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Autore: The Big Dreamer    15/10/2019    1 recensioni
[Crossover con Puella Magi Madoka Magica, anche se la storia si basa principalmente sulla lore di AC]
Robert Kristen era un uomo come tanti altri. Poi le visioni iniziarono a tormentarlo. Visioni di un passato misterioso, con protagonisti gli Ordini degli Assassini e dei Templari, scomparsi secoli addietro. O la verità è un'altra? Il suo destino si andrà dunque a incrociare con quello di Madoka Kaname e delle sue amiche, che hanno deciso di liberarsi dall'opprimente presenza di Kyubey per vivere la loro vita a modo loro, in un viaggio che va ad incrociare epoche storiche lontane e alcuni dei più grandi segreti dell'umanità.
Tutto questo mentre incombe sulla Terra una nuova minaccia, forse la più grande mai affrontata dai suoi abitanti.
Nulla è reale, tutto è lecito.
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Domenico Auditore, Nuovo personaggio, Rebecca Crane, Shaun Hastings
Note: Cross-over, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Firenze, Italia, anno 1298 della nostra era
 
Quel giorno il cielo batteva forte sopra Firenze, ma ciò non impediva alla vita cittadina di andare avanti. I mercati e le genti continuavano le loro solite attività.
Due persone, nel frattempo, conversavano amabilmente, una con una lunga veste rossa, sui 35 anni, l’altra era invece decisamente più giovane, sarà stato più o meno un sedicenne.
- “Messer Alighieri, secondo voi perché Dio ci concede il libero arbitrio se poi ci condanna all’Inferno se non seguiamo le Sue regole? Non è forse una contraddizione?” -
Dante rise alle parole del suo interlocutore - “Antonio… stai forse affermando che il volere di Nostro Signore non sia giusto? Sei forse un eretico?” -
Il ragazzo si sentì fortemente imbarazzato. Era stato veramente uno stupido - “S… scusate maestro…” -
- “Stai tranquillo, figliolo…” - lo rassicurò il poeta - “Io, a differenza del nostro carissimo Pontefice, non ti giudico, anzi, ritengo la tua riflessione assolutamente valida.” -
- “Allora cosa ne pensate al riguardo?” -
L’uomo sospirò - “Sai, molto spesso me lo chiedo, e giungo sempre alla conclusione che Dio sia molto più buono e caritatevole di quanto lo dipingano gli uomini.” -
- “In che senso, se mi permettete di chiedervelo?” -
- “Insomma, che senso avrebbe la vita se fosse solo dolore e miseria, come in tanti ci vorrebbero far credere? Non va forse contro il concetto d’infinità bontà di Nostro Signore? La curiosità di noi uomini verso l’ignoto altro non è che il nostro desiderio di conoscenza, che possiamo soddisfare in questa vita che Lui ci offre. Questa è la via che ci conduce al Paradiso, non la mortificazione personale.” -
- “E’ un punto di vista molto… pagano, se posso dirlo.” -
- “Assolutamente. E in parte ti do ragione. Gli antichi erano molto più saggi di quanto pensiamo, Antonio. Loro avevano scoperto la verità molti anni addietro, da Coloro Che Vennero Prima.” -
Il ragazzo chiese, confuso - “Coloro Che… Vennero Prima?” -
- “Un giorno ti dirò esattamente di cosa sto parlando. Fino ad allora concentrati sui tuoi studi, acquisisci la conoscenza necessaria per poter poi accettare i misteri ai quali io e i miei Fratelli t’inizieremo.” -
- “Va bene, maestro.” -
I due osservarono un’aquila volteggiare sopra le loro teste, e tale visione lasciò Dante estasiato - “L’aquila… quale animale nobile… fiero e libero… esattamente come dovremmo essere tutti noi uomini.” -
- “Avete totalmente ragione.” -
 
