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Autore: sweetnight87    18/10/2019    1 recensioni
E se durante l’incoronazine di Regina un fascio di luce riempisse la stanza e una volta dissolto tra lo stupore generale...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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A Emma piaceva organizzare quelle immense cene di famiglia.  Le  amava e non avrebbe più potuto farne a meno, non riusciva a immaginare di non riunirsi con la sua chiassosa famiglia.
Quella che si sarebbe tenuta il giorno dopo poi sarebbe stata speciale, avrebbe comunicato che aspettava dei gemelli e il loro sesso.
Emma aveva pensato di fare lo stesso gioco dei palloncini e l’idea la divertiva molto.
Immaginava già la faccia di tutti,in particolare di suo padre e le frecciatine tra lui e Killian.
Il giro di telefonate era stato estenuante e tremendamente faticoso, sperava nel passa parola, ma alla fine aveva chiamato tutti per essere certa che non mancasse nessuno.
Immaginava già la lunga tavolata in giardino, per fortuna ognuno avrebbe portato qualcosa, su questo Snow non aveva voluto sentire storie, non voleva che la sua Emma, la sua meravigliosa bambina, si affaticasse troppo.
Dopo quella lunga mattinata di telefonate sarebbe dovuta essere di turno alla stazione dello sceriffo ma era stata dispensata da Killian e David, Regina aveva preteso un cambio di turno, lei, Emma, Snow, Belle,Lucy, Zelena,Robin Jr con Alice e Ruby avrebbero dovuto consigliarla sulla scelta dell’abito da sposa e fare da babysitter, soprattutto,  avrebbe per questo sfruttato Zelena e le avrebbe comunicato che in quanto madrina della piccola era un suo dovere, immaginava la commozione della sorella e la battuta che ne sarebbe seguita, non sarebbe stata sua sorella se non ne avesse fatto.
L’allegra compagnia aveva appuntamento per le diciassette in punto, Emma aveva tutto il tempo per fare una passeggiata insieme a Hope, così una volta pronte si avviarono a piedi verso il centro.
Passeggiando i suoi piedi erano stati guidati verso il negozio per bambini.
Una volta entrata, dinnanzi al reparto delle culle si rese conto che ne sarebbero servite altre due, ma il modello che improvvisamente aveva fatto capolino nella sua mente non c’era, a quel punto tutto le fu chiaro, l’avrebbe fatta realizzare a Marco e Pinocchio, sorrise compiaciuta per la decisione presa e riprese a girare per le varie corsie fino  a quando la sua attenzione fu richiamata da una tutina a righe rosse  e bianche con scritto su little pirate.
I suoi occhi s’illuminarono all’istante e anche se la piccola Hope dormiva beata non potè non rivolgersi a lei per chiederle il parere in quanto sorella maggiore.
“Che ne pensi principessa? La compriamo per il fratellino e facciamo una sorpresa a papà?”
Felice per quella scelta aveva continuato a girare per i vari reparti e fatto razzie, comprato davvero di tutto per i gemelli e per Hope che cresceva a vista d’occhio.
Solo una volta uscita dal negozio con tutte le buste in mano si rese conto di quanti acquisti avesse fatto. Il suo stomaco brontolò rumorosamente, aveva fame, aveva voglia di anelli di cipolla, quel desiderio era diventato insostenibile così si era avviata da Granny e lì aveva incontrato Henry e Lucy che mangiavano un gelato.
“Nonna,nonna!”
Aveva esordito la piccola correndole incontro ad abbracciarla.
“ So che saremo a cena tutti da te domani,non vedo l’ora di scoprire se avrò un Baby zio o un’altra baby zia” Emma sorrise scompigliandole i capelli.
“Chissà ragazzina!” 
Disse accarezzandosi quella pancia che si vedeva giorno dopo giorno sempre di più.
“Ehi tu! Ragazzino grande, cosa mi racconti?”
Emma lo leggeva negli occhi di suo figlio che dovesse dirle qualcosa.
Henry le fece segno di spostarsi, non voleva turbare la sua bambina, ma la piccola peste di Lucy li stupì
“Guarda che la nonna non ti dirà no, puoi portare a cena domani zia Ivy”
Emma guardò Lucy, poi Henry, lo vide deglutire vistosamente ed ebbe la conferma che sua nipote avesse ragione.
“ Per me va’ bene ragazzino, ma prepara l’altra mamma”
Rise divertita avviandosi al bancone per ordinare finalmente i suoi agognati anelli di cipolla.
