Fanfic su artisti musicali > Chicago
Segui la storia  |       
Autore: evelyn80    18/10/2019    3 recensioni
Greta e Linda sono due ragazze ventunenni, amiche da quando erano bambine. Entrambe studentesse alla facolta di Lingue e Letterature Straniere all'Università di Milano, coltivano il sogno di diventare interpreti. Nel frattempo, si esercitano nell'uso della lingua inglese ascoltando le loro canzoni rock preferite nel negozio di dischi del padre di Linda, in cui entrambe lavorano nel tempo libero. Mentre Linda è single e corre dietro a ogni ragazzo biondo che incontra, Greta è felicemente fidanzata con Matteo, col quale sta progettando il suo futuro.
Una triste notte di gennaio, però, tutti i suoi sogni più belli si infrangono contro il tronco di un albero. La ragazza, incapace di guardare al futuro, si chiude in se stessa, finché non incontrerà l'uomo che aveva sempre sognato: Terry Kath, il chitarrista dei Chicago.
Innamoratosi di lei a prima vista, Terry cercherà di conquistare Greta finché non riuscirà a riportarla di nuovo alla vita.
Storia direttamente ispirata dalla drabble "Disperazione", tratta dalla raccolta "Melodies" di Kim WinterNight
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Danny Seraphine, Nuovo personaggio, Terry Kath
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia nasce da un'idea di Kim WinterNight, ed è direttamente correlata alla sua drabble “Disperazione”, contenuta nella raccolta “Melodies” che potete trovare qui: https://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3810353&i=1
I personaggi di Greta e Matteo, dei quali l'autrice mi ha gentilmente concesso l'utilizzo, sono di sua esclusiva proprietà, mentre gli altri personaggi originali che incontrerete nella storia sono frutto della mia fantasia. I Chicago appartengono solo a loro stessi, e con questo mio scritto non ho inteso offendere nessuno di loro.

Il titolo della storia è ispirato a una canzone dei Chicago, “Alive again”, tratta dall'album Chicago XII meglio noto come “Hot streets”. Le frasi tratte dal testo, che fanno da introduzione alla storia, sono il leitmotiv di tutta quanta la vicenda. Inoltre, ogni capitolo è introdotto da una citazione tratta da altre canzoni, più o meno datate, che hanno una particolare rilevanza all'interno del testo di ogni capitolo.
Oltre al banner principale, anche ogni capitolo avrà un suo piccolo banner, rappresentante un'immagine che viene citata nel testo.
Buona lettura.


 


 

Capitolo Sei

 

                                     

 

Now that you're gone, I think of you”

Never gonna be another – Jamiroquai

 

 

Greta andò ad aprire al postino e si ritrovò in mano due cartoline: una proveniente da Atene e una da Bangkok. Terry Kath aveva mantenuto la sua promessa, e le aveva inviato due splendide immagini dei luoghi che i Chicago avevano visitato nel proseguimento del loro tour. Lesse rapidamente i messaggi: su entrambe il chitarrista le aveva scritto i suoi saluti, accompagnati da una serie di cuoricini di tutti i colori dell'arcobaleno.
Senza riflettere le strinse al cuore, sorridendo. Era molto contenta di averle ricevute, perché quelle cartoline confermavano la previsione di Linda: Terry provava davvero qualcosa per lei.
Subito dopo, però, si rabbuiò. Cosa avrebbe pensato Matteo? Non avrebbe dovuto accettare quelle piccole attenzioni da un perfetto sconosciuto. Vide nella mente il volto accigliato del suo ragazzo, le braccia incrociate sul petto.
Oh no”, pensò disperata. “Come ho potuto rallegrarmi? Ho fatto arrabbiare Matteo! Non avrei mai dovuto dare il mio indirizzo a un estraneo”.

Corse in camera sua e, con rabbia, strappò i cartoncini illustrati in vari pezzi, gettandoli poi nel cestino della carta straccia. Due frammenti caddero a terra a faccia in giù, mostrando un cuore rosso spezzato a metà. A quella vista Greta cominciò a tremare. Si lasciò cadere seduta sul letto e si mise a piangere.

 

