Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: jaspeg    18/10/2019    0 recensioni
Questa storia parla della sorella maggiore di Ciel, scomparsa durante l'incendio che distrusse la loro famiglia.
Durante l'incendio riesce a salvarsi tuffandosi nel lago della residenza che era collegato a un canale che andava nel Tamigi.
Venne trascinata per chilometri, fino a Londra, dove verrà salvata da un misterioso ragazzo che dopo se ne andrà lasciandola nelle mani di uno zingaro.
Trascorsero 3 anni, fratello e sorella si ritroveranno, ma, ricomparirà anche il misterioso ragazzo che l'ha salvata, nonostante non volesse avere niente a che fare con lei spesso in quegli anni ha dovuta tirarla fuori dai guai riuscendo sempre a celare la sua identità (o quasi).
Quando Ciel ritrova sua sorella riesce a convincerla a tornare a casa con lui dopo varie suppliche, Sebastian era preoccupato, non bastava un Phantomhive? Ma con sua grande fortuna la sorella era il contrario del suo padrone e finì per affezionarcisi. Con il suo rientro in società finalmente scoprirà chi è il suo salvatore ma si verrà anche a scoprire il segreto più oscuro di Sebastian.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I mesi passarono velocemente e Aralia si era impegnata al massimo per evitare quella guardia nonostante le continue incitazioni dello zio a conoscerlo. 
Nessuno dei due sembrava interessato, anche se in realtà la fame del demone non si era placata del tutto dopo quel primo contatto. 
Presto sarebbe arrivato l'inverno e la gente faceva di tutto per prepararsi al gelo; Aralia, dal canto suo, piuttosto che rimanere a palazzo a intrattenere i nobili preferiva andarsene a zonzo per la città, ma quella volta non fu come le altre.
Stava passando un vicolo stretto della zona malfamata dove di salito andava per aiutare i malati portando loro qualcosa da mangiare, ma quel giorno nessuno dei poveri l'aveva vista. 
Per tutto il giorno non si fece viva e la sera nemmeno rincasò. Raul andò quasi nel panico; dopo tutto era la sua moneta di scambio. Non voleva nemmeno pensare a quello che il demone gli avrebbe fatto se fosse venuto a sapere che il suo pasto fosse sparito. Quella sera il demone passeggiando per i grandi corridoio del palazzo sentì delle guardie parlare della principessa e dal tono sembravano piuttosto preoccupati, cos' decise di avvicinarsi per si chiedere spiegazioni.
- Che sta succedendo? 
Raul non aveva detto loro di mantenere il segreto e queste pensando che una mano in più non avrebbe fatto male, decisero di informare il nuovo arrivato.
- La principessa è sparita.
Quelle parole fecero irrigidire il demone
- Che cosa? 
- Era andata ad aiutare i poveri della città bassa, ma non è mai arrivata da loro. Lord Raul ha mandato delle pattuglie alla sua ricerca, ma sfortunatamente non si ha ancora la minima traccia della principessa.
La seconda guarda stava per continuare la frase del compagno quando si rese conto che l'umo davanti a loro era già sparito nel nulla.



Raul era nella sua stanza che faceva avanti e indietro nervosamente, chiedendosi cosa gli sarebbe potuto capitare se il demone l'avesse scoperto. 
Cosa avrebbe fatto alla sua povera vita se quel mostro avesse anche solo sospettato di essere stato ingannato? Dopotutto questo pensiero era perfettamente plausibile visto che al loro primo incontro tra le sue richiesta c'era anche quello di fare la sua la nipote nella maniera più brutale e possessiva che si potesse immaginare. Quei pensieri furono interrotti proprio da colui che occupava i suoi pensieri. 
Aveva sprangato le porte entrando come una furia mentre si dirigeva pericolosamente verso di lui.
- Come sarebbe a dire che è scomparsa?!
Lo prese per la camicia portando l'uomo vicino al viso deformato dalla rabbia e da una fame cieca che lo stavano consumando anche nel controllo delle sue azioni. I canini piuttosto sviluppati stavano spuntando tra quei denti perfetti, serrati per trattenere la quella rabbia.