Certo era tutto così strano, era mamma di un giovane uomo, di una piccola principessa e presto la famiglia avrebbe accolto Liam e Leila, ed era nonna. Aveva avuto un lieto inizio meraviglioso a cui aveva fatto fin troppo l’abitudine, ma il sentirsi chiamare nonna ancora la destabilizzava un po’, non potè non sorridere e addentare finalmente il primo anello di cipolla caldo, caldo.
Storybrooke era la cittadina dove tutto era davvero possibile, ci avrebbe mai fatto davvero l’abitudine?
Distratta dal divorare i suoi amati anelli di cipolla non si rese conto che erano arrivati quasi tutti i membri della banda per il pomeriggio in atelier, conoscendo Regina sarebbe stato un luuuuuuungo pomeriggio.
Durante il tragitto gli argomenti trattati furono tanti, sembrava quasi non si vedessero da chissà quanto tempo.
Alice che stava portando il passeggino con la piccola del gruppo ad un certo punto voltandosi verso Robin Jr la lasciò a bocca aperta, “cosa preferiresti un maschietto o una femminuccia per noi?” Zelena rischiò un attacco cardiaco, mentre il resto della comitiva rideva divertito.
“Direi che prima di pensare a un bambino vostro dovrete fare pratica, è per questo che io ed Emma saremo felici di chiedervi di fare da baby sitter alle nostre figlie, noi avremo così più tempo libero e voi farete pratica”
Zelena fu grata a sua sorella per la prontezza nel risolverle il problema, Emma invece le fu meno grata di averla tirata in ballo nella questione, non che non si fidasse delle ragazze,  ma sperava sempre di essere il più possibile presente per i suoi figli, l’idea di affidarli a terzi non le piaceva tanto, anche se doveva ammettere che una volta nati i gemelli il tempo per la vita di coppia sarebbe diminuito   notevolmente volente o nolente e probabilmente avrebbe chiesto una mano. Non poteva trascurare il suo bel marito. Sorrise al pensiero di Killian con il finto broncio perché trascurato.
Una volta in atelier furono accolte dalla titolare in persona, non poteva essere diversamente visto  l’importanza della cliente, il sindaco, anzi la Regina Buona di tutti i Regni Riuniti.
Flûte e flûte di champagne vennero distribuiti alle clienti tra un cambio di abito e l’altro. E Regina di abiti ne aveva provati! Era stato perso il conto dalla compagnia.
Emma che non voleva di certo passare la notte in negozio fece cenno alle ragazze della comitiva di cercare dei modelli da suggerire a Regina, nella speranza che tra questi ci fosse l’abito dei suoi sogni.
Purtroppo però nessuno degli abiti proposti colpì la futura sposa,  che triste e scoraggiata da quel fallimento stava per rivestirsi quando Lucy arrivò con un abito che le ricordava nello stile quello che la vecchia versione di sè aveva indossato, ma questo era bianco,romantico da principessa, anzi da Regina Buona.
Guardò negli occhi la piccola Lucy, guardò l’abito e dovette asciugarsi le lacrime che silenziose avevano iniziato a inumidirle le guance.
La piccola sorrise trionfante incoraggiando la sua giovane nonna ad andarlo a provare.
“Vai,vai! Di là stanno iniziando a diventare insofferenti, le tengo buone io, tu però sbrigati”
Ancora un po’ sopraffatta da ciò che quell’abito le aveva fatto provare si recò al camerino e una volta indossato dovette portarsi le mani sul viso per lo stupore.
Le maniche erano lunghe ma leggere, ricamate  in pizzo su alcuni punti, il corpetto era a forma di cuore ma non provocante, elegante. Il pizzo era presente anche sulla parte superiore del corpetto, la gonna di raso scendeva e sagomava il suo corpo alla perfezione, poi si apriva morbida arrivando oltre i piedi, aprendosi come un fiore. Nonostante la recente gravidanza era tornata in splendida forma. Lucy le aveva trovato l’abito più bello in assoluto, non sarebbe andata a casa a mani vuote, non restava che mostrarlo a tutte le presenti.
Con passo incerto e lento, causato dall’emozione raggiunse la grande sala dove tutte le ragazze l’aspettavano, una volta lì richiamò la loro attenzione schiarendosi la voce.
Le presenti nel salottino dapprima trattennero il respiro, Regina era bellissima. Arrivarono fischi di approvazione, chi altri se non Zelena avrebbe potuto fare una cosa del genere? Oltre a un applauso talmente forte che avrebbe svegliato chiunque tranne la piccola Cora Eva, lei sembrava vittima dell’incantesimo del sonno.
