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Autore: SweetPaperella    19/10/2019    4 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sei - Preparativi 


Quella mattina Emma si alza di buon’ora, prima ancora che si possa svegliare il terremoto di sua figlia per preparare la colazione ed avere già tutto pronto, per quando i bambini sono svegli. In realtà non lo ammette, ma è nervosa per la scelta del suo abito da sposa, ed è il motivo per cui è già in piedi praticamente all’alba. 
Mentre è intenta a preparare la macchinetta del caffè, i pancake e la tavola, a giungerle alle spalle è il suo fidanzato, il quale ha sentito che si alzava e che non avesse fatto ritorno nel letto e così è sceso per vedere che cosa combinasse. Nel vederla già immersa nei preparativi per la colazione capisce subito che c’è qualcosa che la turba. 
Le cinge la vita da dietro e le bacia il collo, tra i capelli e l’orecchio, cosa che ama fare pazzamente. Sentire il profumo di fiori dei suoi capelli lo fa letteralmente impazzire. 
La ragazza sentendosi stringere da dietro sobbalza leggermente, ma una volta che sente le braccia calde e accoglienti del suo uomo avvolgerla, si rilassa, facendo sì che la sua schiena entri in contatto con il petto di lui. 
«Che ci fai già sveglia love?»
«Uhm, non riuscivo a riprendere sonno» risponde semplicemente, appoggiando la testa verso la spalla di lui, per lasciare che i loro sguardi si incrocino e le loro labbra si uniscano. 
«Nervosa per il caso o per la scelta dell’abito?» chiede dopo essersi separato dalle sue labbra ed essersi preso la sua dose mattutina di baci, almeno per il momento. 
Emma si stupisce di come lui riesce a leggerle dentro, ogni volta riesce a capirla, anche se lei non dice una parola, semplicemente guardandola negli occhi. La conosce meglio di chiunque altro.
«Entrambi! Ma forse stamattina più per l’abito. Voglio trovare quello perfetto. Però un po’ mi sento anche in colpa a trascurare le indagini per pensare al matrimonio... Non che non voglia pensarci è che...» fa per trovare le parole più adatte, più che altro per non far credere al suo fidanzato che ci abbia ripensato, non è così. 
«È che vorrei che August fosse qui. Tutto qui. Condividere con lui questo momento felice. So però che lui non vorrebbe vedermi triste e vorrebbe che continuassi la mia vita.»
Killian la guarda e l’ascolta senza dire nulla e quando lei ha finito di parlare, la bacia semplicemente di nuovo.
«Lo capisco Love, ma hai detto bene. August non vorrebbe che smettessi di vivere. Ci penso io oggi a indagare, a ogni novità ti chiamo. Tu piuttosto...» la sua voce da seria e comprensiva, si trasforma in maliziosa e provocante: «Mi dici come sceglierai il vestito?» chiede. Ora Emma è voltata verso di lui, nonostante stiano ancora abbracciati. 
Lei scuote la testa e scoppia a ridere di gusto: «Non ti dirò niente capitano.»
«Vedremo» risponde prontamente lui, iniziando a farle il solletico. Emma ride ancora più forte, tanto da non accorgersi che sta lanciando anche dei piccoli urli divertiti e per cercare di difendersi da quella tortura. Lo soffre da morire il solletico e Killian sa bene dove farglielo. Sui fianchi e sulla pancia sono i punti in cui lo soffre di più. 
Sono talmente presi da quel loro gioco che non si accorgono che è l’ora in cui la piccola peste di Hope si sveglia. Poco dopo infatti la sentono arrivare alle loro spalle. 
«Perché siete in cucina?» la sua vocina spunta tra le urla di Emma e le risate, più forte di essa, quasi che i due si spaventano. 
«Ehi ragazzina, già in piedi?» chiede Emma separandosi da Killian per prenderla in braccio e darle un bacio sulla guancia. Guarda l’ora e si accorge che sono già le 6:30. 
Hope si stringe alla sua mamma e poi allunga le braccia verso il suo papà e prontamente lui la prende in braccio a sua volta. 
«Perché voi non nel letto?» chiede ancora la piccola.
«Perché non avevamo più sonno e abbiamo già preparato la colazione, vedi amore.» è Killian a risponderle e mostrarle la tavola apparecchiata.
