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Autore: Harley Sparrow    18/10/2019    3 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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IX 

ERA UNA NOTTE BUIA E TEMPESTOSA 


 
 
-Il sole sta tramontando. Sarà meglio andare.
Disse Frannie, alzandosi in piedi dal divanetto in Sala Comune.
-Ma a che ora ti hanno detto, si può sapere?
Sussurrò Edmund, guardando le acque del Lago che si facevano sempre più scure.
-Nessun orario, Ed. Si era detto "al tramonto"[1]. Almeno, così diceva il biglietto che hanno lasciato nella mia borsa.
-Ah, hanno capito che urlarti in faccia insulti per poi sussurrare appuntamenti non era molto pratico, eh?
Si inserì Margaret, seguendo gli altri fuori dalla Sala. Frannie salutò Draco con la mano, lui li guardò sospettoso alzando un sopracciglio, ma ricambiò.
-Sì, ma era divertente.
Rispose lei ridacchiando. Edmund scosse la testa.
-Non sembrerà strano che sia noi che loro manchiamo dalla Sala Comune tutto il pomeriggio?
Chiese poi Mag, con una vena di preoccupazione.
-Nah, loro mancano un sacco di volte per combinare i loro casini. E tutti penseranno che io e Tony e voi due siamo a fare le coppiette da qualche parte. Di certo non che siamo insieme, fidatevi. Dopo divinazione ho dato al loro padre del brocco impiastro davanti a tutti.
Edmund sbatté le palpebre incredulo.
-E non pensi che potrebbero essersi offesi?
-Scherzi? Ci divertiamo un sacco a odiarci  a voce alta. A volte mi suggeriscono gli insulti nei bigliettini il giorno prima. E poi Fred ha detto gridando alla Johnson oggi che mia madre ha una mazza da battitore infilata nel... Uh, Tony! Ciao!
Squillò Frannie, saltandogli tra le braccia. Il ragazzo veniva dalla Sala Grande, ma non era solo. Silver li guardava da dietro la spalla del fratello con sguardo distante. Alzò impercettibilmente le spalle.
-Ciao.
Borbottò, e gli altri salutarono perplessi.
-Potevamo invitare solo persone che sapevano dell'Ordine, per cui... eccolo qui.
Spiegò Tony. In effetti quella serata più che per festeggiare, era stata pensata per far stare i ragazzi di nuovo insieme. Fred e George dovevano odiare Frannie, e anche i rapporti con gli altri due Serpeverde si erano molto raffreddati. L'unico modo di far tornare tutto come prima, solo per una sera, era allontanarsi di nascosto da occhi indiscreti. Da tutti quelli che non sapevano della copertura. Da tutti quelli che non sapevano di Voldemort.
-Dovrebbe esserci anche tua sorella, Edmund.
Il ragazzo si illuminò un istante. Aveva avuto poco tempo per stare con Lucy in quei giorni, e sicuramente gli era mancata.
-Ma loro dove sono?
Chiese Margaret, guardandosi intorno.
-Sono già lì. Non potevamo certo farci vedere tutti insieme a passeggiare amabilmente per il giardino!
-Sì, hai ragione.
-Hanno chiesto anche a Potter credo, ma non penso che verrà.
Disse Frannie, mordendosi il labbro. Margaret strinse forte la mano a Edmund, speranzosa.
Lo strano gruppetto caracollò per il giardino. Il sole si abbassava sulla brughiera, guardando verso il castello il cielo era già scuro, e le stelle brillavano silenziose. Il verso di un gufo echeggiò per la radura. Faceva freddo, quasi nessuno studente era fuori nel cortile a quell'ora. Quando superarono la capanna del Guardiacaccia, non si vedeva anima viva. Edmund tremò e si sistemò meglio la sciarpa. Margaret gli passò la mano lungo la schiena affettuosamente. Il buio avanzava lentamente con le sue lunghe dita per tutta la volta celeste, guadagnando un millimetro alla volta. Quando sentirono i primi schiocchi del Platano, anche a Ovest il cielo cominciava a oscurarsi.
Memore del gesto di Piton più di un anno prima, Edmund puntò la bacchetta su un ciottolo del viale.
-Wingardium leviosa.
Il sasso si sollevò a qualche centimetro da terra. Il ragazzo, concentrandosi, lo spinse su una delle radici nodose. L'albero, che prima sferzava orrendi colpi sul terreno sollevando le zolle attorno, si immobilizzò. Tony e Silver trattennero il respiro, ammirati.
-Andiamo, presto. Si risveglierà tra qualche secondo.
Intimò Frannie, infilandosi nel budello di terra trascinando Tony per un  braccio. Silver li seguì immediatamente, infine Edmund e Margaret, che attesero qualche istante sinché non videro l'apertura chiudersi dietro di loro, coperta dalle fronde terrificanti del Platano Picchiatore. La galleria era stretta e umida. Tony, il più alto del gruppo, doveva piegarsi in due per passare senza sbattere la testa al soffitto.
-Ma quando finisce?
Sbuffò Silver, che era alto quasi quanto lui. Anche Edmund era in seria difficoltà. Margaret e Frannie si muovevano più facilmente, ma non davano l'idea di stare comode.
-Non lo so, è la prima volta che vengo qui.
Rispose candidamente Frannie.
Tony si fermò un istante a quelle parole, e tutti, in fila indiana, sbatterono gli uni sugli altri.
-Come la prima volta? Pensavo aveste già provato questo passaggio segreto.
-Sappiamo solo dove arriva, e come aprire il passaggio.
Rispose Margaret, quando ripresero a camminare.
-E dove arriva, di grazia?
Sibilò Tony. Mag strinse la mano a Edmund che stava dietro di lei, passandogliela dietro la schiena. Lui ricambiò la stretta.
-Alla casa più infestata del Regno Unito.
-Cosa?? Voi siete pazzi!
Sbottò Silver, ma non si fermò. Dopo aver percorso in quella brutta posizione la strada che passava da Hogwarts a Hogsmeade, finalmente si ritrovarono fuori da quell'incubo. Si sollevarono e si guardarono intorno nella penombra.
Era una stanza, una stanza molto polverosa e disordinata. La carta da parati si scollava dai muri; il pavimento era tutto macchiato; ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avesse preso a randellate. Le finestre erano chiuse da tavole inchiodate. Mag fu percorsa da un brivido.
-Lumos.
Disse invece Silver, e una tenue luce rischiarò la stanza dall'aspetto squallido. Sentirono uno scricchiolio venire dal piano di sopra. I ragazzi sussultarono.
-Devono essere già qui.
Sussurrò Frannie.
-Fred? George? Non è divertente! Venite subito fuori!
Chiamò Margaret a voce alta. Frannie fece per salire le scale, quando qualcuno la afferrò per un braccio.
-Aspetta.
Disse Edmund. Si frugò velocemente nella borsa.
-Non vorrei che avessero sparso Polvere Buiopesto per spaventarci. Sarebbe da loro.
Sussurrò, e tirò fuori la torcia. La accese con un sorriso furbo, e Mag pensò che dopo questa le cose belle della vita sarebbero impallidite.
-Vado avanti io.
Disse il ragazzo, e fece il primo passo sul primo gradino, che scricchiolò pericolosamente.
-Ma che cazzo è successo qui dentro?
Imprecò Silver, osservando le profonde artigliate alle pareti, i mobili distrutti e interi pezzi di corrimano strappati dalla scalinata.
-Non ci crederesti...
Sussurrò Frannie, guardando tutto con attenzione. Sentirono un rumore proveniente da una stanza sulla sinistra, e salirono lentamente le scale in fila.
"Povero professor Lupin." Pensò Margaret, osservando la casa. Aveva un aspetto davvero squallido, e tutto lasciava intendere che qualunque creatura si fosse trovata al suo interno all'epoca non ne fosse stata entusiasta.
Edmund spalancò la porta da cui avevano sentito venire alcuni rumori. Il legno sbattè sul muro con un sonoro crack. Poi tutto si svolse in un attimo. Un'ombra venne alle loro spalle, sentirono una risata inquietante e poi una ventata fredda sfiorò loro il collo. Videro con la coda dell'occhio che qualcosa stava per afferrarli. Frannie sussultò. Margaret urlò. Tony e Silver estrassero in un lampo le bacchette. Non fecero in tempo a lanciare nessun incantesimo. Edmund, fulmineo, si girò e abbatté la torcia sulla figura, colpendola alla testa. Questa barcollò, e lui la finì con un colpo di torcia allo stomaco. Mentre cadeva, i ragazzi capirono che si trattava di Fred e George, l'uno a cavallo sulle spalle dell'altro.
-Aresto momentum!
Gridò Tony, poco prima che i due sbattessero la testa sul pavimento dilaniato. Sentirono una voce dire "lumos maxima" e la stanza fu inondata di luce. Lucy Pevensie e Ginny Weasley uscirono, ridendo come matte, dal loro nascondiglio sotto un ammuffito letto a baldacchino.
-Non te l'abbiamo data per usarla come arma impropria, sai Ed?
Rise Lucy, piegata in due.
-Coglioni.
Commentò Silver scuotendo la testa, per poi scoppiare a ridere. Frannie lo seguì subito dopo. Edmund si accigliò, non amava l'idea di essere cascato allo scherzo dei Weasley. Tony si fece avanti, dal canto suo, per aiutarli ad alzarsi. Tese loro le mani e si issarono da terra.
-Cavolo Pevensie, hai la mano pesante!
Borbottò uno dei due, probabilmente Fred, spazzandosi la polvere dai pantaloni. Edmund alzò le spalle.
-Almeno ho i riflessi pronti.
Margaret intanto stava ancora registrando l'irrazionale consapevolezza che vedere Edmund picchiare qualcuno con una torcia sarebbe stata la cosa migliore della sua settimana. Forse del mese.
-Devo comprarne quindici di quelle.
Sussurrò Mag a Frannie all'orecchio, e lei ridacchiò annuendo. Anche lei aveva apprezzato la performance dell'amico, anche se ammetterlo sarebbe stato sconveniente. E comunque sicuramente Tony sarebbe stato molto più figo al suo posto. Dopo aver pensato queste cose, la ragazza spostò Tony di peso e  corse ad abbracciare i gemelli.
-Ragazzi! Ahhhh, quanto mi siete mancati!
-E pensa quanto ti mancheremo...
-... quando il tuo amico finirà di ammazzarci!
