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Autore: vanessie    18/10/2019    1 recensioni
La storia sviluppa alcuni personaggi di mia invenzione presentati nella fanfiction "Sunlight's Ray".
Una vicenda ricca d'amicizia, amore e problemi della vita quotidiana con cui ogni adolescente si trova a fare i conti...narrati da una prospettiva femminile e maschile. Non mancherà un pizzico di fantasy e un richiamo ai personaggi originali della Meyer!
Per avere una migliore visione delle cose sarebbe meglio aver letto Sunlight's Ray 1-2-3, in caso contrario potete comunque avventurarvi in Following a Star!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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FOLLOWING A STAR

 

Capitolo 183

“Felicità”

 

 

POV Kevin

Avevo una tremenda paura che Evelyn non ce la facesse. Le sue urla mi entravano dritte in testa, facendomi rabbrividire al pensiero che stesse tanto male. Tra una contrazione e l’altra continuava a respirare nella maniera che le avevano insegnato al corso preparto e mi stava stritolando la mano, da quanto la stringeva. Sollevai la testa e la guardai, aveva il viso coperto di sudore, i capelli bagnaticci e si capiva lontano un miglio che stava soffrendo. “Non mollare Evelyn, stai andando bene!” esclamò il ginecologo “Quanto tempo ci vorrà ancora?” chiese lei “Non lo so tesoro, ma posso assicurarti che sei bravissima” la consolò. Le spostai i capelli dalla fronte con la mano libera e poco dopo lei riprese a spingere e ad urlare. Appoggiai la testa sul lettino su cui era stesa, tenendola vicina alla sua spalla e chiusi gli occhi. Non riuscivo a capire perché dare alla luce un bambino fosse tanto sconvolgente…cioè…ne avevo sentiti di racconti, avevo assistito al parto di alcuni animali, ma mai avrei immaginato di vivere in prima persona una cosa simile. “Kevin” sussurrò lei quando la contrazione la lasciò “Sì?” risposi tornando a osservarla “Sei sconvolto, esci se non ce la fai!” “No non se ne parla, sto qui Evelyn” chiarii. Altre contrazioni e quindi altro dolore. “Io non ne faccio più di figli. Questo è sicuro!” esclamò, per poi continuare a dire “Stiamo scherzando? Mi sto spezzando in due, non ce la faccio più” stava urlando ormai, stremata dalla sofferenza. “Non dire così! Dai sono sicuro che ce l’hai quasi fatta” provai a consolarla “Se solo pensi di rimettermi le mani addosso…ohhhh te lo puoi scordare” affermò, riferendosi al fatto che non voleva correre il rischio di rimane incinta di nuovo e dover patire ancora le pene dell’inferno. Altra contrazione, Evelyn urlava in maniera lancinante, mi faceva male il cuore a sentirla, ma alla fine di quell’ultima spinta la bambina nacque. Il suo dolore terminò d’improvviso. Le infermiere e la pediatra si occuparono di lei, lavandola a visitandola. L’avevo vista di sfuggita prima che la allontanassero mentre io restai con Evelyn. Le diedi un bacio sulla guancia, mi accarezzò la testa, che avevo poggiato su di lei. “Evelyn devo darti dei punti” la informò il ginecologo “Non preoccuparti, è normale. Succede a quasi tutte le donne. Cadranno da soli nel giro di pochi giorni” “Ok” rispose lei. L’ostetrica ci portò la bambina “Tutto bene, è sana, pesa 3.650 grammi” disse mettendola tra le braccia di Evelyn. Uscirono dalla stanza lasciandoci soli. “Amore! Sei bellissima, hai gli occhi del tuo papà” le disse Evy “Kevin hai visto? La bambina ha lo stesso tuo colore degli occhi!” “Sì, ho visto. È la cosa più bella che abbia mai visto in vita mia” affermai prendendole in mano un piedino. Ero emozionato, quella piccola meraviglia della natura era mia figlia, era tanto perfetta perché Evelyn l’aveva resa tale crescendola nella sua pancia, ma comunque di base la bambina era anche parte di me, era pur sempre stata uno spermatozoo nove mesi fa. “Benvenuta, non vedevamo l’ora di conoscerti!” esclamò Evelyn guardando la piccina e sorridendole. Colsi nel suo sguardo una nuova sfumatura, un’emozione che prima non c’era…forse era senso di protezione, orgoglio materno o semplicemente ammirazione. Diedi un bacio sulla guancia a mia moglie e lei si voltò a guardarmi riuscendo a stento a trattenere il sorriso. Restammo a fantasticare su nostra figlia a lungo, desiderando per lei solo le cose migliori per il futuro. Purtroppo i genitori di Evy erano morti, non avevano potuto vedere la bambina, anche se presto gliela avremmo portata al cimitero per presentargliela. Avevo chiamato i miei familiari negli U.S.A che mi avrebbero raggiunto tra due giorni. Tutti erano curiosi di conoscere Jennifer. 