«Pateik» esclama entusiasta di vedere il suo piatto preferito per la prima colazione già pronto in tavola. La mette seduta in modo che possa iniziare a fare colazione, perché ormai ora che ha visto i pancake non si riuscirà a dirle per nessuna ragione che devono aspettare Henry. 
Per fortuna il bambino arriva poco dopo, svegliato dalle chiacchiere. 
«Perché siete già tutti svegli?» chiede Henry guardando l’ora sull’orologio grande in cucina.  A quanto pare questa è la domanda del giorno in casa Swan/Jones. 
«Tua madre è un po’ agitata per la prova vestito.»  prontamente Killian la prende in giro ed è felice che è arrivato Henry con lui può liberamente farlo. Spesso anzi il bambino lo asseconda. 
«Davvero mamma?» chiede lui ridendo di gusto.
Emma scuote la testa, piccata da quelle prese in giro dei due uomini e poi lei deve mantenere la sua scorsa da dura, non può mostrarsi invece romantica è felice come una bambina, o meglio come Mary Margaret, la quale spesso sembra Biancaneve che canta agli uccellini per la sua natura romantica e felice. 
«È così, me l’ha confessato prima, ma ora deve mantenere il suo lato da dura.» dice Killian all’orecchio del piccolo. 
Ma non così piano. 
«Guarda che ti ho sentito.» lo rimprovera Emma e mette le braccia incrociate guardandolo male. Per poi ordinare a entrambi di mettersi seduti per fare colazione e smettere di fare i pagliacci di prima mattina. I due obbediscono, ma continuano a ridere e guardarsi complici, il comportamento di Emma è a conferma di ciò che sostengono loro.


All’atelier insieme a Emma, ci sono sua mamma e le sue migliori amiche Ruby e Trilli, per darle un consiglio. Non ha davvero idea su come scegliere il suo vestito e quindi un parere le serve sicuramente.
La commessa del negozio si sta dimostrando davvero molto gentile e preparata, soprattutto molto paziente visto l’indecisione di Emma. Le ha proposto vari vestiti e ne ha provati altrettanti, ma nessuno sembra fare al caso suo, nessuno ha ancora colpito la sua attenzione. 
L’atelier che hanno scelto é una delle più rinomate in città, oltre che la più grande e ricca di modelli, ma a quanto sembra Emma nemmeno lì riesce a trovare ciò che cerca. 
«Questo é molto bello... Però... Non è come lo cerco, vorrei qualcosa di semplice, ma anche di elegante, insomma vorrei lasciare Killian a bocca aperta per una volta.» dice cercando di far capire alla commessa come lo voglia, ma non è semplice nemmeno per lei spiegare che genere di vestito cerchi. 
«Killian lo lasci a bocca aperta a prescindere, cara la mia Emma. Penso che non ha occhi che per te quel ragazzo.» interviene la sua amica Ruby, conosce Killian da prima che si fidanzasse con Emma e non l’ha mai visto così innamorato. Ormai le altre donne nemmeno le guarda più, nella sua testa esiste solo Emma. Anzi, una donna oltre Emma la guarda, è sua figlia Hope.
«Poi l’abito per un matrimonio non conta, io penso che è importante il dopo matrimonio, capisci a me... Lui non vedrà l’ora di togliertelo il vestito.» Continua la ragazza dai capelli scuri, guardando Emma e scoppiando a ridere.
Emma diventa improvvisamente rossa in viso e la guarda malissimo, ma non tanto per ciò che ha detto, per il semplice fatto che non sono sole in quella stanza, oltre a sua madre, c’è anche la commessa e non le va particolarmente di parlare della sua vita intima con Killian con un estranea presente, l’imbarazzo sorge anche per il fatto che ci sia sua madre. Non parla molto di ciò con lei nonostante, sia la sua migliore amica e le due parlino veramente di tutto. Il sesso non è un argomento di cui parlano spesso, si può dire mai. In realtà Regina é sempre stata molto aperta in merito, si ricorda la prima volta sua e di Killian, che poi ha dovuto chiamare la donna per dirle che si fermava a dormire fuori, lei ha capito perfettamente cosa fosse successo, ma non le ha mai detto nulla... Però un conto é saperlo, immaginarlo, dedurlo, un conto é parlarne liberamente come se niente fosse. 
