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Autore: Giandra    16/10/2019    1 recensioni
Draco!centric; post-war.
Eppure non puoi fare a meno di domandarti cosa sarebbe successo se ti fossi svegliato prima, se quella voce fosse rimbombata nella tua testa con un po' di anticipo.
Ma — si sa — certe cose si comprendono solo quando ci esplodono in faccia, quando ci feriscono, a volte quando è troppo tardi.
Fa più rumore un albero che cade, rispetto a una foresta che cresce.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Flusso di coscienza
 
Lo so, Draco, che per te è difficile assistere inerte mentre il tuo mondo crolla in mille pezzi, vederlo sgretolarsi dinanzi ai tuoi occhi e non poter fare niente per aggiustare le cose.
So che non è facile sentirti gli occhi di tutti addosso mentre cammini per le strade di Diagon Alley: gli altri ti guardano come se non meritassi di essere lì, il figlio di un traditore, un traditore tu stesso, un paria, un reietto; per loro non hai il diritto di sentirti parte di quel mondo, per loro dovresti finire ad Azkaban come tutti gli altri Mangiamorte. Tu e la tua famiglia siete stati graziati, in fondo lo sai che è vero, come lo sanno loro.
Quello che gli altri non possono neanche immaginare, però, è come ogni volta che lo sguardo cade sul tuo braccio sinistro un pezzo della tua anima vola via come succhiato dal bacio di un Dissennatore; è come ti senti quando incroci per strada quelle famiglie distrutte dalla Guerra, una guerra che tu hai aiutato a costruire, di cui sei stato parte, ma dalla parte sbagliata; è come non riesci neanche a sopportare la vista di Potter o di uno qualsiasi dei suoi amici, perché sai che ci troveresti pena, perdono, compassione, tutte cose che non sopporti e in ogni caso che non credi ti siano dovute, tu che prima pretendevi tutto e subito.
«Eravamo i migliori» pensi guardando la foto incorniciata e agganciata prepotentemente al muro della tua stanza, che ritrae te e i tuoi genitori, sorridenti e pieni di orgoglio, fieri come leoni, per quanto sarebbe l'ultima specie animale che assoceresti alla tua famiglia.
Eravate i migliori, Draco?
Non so, non credo. Forse eravate i più rispettati. Ma il rispetto è una cosa diversa dalla paura e non si può comprare con i soldi. Forse eravate questo, i più ricchi. Ma i soldi vanno e vengono e alla fine contano meno di niente se non si ha qualcuno con cui condividerli, o a cui ostentarli.
Cosa eravate, Draco?
Tre serpenti pronti a morire l'uno per l'altro, che si chiudono a riccio attorcigliandosi su loro stessi, che strisciano con malizia e astuzia, ma pur sempre strisciano, al servizio di qualcun altro.
Sì, forse eravate questo.
Lo so, Draco, che ti chiedi come mai tu non te ne sia accorto prima. Harry Potter ha fatto tanto rumore tra le mura di Hogwarts, con la sua sindrome dell'eroe, con le sue sciagure che lo hanno sempre rincorso senza lasciarlo in pace, con il suo coraggio e il suo valore. Li hai visti, pian piano, i tuoi compagni Serpeverde, che — al di fuori della tua cerchia — ammutolivano al suo passaggio, altri segretamente sorridevano, quei pochi Mezzosangue e Nati Babbani sarebbero stati visibilmente pronti a inchinarsi a lui, se lo avesse chiesto.
Li hai visti più felici, Draco, lo so che lo hai notato, lo so che li hai ignorati, come hai ignorato quella voce nella tua testa che ti urlava di lasciar in pace Hermione, lei e tutti quelli come lei, e che hai finito per seppellire in fondo al tuo cuore finché non è scoppiata, colpendoti in pieno nella deflagrazione.
Sei vissuto cinque — o forse sei — anni a contatto con persone che, a loro modo, hanno reso il mondo un posto migliore, si sono schierate dal lato giusto, o almeno da quello che nei libri di Storia della Magia così verrà raccontato.
Lo so, c'è stata tanta ingiustizia, lo so, non è colpa tua, lo so, Draco — lo so.
Eppure non puoi fare a meno di domandarti cosa sarebbe successo se ti fossi svegliato prima, se quella voce fosse rimbombata nella tua testa con un po' di anticipo.
Ma — si sa — certe cose si comprendono solo quando ci esplodono in faccia, quando ci feriscono, a volte quando è troppo tardi.
Fa più rumore un albero che cade, rispetto a una foresta che cresce.
Chiudi gli occhi e ti stendi sul letto, Draco, e io sono con te, sono ancora con te — e ci sarò sempre. Forse mi ascolterai, forse no, ma non c'è modo di liberarti di me.
Prima o poi alla coscienza bisogna dare ascolto.
   
 
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