- Mi... mi dispiace. Non potevo immaginare che sarebbe andata a finire in questo modo. Le aveva dato una scorta, ma a quanto pare deve averla seminata.
L'ira del demone impregnò la stanza creando un'aria così tesa da poterla tagliare con un coltello.
- Se non avrò il mio pasto ti pentirai di essere nato e di aver fatto un patto con me!
Il bussare sull'anta attirò l'attenzione dei due. Alla porta c'era un servitore col fiato corto che si reggeva allo stipite. Teneva nelle mano un foglio di carta
- Che succede? 
- Una... una lettera per voi mio signore
Il giovane lasciò l'uomo che si resse alla scrivania in mogano per non cadere a terra. Una volta consegnata la lettera questo si dileguò il più in fretta possibile comprendendo che quella situazione non preannunciava nulla di buono. Sebastian srotolò la missiva; era scritta con una calligrafia piuttosto rudimentale segno che non doveva essere stato una persona molto colta, la carta era lo scarto di un qualche libro che col tempo aveva sbiadito le scritte. Nonostante il pessimo stato del messaggio poté chiaramente capire che quella era un riscatto.
- Che cos'è? 
- Una lettera di riscatto.
Il demone la diede al diretto interessato dirigendosi alla finestra; Qualcosa non andava.
Raul si sedette visionandola diverse volte mentre stringeva i pugni dalla frustrazione fino a sbiancarsi le nocche. Cosa doveva fare? Non avevano istruzioni precise, informavano solo che l'avevano in custodia e di non provare a seguirli se la volevano viva. 
- Qualcosa non torna.
Le parole del ragazzo attirarono l'attenzione del nobile. 
- Che vuoi dire? 
- Non ho mai visto un riscatto di voi umani senza un prezzo.
Ora che la guardava bene, l'uomo convenne che i rapitori non avevano messo una somma di denaro per la restituzione della ragazza e questo era alquanto strano.
- Cosa pensi che sia? 
Il demone incrociò le braccia poggiando la schiena al muro riflettendo per qualche secondo.
- Credo che il rapimento sia stato su commissione e che questo sia stata un'idea degli uomini che l'hanno rapita nella speranza di alzare il prezzo del lavoro. 
- In che senso? 
- Hanno mandato questo biglietto per vedere chi è il maggior offerente, ma sono stati furbi a non mettere un luogo d'incontro, oppure sono proprio stupidi. 
- Cosa suggerisci di fare? 
Un'ombra si formò sul bel viso del giovane, uno che solo un demone poteva avere. 
Si gelò il sangue all'uomo quando questo, senza dargli risposte, uscì dalla sala per poi scomparire nelle ombre del crepuscolo.







La fioca luce del sole di ottobre le scaldava leggermente la pelle portandola a svegliarsi da quel torpore forzato. Quando riaprì gli occhi si trovò a fissare il suolo mossa da leggeri ondeggiamenti. Si rese conto solo dopo un po' di essere portata in spala da qualcuno. Non sapeva per quanto era stata priva di sensi, ma se stavano nel bosco ed era giunto il tramonto, dovevano essere passate diverse ore. Non aveva ancora realizzato quello che era successo, almeno fino a quando non sentì la preghiera di un monaco che li stava seguendo a cavallo, mentre stringeva tra le mani una croce riccamente adornata. 
L'uomo che la stava trasportando aveva dei vestiti logori, come i suoi compagni. L'unico con un minimo di igiene era proprio quel prete.
- Che sta succedendo? 
Gli uomini si voltarono appena sentirono la sua voce, spostando l'attenzione sul prete in cerca d'aiuto.
- Non si preoccupi signora. La stiamo portando a casa 
- A casa? 
Guardò la strada intorno a se ed era sicura che quello non fosse uno dei tragitti che portavano a casa sua e nel momento in cui guardò la briglia del cavallo si rese conto che quello era l'emblema dei Shuber una nobile famiglia tedesca che per sua sfortuna aveva imparato a conoscere bene. 