Quando Linda passò a trovarla, mezz'ora dopo, la trovò ancora nella stessa posizione. Le lacrime le si erano asciugate sul volto, lasciandole due tracce salate sulle guance. Aveva le mani strette in grembo e si tormentava le unghie, dondolando avanti e indietro.
«Greta! Che cosa è successo?», gridò Carmelinda, correndo a sedersi accanto a lei e abbracciandola forte.
«Ho fatto arrabbiare Matteo», rispose con voce atona, senza smettere di dondolarsi.
Linda la fissò sgranando gli occhi per lo stupore. «Ma cosa stai dicendo?».
«Ho dato il mio indirizzo a Terry e mi sono fatta mandare delle cartoline, e Matteo non voleva».
Con il mento, Greta indicò i pezzetti ancora a terra accanto al cestino. Linda si alzò dal letto e li raccolse, poi guardò dentro la pattumiera e vide tutti gli altri frammenti. Li prese con un grido e li portò sul letto.
«Ma sei impazzita! Hai strappato le cartoline che ti ha mandato Terry!?».
Si mise a raddrizzare i pezzi e a ricomporli, come se fossero stati un puzzle.
«Matteo si è arrabbiato», ripeté Greta, senza guardare l'amica.
Linda si raddrizzò e la prese per le spalle, stringendola con forza. «La vuoi smettere di pensare a Matteo?», gridò, scuotendola. «Matteo è morto! Non può essersi arrabbiato con te! Lo vuoi capire che devi andare avanti? Matteo non c'è più e tu devi rifarti una vita, senza di lui!».
Nel sentire quelle parole, Greta si riscosse dalla sua apatia. Si liberò con uno scarto dalla morsa di Carmelinda e le mollò uno schiaffo in pieno viso.
«Lasciami in pace! Dovete smettere di dire che Matteo è morto, chiaro! Matteo non è morto! Non è morto!».
Linda si alzò di scatto dal letto, tenendo una mano sulla guancia offesa.
«Va bene, allora. Me ne vado. Rimani pure a crogiolarti nel passato. Non venire a cercarmi, perché ne ho abbastanza delle tue paturnie!». E, sbattendo la porta dietro di sé, lasciò l'amica da sola.
Greta si sentì soffocare e prese a respirare pesantemente. Aveva litigato con la sua migliore amica. Era la prima volta che succedeva. Certo, avevano già avuto qualche scaramuccia, in passato, come succedeva in tutte le migliori amicizie, ma si erano sempre risolte con un sorriso e un abbraccio. Questa volta non sarebbe stato così semplice ricucire lo strappo che si era creato all'improvviso. Le lacrime tornarono a farle pizzicare gli occhi. Si buttò sdraiata sul letto e scoppiò a piangere un'altra volta.

 

Quella notte, Matteo le apparve di nuovo. Si mise seduto sul letto e, questa volta, oltre al suo profumo Greta avvertì anche il calore del suo corpo. Si alzò a sedere di scatto.
«Sei tornato, non è vero?», chiese. Il ragazzo non rispose e lei insisté. «Rispondimi, ti prego... ho bisogno di sentire la tua voce», ansimò.
«Greta, io non sono qui», disse infine Matteo, fissandola negli occhi con espressione seria.
«Non è vero... io ti vedo! E sento la tua voce, il calore del tuo corpo, il profumo della tua pelle...».
Il ragazzo la interruppe. «Tesoro, ascoltami bene. Non illuderti di potermi riabbracciare, perché non potrà mai più accadere. Sai bene che sono morto».
Greta scosse la testa. «No, non è vero... tu non sei morto, Matteo...».
«Sì, invece, e lo sai benissimo. Amore mio, devi andare avanti, devi scacciarmi dalla tua mente. Io sono solo una proiezione di ciò che vuoi vedere, ma non sono reale». La ragazza continuò a scuotere il capo, ma Matteo insisté. «Oggi hai litigato con Linda, e hai strappato le cartoline che ti ha mandato Terry».
«Ma tu eri arrabbiato con me...».
«Non è vero», la interruppe ancora. «Tu vorresti che io fossi arrabbiato con te, per giustificare il tuo comportamento. Ma non sono arrabbiato. Io sono felice che tu abbia trovato un ragazzo che si interessa a te».
Greta iniziò a piangere, il labbro inferiore che tremava convulsamente. Matteo riprese a parlare.
«Io ti amerò sempre, tesoro. Ma non tornerò mai più da te. Mai! Devi andare avanti, capisci? Dimenticami, e sii felice».
«Mai! Non lo farò mai! Tu non sei morto!». L'immagine del ragazzo iniziò a tremolare. Matteo allungò una mano che si faceva sempre più trasparente e le sfiorò il viso. Greta avvertì il tocco delicato delle sue dita che pian piano scomparve. «Matteo, dove sei? Non lasciarmi, ti prego, non lasciarmi!», gridò disperata.
«Addio, Greta».
Anche l'ultimo eco della voce del ragazzo si spense nel silenzio della notte. I singhiozzi di Greta esplosero violenti, svegliando sua madre.
La signora Antonella la raggiunse e la abbracciò. «Tesoro, non è niente... è stato solo un brutto sogno».
«Mamma! Matteo mi ha detto di dimenticarlo, di andare avanti senza di lui...».
La donna fissò la figlia negli occhi.
«Tesoro, sai anche tu che è la cosa più giusta da fare. Non devi dimenticarlo, no. Matteo rimarrà comunque sempre una parte della tua vita. Ma devi andare avanti senza di lui, questo sì».
«Non so se potrò riuscirci, mamma».
«Certo che puoi. Io e papà ti aiuteremo, e anche Linda», la rassicurò la madre.
«Io e Linda abbiamo litigato, oggi... sempre a causa di Matteo», raccontò Greta.
«E domani farete la pace. Siete amiche da una vita, non potete buttare tutto all'aria in soli cinque minuti».
Greta sapeva perfettamente che sua madre aveva ragione, anche se non voleva ammetterlo. Non avrebbe mai potuto dimenticare Matteo, ma avrebbe dovuto lasciarselo alle spalle anche se in quel momento le sembrava impossibile. Scoppiò di nuovo a piangere e sua madre la abbracciò ancora, stringendola al suo petto.
«Vedrai che, presto, troverai qualcuno in grado di farti provare un amore ancora più grande di quello che provavi per il tuo ragazzo», disse la signora Antonella.
Greta pensò che, forse, quel qualcuno lei lo aveva già trovato. Un chitarrista americano di nome Terry Kath.