Risposero ridendo, ma stringendola sino a sollevarla dal pavimento. Dopo aver dato una buona dose di abbracci, come se non si vedessero da mesi (in un certo senso era così), decisero di sedersi per terra, dato che i mobili erano inutilizzabili, e anche riparandoli con la magia sarebbero rimasti traballanti e pericolosi. I Weasley chiarirono che Potter e i suoi due amici, gli unici altri a conoscenza dell'Ordine e che quindi erano stati invitati alla festa, non sarebbero venuti. Margaret sospirò impercettibilmente, e Edmund le accarezzò il dorso della mano con discrezione, gesto che lei apprezzò molto.
-Fa proprio freddo qui!
Mormorò la ragazza infine, dopo aver dato una pulita alla sua parte di pavimento ed essersi seduta per terra. Si strinse nelle spalle, e Edmund, sedendosi accanto a lei, la cinse per la vita.
Fred le porse una bottiglia di liquido scuro.
-Tieni, ti scalderá.
Ginny si mise a distribuire coperte pulciose e piene di buchi, che doveva aver trovato in giro prima dell'arrivo degli altri. Tutti se ne misero una sulle spalle sopra il mantello, tranne Tony e Silver, che dissero che piuttosto che mettersi una di quelle cose e farsi venire la scabbia avrebbero preferito prendersi un raffreddore.
La stanza era in penombra, illuminata solo da una bacchetta piantata tra le assi.
-Non si può aprire una finestra? Non si vede un cazzo!
Chiese Silver, e Lucy scosse la testa, alzando le spalle.
-È questo il punto. Ci deve essere buio. E comunque il sole è tramontato, non aiuterebbe di molto.
Rispose, con un sorriso.
-E tu saresti?
Chiese invece Ginny Weasley, guardandolo con sospetto. Lui porse la mano.
-Em. Em McMartian. Sono il fratello di Tony.
Se la strinsero.
-Tu puoi chiamarlo Silver, però. Nessuno lo chiama per nome, a parte i suoi genitori e Tony ogni tanto.
Si inserì Frannie.
Uno spiffero si infilò tra le assi dall'esterno, emettendo un lieve fischio sinistro. La casa scricchiolò tutta, dallo scantinato al controsoffitto, come per assestarsi.
-Complimenti per la location ragazzi. Da brividi, sul serio.
Mormorò Edmund, guardandosi intorno colpito. Anche Frannie era raggiante. Stringeva la mano di Tony e scrutava per la stanza con aria esaltatissima. Amava le storie d'orrore e le piaceva sentircisi dentro.
-È stata un'idea di Ginny.
Rispose Lucy, guardando soddisfatta verso l'amica. Intanto Silver aveva preso un sorso dalla bottiglia che prima era stata di Mag, e la stava passando a Tony.
-Ehi, ehi, ehi. Piano...
-...Abbiamo in mente qualcosa di un po' più elaborato di così!
Esclamarono i gemelli. Fred la appellò e se la ritrovò in mano, per poi posarla rovesciata e ben chiusa sul pavimento, al centro del cerchio, come l'ago di una bilancia.
-Il gioco della bottiglia?
Chiese Edmund, alzando un sopracciglio. Guardò verso Lucy con aria scettica, e lei gli rivolse un'occhiataccia. Fred, cogliendo la situazione, estrasse due bottiglie di burrobirra e le passò alle due ragazze minorenni. Anche Silver lo era, ma in due settimane avrebbe raggiunto la maggiore età.
-Loro due hanno queste.
Edmund sembrò rilassarsi e Lucy lo fissò con espressione di sfida.
Ginny afferrò la sua e la stappò.
-Sai Lu, devi dirmi dove avete preso quella torcia a tuo fratello. La voglio anche io, mi serve per prendere qualcuno a bastonate.
Lucy ridacchiò e Edmund aggrottò le sopracciglia, offeso. Margaret lo guardò con affetto.
-Si era parlato di un piano speciale, mi sembra.
Disse Frannie, dopo essersi schiarita la voce.
I due gemelli esclamarono, "oh sì!" in coro, e si piegarono con sguardo furbo al centro del cerchio.
-Si gira la bottiglia, e chi viene puntato deve raccontare una storia dell'orrore. La più spaventosa che conosce.
Sussurrò George.
-Se è abbastanza spaventosa, allora può bere un sorso della bottiglia e girare di nuovo. Altrimenti...
Completò Fred,
-Deve andare in esplorazione da solo nello scantinato.
Concluse Ginny Weasley, elettrizzata.
-COSA?!?!
Esclamò Margaret, con voce acuta.
-Va bene, va bene Mag, scenderò io al posto tuo!
Ridacchiò Edmund, schioccandole un bacio sulla tempia. Lei si rilassò.
-Assolutamente no! Non vale!
Replicò Frannie, decisa.
-E chi lo decide che non vale, tu?
Rispose Margaret, sulla difensiva.
-Okay, chi pensa che non valga?
Chiese Frannie, fiera.
Lei, Tony, Fred, George e Ginny alzarono la mano. Margaret sbuffò, erano in minoranza. Edmund si voltò verso Silver con sguardo incuriosito. Lui alzò le spalle.
-Se avrà un attacco di panico dovremmo andare a recuperarla... sai che palle...
Rispose lui, alzando le spalle. Margaret non seppe se essere grata per aver votato per lei o indispettita per la poca sensibilità. Decise di non essere nessuna delle due, tanto ormai aveva perso.
-Farai meglio a raccontare una storia veramente spaventosa Rosander, altrimenti...
Disse Fred, e George mimò con le dita un omino che scendeva le scale. Lei li fulminò con lo sguardo.
-Inizio io!
Esclamò invece Lucy, e girò la bottiglia. I presenti fissarono il suo collo che ruotava, e poi piano piano si fermava. Margaret strinse forte la mano di Edmund. Sperò che quella sorte funesta non toccasse a nessuno dei due. Come se la avesse ascoltata, la bottiglia si arrestò ferma indicando le gambe incrociate di Ginny Weasley.
Tutti gli occhi si posarono su di lei, in attesa.
-Io non so tante storie dell'orrore, ma qualcuno mi ha raccontato una storia davvero spaventosa, anni fa. Qualcuno che l'ha vissuta. Qualcuno che sarebbe dovuto essere qui oggi.
Sussurrò Ginny Weasley, il suo volto brillava alla luce tenue della bacchetta. Un cane abbaiò in lontananza.
-Mio fratello Ronald, tre anni fa, andò per conto di Hagrid nella foresta proibita, in piena notte.
Fred e George sorrisero a trentadue denti. Quella sì che era una bella storia.
-Hagrid era andato lontano, era stato buttato fuori dalla scuola per aver aperto la Camera dei Segreti... ma non era vero, ricordate?
I ragazzi annuirono. Margaret aveva già capito che da quella storia sarebbe uscita terrorizzata. Lucy posò il volto tra le mani per sentire meglio, Silver si mise comodo sul pavimento, Frannie, stringendo la mano a Tony, ascoltava rapita e sorridente, così come Edmund, che era impegnato anche a passare la mano a Margaret lungo la schiena.
-Hagrid aveva dato loro l'ordine di scagionarlo, ma con una sola indicazione: seguite i ragni.
Margaret rabbrividì, Fred e George ridacchiarono.
-Loro uscirono dal castello a mezzanotte e seguirono quindi l’ombra dei ragni che si dirigevano rapidi nel folto degli alberi. Non potevano procedere spediti: radici e tronchi, appena visibili nel buio, rallentavano il loro cammino. Più di una volta dovettero fermarsi e accovacciarsi per ritrovare i ragni alla luce della bacchetta. 
D’un tratto Thor, il cane di Hagrid che si erano portati con loro, emise un lungo, sonoro latrato che li fece trasalire di paura. Si udì un forte schiocco, e tutt’a un tratto Harry sentì qualcosa di lungo e peloso ghermirlo alla vita e sollevarlo da terra, lasciandolo penzolare a testa in giù. Era terrorizzato. Cercò di divincolarsi, Ron di liberarlo, ma dopo un altro schiocco vide anche i piedi di Ron staccarsi da terra, udì Thor guaire e ululare e un attimo dopo fu trascinato nel folto degli alberi. 
Ora anche gli altri ragazzi, che non conoscevano la storia, avevano la bocca spalancata dallo stupore. Tony si voltò verso i gemelli, incredulo.
-È successo veramente?
Sussurrò, e i due annuirono solenni. Lucy e Silver borbottarono uno "shhhh" e Ginny proseguì.
-Con la testa ciondoloni, Harry vide la cosa che lo aveva ghermito camminare su otto zampe lunghissime e pelose: le due anteriori lo tenevano stretto sotto un paio di chele nere e lucenti. Dietro di sé avvertiva la presenza di un’altra creatura simile, che doveva certamente trasportare Ron. Si stavano inoltrando sempre più nel folto della foresta. Harry sentiva Thor che lottava per liberarsi da un terzo mostro, abbaiando forte. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto gridare; gli sembrava che la sua voce fosse rimasta nella radura.
Margaret respirava affannosamente, con la mente immersa nella storia. Sentiva il cuore picchiarle nel petto. Edmund se ne accorse e le accarezzò i capelli, i battiti rallentarono. Ginny continuò.
-Non seppe mai per quanto tempo rimase tra le grinfie della creatura; si accorse solo che d’un tratto l’oscurità si era diradata e ora poteva vedere che il terreno coperto di foglie pullulava di ragni. Sbirciando di lato, si rese conto che avevano raggiunto il ciglio di una grande cavità, una cavità dove gli alberi erano stati abbattuti, e dove le stelle illuminavano la scena più orrenda che lui avesse mai visto.
La ragazza fece una pausa per osservare il pubblico. Ghignò e poi proseguì come se nulla fosse.
-Ragni. Non ragni piccoli come quelli che si arrampicavano sulle foglie sottostanti. Ragni delle dimensioni di cavalli da tiro, con otto occhi e otto zampe, neri, pelosi, giganteschi. L’enorme esemplare che lo stava trasportando imboccò la ripida discesa, diretto verso una ragnatela a cupola, avvolta nella caligine, proprio al centro della cavità, mentre i suoi compagni si richiudevano a cerchio schioccando le chele, eccitati alla vista del suo carico. A pochi metri, i due ragazzi si videro sovrastati da una compatta muraglia di ragni che avanzavano schioccando le chele, con gli occhi lucenti sulle orribili teste nere… Harry afferrò la bacchetta magica, pur sapendo che non sarebbe servita a niente: erano in troppi. Ma proprio nel momento in cui cercava di tirarsi su, pronto a morire combattendo, si udì una nota lunga e penetrante e un bagliore illuminò la cavità.