«Dai Emma, che ho detto mai, in fondo avete pure una figlia, penso che non è nata con la forza del pensiero eh, o guardandovi semplicemente negli occhi.»
«No, ma non è il momento di parlare della mia vita intima con Killian. Capisci a me, Ruby.» ripetendo quel “capisci a me” esattamente come ha fatto lei.
«Ricevuto» esclama l’altra giovane.
Trilli che è rimasta in silenzio fino al quel momento semplicemente a ridere, dà una botta a Ruby a dare manforte ad Emma, indicandole Regina.
«Infatti non siamo qui per parlare di chi toglierà il vestito a chi... Prima dobbiamo trovarlo questo vestito.» Interviene nella conversazione Regina, la quale non ha battuto ciglio, come al suo solito, ma ricordando alle due amiche di Emma che stanno comunque in presenza di una persona più grande, per quanto aperta possa essere.
Ed é proprio la commessa a riportare l’attenzione verso l’abito nuziale, mostrandone uno ad Emma che la fa restare letteralmente senza fiato. 
É senza spalline, con il corpetto che sembra ricoperto da piume di cigno, una piccola cinta dorata lo divide dalla gonna che scende ampia lungo il resto del corpo. Rendendola una perfetta principessa. 
Se la ragazza é rimasta a bocca aperta nel vederlo, una volta che l’ha indosso la reazione é ancora la medesima, anzi, ora davvero non riesce a dire una parola. É mozzafiato quel vestito e le delinea il corpo alla perfezione, sembra stato disegnato a posta per lei. E tutti i presenti la guardano ammirati, riuscendo solo a dire che è bellissima, compresa la commessa. É il loro vestito più bello, ma anche il più costoso.
Ma sembra che non abbiano problemi economi ed é per questo che l’ha proposto.
«É lui. É questo l’abito perfetto.» esclama Emma continuando a guardarsi allo specchio, senza riuscire a distogliere lo sguardo da sé. Non avrebbe mai creduto di trovarlo, invece esiste l’abito perfetto per ognuna e lei ha appena trovato il suo. 
Ci sono solo da fare qualche piccolo ritocco, stringerlo un pochino e accorciare di qualche centimetro la gonna, ma per il resto é veramente perfetto. 
Tanto che Emma non riesce a non volare con la fantasia. Non è da lei, ma vedersi con quel vestito addosso, inevitabilmente si immagina il giorno del suo matrimonio, si immagina l’espressione di Killian nel vederla camminare lungo la navata, il suo sguardo tra il malizioso, il dolce e lo strafottente, per farle capire che è perfetta. Lui che, mentre stanno ballando stretti, glielo fa notare quanto sia meravigliosa. Le foto, la felicità... Riesce a immaginarsi tutto e improvvisamente non vede l’ora di convolare a nozze con il suo pirata.
Si immagina anche lui quella stessa sera che le chiederà com’è il vestito e sarà davvero molto difficile non dirgli nulla. 
Visto le piccole modifiche che si devono apportare al vestito comunque resta in atelier, anche perché, conoscendolo, lui avrebbe voluto sbirciarlo e magari avrebbe trovato un modo per farlo.


Intanto nella centrale delle sceriffo, Killian si sta occupando del caso Ade, sta facendo ulteriori ricerche sul passato dell’uomo, ha svolto varie telefonate su chi lo conosce e chi ha conosciuto Lucy, ma nessuno ha saputo dirgli di più su questo Ade. Sembra veramente sparito nel nulla, esattamente come ha dedotto Emma. Sembra morto o forse, come ha sempre dedotto lo sceriffo ha cambiato connotati e identità scappando all’estero, in modo che si perdessero le sue tracce per sempre. Una persona però può scomparire davvero? Lui non ci crede a ciò, deve aver lasciato una traccia. Avere anche lui in parente o un amico che sa qualcosa e ha deciso di voler ripartire proprio da qui. 
Sta guardando al computer tutte le informazioni che riesce a ripetere su di lui, quando riceve una chiamata in ufficio. 
«Emma» dice la voce dall’altra parte dell’apparecchio, senza aspettare di sentire chi abbia risposto, dando per scontato che si tratti della giovane. 
«No, sono il vice sceriffo.» dall’altra parte della cornetta c’è Walsh il sindaco di HallBlue e il vice sceriffo si infastidisce immediatamente a sentire la sua voce irritate, ma soprattutto al fatto che abbia cercato la sua Emma senza aspettare risposta. 