Il figlio di questi, l'anno precedente, si era presentato come suo pretendete, ma il suo comportamento con le persone di classe inferiore, era crudeltà gratuita e questo lei non lo avrebbe mai accattato. Una persona orribile, non solo nell'aspetto sciatto anche se ricco, ma anche nell'animo. Lo aveva rifiutato immediatamente scatenando la sua ira. 
Suo zio aveva cercato di farla ragionare dicendo che questi si era innamorato di lei, ma non ne aveva voluto sapere. Per tutto l'arco dell'anno le fece una corte serrata inviandole doni pregiati da ogni parte del mondo. 
Capì subito che cosa stava succedendo. Era un uomo che non accettava un NO come risposta. Doveva trovare un modo per fuggire.
- Io... sono solo una contadina della zona. Lasciatemi andare. 
Il prete a quel tentativo scoppiò in una fragorosa risata.
- Haha! Crede veramente di poterci ingannare con questi trucchetti? Lei non andrà proprio da nessuna parte.
- Lasciatemi immediatamente!
A quel punto Aralia cominciò ad agitarsi scalciando e dimenandosi per liberarsi, tanto che i poveretti facevano fatica a tenerla ferma, bloccando la marcia.
Quei movimenti bruschi innervosirono il cavallo del prete che lo fecero imbizzarrire disarcionando il suo cavaliere che cadde rovinosamente a terra sporcandosi la sua ricca tanca.
Gli uomini si misera a ridere di fronte a quella scena esilarante. Di solito era la chiesa quella che non si faceva mettere sotto da nessuno, ma in questo caso, persino il cavallo aveva da dire la sua.
Umiliato e furioso per essere stato ridicolizzato dal quella feccia, si avvicinandosi al gruppo e la colpì in faccia con un violento schiaffo.
- Come osi donna ribellarti ad un uomo? 
Il viso riverso ancora dalla parte opposta a causa del colpo celava un disgusto profondo. Non temeva quell'insulso omuncolo. 
I loro occhi si agganciarono in segno di sfida, una guerra che Aralia non si sarebbe permessa di perdere, mentre una rabbia cieca ribolliva nel sangue della bionda portandola a sputargli in faccia per risposta. 
L'ira dell'uomo scaturì colpendola così violentemente da farla cadere dalle spalle del rapitore. Si mise subito sopra di lei per bloccarle ogni movimento.
Gli occhi erano sbarrati e le mani stringevano sui polsi tanto da farle male.
- AH!
- Sono certo che il mio signore non me ne vorrà se le insegno un po' di educazione. 
Con una lama che tirò fuori dal saio tagliò in due la parte superiore del vestito lasciando scoperto il seno e parte del ventre
- Voialtri! Tenetela ferma
I suoi scagnozzi le bloccarono braccia e gambe mentre questo cominciava a toccarla ovunque fino a farle male
- NO! Lasciami!
- Sta zittà!
Un pugno la colpì allo bocca dello stomaco mozzandole il fiato, mentre continuava a torturarle i seni che sotto le sue mani si arrossarono per la violenza subita e ben presto anche gli altri si unirono alla violenza accarezzandola ovunque anche nelle parti più intime. Le sue suppliche erano vane e le urla inascoltate. 
Il prete a quel punto dopo aver succhiato avidamente il sapore di quelle pelle candida si mise a mordere i capezzoli così tanto da farli sanguinare mentre le mani si insinuavano nella sua femminilità mozzandole il fiato.
- Oh, ma guarda. Abbiamo una vergine qui.
Con le lacrime agli occhi e l'odio per quell'essere cercò in ogni modo di allontanare quella mano disgustosa che continuava a insinuarsi in lei.
- Non ti conviene farlo se non vuoi portare ulteriore vergogna alla tua famiglia.
L'uomo le fece intendere di non ribellarsi se non voleva perdere la sua castità.
Le mani lascive dell'uomo continuarono a torturarla, solo per avere la soddisfazione di vedere quel viso contratto dal piacere, ma non aveva fatto i conti con l'orgoglio degli Escanor.
Mai avrebbe ceduto. Mai gli avrebbe dato soddisfazione. Aveva il fiato corto, il corpo sudato e i muscoli erano contratti, mossi dagli spasmi quando i polmoni richiedevano ossigeno. Mentre questo continuava ad intensificare il movimento delle sue dita, lo sguardo di odio e ribrezzo su Ariala non vacillò nemmeno un secondo facendo crescere in lui la voglia di piegarla ad ogni costo.