La stanza si illuminò di colpo di una luce accecante, come nella storia. Margaret urlò. Silver imprecò. Tony sussultò. Frannie era piegata in due dal ridere. Il suo scherzo con il lumos maxima sussurrato era arrivato proprio al momento giusto. Fred, George e Lucy risero con lei.
-Sei proprio una fifona Mag, ahahah!
Rise, battendo i pugni per terra. Margaret la guardò con odio.
-Ha ragione, sai? Sei saltata su di almeno mezzo metro!
Disse Edmund, prima di mettersi a ridacchiare incontrollabilmente.
-Poverina...
Mormorò Tony scuotendo la testa, ma sorrideva.
-Ma la luce? La luce della storia! Cos'era alla fine?
Chiese Lucy una volta finito di ridere, alla compagna Grifondoro. Lei alzò le spalle.
-Oh, erano i fari dell'auto volante di papà. Era andata a prenderli, così ci sono saliti e sono scappati.
Concluse lei.
-Beh, direi che questa storia è stata sufficientemente horror, che ne dite?
Scherzò Tony. Ginny sorrise e bevve un sorso di burrobirra. Silver la guardò ammirato, cosa che il fratello non fece a meno di notare. Diede una gomitata a Frannie e lo indicò con lo sguardo. Lei ghignò. Il ragazzo aveva sempre avuto un debole per le ragazze con il caratterino.
Dopo aver mandato giù un po' di burrobirra, quando anche Margaret si sciolse un pochino e liberò le braccia incrociate mantenendo solo un cipiglio offeso, la piccola Weasley girò la bottiglia, più piano di come aveva fatto Lucy. Il collo bruno compì un giro e mezzo quasi esatto, prima di fermarsi su Frannie. La ragazza sorrise malefica.
-Ho proprio una storia che fa al caso nostro...
Disse, e si sistemò più comodamente, appoggiandosi al fianco di Tony con la schiena. Lui le cinse le spalle con il braccio. Tutti gli occhi erano puntati su di lei.
-È una storia che mi raccontava mia nonna quando ero piccola. I Black se la tramandano da generazioni. Riguarda mia zia Elladora.
Silver fece una smorfia scettica. Quanto poteva essere spaventosa quella storia, se la raccontava una nonna alla sua nipotina? Anche Lucy sembrava perplessa.
Dal canto loro, i Weasley conoscevano bene il caratterino dei Black, e Tony, Mag e Edmund invece sapevano quanto a Frannie stavano simpatici i suoi parenti da quel lato della famiglia.
-Elladora Black, sorella di Phineas Nigellus, famoso preside di Hogwarts...
-Sì, sì, vai a avanti.
Tagliò corto Fred, e lei gli rivolse un'occhiataccia.
-Zia Elladora aveva una strana abitudine, che in famiglia è molto apprezzata, anche se quasi nessuno poi ha mai osato tanto. Lo splatter fa così poco chic ai giorni nostri... stavo dicendo... zia Elladora aveva la simpatica abitudine di mozzare le teste agli elfi domestici quando diventavano troppo vecchi per servirla, o quando la stancavano.
-Che schifo!
Esclamò Ginny Weasley, coprendosi la bocca con le mani.
-Lei li convocava, e ordinava loro di tagliarsela da soli. Dava loro un coltello arrugginito, così soffrivano di più. E loro se la tagliavano pezzo pezzo...
A Margaret, che tentava di non immaginarsi la scena, veniva sinceramente da vomitare.
-E dopo che erano morti dissanguati lei finiva l'opera, e si chiudeva nel suo studio. Apriva loro le teste e le svuotava del cervello e lo dava da mangiare ai cani, poi lo riempiva di resina...
-Penso che sia sufficiente così, grazie Firwood.
Balbettò George, guardando il fratello con la fronte aggrottata, ma lei non li ascoltò.
-Imbalsamava le teste e le sfoggiava sugli scaffali del salotto...
-Credo di averle viste, quelle teste, a Grimmauld Place...
Sussurrò Ginny, disgustata.
-Non prima di aver fatto baciare la loro testa vuota e pelata ai loro figli, a quel punto era già fredda e gommosa, e faceva giurare loro di servire la famiglia sino a quando non gli sarebbe toccata la loro sorte! E come tremavano!
-Questa cosa è terribile, Fran.
Sussurrò Tony con un brivido.
-Sì, lo so. Non è che i miei lo fanno ancora. Secondo me i miei nonni almeno una volta ci hanno provato però, anche se non è più una cosa di cui puoi andar fiero pubblicamente, per fortuna.
Rispose lei, alzando le spalle e afferrando la bottiglia di whisky incendiario senza chiedere il permesso. Nessuno la fermò per dirle di andare in cantina.
-Tua nonna ti raccontava queste cose quando eri piccola?
Chiese Silver, guardandola stranito. Lei annuì.
-La nobile e antichissima casata dei Black? Questo e altro, credimi!
-Penso che dopo aver realizzato di aver visto quelle teste in salotto dove sta la mamma...
-...ho proprio bisogno di uno shottino fratello, anche io!
Esclamarono i gemelli, e Frannie passò loro la bottiglia. Decisero di fare un giro di bevute. Anche Ginny e Lucy bevvero un sorso di burrobirra, sotto lo sguardo severo di Edmund.
-Se Susan fosse qui...
-Beh ma Susan non c'è Edmund, rilassati un pochino!
Rispose la ragazza, alzando gli occhi al cielo. Frannie diede un ultimo sorso ("uno per la storia e uno perché stanno bevendo tutti, altrimenti è ingiusto") girò la bottiglia di nuovo. Il whisky iniziava a bruciare. Si fermò puntando Margaret. Lei impallidì.
-Oh, no.
Sussurrò. Edmund scuoteva la testa.
-Su Rosander, puoi farcela.
Disse George, incoraggiante.
-Sei una serpe, dovrai pur sapere qualche storia di paura!
Incalzò Fred.
-Non possiamo cambiare gioco?
Chiese la ragazza, coprendosi la faccia con le mani.
-Sì, ti piacerebbe!
Rispose Edmund ridacchiando. Margaret sbuffò.
-Mi dispiace Margaret, le regole sono regole!
Esclamò Tony, alzando le spalle.
-Ma non so cosa dire, non conosco storie di terrore!
-E tu inventane una!
Propose Ginny.
Ci fu qualche istante di silenzio. Si udivano i rami di qualche albero ormai secco sferzate alle finestre, uniti a pioggia e nevischio, che ancora non attecchiva. Solo i volti dei ragazzi erano visibili alla luce della bacchetta, la stanza era immersa nel buio. Un cane latrò in lontananza. Margaret sospirò e si massaggiò le tempie, cercando di pensare in fretta.
-Ok. Ce l'ho, credo.
Frannie sorrise, pronta ad ascoltare. Fred e George sembravano scettici. Ginny sorseggiò la sua burrobirra con discrezione.
-C'era una volta un uomo... un uomo che era solo in casa. E aveva un cane.
Disse Mag, cercando di esprimersi in modo più sicuro possibile. Guardò titubante gli altri ragazzi. La guardavano attenti. Edmund annuì e le fece segno di continuare.
-A un certo punto, durante la notte, si svegliò. Aveva la mano che pendeva dal letto, così.
Mimò una mano penzoloni, e Silver iniziò a guardarla perplesso.
-Sentì a un certo punto che il suo cane gli leccava la mano. E ancora con gli occhi chiusi lo accarezzò, sentì i peli e tutto il resto.
Anche Ginny Weasley sembrava perplessa ora. Guardò Lucy e poi Silver aggrottando la fronte. Loro alzarono le spalle. Frannie e Edmund cercavano di mantenere la faccia più neutra possibile, ma a entrambi veniva da ridere. Margaret era davvero pessima a raccontare questo genere di cose. I loro sguardi si incrociarono. Edmund fu sul punto di cedere, ma si trattenne.
-Dopo un po', sentì un cane abbaiare in lontananza. E si ricordò che il suo cane era fuori in giardino!
Esclamò, Margaret, poi tacque. Dopo qualche secondo, Lucy chiese
-E poi?
La ragazza diventò rossa.
-E poi niente. È finita.
Balbettò. Silver scoppiò a ridere, seguito da Fred e George.
-Hai vinto Rosander...
-... Siamo terrorizzati!
-Ma come, non la avete capita?
Chiese Mag indignata. Lucy scosse la testa, ridacchiando.
-Ma sì! Il cane era in giardino, quindi l'uomo deve avere accarezzato qualche altra cosa... chiaro adesso?
-Sai tesoro, credo proprio che dovrai scendere in cantina! Soltanto un minutino...
Le disse Edmund sorridendo affettuoso, cercando di indorare la pillola. Lei sgranò gli occhi.
-Non ci penso nemmeno! Io ero contraria!
-Ma gli altri erano a favore, però!
Le fece notare Tony.
-Beh, degli altri non mi importa! Siamo in un paese libero!
-Su, Rosander, muoviti...
-... prima che ti buttiamo di peso...
-... senza bacchetta...
-... e ti chiudiamo dentro a chiave!
A quelle parole la ragazza si ritrasse e Edmund le strinse il braccio.
-Ora non esageriamo, però!
Disse il ragazzo sulla difensiva.
-Non essere antisportiva, Margaret. Hai accettato di giocare dopo che abbiamo deciso le regole, quindi devi andare di sotto. Hai la bacchetta, sei una strega, e qui non c'è nessuno.
Commentò seccata Frannie. Lei guardò Edmund con espressione supplichevole, ma lui scosse la testa.
-Su, su, finirà subito. Se succede qualcosa di strano urla, e verremo a prenderti.
Lei esitò ancora un istante, poi si alzò.
-Oh, non temete. Urlerò di sicuro.
La ragazza si alzò, tremante. Frannie alzò i pollici in segno di incoraggiamento. Faceva terribilmente freddo lì dentro, tanto che avevano dovuto tenere sciarpe e cappotti. Margaret si infagottò maggiormente e uscì titubante dalla stanza.
-Non barare, Rosander! Se non entrerai in cantina...
-... lo sapremo!
Esclamarono i gemelli, e la ragazza sbuffò.
-Lumos.
Sussurrò, e scese il primo scalino, che scricchiolò come se stesse per spezzarsi. Nella stanza, tutti insieme, si era conservato un minimo di calore. Ora piccole nuvolette uscivano  dalla sua bocca a ogni respiro. Si strinse nel mantello, pentendosi di aver lasciato la coperta nella sala con gli altri. Guardando i mobili divelti e muri segnati da solchi profondi almeno due centimetri, pensò all'uomo, al ragazzo, che aveva causato tutto questo. A come doveva essere un ragazzino di undici anni, da solo, lasciato lì per una notte al buio a spaccare tutto. Fu percorsa da un brivido che non aveva niente a che fare col gelo della notte o con la paura del buio.