«Oh! Ehm... Cercavo Emma. Non mi risponde al cellulare»
«Emma è a scegliere il vestito per il nostro matrimonio per questo non risponde. Ma puoi dire a me, le riferirò senz’altro quando torna, specialmente se riguarda il caso del nostro amico August.» ribatte prontamente, ancora più seccato dall’invadenza di quel giovane, non fa niente per mascherare il suo interesse per la sua donna. Ed è ovvio che abbia chiamato per lavoro, quindi non c’è motivo di parlare direttamente con Emma, può benissimo dire a lui, visto che è il vice sceriffo.
«Si certo, riguarda il caso ovviamente.» riguarda veramente il caso, ma voleva anche parlare con lei, sentire la sua voce e scambiarci quattro chiacchiere.
Ha trovato una donna disposta a parlare e che ha conosciuto sia Lucy, sia Ade. Una persona che ha visto crescere la loro storia d’amore e probabilmente anche come sia finita. Questa persona è disposta a incontrarli dopo domani, visto che ora è fuori città con i figli e i nipoti. È una docente universitaria, che si era presa a cuore la giovane Lucy, senza genitori e lontana dal fratello. 
Killian gli dice che ci saranno e di prendere appuntamento con la docente, che dopo domani in mattinata, saranno lì per parlare con lei. 
«Perfetto! Un saluto a Emma.» dice il sindaco sfacciatamente e Killian per mostrarsi superiore gli dice che lo farà senza dubbio e lo saluta il più naturalmente possibile, ma non può negare che sia maledettamente geloso. Quel sindaco ci sta provando spudoratamente con la sua Emma e non sta facendo nemmeno nulla per nasconderlo, è perfino dannatamente sfacciato con lui, non facendo altro che nominarla. 
Ma lui non si fa certo portare via la sua donna da un pivello del genere, se pur giovane e intelligente. 
Decide di non pensarci e chiamare direttamente la sua Emma per dirgli ciò che gli ha detto quel Walsh. 
«Ehi amore.» Emma risponde al primo squillo e sembra raggiante. Lui prontamente si ritrova a sorridere anche lui, dimenticandosi completamente del suo cattivo umore e della sua gelosia. 
«Ti sento di buon umore... Trovato il vestito?» chiede, immaginando che sia legato a ciò questa sua allegria. 
«Forse. Non ti dirò niente pirata.» ridendo, ma è ovvio che c’entra il vestito e stava per chiamalo lei per provocarlo un po’, lui l’ha proceduta. 
In realtà ha visto anche le chiamate di Walsh e prima di richiamare lui, ha voluto chiamare Killian per capire se lui già sapesse.
«Mi ha chiamato Walsh, tu sai che cosa voleva?». Chiede poi cambiando argomento e concentrandosi sul lavoro. 
«Potresti non chiamarlo per nome?»
«Come dovrei chiamarlo? Si chiama così.»
«Uhm, che ne so! Tizio. Ah no, come lo chiamerebbe Hope: brutto.» risponde prontamente immaginando sua figlia che lo chiama “brutto”, perché per la sua piccolina è bello solo il suo papà, Henry e il nonno. Tutti gli altri sono brutti.
«Lo sai che per Hope sono bello solo io.» aggiunge dando modo ai suoi pensieri di venire fuori e prima che Emma possa dire altro.
«Ma davvero stai facendo il geloso?»
«Ovvio che si, quello ci prova con te.»
Emma scoppia a ridere di gusto nel sentirlo così geloso, adora vedere il suo pirata geloso. Ma non ha motivo di esserlo, lei ama solo lui e per lei sono tutti brutti, proprio come per Hope, visto che ha occhi solo per il suo Killian. 
«Dai lo sai che non hai di che preoccuparti, non è il mio tipo. Io sono innamoratissima del mio pirata dagli occhi celesti, malizioso, strafottente, con un ego smisurato, dolce, simpatico e colto. Non voglio altro.» gli dice per far sì che il suo ego si riprenda, se pur non ci sia bisogno, lui ha sempre un ego talmente smisurato che i complimenti fanno solo peggio. 
«Modestamente so di essere perfetto.»
Ecco, appunto. Prontamente fa uscire quel suo lato strafottente e vanitoso.
