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Autore: BigGio98    18/10/2019    1 recensioni
Come brevi pagine di un diario, questi racconti sintetici riassumono situazioni capitatemi durante l'arco di questi ultimi anni e le generalizza, rendendole esperienze che possono capitare a chiunque in un qualunque giorno della propria vita.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Ci sono quelle giornate in cui non ti va di fare niente: ti inventi una scusa per convincere te stesso (ma soprattutto i tuoi genitori) a non uscire di casa e poltrire; ti metti sul divano, coperta e via… Tu, la tua Xbox, il tuo telefono: tutto quello che ti serve è a meno di un metro da te; per quel giorno la tua testa non pensa ad altro, se non a come umiliare gli avversari con cui ti scontri online nei videogiochi. Dopo ore passate attaccato alla tv, pensi che forse dovresti avere la decenza di staccare e come minimo studiare un po’, perciò stacchi il computer dalla carica e cominci a ripassare i tuoi appunti; finisci quelle letture (anche se sai che ti scorderai tutto passati gli esami) ed esci di casa, perché purtroppo è ora di andarsi ad allenare. Arrivi già stanco in palestra, dopo non aver fatto praticamente niente tutto il giorno, ma essendo un uomo, appena vedi una qualsiasi forma femminile in quell’edificio, magicamente ti si riaccende la voglia di vivere (pensi di poter spaccare il mondo, manco fossi Hulk); ecco come riesci ad ingannare facilmente fisico e mente: basta un solo sguardo. Finito di allenarti (e dopo aver osservato con attenzione le dee che ti si sono poste davanti nella palestra, la quale ormai ti ricorda l’Olimpo al femminile), torni a casa e la prima cosa che fai è mangiare, probabilmente anche le gambe del tavolo vista la tua fame. Continui a pensare alla tua giornata, a come l’avresti potuta vivere se fossi andato in università e di come, forse, saresti stato più stanco in quel momento; alla fine non puoi fare altro che sdraiarti sul letto, prendere le cuffie ed iniziare ad ascoltare un po’ di musica in riproduzione casuale (sei talmente stanco che non hai le forze per scegliere cosa ascoltare). Passi da canzoni depresse a più cariche e per sbaglio incappi già in quelle natalizie (non si sa come, visto che non è il periodo adatto); c’è, però, una canzone in particolare che ti rimane in testa dopo che l’hai ascoltata e non riesci a scacciare via dalla mente una frase specifica (a chi non è capitato di cantare sempre un ritornello?). Ci pensi e ci ripensi più volte, ma non sai perché quella frase: “Wish I could erase it, make your believe, but I’m a bad liar”; non sai che valore abbia o che significato dare a queste parole. Probabilmente la canticchi per quella piccola bugia detta la mattina di quel giorno; ecco come si chiude il cerchio della giornata, tutto sommato non così inutile, benché avessi pensato il contrario precedentemente.
   
 
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