Mitakihara, Giappone, anno 2020 della nostra era
 
La sveglia risuonò come impazzita, destandolo dal suo torpore. Robert Kristen si alzò totalmente spaesato. Aveva di nuovo fatto quei sogni con Dante Alighieri e quel suo apprendista, Antonio. Certo, non sarebbero stati poi così gravi, se non avesse avuto di continuo allucinazioni da sveglio con loro protagonisti. I medici dicevano che il suo era un caso particolare, che ancora non riuscivano a capire. Era ormai un anno che lo tormentavano, e con i farmaci a malapena le teneva sotto controllo. Sempre meglio sognarli che vederli durante la vita di tutti i giorni, si diceva.
La prima cosa che fece fu andare in cucina e mandare giù le sue solite due pasticche mattutine con un bicchiere d’acqua. Era penoso, ne doveva prendere due la mattina e una prima di andare a dormire, ma almeno non lo facevano impazzire, si diceva.
All’esterno appariva come Robert il Simpaticone, amico di tutti, che si godeva la vita tra un mojito e un Long Island Ice Tea, impiegato di alto rango di un’importante azienda di Mitakihara a soli 28 anni. Ma dentro era un uomo stanco e invecchiato troppo presto a causa delle visioni che aveva, e soltanto la sua immensa forza di volontà non lo portava sul baratro della pazzia. Quelle stupidaggini, quelle cose che sembravano assolutamente normali per le persone della sua età erano invece la sua ancora di salvezza, gli facevano credere di essere come tutti gli altri, magari con qualche rotella fuori posto. Anzi, parecchie, a giudicare dal suo stato mentale.
- “COMUNICAZIONE D’EMERGENZA: UNA TEMPESTA DI GRANDE INTENSITA’ SI STA PER ABBATTERE SU MITAKIHARA. AVVISIAMO TUTTI GLI ABITANTI DI DIRIGERSI SUBITO VERSO IL RIFUGIO PIU’ VICINO. RIPETIAMO: IN ARRIVO TEMPESTA DI GRANDE INTESITA’. RECARSI SUBITO VERSO IL RIFUGIO PIU’ VICINO.” -
Il megafono della Protezione Civile era chiaro: doveva subito levare le tende da casa sua. Sospirando, ma già pronto a ciò, Robert prese le sue pillole e le mise nella valigia che aveva preparato la sera prima. Preso l’ombrello, in quanto già pioveva a dirotto, si diresse al punto d’incontro più vicino, dove un camion avrebbe portato lui e altri sventurati al rifugio designato.
Lì una calca immensa di persone, compresi bambini che urlavano e vecchi lamentosi, facevano venire un grandissimo mal di testa a Kristen. Vabbè che la situazione era seria, ma diavolo, potevano mantenere un minimo contegno?! E lui che credeva che in Giappone fossero tutti seri e freddi come il ghiaccio… mai fidarsi degli stereotipi. Il cielo si faceva sempre più scuro, e il vento cominciava già a soffiare forte. Si dovevano sbrigare, altrimenti sarebbero arrivati troppo tardi.
Per fortuna i bus arrivarono in pochi minuti, e tutti poterono salire, venendo portati al rifugio. Robert trovò uno spazio dove mettere il suo sacco a pelo, ponendo poi in un angoletto le sue medicine e i suoi libri. Collegandosi al wi-fi dell’edificio dal suo computer poté vedere dal sito del telegiornale locale come la tempesta si stesse cominciando ad abbattere sull’intera città. Accidenti, era fottutamente potente.
Poi, una cosa lo lasciò stupito, una cosa che nessuno, tranne lui, aveva notato. In mezzo alla tempesta c’era una… cosa… gigantesca e terribile. Aveva un aspetto a dir poco grottesco, ma infondeva in lui una grandissima angoscia, quasi se sapesse di cosa si trattasse.
Si affacciò alla finestra per distogliere l’attenzione, pensando fosse solo un’allucinazione, e, in lontananza, la rivide. No, non poteva essere una delle sue solite visioni, quella cosa era REALE!
- “A… amico, la vedi anche tu, vero?!” - chiese al suo vicino di branda, che lo guardò confuso.
- “Cosa?” -
- “Ma come cosa?! QUELLA!” -
Pur indicando quell’abominio il suo interlocutore sembrò non vederlo, anzi, si girò nuovamente verso di lui - “Amico, ma stai bene? Lì non c’è niente.” -
- “COME?! MA NON VEDI QUELLA… COSA?!” -
L’altro lo continuò a fissare, muto, poi vide i farmaci che teneva accanto a sé  - “Capisco… beh, tante buone cose…” - e se ne andò, prendendo la sua roba e cercandosi un altro posto, il più possibile lontano dall’americano, che riteneva totalmente pazzo.
Robert si sdraiò, ripensando a fondo a quello che aveva visto. No, non poteva essere una delle sue visioni, quell’abominio esisteva veramente! Non vedeva mai immagini vivide come quella, le sue allucinazioni avevano tutte la forma di spettri.
Sebbene la paura montasse dentro di lui, nella consapevolezza che, dietro di lui, ci fosse quella cosa, cercò di chiudere gli occhi. Rivedere Dante e il suo allievo sarebbe stato addirittura di conforto, considerata la situazione.
 