 

POV Evelyn

Ero in ospedale, il giorno prima avevo partorito e già stavo un pochino meglio. Kevin era sempre lì con me, Jennifer prevalentemente dormiva nella piccola culla accanto al mio letto, ma in quei pochi istanti in cui era sveglia per mangiare e aveva gli occhi aperti, io proprio mi scioglievo nel rimirarla. Aveva quel colore di occhi che mi aveva fatta innamorare di un certo ragazzo americano ed ero così orgogliosa di lei. La sera prima avevo provato ad allattarla al seno e per fortuna la bambina si era attaccata e aveva mangiato. L’emozione che avevo provato nel darle il latte era immensa. Dopo il parto Kevin aveva davvero realizzato che adesso eravamo in tre. Per me le cose erano già così da mesi, per la precisione mi ero fatta una chiara idea della bambina già da quando ero incinta al quarto mese, ma avevo letto su un libro che gli uomini se ne rendevano conto solo dopo aver visto in faccia il bambino. Quel giorno le mie amiche dovevano venire a trovarmi. Quando arrivarono le salutai “Ciao ragazze!” esclamai felice di vederle “Ciao Evelyn” risposero dandomi un abbraccio e affacciandosi subito alla culla. “Caspita è meravigliosa!” disse Thea “Così piccina e così perfetta” aggiunse Drew “Kevin? Non si vede affatto che sei il padre” scherzò Holly notando la somiglianza tra i due. Lui sorrise “Modestamente! Visto quanto è bella? Ci ho messo impegno” rispose.

 

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“Sì…un impegno estremo” lo punzecchiai e lui mi fece la linguaccia. “Come stai tu?” mi domandò Holly dopo aver fatto i complimenti a Jennifer. “Sto benino, sono ancora stanca, ma felice” affermai, presi la mano di Kevin per aiutarmi a mettermi seduta e feci una smorfia di dolore. “Che c’è?” chiese Thea preoccupata “Mi tirano un po’ i punti, tranquille ragazze” risposi “Punti? Laggiù?” domandò Drew. Annuii “Ohhhh devono essere fastidiosissimi” disse Holly “Dopo il parto non considero dolore più niente” affermai. “Avete intenzione di fare dei figli ragazze?” domandò Kevin alle mie amiche, loro annuirono “Io ci ripenserei…cioè quando vedi tuo figlio per la prima volta provi qualcosa di indescrivibile ma…il travaglio è…allucinante!” esclamò Kevin ancora sconvolto “Ma dai! Non dire così, le spaventi” risposi. Mio marito si mise seduto dietro di me e mi cinse il pancione ancora evidente, restando con la testa chinata sulla mia spalla. Presi Jennifer dalla culla e capii che il suo lamento era dovuto alla fame. “Mi aiuti ad aprire i bottoni?” domandai a Kevin, alludendo ai bottoni della mia camicia da notte posti sul petto. Aspettai che la bambina cominciasse la sua poppata e alzai gli occhi sulle mie amiche, che si erano fatte super silenziose. “Ohhhh è una scena adorabile!” esclamò Holly “Come hai fatto a capire che voleva mangiare?” mi chiese Drew “Non chiedetemelo ragazze, non lo so…è intuito credo” spiegai “È bello allattarla?” domandò Thea ed io annuii “È un altro modo per renderti conto ancor di più che è tua” iniziai a dire e poi continuai “Fino a ieri era un’immagine sfocata, mentre era dentro di me, ora che posso prenderla in braccio invece è…quasi impossibile credere che sia mia figlia, ma poi lei ricerca me, io ricerco lei e mi sento male se costantemente non la guardo, se non la prendo in braccio, se non le do qualche bacio” affermai. Quando Jen finì di mangiare le feci fare il ruttino e la tenni poggiata sulla mia spalla annusando il suo odore di buono e di innocente, ascoltando le parole delle mie amiche. “Questo è un pensierino per voi” disse Drew porgendoci un pacco “Ragazze non dovevate, avete già comprato il regalo al negozio in cui c’è la lista di nascita!” esclamai. Passai la bambina a mio marito e lo scartai, trovando un paio di simpaticissime scarpe rosa da neonata.