Finalmente la lunga ricerca era terminata, adesso non restava che tornare a casa.
La mattina seguente quando il sole fece capolino nella stanza dei coniugi Jones una piccola intrusa era presente nel letto in mezzo ai suoi genitori.
Killian non aveva resistito e quando la piccola alle prime luci dell’alba aveva aperto gli occhi si era alzato e l’aveva presa, voleva che la sua Emma dormisse ancora un poco, era riuscito subito nel suo intento, la piccola monella di casa si era riaddormenta dopo che il suo papà l’aveva messa nel lettone e lui aveva potuto osservare le sue bellissime donne dormire.
Quando Emma aprì gli occhi e vide Hope alzò gli occhi al cielo, non voleva che la piccola prendesse quell’abitudine perché quando sarebbero arrivati i gemelli sarebbe stato difficile dividere il letto tutti e cinque, non poteva di certo fare disparità tra i suoi figli o creare gelosie.
“Killian!”
Aveva esclamato, ma lui era stato abile a sporgersi verso di lei e baciarla per non farsi rimproverare.
La situazione era diventata subito incandescente ma difficoltosa a causa della presenza di Hope nel loro letto, così anche se a fatica Emma si era alzata e Killian aveva storto la bocca... Adesso era insoddisfatto, ciò aveva fatto ridere di gusto la Salvatrice.
La giornata trascorse tranquilla, ormai accadeva da così tanto tempo che se fosse successo qualcosa sarebbero stati molto probabilmente tutti impreparati ad affrontare il nuovo nemico, ma Emma non voleva pensarci, anche perché si era ricordata di non aver mostrato a Killian gli acquisti per i gemelli. 
“Certo signora Jones!”
Un enorme sorriso era stampato sulle labbra del futuro papà che alla vista del piccolo indumento da pirata si commosse facendo ridere Emma.
“ Il terribile Capitan Uncino che piange, questa è da raccontare ai tuoi acerrimi nemici”
Emma amava punzecchiarlo ma immediatamente capì che suo marito si sarebbe vendicato, le avrebbe fatto il solletico,poteva leggere le sue intenzioni nei suoi occhi e così fu.
Sfiniti per il solletico cercarono di riprendere fiato prima di parlare della culla che Emma aveva in mente per i gemelli.
Alla  stazione dello sceriffo con l’arrivo di Henry e Ivy il lavoro di quella mattinata fu accantonato.
Killian, David ed Emma accolsero i due con gioia, ma da mamma la Salvatrice sapeva che il suo ragazzino aveva qualcosa da dirgli.
“Ragazzino cosa devi dirmi?” 
Henry sorrise, la sua mamma era andata dritta al sodo.
“Mamma io e Ivy vorremmo la tua benedizione per sposarci” 
Anche Henry era andato dritto al punto. Emma immaginava che questo giorno sarebbe arrivato presto, ma non così tanto, d’altronde si frequentavano da poco, ma chi era lei per ostacolare l’amore?
“ Hai la mia benedizione” prese le mani dei due ragazzi strette l’una nell’altra e le strinse tra le sue.
“Immagino che Regina non sappia ancora nulla? Ma sai bene che dovrai dirlo anche a lei!”
Henry e Ivy annuirono, il consenso di Regina era importante, anche perché quest’ultima pensava che la ragazza non fosse all’altezza del suo bambino, ma volevano dimostrarle il contrario.
La situazione si era fatta tesa, perché i due ragazzi sapevano bene che non sarebbe stato semplice avere il consenso di Regina, allora Killian con in braccio la piccola Hope si era avvicinato a Ivy e le aveva messo tra le braccia la sua baby cognata.
“ Ti presento tua cognata, benvenuta in famiglia anche da parte sua” 
Ivy sorrise cullando Hope, la piccola a sua volta ricambiò il sorriso, era buon segno, approvava la scelta del suo fratellone.
Mentre Henry guardava Ivy cullare la sua  sorellina non potè non andare oltre con i pensieri, questi però furono interrotti da nonno David “un passo per volta giovane nipote,un passo per volta” 
Henry annuì, era prevedibile che la sua espressione ebete l’avrebbe tradito lasciando intuire i suoi pensieri. 