Immersa in questi pensieri, arrivò alla fine delle scale senza nemmeno accorgersene. Si guardò intorno confusa, cercando tra le varie porte quella che poteva portare a una eventuale cantina, sempre che ci fosse. Per un attimo ebbe l'irrazionale paura che la luce della bacchetta potesse spegnersi da un momento all'altro. Si avvicinò alla prima porta e la spinse. Si aprì emettendo un cigolio acuto. Mag trattenne il respiro.
-Se... se mi fate uno scherzo ora, giuro che vi ammazzo!
Disse a voce alta, nessuno rispose. La volevano far sentire sola. Ci erano riusciti. Si affacciò dentro la stanza. Sembrava una vecchia cucina. Il tavolo era spaccato in due, per terra era un cimitero di cocci di ceramica e vetro che un tempo erano stati piatti e bicchieri, insieme a pezzi di intonaco e schegge di legno. Pezzi di cibo erano incrostati alle pareti, ormai duri come ambra.
-Che schifo.
Sibilò la ragazza, sperando di non trovare degli scarafaggi.
"Se vedo una blatta o un topo o urlo o svengo. O tutte e due. Oddio, spero che un pipistrello non mi si attacchi ai capelli."
Richiuse la porta con espressione disgustata. Quella non era decisamente una cantina. Aprì una seconda porta, che si rivelò essere un ripostiglio delle scope, ormai contenente solo stracci vecchi, schegge di legno e macerie ammuffite. Continuò a esplorare. La terza porta si aprì con un po' più di difficoltà.
-Oh no.
Sussurrò, trattenendo il respiro. Davanti a lei scendeva una ripida scaletta che finiva in uno scantinato umido e buio come la pece. Neanche la polvere buiopesto peruviana era così nera. Guardare là sotto era come accorgersi di essere diventati completamente ciechi, o ritrovarsi immersi nel nulla. Forse ci si sentiva così a essere morti. Margaret cercò a tentoni un interruttore con la mano. Lo fece scattare, ma non successe niente. Si guardò intorno. Nessuno la avrebbe scoperta se non fosse entrata là sotto in fondo, no? Però se invece la stessero spiando. Sospirò e serrò gli occhi.
"Che brutta idea, che brutta idea, che brutta idea..."
Si decise a posare il piede sul primo scalino. Sentì qualcosa muoversi nella stanza buia sotto di lei. La luce della bacchetta non rischiarava abbastanza da poter dire cosa. Il cuore le batteva forte nel petto, pensò che si sarebbe messa a piangere per lo stress. Gemette e fece un altro passo. Sentì un altro rumore, come di ali che sbattevano.
-Se... se è uno scherzo vi giuro che... vi giuro che... homenum revelio.
Balbettò. La magia non sortì alcun effetto.
Feceun altro passo giù dalle scale.
"Che non ci sia nessuno veramente?"
Mag scese con le gambe tremanti e un groppo in gola.
"Arrivo all'ultimo scalino e risalgo. Solo alla fine delle scale. Solo alla fine delle scale, forza."
Con molta fatica e dopo vari minuti, la ragazza riuscì a finire la rampa di scale. Quella stanza era forse la peggiore della casa. Margaret si accorse di stare battendo i denti. C'erano almeno cinque gradi in meno rispetto ai piani superiori, la stanza si trovava sottoterra, e non aveva finestre. L'aria era così umida da sembrare densa, e lei sentì i sudori freddi sotto il maglione che le appiccicavano la pelle. C'erano così tante cianfrusaglie, rottami, pezzi di mobili strappati, una parte della rampa delle scale, che non si vedeva il pavimento. Sicuramente da qualche parte dovevano esserci dei pipistrelli, probabile fonte del rumore che aveva sentito poco prima. Ringraziò di non riuscire a vederli. Sentiva un senso di nausea. Improvvisamente, appena decise che sarebbe risalita di fretta, sentì un rumore assordante, e urlò con tutto il fiato che aveva. La bacchetta le cadde di mano e si spense. Restò un attimo in silenzio, in shock.
-Ehi, Mag! Tutto ok?
Disse Frannie, che aveva appena spalancato la porta con forza e la aveva fatta sbattere al muro.
-F... Fr... Frannie?
Sussurrò Margaret, ancora senza parole.
-Ma allora sei scesa veramente! Ahahah, lo sapevo! Ho vinto la scommessa coi gemelli, di nuovo! Che fai là? Ti ho spaventato, per caso?
-Solo... solo un pochino...
Balbettò Mag, cercando di riprendersi.
-Non salivi su da un po', avevamo paura ti fosse venuto un infarto, o te la fossi data a gambe. Io e Ed abbiamo fatto testa o croce per venire quaggiù a vedere. Secondo me bara, perché vince sempre.
Trotterellò giù dalle scale come se niente di quello che vedeva le provocasse il minimo turbamento. Margaret a volte aveva come la sensazione che lei e Frannie vivessero in due universi paralleli e che riuscissero a comunicare per magia. Probabilmente nella dimensione di Frannie quella cantina spaventosa era un salottino accogliente.
-Che hai trovato di bello qui? Certo che fa un cazzo di freddo. Vuoi la mia coperta? Perché ci hai messo tanto?
Fran attese una risposta a quelle domande, che però non arrivò.
-Mi stai facendo parlare da sola.
Disse, ma non sembrava arrabbiata.
-Cosa c'è là?
Chiese invece Margaret sovrappensiero, rassicurata dalla presenza dell'amica. Si avvicinò verso la parete, abbandonando le scale una volta per tutte. Aveva raccolto la bacchetta e faceva luce di nuovo.
-Vai a chiamare gli altri. Questa devono proprio vederla.
Frannie, avvicinandosi a sua volta, sussultò.
-Ma sono proprio...? Come...?
-Credo di sì.
La ragazza, che non aveva nessuna voglia di salire le scale subito dopo avere finito di scendere, si voltò e gridò
-Ragazziiiii! Venite giù! Subitoooo!
 
***
 
Il gruppo si ritrovò presto ad affollare la cantina.
Quattro lumos maxima illuminavano a giorno la stanza, il pipistrello era scappato stridendo sbattendo le ali furiosamente, schizzando su per le scale sino a finire chissà dove. Margaret sperò che non fosse andato a rannicchiarsi nella stanza in cui avevano deciso di passare la serata.
-Voi dite che sono loro?
Chiese Edmund, avvicinando la bacchetta alla parete.
-Non so Pevensie, quanti Lunastorta conosci tra cui scegliere?
Chiese Fred, sarcastico. Margaret alzò gli occhi al cielo. Tony, Silver, Lucy e Ginny guardavano la scena perplessi.
Su una parete alla destra delle scale, c'era un'impronta nera orrenda, enorme. Era lunga e affusolata, e la bestia che la aveva prodotta doveva aver avuto degli artigli di almeno dieci centimetri ed essere a dir poco gigantesca. Aveva indubbiamente causato la distruzione nella stanza.
Sarebbe stata una scena orribile da vedere, se non fosse per quello che c'era intorno. Proprio sotto, scritto con un dito bagnato nell'inchiostro, un dito piccolo da ragazzino, c'era in grafia tremolante una scritta. Lunastorta.
Accanto alla prima impronta, che portava dietro una strisciata e aveva staccato un bel pezzo di carta da parati, ce n'erano tre di tre animali diversi che, al contrario di quella, sembravano messe lì apposta a posteriori. Erano tutte segnate dalla stessa scrittura della prima. Codaliscia. Felpato. Ramoso.
-Che accidenti sarebbe?
Chiese Tony guardando con diffidenza  quelle strane impronte sul muro. A vederle così sembravano i segni di un rituale esoterico pericoloso.
-Cos'è questo, chiede lui!
Esclamò indignato Fred.
-Questo è un pezzo di storia McMartian, ecco cos'è.
Spiegò George.
Frannie fece per sfiorare le impronte con le dita, ma Tony le fermò la mano con una presa ferma.
-Non toccare! Potrebbe essere magia oscura.
-Non lo è.
Disse semplicemente Edmund.
-Fidatevi di me. Non lo è. Se lo fosse lo saprei.
-Fate come volete. Io per sicurezza me ne torno di sopra.
Borbottò Silver, voltandosi e imboccando le scale. Lucy lo seguì in silenzio seguita da Ginny, dopo che lui fece loro un occhiolino.
-Ho come la sensazione che non ci riguardi.
La piccola Pevensie sussurrò.
-Brave, venite con me! Che se non ci sono i vostri fratelli vi faccio assaggiare un po' di whisky incendiario.
Disse sottovoce. Le due si scambiarono uno sguardo divertito.
I ragazzi rimasero a osservare le scritte ancora qualche minuto.
-Ci credi Fred? Loro erano proprio qui!
-Ci credo, George. Guardali!
-Già.
Sussurrò Margaret.
-E uno di loro era una bestia inf...
Edmund e Frannie si voltarono di scatto a guardarla.
-Che cosa c'è?
Chiesero in coro i gemelli.
-Niente.
Rispose lei a bassa voce, guardandosi le scarpe con vergogna. Edmund e Frannie invece si scambiarono un'occhiata di consapevolezza.
-Sarà meglio che torniamo anche noi. Si sta facendo tardi, non possiamo tardare troppo a cena.
Disse Edmund sbrigativo, rivolgendo la torcia verso le scale. Ormai un po' di atmosfera inquietante se n'era andata.
Trovarono Lucy che ridacchiava guardando Silver, che alzava le spalle con aria di chi la sa lunga e Ginny che guardava divertita il soffitto con le guance rosse. Edmund provò una fitta di gelosia.
Un conto era Colin, lui era stato inseparabile con Lucy tanto tempo, era il suo ragazzo adesso, e un conto era un tipo a caso che il primo giorno che si conoscevano la aveva fatta ridere. Lucy doveva ridere solo alle sue battute, soprattutto ora che non avevano una buona conversazione da tanto tempo e si mancavano. Almeno, lei a lui mancava parecchio.
La ragazza parve leggergli nel pensiero, o forse conosceva solo i suoi polli, fatto sta che gli fece segno di sedersi accanto a lei, così lui e Margaret, presa per il polso, si sedettero là vicino. Mag si era completamente persa questo breve scambio.