«Uomo perfetto... Parliamo di lavoro.» lei riporta poi prontamente la conversione sul lavoro, smorzando subito il suo momento di vanità. 
Killian ride di gusto, ma poi torna serio per parlare del caso e delle novità che hanno, del loro appuntamento con questa docente. 
Emma alla notizia di questa prova esulta felice, intanto è appena entrata in casa Mills con sua mamma Regina, ha promesso alla donna di pranzare insieme e poi andare a prendere Hope ed Henry a scuola. Emma poi deve andare a lavoro, ma almeno i due bambini sono felici di vedere anche la loro mamma per una volta. Inoltre, è un modo per passare del tempo anche con sua madre.
Una volta entrata in casa saluta la zia e il suo compagno, aggiungendo solo: “questa docente è una buona pista. Informati su di lei”  per poi chiudere la telefonata visto che non è sola e non vuole parlare di lavoro davanti ad altri. 


Hanno appena messo a letto Hope e anche Henry è già nel suo letto, quando finalmente si concedono un po’ di relax anche Emma e Killian. Alla fine, Emma non è tornata a lavoro per passare del tempo con i due bambini, in compagnia di Regina. Ha lasciato tutto il giorno il suo uomo in ufficio da solo e un po’ si sente in colpa, ma lui ha svolto un lavoro egregio anche senza di lei. Scrupolosamente poi le ha riportato tutto, annotato in una cartellina. Ha svolto una ricerca davvero perfetta e ora sanno qualcosa di più su questa docente che dovranno incontrare, sembra una persona affidabile. 
La loro intenzione è quella di guardare un film, ma la voglia di stare insieme, visto che non si sono visti per tutto il giorno, ha la precedenza sulla televisione. Preferiscono di gran lunga parlare tra loro, piuttosto che concentrarsi a guardare un film.
«Ma allora questo vestito? Non puoi darmi nemmeno una piccola anticipazione?» la curiosità lo sta divorando. Ha immaginato tutto il giorno la sua Emma con l’abito da sposa, bella come non mai. Sa benissimo che non è da abito principesco, ma se la immagina con un bellissimo vestito ampio, che le mette in risalto la sua figura e la rende ancora più bella. Bianco come la sua pelle candida... La sposerebbe quella sera stessa solo per vederla con quel vestito addosso. 
«Lo farei, ma lo sai che non posso.»
«Allora io non ti farò vedere il mio. Esiste la regola anche per lo sposo, non lo sai?» le dice subito di rimando, fingendosi offeso da quel suo silenzio. 
«Ma se dobbiamo andare a sceglierlo insieme a quello di Henry e di Hope. E la tua regola non esiste.» risponde subito Emma, scuotendo la testa per quel suo modo di fare, si sta appellando a una regola che non esiste solo per estorcerle informazioni. 
«L’ho inventata io ora. Vale solo per me.» guardandola negli occhi e alzando il sopracciglio come è suo solito fare quando vuole avere ragione a ogni costo ed è curioso di vedere la reazione della sua Emma. 
«Allora andrai con Henry e Hope. Quando tua figlia vorrà indossare tutti quei vestitini da principessa, correndo da una parte all’altra, te ne occuperai da solo e dovrei anche scegliere il tuo e consigliare Henry. Buona fortuna capitano.» 
È ancora una volta gliel’ha fatta. Ha vinto lei. 
«E poi, il vestito non potrai nemmeno cercarlo. È in atelier.» capendo le sue intenzioni.
«Perfida, sei perfida proprio. Sei la perfida strega dell’Ovest.» le risponde Killian, fingendosi seriamente arrabbiato questa volta, aveva dedotto che il vestito fosse da Regina e una volta lì, con una scusa avrebbe dato una sbirciata, ma... I suoi piani sono andati a monte, probabilmente sia Emma, sia Regina lo conoscono molto bene. 
«Uhm, quella é mia zia Zelena, mamma la chiama così.» scoppiando a ridere nel vederlo con il muso imbronciato, proprio come Hope quando le viene detto di no per qualcosa. Tale padre, tale figlia.
«Allora sei perfida come lei.»
Lo guarda ancora ridendo di gusto, mentre intanto si avvicina lentamente a lui e con una mano lo spinge verso il divano per farlo sdraiare completamente sopra di esso.