Kalafina, Magia - https://youtu.be/QwquipMpsiQ
 
- “Kyoko, attenta!” -
Sayaka non riuscì ad avvertire in tempo l’amica che un detrito la colpì all’addome, facendola cadere a terra. La turchina corse a perdifiato da lei, e l’aiutò a rialzarsi - “Stai bene?!” -
- “Sì, tutto a posto…” - rispose Sakura, piuttosto malconcia - “Ho solo… preso una brutta botta… Walpurgis è davvero un osso duro…” -
- “Non perdete la concentrazione!” - le rimproverò Mami, mentre saltava da una roccia all’altra - “Un attimo di distrazione e per voi è finita!” -
- “Parla quella che per poco non si è fatta mangiare la testa da una Strega di quart’ordine!” - la punzecchiò la rossa.
Tomoe le rivolse un’occhiata di ghiaccio - “Zitta. Sta zitta.” -
- “Il fuoco della verità di Kyoko Sakura brucia, eh?” -
- “Invece che provocarvi a vicenda pensate a combattere, ok?” - s’intromise Homura, mentre con un fucile d’assalto distruggeva dei famigli della Strega.
- “Homura ha ragione, dobbiamo restare unite!” - disse invece Madoka, che scaricava delle frecce di luce contro la nemica, danneggiandola considerevolmente.
La mora guardò intensamente l’amica: non era riuscita a salvarla dal contratto con Kyubey, che l’aveva dunque trasformata in una Maga. Era condannata a un terribile destino, quello di potersi trasformare, prima o poi, in una Strega. Tutti i suoi viaggi nelle varie timeline erano stati quindi inutili? Per niente: questa volta era riuscita a riunire tutto il quintetto di Puellae in un’unica squadra che, nonostante le tante divergenze di opinioni e di metodi, stavano compiendo un’impresa titanica, ovvero distruggere la Notte di Walpurgis, cosa che in nessuna linea temporale precedente era loro riuscita, se non con il sacrificio di Madoka.
Tuttavia, la battaglia era ben lungi dall’essere finita, quella dannata Strega aveva la pelle dura. Perfino combattendo tutte e cinque insieme rischiavano seriamente di lasciarci le penne.
Kyoko e Sayaka partirono all’assalto, liberando la linea di tiro di Madoka, Homura e Mami dai vari detriti che impedivano loro di prendere bene la mira. Poi queste ultime spararono i loro rispettivi colpi, provocando ulteriori ferite all’avversaria, che sembrava sul punto di crollare.
- “E’ fatta! Manca poco, solo un ultimo attacco!” - annunciò la bionda.
Il cuore di Akemi cominciò a battere all’impazzata. Non le pareva vero, ce la stavano facendo. Mancava poco, ancora poco.
- “TUTTE INSIEME!” - gridò, mentre lei, Kaname e Tomoe preparavano i loro attacchi più devastanti.
Le dita di Homura tremavano, non riusciva quasi a tenere in mano il suo lanciarazzi. Poi l’urlo di Mami la fece concentrare per un ultimo istante - “TIRO… FINALE!” -
Il suo attacco, la freccia di Madoka e il razzo di Akemi, rinforzati dal loro potere magico, centrarono in pieno Walpurgis, che cominciò ad emettere delle vere e proprie urla di dolore, prima di gonfiarsi come un palloncino per poi scoppiare fragorosamente. Poltiglia nera schizzò da tutte le parti, investendo le povere Puellae, che ne vennero totalmente ricoperte, eccetto che per gli occhi.
- “Bleeeeeeeeeah… mi è… finita in bocca…” - si lamentò Sayaka, che era sul punto di vomitare. Di certo quello non era un sapore gradevole.
- “Ma cos’è ‘sta merda?!” - urlò con immensa eleganza Kyoko.
- “Dio mio… dovrò farmi almeno tre docce a casa…” - fu invece la reazione di Mami.
Madoka e Homura, invece, si guardarono un attimo, e dopo aver visto com’erano conciate scoppiarono a ridere. Le altre tre le fissarono stupefatte, poi si unirono anche loro alla risata generale.
Akemi era finalmente libera dalla sua maledizione, che le imponeva di rivivere lo stesso mese della sua vita ancora, ancora e ancora. Finalmente avrebbe potuto vivere il tempo che le restava, poco o tanto che fosse, con Madoka, la sua Madoka.