“Pranzate con noi? Io sto andando da Granny a prendere gli ordini, Ruby oggi non può effettuare consegne”
Ivy con in braccio la piccola Hope sorrise felice per quell’ invito, adesso era più tranquilla, almeno in parte e poi era così facile sentirsi accettata e ben voluta, anche se la loro storia aveva posto fine a un matrimonio, cosa per cui non c’era giorno che  non si sentisse in colpa.
I due giovani si guardarono e annuirono, accettarono l’invito e Henry si offrì di accompagnare nonno David a prendere il pranzo per tutti.
Il pomeriggio trascorse spensierato fino a quando i due ragazzi non si congedarono, prima della riunione di famiglia dovevano sbrigare le ultime commissioni.
L’ora di cena era vicina, era quasi tutto pronto a casa Jones.
Emma non vedeva l’ora di comunicare dei gemelli alla sua famiglia, immaginava già la reazione della famiglia, avrebbe messo la mano sul fuoco su cosa ognuno avrebbe detto, sulle raccomandazioni che avrebbero loro fatto, una tra tutte quelle di fermarsi dopo i gemelli. Sorrideva mentre con in braccio Hope supervisionava la sala da pranzo, tutto doveva essere perfetto e per un po’ lo fu...
Erano quasi tutti arrivati, in realtà mancavano solo Henry e Ivy.
Emma temeva che la paura avesse preso il sopravvento e che nessun annuncio sarebbe stato fatto, per fortuna quel timore fu scacciato dal suono del campanello, erano loro,non poteva essere nessun altro se non loro, gli altri membri di quella immensa e caotica famiglia erano già tutti in giardino.
Quando Regina incrociò lo sguardo di Ivy immediatamente affidò la piccola Cora Eva a Zelena e si avvicinò ai due ragazzi
“Mamma!”
La salutò Henry dandole un sonoro bacio sulla guancia.
Ivy si limitò a un “Ciao Regina”
“Che significa?” 
Chiese Regina guardando Henry dritto negli occhi, era furiosa, non le piaceva quella situazione, sentiva che stava per prendere una piega poco piacevole quella serata.
“ Mamma Emma mi ha detto che potevo invitare Ivy”
Regina si voltò verso  Emma e la fulminò con lo sguardo, lei si limitò a schiacciarle l’occhio, ma non era saggio provocare la sua amica tanto poi che allattare e le notti insonne la rendevano particolarmente irascibile.
“ Mamma perché la prendi così? Dovresti essere felice per me,per noi”
Disse cercando e stringendo la mano di Ivy nella sua.
“Noi vorremmo solo...”
Emma che aveva capito che non era il momento di chiedere la benedizione a quel matrimonio s’ intromise.
“ Regina, non avevi una comunicazione da fare?”
La donna la guardò in un modo tale che era palesemente chiaro cosa avrebbe voluto fare, strangolarla, colpirla con le sue sfere di fuoco, ma sapeva bene che non era la cosa giusta da  fare, era la Regina Buona adesso.
Si schiarì la voce, sorrise e fece cenno a Robin e Zelena di avvicinarsi e senza troppi preamboli prese la mano di Robin, quella di sua sorella e fece così il suo annuncio
“ Cara Zelena, io e Robin saremmo felici se accettassi di essere la madrina della nostra bambina, avrei voluto dirtelo in atelier ma era giusto che ci fosse anche Robin, saremmo felici se accettassi”
Calde lacrime di gioia rigarono il volto di quella che una volta era la perfida strega dell’ovest.
Zelena abbracciò sua sorella e Robin con un po’ troppa foga, ma neanche questo scalfì il sonno della piccola Cora Eva.
Scroscianti applausi riempirono lo spazio, poi intervenne Neal” anche Emmona ha un annuncio da fare, sbrighiamoci perché ho fame”
“ Neeeeal!” Snow lo rimproverò per quei modi poco aggraziati ma tutti i presenti stavano ridendo di cuore.
“Il mio baby cognato ha ragione” intervenne Killian perché infondo anche lui aveva fame, ma in realtà voleva vedere la faccia di David una volta scoperto dei gemelli, l’idea lo divertiva moltissimo.
Emma e Hope raggiunsero la postazione dove i palloncini erano stati sistemati e iniziò il conto alla rovescia.
Quando Neal scoppiò il mega palloncino fuoriuscirono coriandoli bicolore che lasciarono i presenti per un attimo con il fiato sospeso.
