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Autore: fedegelmi    15/10/2019    1 recensioni
E' una raccolta di storie di maledette figuracce quotidiane ispirate o meno ad avvenimenti realmente accaduti (o quasi).
Genere: Comico, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La scoreggia
 
Per una volta nella mia vita mi sono decisa a frequentare la palestra, oltre che a iscrivermi grazie –o a causa- dei regali di Natale dei miei genitori.
Non è troppo lontana da casa, volendo potrei anche andarci a piedi, ma è molto piccola, nonché l’unica nel mio paesino.
Vado sempre tardi, la sera, perché spero di trovare vuoto –e anche perché non ho altra scelta a causa degli orari di lavoro-, eppure, purtroppo, la trovo sempre maledettamente piena.
Questo fatto non mi sprona particolarmente a venirci, però comincio a mettere su qualche chiletto, quindi è ora di fare qualcosa.
Oggi a pranzo, però, devo aver mangiato troppi fagioli, perché ho lo stomaco in subbuglio e la pancia è gonfia come un palloncino. Spero di riuscire a resistere fino alla fine dell’allenamento, considerando che vengo in palestra diretta dal lavoro.
Inizio il mio allenamento con non poca fretta di finire; credo che salterò qualche esercizio per darmi una sbrigata.
L’istruttore che segue tutti quanti in palestra è simpatico, ma non sempre è attento a ciò che facciamo; può essere un’arma a doppio taglio perché da un certo punto di vista potrebbe essere pericoloso per noi ignorantoni che facciamo gli esercizio a casaccio, ma si dà il caso che per stasera può anche andarmi bene, così non noterà neppure che ho saltato qualche serie.
Comincio come di consueto con una tranquilla corsetta sul tapis roulant, durante la quale non mi annoio solo grazie allo schermo davanti a me che trasmette un qualche sconosciuto canale di gag.
I dieci minuti passano in fretta, così continuo la scheda tranquillamente.
Quando sono a metà allenamento della gambe, comincio a sentire la pancia contrarsi nel tentativo di far fuoriuscire l’aria in eccesso; stringo le chiappe cercando di evitare che la gentil puzzetta fuoriesca dal mio corpo in un momento simile, e riesco a bloccarla per un soffio.
Riprendo l’esercizio sperando che il peggio sia passato, ma il problema si ripresenta ancora e ancora.
Non posso farcela a resistere, e alzarmi per correre verso il bagno vorrebbe dire rilasciare odori per la palestra nello stile di quei profumatori d’ambiente.
Puff, puff, puff.
Decisamente impensabile.
Devo farla, ma qui.
Il rumore sarà coperto dalla musica ad alto volume e la puzza... beh, spero verrà confusa con gli odori che vengono da fuori attraverso le finestre aperte.
Mi viene da ridere a pensare ai ragionamenti che sto facendo, ma non posso resistere un minuto di più.
Assumo una posizione disinvolta mentre fingo di star facendo l’esercizio e finalmente la mollo.
Ci metto all’incirca un quarto di secondo per passare dal normale colorito da leggero affaticamento a un intenso rosso papavero in un giorno di sole: la musica viene spenta un millesimo prima che io sganci la bomba e così tutta la palestra sente la gentil trombetta che suono nel silenzio totale.
Non c’è una persona che non si giri verso di me e, nonostante io continui imperterrita a fingere indifferenza, il mio corpo colorito mi tradisce mandando in frantumi il mio castello di puzzette.
Scopro ben presto che c’è un motivo per cui la musica è stata spenta: è a causa di un annuncio per avvisare dell’improvvisa chiusura anticipata di questa sera.
Approfitto della distrazione per allontanarmi di soppiatto verso lo spogliatoio.
Credo che, nonostante tutti i buoni propositi, in palestra non ci tornerò tanto presto.
   
 
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