel peluche. Aveva ragione Killian... Hope stava colmando una mancanza, stava cercando le attenzioni della sua mamma tramite quell'orso che lei doveva donarle... 
Regina si sentì impotente a quella vista ma quando la sentì pronunciare la parola "mamma" mentre si teneva saldamente ancorata a quel peluche prima di crollare addormentata tutto le fu più chiaro: Emma non poteva morire... non poteva lasciare quelle due creature da sole... avevano ancora bisogno di lei per crescere e con quella consapevolezza si promise che non avrebbe permesso alla sua amica di compiere ancora altre stupidaggini. 
 
Note dell'autore: Non chiedetemi come ma ce l'ho fatta! Sono riuscita a postare anche questo capitolo. Ho impiegato più tempo del previsto, lo so, ma ho avuto davvero delle serie difficoltà. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento nonostante non ci siano molti momenti con i nostri beniamini. Ho scelto appositamente di non scrivere di loro ma di parlare, sia in questo che nel capitolo successivo, dello stato d'animo dei bambini. Volete sapere perchè? Perchè dopo il capitolo che posterò, spero, settimana prossima, entreremo nel vivo della storia e avremo tantissimi momenti carichi di sentimenti contrastranti con i nostri adorati captainSwan. Non volevo togliere l'attenzione su di loro aggiungendo anche altre cose così ho preferito parlare dei piccoli adesso per poi concentrarmi solamente su emma e Killian. Spero di non aver fatto un buco nell'acqua con questa scelta. fatemi sapere cosa ne pensate. Un abbraccio e a presto.  
 
  
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