- “Brave, vedo che unite siete riuscite a sconfiggere la Notte di Walpurgis. Scelta molto saggia, vi faccio i miei complimenti. E’ proprio vero quello che dite voi umani, che l’unione fa la forza.” -
Le adolescenti si girarono. Avevano riconosciuto quella voce. E si riempirono di disgusto - “Kyubey.” -
L’Incubator le fissava serafico - “Cos’avete contro di me? Che vi ho fatto?” -
- “Che ci hai fatto?! CHE CI HAI FATTO?!” - Kyoko, piena di rabbia, lo prese per il collo e lo sbatté contro una macchina - “Ci hai ingannate, ci hai fatto trasformare in degli zombie che possono trasformarsi da un momento all’altro in delle Streghe!!” -
- “Io non vi ho ingannate affatto, semmai ho omesso dei dettagli del contratto. Non ci vedo niente di male.” -
- “CI PRENDI IN GIRO, MERDA AMBULANTE?!” -
- “Attenta, Kyoko, non agitarti troppo. Non sia mai che la tua Soul Gem diventi nera e che ti possa trasformare in una Strega, anche se la morte di Walpurgis ha alimentato l’Universo per almeno un paio di millenni.” -
- “FANCULO! BRUCIA ALL’INFERNO, TU PICCOLO…” -
Sayaka corse verso l’amica, mettendole le mani sulle spalle - “Kyoko, fermati! Non vale la pena sporcarsi le mani con un essere simile.” -
- “Ma…” -
La rossa si calmò gradualmente. Aveva ragione, far fuori quel coso sarebbe stato inutile. Tanto si rigenerava all’infinito.
- “Va bene… per oggi sei salvo, ratto pestifero…” -
- “Ogni tanto anche voi ritornate alla ragione, a quanto vedo… siete meglio di quanto mi aspettassi.” - rispose Kyubey.
- “A differenza tua noi abbiamo una dignità.” - lo incendiò con lo sguardo Mami.
- “Dignità… che penoso concetto umano… come quello di libero arbitrio, o di pace… voi credete di poter avere tutto ciò… ebbene, sono solo illusioni. Il progresso dell’uomo è legato al conflitto, alla sopraffazione… voi non siete nient’altro che una razza inferiore…” -
- “E tu che ne sai?” - protestò Madoka - “Tu vedi negli esseri umani solo ciò che ti conviene, per poi farci quello che fai, dicendo che è per il bene dell’universo…” -
- “E’ così. Io lo faccio solo per questo.” -
- “Non ti crediamo.” - lo fulminò Homura - “Se esistesse una maniera per governare l’Entropia senza la necessità di voi Incubator sono certa che fareste di tutto per poter sopravvivere, a costo di alimentare questo sistema marcio.” -
- “Povera Homura Akemi… sei proprio ingenua, come tutte voi.” -
- “O forse non hai voglia di ammettere la verità. Sappi una cosa: da questo momento in avanti lasciaci in pace, non far più vedere il tuo brutto muso in questa città, altrimenti non ti ucciderò, al contrario, ti terrò in vita, e ti sottoporrò a delle torture talmente indicibili che pregherai… pregherai le divinità nelle quali fino a quel momento non credevi…” -
- “Suona come una minaccia, e a questo punto preferisco non avere più niente a che fare con voi, almeno per il momento. Cercherò altre ragazze che possano combattere per me. Addio, Puellae Magi di Mitakihara. Forse un giorno ci rivedremo.” -
- “Spero per te che ciò non avvenga.” -
L’essere bianco se ne andò, e le cinque capirono che era veramente finita. Non erano certo libere dalla loro maledizione, ma da quella pantegana maledetta sicuramente sì. E questo si andava ad aggiungere all’aver salvato la città, un premio meraviglioso per loro.
- “E allora… che si fa?” - chiese Sayaka.
Già… bella domanda… che cosa avrebbero fatto ora che Walpurgis era stata sistemata? Nessuna di loro si era posta la questione, soprattutto Homura, così ossessionata da un solo obiettivo per tanti anni trascorsi a viaggiare nel tempo, tra almeno 100 linee temporali. Cosa avrebbero fatto delle proprie vite, alla luce di quello che avevano scoperto nell’ultimo mese? In loro si fece strada la paura, molta paura, ma al di sotto di essa vi era un barlume di speranza. Insomma, se ce l’avevano fatta contro quella minaccia cosa impediva loro di fare lo stesso con tutto ciò che avrebbero affrontato in futuro?
 