Quando tutti furono di nuovo in cerchio, Frannie si strinse nella coperta, infreddolita. Afferrò la bottiglia che era ancora rovesciata al centro e bevve un sorso.
-Mi sa che tanto abbiamo finito di giocare.
Mormorò, per poi passarla a Tony. Ginny sembrava abbastanza offesa, lei amava quel gioco e sinora stava vincendo.
-Fred, George.
Disse infine Edmund, spezzando il silenzio.
-Mi dispiace per la vostra squalifica. Non ne abbiamo ancora parlato. Io... è stato ingiusto. Uno di voi non l'ha neanche toccato!
Fu George ad alzare la mano.
-Io. Io non l'ho neanche sfiorato quel piccolo stronzetto, e me ne pento tutti i giorni, credimi.
Frannie li guardò con malcelato astio.
-Io disapprovo la vostra reazione, e siete stati dei veri idioti.
-Non ci provare, Firwood!
Esclamò seccato Fred.
-Non ti preoccupare, glielo abbiamo detto anche noi.
Disse semplicemente Ginny, e lui la guardò risentito.
-Ma mi dispiace per la vostra squalifica a vita. Mi piaceva quando vi asfaltavamo a Quidditch.
-Non che sia successo molto ultimamente...
Scherzò Lucy, i Grifondoro risero. Edmund le diede una gomitata.
-Tutta la squadra è d'accordo sul fatto che tu e Westergard foste molto meglio di Tiger e Goyle, comunque.
Margaret annuì vistosamente.
-Montague è davvero un coglione, e farà perdere la squadra.
Disse.
-In realtà senza Harry avete qualche possibilità, credetemi. Ron sta dando il peggio di sé.
Sospirò Ginny, alzando gli occhi al cielo. Tony si schiarì la voce.
-Oppure potrebbe vincere anche qualche altra squadra. Non ci sono solo Grifondoro e Serpeverde, sapete. Senza Edmund, con Malfoy come cercatore,
Margaret si sentì fiera a sentire quelle parole: allora non era la sola a pensare di essere meglio di Draco sulla scopa;
-Con Weasley in porta e Montague come capitano, è proprio scarso accidenti, magari semplicemente vinceranno Tassorosso o Corvonero. Esiste anche questa possibilità.
Ginny lo guardò come se avesse detto che si sarebbe messo un'oca nera viva come cappello, cosa che lo irritò molto.
-Ma certo che potrebbe essere, tesoro. Infatti io tiferò per voi. Meglio morto che grifondiota. E Montague e Davies non li tifo manco per il cazzo.
-Grifoncosa, scusa?
Chiesero i gemelli in coro, offesi.
-In Quidditch e in amore niente regole, mi dispiace!
Rispose Frannie, alzando le spalle.
-Se le cose stanno così, potrebbe davvero vincere Tassorosso quest'anno.
Disse Silver, con un tono che a Tony non piacque per nulla. Intanto la bottiglia di whisky era finita, così i gemelli ne tirarono fuori un'altra. A Ginny della sua burrobirra restava un fondino, mentre a Lucy ne mancava ancora circa la metà. Edmund sorrise rassicurato a guardarla, senza sapere che la motivazione stava nel fatto che aveva dato i suoi primi due sorsi al whisky incendiario poco prima, mentre gli altri erano di sotto.
-Se tutto continuerà come è iniziato, penso che il Quidditch alla fine dell'anno sarà l'ultimo dei nostri pensieri.
Sussurrò Frannie, stappando con la bacchetta la bottiglia di whisky.
-L'Ordine ha già sconfitto lui una volta, no? Lo farà di nuovo, ne sono sicura. Basta avere fede, tutto qui.
Disse Lucy senza avere nessun segno di dubbio, anche minimo, nella voce o nello sguardo.
-Sì, beh, la scorsa volta non è che lo abbiano messo fuori gioco definitivamente. Adesso è tornato, no?
Commentò Silver, guardandosi le nocche con aria distratta.
-Le cose non accadono mai due volte allo stesso modo.
Disse Edmund, deciso. Lucy lo guardò di scatto con una strana luce negli occhi.
-Stavolta sarà diverso. Stavolta ce ne libereremo una volta per tutte.
-Sono d'accordo.
Commentò Ginny, poi sospirò.
-Mia madre crede che io sia troppo piccola per accorgermi di quello che mi sta intorno, ma non è così. Penso che tocchi a noi, adesso.
Tony scosse lentamente la testa.
-Mi piacerebbe se toccasse a noi, purtroppo non è ancora tempo. Ci sono ancora loro là fuori. E noi siamo qui, nella Stamberga Strillante, a bere e a parlare di Quidditch.
Fred sbuffò.
-Hai ragione, McMartian.
-È frustrante.
Completò George. Frannie prese la mano del suo ragazzo tra le sue, ma si rivolse a tutti i presenti nella stanza.
-Verrà anche il nostro momento. Credetemi. E allora ci mancheranno questi attimi di pace, ne sono sicura.
-Pace... non la definirei proprio così.
Disse Margaret a voce bassa, pensando a Hogwarts che diventava un luogo sempre più ostile. Edmund le passò un braccio intorno alle spalle, poi guardò Lucy, che gli sorrise.
-Siamo insieme, no? È questo che conta.
-Sinché dura.
Commentò Silver, freddo. Tony sospirò a quelle parole. Il discorso del padre che dava loro la notizia gli risuonava nella mente, e sicuramente anche il fratello pensava lo stesso. La stanza sembrava molto più fredda ora, per quanto difficile potesse sembrare. Nonostante questo, nessuno di loro aveva voglia di muoversi.
-Come ci siamo ridotti, eh? Un tempo alle feste ci davamo dentro, e ora siamo qui a piangerci addosso!
Rise George scuotendo la testa.
-Se volete io sono disponibile a darci dentro anche subito!
Rise Frannie, accarezzando Tony con fare lascivo. Lui rise e la allontanò con un buffetto.
-Sai che noia...
-...voi siete tutti accoppiati!
Dissero i gemelli, alzando gli occhi al cielo.
-Silver è single! Uno di voi può divertirsi con lui!
Azzardò Frannie.
-Vaffanculo, Fran!
Rispose lui, facendo il ghigno. Lei gli mandò un bacio a distanza.
-Giochiamo a "non ho mai"!
Propose Margaret, che non aveva ancora voglia di andar via e preferiva portar via il discorso dall'argomento "darci dentro". Ginny battè le mani.
-Mi piace! Ci sto!
-Non so, non sono convinto...
Mormorò Edmund. Parlare di sé non era la cosa che gli riusciva meglio in generale.
-Suvvia Ed, qualunque cosa diremo non uscirà da questa stanza. Siamo tra noi, no? E poi non dobbiamo per forza uscircene con roba pesante.
Lui la guardò scettico. Tony e i gemelli, ma soprattutto Silver e Ginny non erano esattamente chi avrebbe definito "tra noi". Ma forse per l'alcool che iniziava a dargli alla testa, forse perché Margaret ne sembrava tanto entusiasta, forse perché "cazzo, siamo in una fottuta guerra, facciamolo" accettò.
-Per questo ci serviranno dei bicchieri.
Disse Tony, trasfigurando alcune sedie sfasciate in bicchieri di cristallo. Lo sguardo dei ragazzi più piccoli lampeggiò ammirato. Iniziò a versare la bevanda nei bicchieri.
-Sapete tutti le regole, no? Sono molto semplici. Si dice a turno "io non ho mai..." seguito da una qualsiasi esperienza, e tutti quelli che la hanno fatta devono bere. Tutto chiaro?
Disse Ginny, gli altri annuirono solennemente.
-Perfetto! Chi inizia?
Cinguettò Lucy, entusiasta.
-Il gioco lo ha proposto Rosander, a lei l'onore.
Suggerì George.
-Chi è d'accordo?
Chiese Fred. Tutti alzarono la mano immediatamente. La ragazza si sistemò più comodamente contro il fianco di Edmund.
-Bene, ok. Iniziamo da qualcosa di facile.
Disse lei, sorridendo serafica. Lanciò a Frannie uno sguardo di sfida, a cui lei rispose con uno dubbioso e incerto. Margaret tossicchiò per ottenere l'attenzione di tutti, poi disse
-Non ho mai viaggiato in automobile.
Per poi sollevare il bicchiere e dare una bella sorsata. Frannie la fulminò con lo sguardo e sussurrò
-Faina!
Guardando il suo bicchiere con avidità. Anche Tony e Silver bevvero con grande soddisfazione e dopo qualche istante, anche Fred e George, per poi scoppiare a ridere. Ginny aveva l'aria miserabile, sbuffò sonoramente.
-Questa ce la dovete spiegare.
Disse Edmund, curioso. Lui, Lucy, Ginny e Frannie erano gli unici a non aver toccato goccio.
-Ricordate l'auto volante di nostro padre, quella con cui Potter e Ron si sono schiantati sul platano al quarto anno?
Chiese Fred. Gli altri annuirono, e Ginny sbuffò di nuovo.
-Pensavo fosse un pezzo di antiquariato, che la avesse azionata Potter la prima volta!
Commentò Margaret, curiosa. George sorrise e guardò il fratello con aria complice.
-Sarebbe dovuto essere così, ma io e Fred la azionavamo di nascosto ogni tanto e ce ne andavamo in giro senza dirlo a nessuno.
-Una volta abbiamo volato sino a Little Winging da casa nostra, nel Devon.
Completò Fred.
-Già, e non mi hanno mai fatta salire. Dicevano che ero troppo piccola.
Borbottò Ginevra. Tutti li guardarono con aria ammirata, senza parole. Tutti tranne Ginny e Frannie, che esclamò:
-Mi state dicendo che voi avevate una macchina volante con cui andavate clandestinamente a spasso per l'Inghilterra... e non mi avete invitata? Non siamo più amici.
Incrociò le braccia e si voltò ostinatamente dall'altra parte. Tony ridacchiò.
-Suvvia Firwood, non fare così...
-... non eravamo così tanto amici tra il terzo e il quarto...
-...poi la macchina è stata distrutta...
-...non te la prendere!
La ragazza sbuffò.
-Per questa dovrete farvi perdonare.
-A me piacerebbe salire su una... automobile?
Chiese Edmund, incerto sulla corretta pronuncia del termine.
-Ci salirai tesoro, promesso. Penso che l'estate prossima prenderò la patente.
Disse Margaret fiera.
-Già, credo che lo farò anche io.
Borbottò Tony, sovrappensiero.
-Allora voglio salirci anche io!
Esclamò Frannie, ancora in tono offeso.