 

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“Ohhhh sono meravigliose! Le adoro!” esclamai “Siamo già alla fase scarpe sexy per piedini grassottelli?” scherzò Kevin facendoci ridere. Presi un piedino di mia figlia e le infilai una scarpina “Ti piacciono vero amore?” le chiesi notando che stava sorridendo “Certo che le piacciono Evy, tu adori le scarpe e tua figlia non può che assomigliarti” rispose Thea. “Ragazze vi lascio un po’ sole a parlare, torno subito” disse Kevin lasciandomi un bacio sulle labbra. Le amiche catapultarono tutte le attenzioni sulla neonata e io ero così felice che le facessero tutti quei complimenti, mi sentivo orgogliosa. L’orario delle visite terminò, Holly, Thea e Drew mi salutarono e uscirono dalla camera, lasciando i saluti anche per mio marito. La piccola dormiva, mi alzai in piedi con fatica e la misi comoda nella culla, quando mi voltai vidi Kevin dentro alla stanza con in mano un mazzo di fiori. “E questi fiori?” domandai “Sono per te! Volevo andare a prenderteli ieri, ma non volevo lasciarti sola, quindi ho approfittato della presenza delle tue amiche per assentarmi” spiegò “Non dovevi, sono bellissimi” affermai sorridente. Mi porse il bouquet spiegandomi che i fiori erano tutti rosa perché la fioraia aveva detto che era appropriato regalare alla propria moglie i fiori in base al sesso del bambino e Jen era una femmina.

 

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Li ammirai da vicino, annusando il profumo dei fiori. Kevin mi diede un bacio e io ricambiai, mettendo una mano sul suo collo. “Mi hai regalato la bambina più bella del mondo e io…volevo solo farti sapere che ti amo” sussurrò “Ti amo di più io” ribattei. Lui sorrise e mi porse una scatola che tirò fuori dalla tasca “Questo è il vero regalo” chiarì, lo aprii curiosa, avendo capito che era una confezione di gioielleria. “Wow” sospirai ammirando quella parure di collana e orecchini che brillavano in maniera esagerata “Sei impazzito per caso?” chiesi.

 

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“Ti piace?” “Kevin me lo stai chiedendo sul serio? Certo che mi piace, sono stupendi” risposi. Ci sedemmo sul letto e gli diedi un abbraccio forte, seguito da una decina di baci. “Non…non dovevi davvero! Insomma già con i fiori ero felice” dissi, lui mi prese la testa fra le mani “Ieri, quando eri in pieno travaglio, io mi sono sentito…piccolo, insignificante. Tu invece, con la tua apparenza da bambina, sei stata…così forte e tenace…il modo in cui hai sofferto per dare alla luce Jen, me lo ricorderò per sempre. Cosa posso fare in cambio? Niente che possa eguagliare quello che tu hai fatto per lei e per me. I fiori e i gioielli? Sono una piccolezza senza senso in confronto” affermò con i suoi occhi dentro ai miei.

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“Kevin io non so che dire…sono felice per il fatto che sei così dolce e premuroso con me e poi…per il fatto che adesso non siamo più tu ed io, ma c’è anche Jennifer e lei incarna tutto l’amore che provo per te!” esclamai. Ci baciammo ancora, ci perdemmo nei nostri sguardi e ci sentimmo ancora più uniti da quella piccola e tenera frugoletta, che già aveva conquistato i nostri cuori.

 

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NOTE:

Ciao, eccoci al capitolo del parto. Le cose vanno per il meglio, Evelyn dà alla luce Jennifer che in breve conquista tutti: genitori, parenti e amici. Holly, Thea e Drew sono rapite e curiose allo stesso tempo. Kevin dedica a sua moglie delle belle parole, il parto è un momento che segna, che determina delle riflessioni e che fa nascere una nuova sfumatura all'interno di una relazione. Ecco perchè i fiori e il regalo impegnativo, ecco perchè tra i due è Kevin a sentirsi "in debito d'amore" verso sua moglie. Vi saluto e vi aspetto venerdì,

Vanessie 

   
 
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