Main Theme - https://youtu.be/-_O6F5FwQ0s

 
ASSASSIN’S
CREED
PART I
INFERNO

Note dell'autore
Perché ho deciso di pubblicare questa storia (anzi, la prima parte di una trilogia di storie)? Perché un crossover così insolito tra Assassin's Creed e Puella Magi Madoka Magica?
All'apparenza molto diverse, si tratta di due serie che mi sono sempre piaciute per la loro capacità di far riflettere. Sì, Madoka Magica sarà decisamente più forte da questo punto di vista, ma anche AC nei suoi primi capitoli sapeva offrire degli ottimi spunti filosofici ed etici (soprattutto per la questione libero arbitrio vs controllo tra Assassini e Templari), e la mia fanfic si pone l'obiettivo di tornare agli "antichi fasti" della saga.
Si può dire che si tratterà di una fanfiction sui personaggi di Madoka Magica nel mondo di Assassin's Creed, principalmente (per questo l'ho pubblicata in questa sezione). E' chiaro, quindi, che il fulcro delle vicende sarà la lotta tra gli Assassini e i Templari e la ricerca dei Frutti dell'Eden, con le solite escursioni nel passato, anche se questa storia sarà molto ambientata ai giorni nostri, pur avendo scelto il 2020 invece dell'anno in corso per avere più libertà narrativa.
Ce la farò? Solo il tempo ce lo dirà.
Spero che voi continuiate a seguirmi in questa avventura.
Alla prossima!

 
   
 
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