Vedendo che non aveva nessuna intenzione di cedere a quel piacere, l'uomo alzò il suo saio.
- Cosa... cosa vuole fare? 
A quel punto cominciò a temere il peggio.
- Avrai un figlio da un'uomo sotto la protezione del signore. Sarà una purificazione per lei.
- NO! Racconterò tutto ai suoi superiori se oserà farlo!
- Tanto chi vuoi che creda ad una sgualdrina come te? 
L'uomo poggiò quelle viscide mani aprendole le gambe per insinuarsi nella sua femminilità. Appena sentì il contatto delle loro pelli pensò che fosse ormai perduta, ma fu in quel momento che Aralia vide una mano sfondare il petto dell'uomo mentre teneva stretto il cuore ancora pulsante.
Gli uomini colti dal panico la lasciarono impugnando le armi. Aralia era a terra priva di forze mentre guardava l'essere che le stava davanti avvolto da un mantello nero. 
Si poteva appena vedere vedere quell'ombra oscura che faceva capolino col cielo.
Aveva paura, più di prima; Gli uomini erano agitati mentre guardavano l'uomo che stava davanti alla ragazza. 
- Chi sei?
Colui che l'aveva portata sulle spalle fu l'unico a prendere coraggio avanzando verso il nemico, ma quando il loro avversario voltò lo sguardo verso il malcapitato la testa di quest'ultimo saltò facendo zampillare il collo di quel liquido vermiglio che bagnò il terreno ricoperto di foglie. Quello più grosso di tutti e dall'aspetto più curato capì subito che l'obiettivo era di prendere la ragazza e si fiondò subito su di lei mettendole la spada sulla gola.
- Non ti avvicinare! O questa troia non vedrà l'alba di domani.
L'uomo che in un primo momento stava per attaccarlo si fermò rimettendosi in una posizione piuttosto rilassata.
- Ridammi la ragazza.
- Altrimenti? 
La figura mise una mano sul fianco in modo provocatorio, nonostante i nemici numerosi.
- Non vedrete l'alba di domani.
- Attaccate!
Era stato accerchiato mentre questi gli si fiondarono addosso. Sguainò la spada e con una velocità anormale decapitò quello che la stava tenendo in ostaggio Aralia, crollando con lei ormai priva di forze.
Fu allora che lo riconobbe; 
- Sta giù
Dopo quelle parole scomparve dalla sua vista riapparendo nella mischia. 
Cercava in ogni modo di distinguere i suoi spostamenti, ma quando uccideva uno dei suoi rapitori sembrava venire inghiottito dall'oscurità per apparire alle spalle della successiva vittima. 
Le teste saltavano e gli arti venivano tranciati, il tutto in un sipario di sangue e oscurità fino a quando regnò il silenzio.
Lui era lì. Bello come le tenebre potevano essere, camminava su quel tappeto rosso come se fosse stato posato solo per lui. Agli occhi di Aralia era la personificazione stessa del male ed era lì per lei, per divorarla come il buio che la inghiottì poco dopo.


Sebastian appena si avvicnò si rese conto che quella tensione l'aveva fatta crollare. 
Si avvicinò controllando i suoi parametri vitali costatando che fosse viva, ma il corpo aveva subito dei danni e alcune ferite stavano ancora sanguinando riempiendo l'aria di quel dolce profumo ferroso che solo un 




demone poteva apprezzare veramente.
In quel momento di distrazione il prete che era stato scagliato via prese un pugnale nascosto nel crocefisso bagnato da acqua santa, pugnalandolo alla schiena. Questi immediatamente si voltò, ma l'uomo venne preso dalla mano del demone che con la pressione gli distrusse la faccia togliendo ogni possibilità di riconoscimento. 
Il moro si toccò la ferita sentendo uno strano odore che riconobbe come estratto di olio usato per le unzioni ecclesiastiche , una cosa che per lui equivaleva ad un veleno. 