-Solo se fai la brava.
Le disse Margaret, sorridendo maligna.
-Ci salirò con Tony! Non è vero?
Ora tutti gli sguardi erano puntati su di lui. Alzò le spalle e disse
-Ehm, ma certo Frannie...
Che le bastò. In realtà non era affatto sicuro del fatto che sarebbe davvero riuscito a prendere la patente. Probabilmente avrebbe iniziato subito lo stage al San Mungo, MAGO permettendo, e allora non avrebbe più avuto tempo di frequentare i luoghi babbani con la costanza necessaria.
-Sembra che tocchi a me, giusto?
Chiese Edmund, titubante. Gli altri annuirono.
-Va bene Frannie, mi ringrazierai dopo.
Disse lui, facendole l'occhiolino. La ragazza annuì sorridendo entusiasta.
-Non ho mai... fatto un viaggio fuori dall'Europa.
Esclamò, bevendo un sorso, per poi spiegare
-Viaggio in America con la famiglia.
Alzando le spalle. Anche Frannie bevette felicemente, dopo aver fatto a Margaret una linguaccia, ovviamente per il viaggio a Uagadou. Lucy chiaramente era stata in America con Edmund. Fred, George e Ginny bevvero un sorso in onore al loro viaggio in Egitto. Gli altri rimasero a bocca asciutta.
-Okay,
Disse Lucy,
-Movimentiamo un po' la serata. Non ho mai mentito a qualcuno presente in questa stanza.
Dopo un istante aggiunse,
-Nelle ultime 24 ore.
Silver, Frannie e Lucy diedero un sorso. Gli altri li guardarono sospettosi.
-Brutto infame, che cazzata mi hai detto?
Chiese Tony lanciando al fratello un pezzo di legno trovato a tentoni per terra. Essendo l'unico con cui parlava Silver lì dentro, quasi sicuramente si stava riferendo a lui. Il Serpeverde alzò le spalle. Per lo stesso motivo, Edmund guardò Lucy con sospetto. Lei gli sorrise candidamente. Frannie, che conosceva praticamente tutti ed era notoriamente una contaballe, passò quasi inosservata.
Silver guardò prima Ginny e poi Lucy pensando intensamente qualcosa. Loro ricambiarono lo sguardo, spaventate. Per qualche motivo, almeno per quel primo giro, decise di cambiare idea.
-Ma che cazzo ne so... boh... dai... non ho mai...
Gli altri lo osservavano curiosi.
-Non ho mai comprato una papaya!
Tentò, non sapendo di che parlare.
-Idiota, non è così che si gioca!
Disse Tony, scuotendo la testa. Frannie e Margaret bevvero con aria perplessa.
-Sei proprio strano.
Commentò Ginny, guardandolo con un sopracciglio alzato. I gemelli invece ridevano a crepapelle per quella domanda assolutamente fuoriluogo.
-Oh, 'cazzonesò!
Si difese lui, alzando le spalle.
-Vediamo cosa proponi tu, genio.
Ginny sorrise accettando la sfida e rispose semplicemente
-Okay. Non ho mai avuto una cotta per qualcuno in questa stanza... eccetto, se c'è, il mio partner.
Guardò i fratelli con sguardo venefico e loro, incenerendola con un'espressione fulminante, presero il bicchiere e mandarono giù un sorso. Gli altri erano sconvolti.[2]
-Ma chi...?
Iniziò Margaret
-NO COMMENT!
Risposero in coro. Nel mentre, anche Edmund e Frannie avevano bevuto. Il fatto che fossero usciti insieme per un periodo durante il loro terzo anno non era un mistero, per cui nessuno ebbe da commentare a riguardo.
-Okay, okay, abbassiamo un po' il tiro.
Esclamò George, e Fred annuì.
-Non la passate liscia voi due!
Commentò Frannie ridendo, lui fece finta di non averla sentita.
-Non ho mai copiato a un esame!
Tutti, nessuno escluso, bevvero un sorso. Frannie si girò sconvolta prima verso Margaret e poi verso Tony.
-Tutti hanno i loro momenti no. E comunque mai dalle persone, solo pochissime volte mi sono scritta qualche informazione sul banco...
Si giustificò Mag.
-La prossima volta che mi sgriderai per avere copiato ti ignorerò.
Disse Edmund, oltraggiato.
-Come lo fate voi è diverso. E quando ti sgrido perché hai copiato mi ignori in ogni caso.
Cercò di mediare Margaret.
-Sì, sì, sì. Non credere di cavartela così!
Rispose lui, guardandola con astio.
-Credevo che i Tassorosso non barassero.
Disse Ginny, incuriosita.
-Siamo buoni ma non scemi!
Rispose Tony alzando le spalle.
-E comunque non ne ho quasi mai bisogno!
-Montato.
Commentò Frannie, ma gli diede un bacio sulla guancia.
-Dopo questa notizia le ho sentite tutte!
Esclamò George.
-Abbiamo la sicurezza che anche i secchioni copiano! Dobbiamo ricordarcene, ci aiuterà a non sentirci mai in colpa.
Concluse Fred.
-Non che vi siate mai sentiti in colpa comunque...
Fece notare Ginny. Loro alzarono le spalle in risposta. Intanto Fred e George si tolsero le coperte e si allentarono le sciarpe di Grifondoro. Il whisky aveva mitigato il freddo in modo molto efficace.
Fred sollevó il bicchiere e annunciò, con tono solenne
-Non ho mai... rubato!
Per poi bere subito dopo, immediatamente seguito dal gemello.
Alzando le spalle, Silver bevve un sorso dal suo bicchiere. Tony lo guardò con diffidenza. Lui aprì la bocca per giustificarsi, ma il fratello lo precedette.
-Non voglio saperlo, grazie.
Anche Edmund aveva bevuto, cercando di non dare nell'occhio.
-Ho trovato dei soldi sul comodino di Peter e li ho presi, una volta.
Disse, per spiegarsi.
Toccava a Tony ora partecipare. Guardò la sua ragazza per un attimo, poi mosse leggermente il bicchiere e osservò il liquido ambrato oscillare al suo interno. Si riscosse.
-Ma sì, perché no.
Si disse.
-Ho maltrattato l'ex di una persona in questa stanza, perché mi stava antipatico.
Frannie sgranò gli occhi.
-È una domanda molto specifica, non ti pare?
Chiese, insicura.
-Voglio solo togliermi una curiosità.
Rispose lui, senza staccarle gli occhi di dosso. Lei si avvicinò il bicchiere alle labbra, sotto il suo sguardo attento.
-Lo sapevo. Allora non volevo crederci perché non pensavo che fossi interessata a me, ma lo sapevo.
Lei alzò le spalle.
-Cosa ti fa pensare che mi stia riferendo alla tua ex? Magari ho trattato male Westergard.
Cinguettò Frannie, dopo aver bevuto.
-A proposito Edmund, non pensare di cavartela così. Bevi, presto.
Lui sussultò, colto sul fatto.
-Cosa? Ma io non l'ho trattato male!
-Penso che quel povero ragazzo sia la persona più ricoperta di insulti alle sue spalle di tutta la Scozia, Ed.
Margaret nel frattempo era arrossita vistosamente e si era voltata per evitare di assistere alla scena, come se potesse fingere di non sentire una parola di tutto quel discorso.
-Ed, non fare i capricci!
Ridacchiò Lucy. Lui le lanciò un'occhiataccia, sentendosi tradito.
-Pevensie...
Lo esortarono i gemelli, in coro. Lui sbuffò.
-Va bene, va bene, ho capito!
Esclamò, finendo il bicchiere in un sorso, per poi tossire furiosamente.
"Era davvero così di dominio pubblico?"
Pensò Margaret, ancora ignorando saggiamente la situazione. Dire qualsiasi cosa a Edmund in quel momento sarebbe stato peggio.
-Sei una brutta persona e io disapprovo quello che fai, sappilo.
Commentò Tony riferendosi a Frannie, scherzando ma con un tono segretamente tagliente, che lei colse e decise di ignorare.
-Lo so.
Rispose con spavalderia, per poi esclamare a gran voce
-Ho dato un bacio a uno del mio stesso sesso!
Finendo tutto il whisky nel bicchiere, come Edmund, lanciandogli un'occhiata di solidarietà, che lui non ricambiò. Era stata l'amica a tirarlo in ballo per la questione Hans, e lui era dunque momentaneamente offeso.
-È ingiusto, questo era ad personam!
Si lamentò Ginny, che da qualche turno non aveva più bevuto. Dopo qualche secondo, lentamente, evitando il contatto visivo con il fratello, anche Tony sorseggiò un po' di whisky incendiario. A Silver per poco non sfuggì il bicchiere di mano.
-McMartian, questa me la devi spiegare.
Gli disse Fred, divertito.
-È successo solo una volta, questa estate, per una scommessa. Ero con Frannie, ovviamente. Stavamo bevendo, e lei e una sua amica hanno detto che si sarebbero baciate se lo avessimo fatto anche io e un amico che era lì. Un bacio a stampo sulle labbra, tutto qui.
-Allora hai fatto benissimo!
Commentò George, annuendo solennemente.
Silver intanto guardava Tony e poi il suo bicchiere. Poi di nuovo Tony e il suo bicchiere. Il fratello stava guardando altrove, ma Edmund e Margaret lo notarono. Si avvicinò un bicchiere alle labbra e diede un piccolo sorso. Tony, che all'ultimo aveva posato lo sguardo su di lui, sgranò gli occhi ma non commentò. Nessuno batté ciglio anche se la cosa aveva evidentemente scosso più di una persona nella stanza. Il ragazzo non tentò di giustificarsi. Tony ricordò tutte le volte che Frannie gli aveva detto di sospettare che Silver fosse bisessuale, e lui non ci aveva mai dato tanto peso. Sicuramente aveva fatto quella domanda per poter bere ma anche per confermare la sua teoria. Sperò che suo fratello non si sentisse troppo a disagio per quel coming out inaspettato.
Edmund e Frannie si riempirono nuovamente i bicchieri, in silenzio. Intanto Margaret pensava a quel che avrebbe potuto dire.
-Qualcosa di strano, di compromettente! Forza!
Esortò Ginny.
-Di... di compromettente?
-Prova almeno, avanti!
La incoraggiò Ginny.
-Ehm, va bene... non ho mai... desiderato tagliare i ponti con qualcuno in questa stanza!
