Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: ChiiCat92    14/10/2019    0 recensioni
"Intorno al polso, intrecciato sul dorso, tra le dita e, per ultimo, al mignolo con un fiocchetto blando c’è il Filo rosso. Il Filo parte dalla mia mano e arriva fino alla porta della stanza. È chiusa, ma al Filo non importa perché non è reale, non proprio almeno. Supera quel primo ostacolo e, anche se non posso vederlo, so che si srotola verso la porta di casa, giù per le scale, fuori dal portone, in strada e poi fuori città, fuori dalla regione, fuori dal continente, fuori dal mondo."
Questa storia partecipa al Writober 2019 di Fanwriter.it, lista PumpFIC
#writober2019 #fanwriterit
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

14/10/2019

 

Soulmate 


Non riesco a dormire, anche se tutto sommato immagino che sia questo che ci si aspetta da me stanotte. 

Passo da un fianco all’altro, volto il cuscino, tiro le coperte fin sopra il naso, poi ci ripenso e le scalcio via. Niente sembra darmi sollievo.

Mi sporgo per controllare il cellulare, sono ancora le tre. È un’agonia. 

Potrei accendere la TV, sperare che qualche chiacchiera a vuoto di un talk show notturno mi accompagni nuovamente verso le sponde del sonno, oppure potrei alzarmi, fare uno spuntino, andare in bagno.

All’improvviso nessuna di quelle opzioni mi solletica, anzi, mi sembrano entrambe faticose e snervanti. 

Torno ad accartocciarmi sotto le coperte, rannicchiando le gambe al petto. Il cuore batte così forte che non riesco a respirare. 

Prendo un profondo respiro e mi tiro su a sedere. Aspetto ancora qualche istante prima di accendere la luce.

Al buio sembra tutto meno...irreversibile, inevitabile, le forme sono incerte, gli oggetti possono ancora mutare, estranei alle leggi della fisica. E così anche ciò che mi aspetta. 

Faccio scattare l’interruttore e ho come l’impressione di cogliere dei movimenti con la coda dell’occhio (forse un arto bloccatosi in tempo per non essere scoperto). 

Mi sembra di avere la mano destra in fiamme. 

Intorno al polso, intrecciato sul dorso, tra le dita e, per ultimo, al mignolo con un fiocchetto blando c’è il Filo rosso. Il Filo parte dalla mia mano e arriva fino alla porta della stanza. È chiusa, ma al Filo non importa perché non è reale, non proprio almeno. Supera quel primo ostacolo e, anche se non posso vederlo, so che si srotola verso la porta di casa, giù per le scale, fuori dal portone, in strada e poi fuori città, fuori dalla regione, fuori dal continente, fuori dal mondo. 

Prima di capire il loro significato, pensavo che il Filo, che tutti i Fili, non avesse fine. Quelli dei bambini sembravano svolgersi all’infinito, alcuni si intrecciavano così fitti in matasse da rendere difficile il muovere, anche e i Fili non sono tangibili e non possono intralciare il cammino.   

Poi ho compiuto tredici anni, il mio corpo ha cominciato a cambiare, la mia mente a formarsi, e il Filo è diventato più spesso. Allora mi sono accorta che i Fili dei miei genitori erano uniti l’uno all’altro, e non erano i soli: molti adulti camminavano vicini, uniti dal Filo. 

Ancora, però, non avevo l’età giusta perché qualcuno mi spiegasse, così continuavo ad immaginare una trama fitta tra i tralicci rossi del Destino.

Forse i Fili univano le persone simili tra loro e non solo mamme e papà o coppie, persone che andavano d’accordo, che amavano passare del tempo insieme, ragazzi con altri ragazzi, o due ragazze, qualche volta tre persone insieme.

Non ricordo esattamente quando capii. Credo che fu più una consapevolezza genuina e graduale venutami dal respirare, dal vivere in un mondo fitto e denso: il Filo che avevo intrecciato alla mano fin dalla nascita e che sembrava dipanarsi verso un infinito sconosciuto e lontanissimo, conduceva alla mia anima gemella. 

Chi ce l’aveva messo, perché, quando, erano domande a cui nessuno poteva rispondere, semplicemente così funzionava e così avrebbe sempre funzionato. 

Nonostante ci fossero regolamenti a riguardo, nessuno, neanche la Legge, poteva impedire a chi lo desiderava di partire per seguire il Filo e incontrare la persona a cui era legato l’altro capo. 

Il buon senso, e la paura, portava i più ad aspettare l’età della ragione, ma ci sono stati casi in cui il Filo è appassito e morto ben prima del ricongiungimento dei due. Chiamano quei casi “vicoli ciechi”, ma a nessuno piace parlarne o anche solo indugiare nel pensiero. 

Da qualche tempo a questa parte il mio Filo si è accorciato. Qualcosa dentro di me si è smosso e ho cominciato ad avere paura, una paura folle, incalcolabile.  

Paura di essere felice, di non meritarmi quella felicità, paura di non essere all’altezza. Paura della perdita, del rifiuto. 

La persona legata alla fine del mio Filo sarà stata davvero la mia anima gemella e...io la sua? 

La domanda non ha smesso un attimo di tormentarmi, e intanto il Filo si è fatto più corto.

Ormai lo so, lo sento dentro, è come un tizzone rovente che ondeggia su un letto di piume sul fondo dello stomaco, a volte rimbalza, a volte affonda nella carne, a volte se ne sta lì a bruciare con il suo calore tutto ciò che lo circonda: la mia anima gemella è qui, il Filo non si srotola più verso altri mondi, perché non ho bisogno di altri mondi ma solo di lei.