Con attenzione i coniugi Jones osservarono la reazione di David il quale aveva iniziato a piangere per la gioia. Killian iniziò a ridere ed Emma gli diede una gomitata sul fianco, ma non ebbe l’effetto sperato, servì solo a fare allontanare Killian e raggiungere suo suocero.
“Come si vede che l’età che avanza ti sta rendendo emotivo”
David per tutta risposta gli diede una gomitata sul fianco, poi però l’attirò a sè e l’abbracciò.
“ Nonostante i tuoi trecento anni e più devo dire che sono sorpreso, addirittura gemelli questa volta” la battuta fece scoppiare a ridere i presenti, quei due non avrebbero mai smesso di punzecchiarsi e di contendersi le attenzioni di Emma.
Henry e Ivy nonostante stessero anche loro festeggiando il lieto annuncio di Emma e Killian non potevano non pensare a Regina e al suo rifiuto di accettare quell’unione.
Intanto in un angolo della sala i futuri coniugi Locksley discutevano animatamente.
“Ricordi cosa è stata in grado di scatenare? Scusa se sono restia  ad esultare per questo matrimonio perché è così che finirá!”
Regina avrebbe volentieri scagliato le sue sfere di fuoco per scaricare quella tensione.
“Non dico tu abbia torto, ma sai meglio di chiunque altro quanto per amore si possa cambiare” Quel sorriso furbetto di Robin non poté non fare sorridere Regina, doveva dargliene atto, non poteva non concedere a Genoveffa il beneficio del dubbio, esattamente come avevano fatto con lei.
Sbuffando come una bimba a cui è stato detto no, si alzò e con la piccola Cora Eva tra le braccia andò a cercare i due ragazzi, ma avrebbe fatto loro un bel discorsetto, soprattutto alla signorina Genoveffa.
Anche Henry stava cercando la sua mamma, questa volta sarebbero stati in disaccordo, ne era dispiaciuto ma non voleva e non poteva perdere la sua amata, anche a costo di andare contro uno dei pareri che per lo più contavano, avrebbe sposato Genoveffa con o senza la benedizione di mamma Regina.
I tre s’incontrarono a metà strada, un attimo di silenzio, un lungo attimo a dire il vero precedette il fatidico discorso che era stato preparato da ambo le parti.
“Non intendo rinunciare a Ivy! Mamma mi dispiace essere in disaccordo con te, darti questo dispiacere ma devi anche capire che non sono più un ragazzino, che non puoi proteggermi all’infinito. So che in quanto mamma sarà per te impossibile non farlo, ma devi avere fiducia anche nella possibilità che l’amore possa cambiare le persone e nessuno meglio di te lo sa”
Henry era un fiume in piena, le guance arrossate, gli occhi lucidi perché non voleva dare quel dispiacere alla sua mamma, ma, non poteva di certo rinunciare al vero amore.
“Henry, perdonami se sono stata così rigida, se non ti ho voluto dare la possibilità di parlare, di raccontarmi, ma ne abbiamo passate fin troppe e il mio istinto di protezione ha preso il sopravvento”
Ivy aveva provato a lasciare ai due il loro spazio per parlare, ma Henry l’aveva avvicinata a sè e circondato la sua vita, quel gesto valeva più di mille parole per la ragazza, i suoi occhi avevano brillato, finalmente era amata veramente.
Regina, occhi negli occhi  con la  sua futura nuora, in lei aveva visto del buono all’inizio, l’aveva presa sotto la sua ala protettiva per evitare che commettesse i suoi stessi sbagli, aveva visto in lei lo stesso tormento che aveva portato sè stessa ad intraprendere la strada sbagliata e voleva evitarlo a lei, aveva rivisto  sè stessa alla sua età, erano infatti molto simili. La delusione per quanto successo in precedenza aveva fatto sì che l’istinto di protezione per Henry non desse spazio ad altri pensieri, a valutare un effettivo e sincero cambiamento e ne era dispiaciuta perché anche lei meritava una seconda possibilità, non sarebbe stato giusto non concedergliela  quando  lei per prima ne aveva usufruito nonostante le sue colpe.
“Ivy, benvenuta in famiglia”
Le disse abbracciandola per quanto la piccola Cora Eva le permettesse di fare.
“Perdonami per come mi sono comportata, ma un giorno capirai anche tu che l’istinto di protezione verso il proprio figlio in una madre è più potente perfino della magia oscura.”
Ivy le sorrise e ricambiò quell’abbraccio, segno ufficiale di benvenuto in famiglia a tutti gli effetti.
La serata poteva continuare finalmente in completa armonia adesso.
  
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