Edmund bevve senza pensarci, guardando Lucy di sottecchi col terrore che bevesse anche lei. Non lo fece. Iniziava a sentire un po' di nausea, oltre che a sentirsi colpevole. C'era stato un momento della sua vita in cui aveva odiato Lucy al punto di non volerla più vedere, ma non ne andava fiero. Frannie bevve in silenzio, e anche Silver lo fece. Tony lo guardò spaventato, ma non chiese spiegazioni. Dopo un attimo di esitazione, bevve anche Ginny. Nel silenzio della scena, Lucy posò una mano sulla gamba di Edmund e la strinse. Lui non la allontanò, anzi, le sfiorò il braccio con la mano molto discretamente, poi lei si staccò. Mag bevve il suo sorso, poi disse
-Dato che nessuno dà spiegazioni, lo farò io. All'inizio dell'anno avevo frainteso una cosa, e avevo deciso di tagliare i ponti con Frannie. Poi ci siamo chiarite.
Aveva le guance molto rosse e iniziava a essere molto brilla. Il whisky la nauseava sempre di più, pensò che non sarebbe riuscita a berne neanche un altro mezzo bicchiere. Non aver detto a Frannie di quando li aveva sentiti discutere in Sala Comune durante la loro prima mattina a Hogwarts era una cosa che ancora la angosciava. Sentiva che non avendone parlato non era ancora completamente a posto con sé stessa.
-Come scusa?
Chiese Frannie, aggrottando le sopracciglia.
-Abbiamo litigato e fatto pace e io non me ne sono accorta?
-Sì, esatto.
Commentò Margaret, arrossendo ancora di più.
-E posso chiedere come mai?
-No, non puoi. Non adesso. È pieno di gente, e non sono neanche tanto in me.
L'altra fece una smorfia.
-Okay...
Sussurrò, incerta. La situazione stava un po' degenerando, e le domande scendevano, com'era prevedibile, sempre più nel personale. Tutti erano sempre un po' più brilli, e tra non molto sarebbe stata ora di tornare al castello.
-Direi che è meglio fare solo un altro mezzo giro.
Disse Tony, massaggiandosi le tempie con un principio di mal di testa. Lucy e Ginny esplosero in un "nooo" di protesta.
-Allora dobbiamo impegnarci seriamente, noi tre!
Esclamò Lucy, seria. Silver sorrise malignamente.
-Non ho mai avuto una relazione segreta... senza dirlo a, oppure con, qualcuno presente in questa stanza!
Disse la ragazza, finendo in ultimo la sua burrobirra. Edmund la guardò colpito.
-Mi hai nascosto una relazione?
-Sei un fratello geloso, certo che ti ho nascosto una relazione!
Rispose candidamente lei. Anche Ginny bevve per lo stesso motivo, i suoi fratelli erano presenti, e così Silver. Dopo uno sguardo d'intesa, Tony e Frannie diedero un sorso all'unisono. I primi mesi avevano avuto una relazione clandestina ma non lo sapeva ancora nessuno.
-Capisco Firwood, ma perché McMartian avresti dovuto nasconderci una relazione?
Chiese George. Lui alzò le spalle.
-Pensavo che Greengrass fosse la tua prima ragazza, sinceramente.
Commentò Edmund.
-Io sono curiosa di sapere cosa ci ha nascosto Frannie.
Borbottò invece Margaret. Lei sorrise.
-Ho avuto una relazione clandestina con Lucy, ecco tutto.
Disse facendole l'occhiolino. Lei ridacchiò.
-Non dirlo neanche per scherzo! Non potrei guardarti in faccia mai più.
Borbottò Edmund.
-Pevensie, stai barando. Guarda che io ti osservo.
-Che cosa stai dicendo?
Abbaiò lui, infastidito.
-Hai nascosto a tutta la scuola, noi compresi, la tua relazione con Katie Bell.
Spiegò George.
-Le regole sono regole, amico.
Lo esortò Fred.
-Quella non era una relazione! Non era nulla!
Si difese lui.
-Sì, come no...
Disse Frannie alzando le spalle. Margaret strinse le labbra, ricordando ai tempi quanto era stata gelosa della ragazza. Sembravano passati secoli.
-Non ho mai bevuto whisky incendiario!
Esplose Silver, spezzando la tensione.
-Cosa? Traditore!
Strillò Lucy, mettendosi a ridere. Ginny si batté la mano sulla fronte.
-Ehi, che significa?
Chiese Edmund, colpito.
-Avevi detto che non lo avresti detto a nessuno!
Esclamò Ginny, dandogli una gomitata. Non sembrava molto arrabbiata.
Tutti bevvero un sorso.
-Ma guarda tu... tu lo sapevi?
Chiese Edmund a Margaret, sorpreso. Neanche lui sembrava particolarmente arrabbiato. Del resto, anche lui aveva assaggiato il whisky incendiario per la prima volta a quattordici anni.
-Penso che sia appena successo, tesoro.
Gli disse Margaret, dandogli pacche sulla schiena.
-Tu devi sempre traviare le nuove generazioni, eh?
Chiese Tony ridendo al fratello, che annuì.
-E brava la sorellina!
Esclamarono Fred e George, in coro.
-A proposito, il tuo è l'ultimo turno, Weasley. Vedi di tirare fuori qualcosa di figo!
Disse Frannie, per poi appoggiarsi completamente a Tony e stampargli un breve bacio sul collo.
-Non temere, io propongo sempre qualcosa di figo!
Rispose, allisciandosi i capelli con aria concentrata. Tutti gli occhi erano puntati su di lei.
-Non ho mai... lanciato una fattura a Mary Sue!
-Questa è cattiva...
Mormorò Tony, con gli occhi bassi.
-Ah, questa mi piace!
Esclamò Frannie bevendo, e Ginny le fece l'occhiolino.
-Già sorellina...
-... ti dà fastidio quando si avvicina a Potter, vero?
La stuzzicarono i fratelli.
-Ma cosa dici!? È che ronza sempre intorno a Ron, è irritante!
Rispose lei, quasi strillando. Silver ridacchiò. Quella difesa sbraitata era praticamente un'ammissione di colpa.
-Io sì, ed è stato bellissimo!
Sussurrò Edmund, godendosi un ultimo sorso.
-Ora voglio farlo anche io!
Ridacchiò Margaret.
-A me fa un po' pena...
Mormorò Lucy, sovrappensiero. Tony si guardò nervosamente intorno.
-Sta arrivando l'ora di cena. Forse è meglio se...
-McMartian ha ragione.
Disse poi Ginny.
-La cosa potrebbe diventare sospetta, e non abbiamo certo bisogno che la Umbridge sospetti di noi!
Gli altri annuirono.
-Torneremo a ondate. Mag e Ed, Lucy e Ginny, andate prima voi.
-Non è meglio che tu e Tony torniate con noi?
Chiese Edmund, alzandosi con difficoltà.
-Nah, sembrerebbe ancora più finto. Fidatevi.
Rispose lei, con nonchalance. Il ragazzo aiutò Margaret ad alzarsi, poi attesero Lucy e Ginny.
-Ci vediamo in Sala Grande.
Salutò Mag, e i quattro trotterellarono giù per le scale.
-Finalmente!
Disse Frannie, quando fu sicura che se ne fossero andati.
-Cosa c'è Firwood? Qualcosa mi dice che non è un caso che abbia mandato via proprio loro e le ragazze.
Anche Tony la guardava incuriosito. Silver invece si era sdraiato sul pavimento e fissava il soffitto con aria annoiata.
-Infatti non lo è. Ho bisogno che mi facciate un favore.
-Al suo servizio, madame!
Esclamò George, sorridendo malefico.
-Montague. È dalla finale che sta rendendo a Edmund la vita impossibile. Penso che sia arrabbiato perché senza di lui hanno perso, e odia ammettere di avere fatto uno sbaglio per la squadra. Lui non se ne lamenta, non con me almeno. Conoscendolo neanche con Mag, anche se deve averlo capito anche lei. Peccato che non approvi i miei... metodi.
-Cosa vuoi che facciamo?
Chiese Fred, che ora era molto attento alla questione.
-Non esagerare, tesoro.
La ammonì Tony. Lei annuì distrattamente.
-Lo affronterei a viso aperto, ma se lo difendessi Edmund mi odierebbe. È troppo orgoglioso. Voglio che gliela facciate pagare.
-Hai qualche idea?
Chiese George.
-No, non lo so. Niente di troppo grave ovviamente. Solo uno sgarbo. Magari che lo metta fuori gioco qualche giorno, non di più. Ho anche portato un incentivo.
Disse lei sorridendo, mostrando una bottiglia che teneva nel tascone del mantello. Gli occhi dei gemelli brillarono.
-Sai che Montague lo facciamo fuori anche gratis, vero?
Chiarì comunque George.
-Il lavoro fatto bene va retribuito.
Sussurrò Frannie, sorridendo.
-È sempre un piacere fare affari con te , Firwood.
Le disse Fred, intascando il bottino dopo averlo ridotto con la magia.
-Non subito, mi raccomando. Non voglio che sia riconducibile a questi avvenimenti in alcun modo. Non deve esserci correlazione tra questo e la partita. Conto sulla vostra discrezione.
-Nessuno saprà nulla.
Assicurarono all'unisono.
-Bene. Possiamo andare.
Disse lei, e si alzò, seguita da Tony.
-Vieni scemo, andiamo a cena.
Esclamò al fratello, toccandolo con il piede. Lui sbuffò, ma si alzò senza replicare.
-Andate, noi aspettiamo cinque minuti...
-... per non dare nell'occhio.
Frannie e Tony annuirono, poi si avviarono verso le scale, seguiti da un lento Silver. Fran prese il suo ragazzo a braccetto.
-Beh, è stata una bella serata, no?
Il ragazzo annuì, sospirando.
-Sì, direi di sì.
 
In Sala Grande, la cena stava per cominciare. Margaret e Edmund erano seduti al tavolo Serpeverde. Draco Malfoy guardava pensieroso verso di loro. Mag aveva ancora le guance rosse, ma si stava riprendendo.
-Beh, sicuramente ci siamo svagati.
Mormorò Edmund, giocando con le posate in attesa che i piatti si riempissero.
-Ho quasi detto a Frannie di avervi sentiti, a Settembre. Davanti a tutti. E ho mal di testa.
Si lamentò lei. Sapeva che non avrebbe mangiato nulla. Lanciò un'occhiata di fuoco alla professoressa Umbridge, che guardava sorridente i tavoli gremiti di ragazzi.
-Beh, non è successo. E conoscendola, domani si sarà già dimenticata di quel poco che hai detto.
Concluse lui.
-Chissà con chi stava Lucy prima di Canon, e non mi ha detto niente!