Così ho deciso: domani andrò a cercarla, seguirò il Filo ovunque vorrà portarmi e andrò da lei.

Non riesco ad immaginarla, adesso, nella luce gialla della abat-jour, con ombre rotonde che si proiettano sul soffitto. Sarà un uomo, una donna, sarà alto, bassa, biondo, riccio, mora? 

La riconoscerò anche senza essere arrivata alla fine del Filo? 

Saprò che è lei. Un moto di gioia folle mi fa fremere, tanto che vorrei schizzare in piedi e correre fuori, libera nella notte, trovarla adesso, stringerla, arrabbiarmi e forse...piangere? 

Saprò che è lei, come so dove si trovano le mie mani anche senza guardarle, come so che forma hanno i miei occhi anche senza uno specchio, come so che colore ha la mia anima senza averla mai vista. 

 

Alle sette sono in piedi, il letto sembrava cosparso di chiodi: non sarei potuta rimanere un attimo di più. Con gli occhi socchiusi e i capelli sfatti la mia sorella minore mi passa a fianco sbadigliando, muove una mano come saluto verso di me, il suo Filo è così lungo da farmi male. Le sorrido, poi continuo a prepararmi. 

Sono troppo grassa e troppo comune, forse non le piacerò. Gli occhiali, i capelli né lisci né mossi, le labbra poco carnose. Mi pizzico le guance allo specchio, prendono colore e mi sembra di essere più carina del solito. 

Non so quanto dovrò camminare ma la giornata è tiepida e piacevole, quindi indosso scarpe di tela e pantaloni larghi, poi ho l’impressione di sembrare una bambina nonostante io abbia ventidue anni e mi cambio. Scelgo un paio di jeans a vita alta, una maglia semplice, una camicia a scacchi. Mi sento ancora più ridicola ma...questa sono io, nessun abito mi renderà migliore di quella che sono, più bella o più sicura di me. Metto al collo una collana lunga, con un campanello in fondo, e sono pronta per uscire.

Sento come il Filo tirare, o forse è solo mia impressione, ma ora l’urgenza di muovermi si fa pressante. 

So che i miei vorrebbero dirmi qualcosa, forse rassicurarmi, forse spaventarmi, per questo scappo via prima che possano fare l’una o l’altra cosa. 

Scendo le scale al volo, la mano destra mi fa da guida tenendo il Filo teso davanti a me.

Non c’è abbastanza aria per riempirmi i polmoni, quindi li riempio di felicità. È ovunque, la sento, ha un profumo intenso, libero, fresco, come respirare in cima alla montagna più alta. Come facevo a non sentirlo prima, quel profumo quando permea ogni cosa, si insinua in ogni mio anfratto, tra le dita dei piedi e giù, radice del mio essere.

Non mi sono mai sentita così prima d’ora. 

Il Filo diventa sempre più corto, così come il respiro. La città sta appena cominciando a svegliarsi, autobus e macchine viaggiano lentamente, il cielo è vermiglio per l’intreccio stretto dei Fili, una per ogni anima, per ogni cuore. 

Il mio riesco a seguirlo anche senza vederlo con gli occhi, non sono quelli a guidarmi, ma qualcosa di più forte. 

Dove sarà quando la vedrò? Starà correndo verso di me così come io sto correndo verso di lei, o immobile nella luce del mattino, seduta su una panchina con le cuffie alle orecchie ascoltando la sua canzone preferita? 

Dove! 

Volto a destra, a sinistra, corro dritta, poi indietro, il labirinto del mio cuore è pieno di svolte e mai pareti. Il Filo diventa sempre più corto e sento tirare dall’altra parte. 

È qui. 

La folla che attraversa la strada occupa il mio campo visivo per un attimo, e poi il tempo si ferma. Non per tutti, solo per me, solo per noi. 

La vedo dall’altra parte della strada, infreddolita in una giacca nera nonostante l’aria tiepida del mattino, esile, dritta su anfibi scuri che sembrano troppo grandi per lei. 

La amo, la amo all’improvviso, la amo così tanto da piangere, così forte da fare male. Come si può sopravvivere a qualcosa di così intenso, all’uragano che mi mette sottosopra gli organi, mi sconquassa dall’interno lasciandomi senza forze. Non dovrebbero mai, mai permetterci di arrivare all’altro capo del Filo, non dovrebbe essere giusto sentirsi annichilire dalla gravità. 

Mi viene incontro, o sono io ad avvicinarmi a lei, il Filo diventa più corto, sempre più corto, nello spazio di un infinito rientrano pochi passi.

Le nostre mani si toccano per la prima volta mentre il tempo è ancora fermo. Percorro con lo sguardo un viso che già conosco, mi perdo in occhi di cui so leggere i segreti. 

Mi sorride, amo le sue labbra, amo i ricci neri che la incorniciano come tralicci a protezione di un bellissimo fiore.

La mia anima gemella, ora e per sempre.  

-----------------------------

The Corner 

Io penso di essere arrivata all'altro capo del mio Filo. 
Quando tra i prompt del giorno ho letto "Soulmate" proprio questo giorno...come potevo non prenderlo come un segno del Destino? 
Non so se questo sia meno o più imbarazzante di un post su Facebook con una fotografia e una dedica ma...auguri a noi? 

Chii
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ChiiCat92