La chiesa era riuscita a mettere la mani su formule e tecniche che potevano ferire i demoni come lui, ma per uno del suo rango quella cosa non sarebbe stata un problema, ma al contrario, la cosa più dura per lui da sopportare era la sete che quel sangue gli causava. 
La gola era fredda e il prolungato digiuno, insieme al veleno stavano diventando dei coctail perfetti per far perdere il controllo della sua volontà, per cadere nella frenesia della fame.
L'anima più prelibata che avesse mai trovata giaceva davanti a lui inerme. Bastava poco per...
Quando si rese conto di quello che stava per fare si allontanò dal corpo della ragazza mettendo una mano sulla bocca nel tentativo di rifoderare le fauci che si erano mostrate pronte ad accoglierla.
La gola bruciava e il sudore gli scendeva dalla fronte; stava facendo uno forzo immane per trattenere la sua indole. 
Una volta ripreso le si avvicinò prendendola in braccio per avviarsi verso il castello





Arrivarono a notte fonda e quando i domestici li videro accorsero subito dalla loro principessa occupandosi di lei, mettendola a letto, mentre il demone con quelle poche risorse che gli erano rimaste raggiunse camera sua chiedendosi a chiave, dove scatenò l'inferno 
Il suo corpo ormai non riusciva più a rimanere nelle forma umana, troppo opprimente per i suoi poteri. 
Aveva ancora le mani ricoperte di quel sangue così dolce. 
Chiuse la porta della stanza con due mandate e si era appoggiato ad essa cercando di riprendere un respiro regolare. Portò una mano alla gola sentendosi soffocare e in uno spasmo di frustrazione si strappò di dosso le vesti e l'armatura che finirono a brandelli sul pavimento. 
Barcollando cercò di raggiungere il letto dove si aggrappo con fatica ai drappi del suo baldacchino nel disperato tentativo di immettere ossigeno nei polmoni per allentare la tensione che quella seta gli stava causando. Quando finalmente riacquistò una posizione eretta si rese conto che le sue mani come parte del duo addome erano ricoperti del sangue della ragazza mettendo a dura prova il suo olfatto. 
- Merda!
Si diresse al catino poggiato su un mobile dall'altro lato della stanza per lavare via quel liquido cremisi che portava con se tracce di quell'anima tanto ambita, ma... quando si trovò davanti quella che poteva essere la sua salvezza si bloccò chiedendosi se veramente voleva rinunciare a quell'assaggio prima della conclusione del contratto. 
L'acqua era quella che avrebbe potuto mettere fine a quelle tortura sublime, ma la tentazione era troppo grande. 
Portò il palmo della sua mano vicino al viso mentre la lingua si apprestava a dare un assaggio. 
"Solo uno... per alleviare questa sete..."
Questo si ripeteva. Come un mantra per auto convincersi che non si sarebbero state ripercussioni in quell'atto. Sapeva che sarebbe stata dura resistere, ma il veleno che gli scorreva nelle vene lo bruciava dall'interno come la fame stessa, portando la sua volontà a piegarsi alla natura di cui era composto.
Passò la lingua sulle labbra insaziabili. Non sapeva che questo avrebbe portato alla sua rovina.












Ciao a tutti! XD
Scusate l'imminente ritardo, ma negli ultimi mesi mi sono ritrovata un problema dopo l'altro. 
Volevo ringraziare tantissimo chi ha deciso di dedicare parte del loro tempo per leggere anche questo capitolo; per chi mi ha seguita da quando ho cominciato questa fic, che ormai è in via di conclusione (penso visto che seguo anche il manga).
Grazie a chi ha recensito, che l'ha messa tra i preferiti, seguiti e per chi mi apprezza come autore. 
A tutti voi dico un enoree GRAZIE!
Volevo dirvi che anche se andrò a rilento non ho intenzione di mollare fino a quando non l'avrò finita. Per chi avesse de dubbi scrivetemi pure e cercherò di chiarire i vostri dubbi.
Spero che mi lasciate un commento per poter sentire le vostre opinioni e poterne discutere con voi. 
Grazie ancora e alla prossima XD


JasPeg
  
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