Aggiunse, pensieroso.
-Chissà per chi avevano una cotta Fred e George, piuttosto!
Esclamò Mag, curiosa.
-Già, a parte la sorella non è che ci fossero così tante ragazze lì dentro.
Commentò Edmund, con una punta di gelosia.
-Se ci fosse Frannie ti direbbe che non è detto che si riferissero a delle ragazze.
-Ma Frannie non c'è, e tu hai capito benissimo a cosa mi riferisco, infatti.
Margaret alzò le spalle.
-Certo che abbiamo scoperto un sacco di altarini stasera!
Ridacchiò.
-Sì, è stato un festino istruttivo.
Convenne lui.
-Come ti sono sembrati Ginny e Silver?
Chiese Margaret, curiosa.
-Ginny mi piace. Capisco perché è amica di Lucy, le vedo molto simili. È anche simile ai gemelli in realtà. Silver è... è...
-...strano.
Completò lei.
-L'ho pensato anche io. Non somiglia per niente a Tony.
-Ogni tanto mi ha fatto ridere però, devo ammetterlo. Devo decidere ancora se mi piace.
-Con tua sorella sembrava andare molto d'accordo!
-Già.
Rispose, rabbuiandosi di colpo.
In quel momento entrarono Frannie e Tony, e l'istante dopo apparve il cibo sui tavoli.
-Rognone, filetto alla Wellington, patate al burro, agnello, zucca grigliata, broccoli fritti si affollarono sul tavolo.
-Quanta roba! Ho la nausea...
-Beata! A me l'alcool ha fatto venire fame!
Rispose Edmund, riempiendosi il piatto di filetto.
-È per Halloween, ci sono andati giù pesante col banchetto!
Esclamò Frannie, prendendo posto.
-Già, me ne stavo dimenticando.
Mormorò Margaret, indecisa se servirsi almeno un po' di patate.
-E dire che la tua serata è stata abbastanza horror!
Scherzò Frannie.
-Lascia stare... mi hai fatto prendere un colpo prima!
-A proposito... se davvero in quella stanza Lupin passava la luna piena... forse...
Iniziò Edmund a bassa voce
-Forse la Mappa è anche sua! Può darsi!
Completò Frannie.
-Lunastorta. Ci può stare, in effetti.
Sussurrò Margaret a bassa voce. Arrivò anche Jasmine al tavolo, e dovettero smettere di confabulare. Qualche secondo dopo entrarono i gemelli, non li degnarono di uno sguardo e filarono diritti al tavolo Grifondoro. Dal tavolo dei professori, la Umbridge li seguì con lo sguardo attento. Il suo sorriso si era congelato.
I giorni seguenti, nessuno parve aver notato il festino clandestino. Frannie e i gemelli erano soliti insultarsi, come sempre. Margaret e Edmund non li calcolavano molto, e certo non sembrava avessero mai scambiato una parola con Ginny Weasley. Avevano fatto tesoro della serata, non si sarebbero visti veramente sino a Natale. Non avrebbero potuto parlare dell'Ordine, della guerra, liberamente sino a Natale. Questo li frustrava, ma si sentivano più uniti che mai.
Soltanto due eventi degni di nota erano successi nei giorni seguenti.
Hagrid era tornato, suscitando un po' di scalpore tra gli studenti. Nella sua prima lezione aveva parlato di Thestral, cosa che, unita al suo essere mezzogigante, non lo aveva fatto entrare nelle grazie della Umbridge. Tony e Emdund tuttavia erano tornati piuttosto entusiasti dalla lezione, anche se non erano riusciti a vedere neanche un esemplare. In effetti, in classe solo un ragazzo era riuscito a vederli, un Grifondoro che a quanto pare aveva visto morire suo zio[3].
La seconda però era quella più importante.
Frannie era riuscita a trovare il libro di Difesa dei suoi genitori, in biblioteca. Era ora di mettersi a lavoro.
 
*
 
31 Ottobre 1975
 
Il lupo enorme agitò la coda, rovesciando due sedie e spaccandole con un gran fracasso. Il topo, terrorizzato, schizzò a nascondersi in un buco tra le assi della scalinata. Il cane, al vedere la scena, sbuffò.
Un grande cervo reale saltò elegante nella stanza, schivando un'unghiata del lupo imbufalito. Solitamente non attaccava gli animali, ma era sempre meglio non fare movimenti improvvisi.
Lunastorta, grande, pesante, famelico, saltò con le potenti zampe e atterrando nell'altra stanza si portò via un pezzo della porta. Il cane nero gli trotterellò dietro, agitando la coda festoso. Il topo intanto, salito sulla schiena del cervo, zompettava sino ad arrivare in cima alla sua testa. Ramoso scosse la testa, infastidito, poi decise di lasciarlo dov'era.
Lunastorta scese quasi rotolando giù per le scale che portavano alla cantina. Stracciò un brandello di carta da parati, che svolazzò pigramente verso il basso e fu prontamente afferrata dalle fauci del cane che parve giocarci per qualche secondo. Il cervo, seguendoli, sentì un orrendo rumore di cocci. Una scorta di vasetti di china si era rovesciata sul pavimento. Il lupo mannaro ci posò la zampa con forza, per poi guaire orrendamente a causa dei cocci di vetro. Tentando disperatamente di toglierli, diede una feroce zampata alla parete, lasciando un'impronta trascinata. Continuò a guaire e ululare facendo quasi tremare le pareti e anestetizzando i timpani dei tre, in particolare quelli del topo, che squittiva come un pazzo, quasi in uno strillo impaurito. Felpato ora era arretrato a coda bassa ringhiando sommessamente. Il lupo si muoveva sofferente e disperato, e quindi letale. D'improvviso schizzò fuori dalla stanza, dando una spinta al cervo, che si era tolto dalle scale appena in tempo. Il cane si guardò intorno, furtivo. Dal piano superiore venivano schianti e rumori terrificanti. Si avvicinò piano alla macchia di inchiostro e ci bagnò la zampa, per poi stampare un'impronta accanto a quella del lupo. Fece segno con lo sguardo agli altri due di aggiungersi.
Il cervo, accogliendo subito l'idea, stampò subito lo zoccolo vicino al segno lasciato dal cane. Codaliscia tardò ad aggiungersi, e lasciò una scia di piccole zampate nere per tutta la chioma del cervo, che sbuffò irritato.
Un attimo dopo, nella stanza silenziosa, c'erano un cervo, un topo e un ragazzo. L'istante dopo ancora, i ragazzi erano due.
-Sirius! Che cosa stai facendo? È pericoloso stare in forma umana! Sei pazzo?
Chiese quello che ora era al posto del cervo. Il topo era caduto a terra in uno squittio dolorante.
-Rem è di sopra, non corro pericoli. Hai visto come si è tagliato la zampa? Spero di avere ancora del dittamo nel baule...
Disse sovrappensiero.
-Potrebbe tornare! Potrebbe fiutarti!
-Se lo farà, mi ri trasformerò.
Rispose il ragazzo alzando le spalle. La mano corrispondente alla zampa che era stata sporca di inchiostro, gocciolava di liquido nero.
-Sbrigati, forza!
Gli intimò l'amico.
-Se hai paura puoi sempre ritrasformarti.
Disse, con un ghigno.
-Io? Paura? Buona questa! Al massimo mi preoccupo per te. Io ho tutto sotto controllo.
Esclamò l'altro, spazzolandosi i capelli con la mano e sistemandosi gli occhiali sul naso. Sirius intanto, accostato al muro, scriveva con l'indice macchiato Lunastorta. Il topo squittì con disapprovazione.
-Che senso ha?
-Questo posto è nostro, voglio firmarlo. Così dopo che ce ne saremo andati si ricorderanno di noi.
Codaliscia
-Come se qualcun altro oltre noi entrerà mai di nuovo in questa stanza... Felpato, non senti anche tu troppo silenzio?
Chiese James a bassa voce.
Felpato
Effettivamente gli schianti al piano di sopra si erano calmati. In un attimo, il topo schizzò via dentro un buco nel muro.
-Ma che...
L'istante dopo, un ruggito fece tremare la stanza. I ragazzi si congelarono sul posto.
-Muoviti, presto! Questa stronzata rischia di ammazzarti!
Gridò il ragazzo, che meno di un secondo dopo era di nuovo un cervo.
Ram...
Il lupo avanzò piano ringhiando sommessamente. James si mise a petto gonfio tra i due, con le corna alte e fiere.
Os...
Il mostro balzò. Il cervo guaí, ma riuscì a incornarlo e rallentarlo per il tanto che bastava.
O
Il cane, con un salto, si avventò sul lupo, che gli morse la zampa e lo sbattè al muro. Felpato guaì per senso di colpa. Lo faceva ogni volta che per sicurezza era costretto a mordere il suo amico. Il giorno dopo ci sarebbe stata una cicatrice.
Il licantropo si guardò intorno spiazzato, non vedendo più esseri umani. Scandagliò tutta la stanza con i suoi enormi occhi iniettati di sangue. Guardò i due animali che, per un momento, ebbero veramente paura.
Poi, non vedendo niente per le sue fauci, si voltò e ricominciò la sua opera di distruzione.
 
 
Note autrice
Spero che questo piccolo bonus a fine capitolo vi sia piaciuto! Abbiamo detto che questo è l'anno dei flashback, giusto?
Che ne pensate del capitolo? Questo speciale di Halloween a parte una location da brivido ci è valsa qualche sconvolgente rivelazione!
Abbiamo avuto un coming out, qualche ammissione di colpa, i gemelli e qualche loro cotta misteriosa (nemmeno poi tanto, come dice giustamente Edmund), i ragazzi hanno scoperto che il Lunastorta della Mappa del Malandrino può essere Lupin e Margaret ha quasi rivelato a Frannie si aver sospettato che lei e Edmund avessero una relazione. Che dire, quest'anno poche feste ma abbastanza intense!
Frannie poi ha commissionato ai gemelli un bello scherzetto che vedrete, prima o poi.
Ora che il libro di Difesa è stato trovato i ragazzi proveranno a esercitarsi da soli! Chissà come se la caveranno...
Grazie per aver letto e alla prossima settimana!
(Vi aspetta uno dei miei capitoli preferitissimi, iniziate ad ascoltare questa canzone, per entrare nel mood giusto)

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[1] Il tramonto in Scozia a fine Ottobre è alle 16.30, fonte internet ahah
[2] Headcanon: Fred e George che hanno avuto rispettivamente una cotta per Mag e Frannie
[3] Peter Parker ♡
   
 
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