 

Dall'altra parte del mondo, in Giappone, Terry uscì dalla doccia dopo averci trascorso dentro quasi un'ora, come nella loro canzone. E, proprio come nella loro canzone, aveva passato la maggior parte del tempo a masturbarsi sotto il forte getto di acqua calda. Mentre lo faceva aveva pensato a Greta. Desiderava da impazzire poterla vedere di nuovo, poterla stringere tra le braccia e baciarla. Voleva farle dimenticare il suo vecchio amore perduto e sostituirsi ad esso. Sospirò fissandosi nello specchio mentre si tamponava i capelli con l'asciugamano, poi uscì dal bagno e rientrò nella camera d'albergo che divideva con Danny.
«Allora, hai finito di segarti?», lo apostrofò l'amico, ridendo.
Terry indossò un paio di slip e si buttò sdraiato sul letto, con i capelli ancora umidi. Prese la sua macchina fotografica dal comodino e iniziò a rigirarsela tra le mani. Aveva scattato molte foto durante il tour, ma si era dimenticato di farne una a Greta prima di lasciare l'Italia. Non vedeva l'ora di poter tornare da lei e scattargliene un milione.
«A cosa stai pensando?», chiese Danny, ma il chitarrista era talmente assorto nei suoi pensieri che non lo sentì. «Ehi, amico!», insisté il batterista, alzando la voce.
Terry si voltò a guardarlo, stranito.
«Ti ho chiesto a cosa stai pensando», ripeté Danny, «ma forse farei meglio a dire “a chi”».
«Sto pensando a Greta», mormorò il chitarrista, tornando a fissare il soffitto. «Non vedo l'ora di tornare da lei».
«Hai intenzione di tornare in Italia, finito il tour?».
«Sì. Le ho promesso che sarei andato a trovarla per conoscerla meglio».
«Davvero? Allora ti accompagno», decretò Danny.
Terry si voltò di nuovo verso di lui. «E perché? Non ho mica bisogno del babysitter».
«No, però anch'io voglio conoscere meglio la sua amica».
«Linda? Guarda che tu sei sposato, Danny. E poi a Linda piace Peter».
«E tu come fai a saperlo?», chiese il batterista.
«Me l'ha detto Greta».
Danny si strinse nelle spalle. «Ci proverò lo stesso. Sai bene che non mi sono mai fatto problemi a tradire mia moglie. E poi, sono abituato a fare sesso con ragazze che vengono con me solo perché sono uno dei Chicago». Si carezzò i lunghi baffi alla “fu manchu”. «Lo so di essere il più brutto fra noi, ma finché riesco a scopare non mi interessa affatto».
Terry scosse la testa. Danny era fatto così: la sua droga era il sesso. Lui, invece, non riusciva ad andare a letto con una donna se non provava un minimo di interesse verso di lei. E, per Greta, avrebbe fatto di tutto.
Ancora una settimana e poi tornerò da lei”, pensò, sorridendo tra sé e sé. E non vedeva l'ora che arrivasse quel momento.

 

 

Spazio autrice:

Greta riceve le cartoline che Terry le aveva promesso, ma il senso di colpa nei confronti di Matteo non riesce a farle trovare pace. Nel suo subconscio è consapevole che il suo ragazzo non tornerà, ma non vuole, o non riesce, ancora ad ammetterlo. E non vuole nemmeno che gli altri le sbattano in faccia la realtà, tant'è che si ritrova persino a litigare di brutto con Linda.
Il dialogo notturno con lo “spirito” di Matteo (che poi, nella mia intenzione, si tratta di una proiezione della mente di Greta) è tratto direttamente, con alcuni piccoli rimaneggiamenti, dalla drabble “Disperazione” di Kim WinterNight (che mi ha gentilmente concesso l'utilizzo delle sue parole) da cui questa mia storia prende spunto. Quindi è, diciamo così, la parte centrale della vicenda.
Nel frattempo, Terry non riesce a togliersi dalla mente la bella Greta... E pure Danny ha tutta l'intenzione di provarci con Linda, nonostante sia sposato. Questa sua “passione” per il sesso è una cosa vera, lui stesso ha ammesso di aver perso il conto di quante groupie si sia scopato durante la sua vita, anche se molte sono andate a letto con lui appunto perché era uno dei Chicago e non perché fosse particolarmente avvenente.
Questa volta, le immagini che accompagnano il capitolo sono due: una cartolina da Atene e una bella foto di Terry, che rappresenta il momento in cui si sdraia sul letto con i capelli umidi e la macchina fotografica in mano, e Danny lo chiama per chiedergli a cosa sta pensando.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Chicago / Vai alla pagina dell'autore: evelyn80