«Vuoi davvero continuare a fare il finto imbronciato? Perché io avrei in mente altro...» posizionandosi sopra di lui e andando a giocare con la cinta dei suoi pantaloni.
«Quando prendi così l’iniziativa, mi piace tantissimo, love.» andando a mettere le mani su i fianchi di lei, direttamente da sotto la maglietta.
«Quindi non sono più perfida?» 
Killian non risponde alla sua ultima domanda, andando a catturare le sue labbra in un bacio.
Il bacio che si scambiano si fa sempre più intenso e passionale, tanto da iniziare prontamente a togliersi l’indumenti di dosso. Si accarezzano dolcemente, quando le rispettive maglie hanno raggiunto il pavimento. Killian le accarezza la schiena, partendo dalle sue spalle e scendendo fino al bordo dei suoi jeans, Emma ha le mani sul suo petto e si lascia guidare dal bacio che si stanno ancora scambiando e dalle sue carezze dolci. Lui riesce sempre a provocarle la pelle d’oca con un semplice sfiorarla.
Ma è quando le mani del suo pirata raggiungono il bottone del suo pantalone, che vengono interrotti da uno strillo. Quello della loro piccola Hope. La quale piangendo sta chiamando la sua mamma.
Prontamente Emma si ricompone, afferrando la maglia da terra e rimettersela, per correre dalla sua bambina. Avrà sicuramente fatto un brutto sogno. 
Mentre Emma va da lei, Killian ancora preso dal loro momento, ci mette un po’ a raggiungere la stanza della figlia. 
Emma prende Hope in braccio e Killian, quando entra anche lui nella stessa, la trova così. Con Henry anche sveglio, che accanto a Emma e Hope nel letto, accarezza i capelli alla sorellina, per farla smettere di piangere. 
La piccola quando vede anche Killian improvvisante si tranquillizza. 
«Principessa di papà, non piangere. Ci siamo noi qui con te, era solo un brutto sogno.»
«C’era un mostro che voleva mangiarmi»
«E non accadrà, perché prima io mangerò lui.» dice Killian per farla ridere e Hope fa un sorriso tra le lacrime, che ancora stanno un po’ rigando il suo visino. 
«Se era un mostro di cioccolata ancora meglio.» aggiunge ridendo ancora una volta per far tranquillizzare la sua bambina del tutto. 
Hope ora ride e poi guarda la sua mamma. 
«Posso dormire nel lettone?» guardandola con gli occhi da cucciolo, ha paura a dormire da sola, teme di sognare nuovamente il brutto mostro. 
Emma e Killian si guardano negli occhi, se pur vorrebbero riprendere da dove si sono interrotti, sanno che devono mettere il bene della loro piccola prima. Di solito mai dorme nel lettone con loro, a meno che non stia male. 
«Anche Hetty. Sennò io non dormire.» dice strofinandosi gli occhi per il sonno. 
«Dai andiamo, ragazzini. Prima che cambi idea.» dice Emma scuotendo la testa. Henry è ormai grande per dormire con loro, ma se capita non gli dispiace nemmeno a lui. 
Così si ritrovano tutti e quattro nel letto matrimoniale, con Killian ed Emma ai due lati, con Hope vicino a Killian ed Henry vicino a Emma. 
I due bambini si addormentando subito, Emma guarda Killian e lui le dice che non è finita, che dovranno rifarsi quanto prima. 


Il giorno dopo è proprio a Killian a venire l’idea di come recuperare la serata romantica andata in fumo. Veste velocemente Hope e le dice di mettersi davanti alla televisione prima di andare a scuola. Emma è già in bagno a finire di prepararsi per uscire e vuole passare del tempo in sua compagnia, è rimasto alquanto insoddisfatto di quella interruzione, specie perché ha prendere l’iniziativa è stata proprio lei, è raro vederla così intraprendente e provocatrice. 
«Papino non guardo mai la tv prima di andare a scuola» 
«Oggi è un’eccezione amore, perché mamma e papà devono ancora finire di prepararsi.» dice mettendole un cartone sui canali per bambini, ci sono quelle fatine che a Hope piacciono tanto e di cui lui non si ricorda mai il nome. 
Henry si sta invece preparando da solo e sa che non si accorge di nulla, di solito attende che in caso sono tutti pronti leggendo il suo libro. Sa che la mattina per vestite Hope è sempre un’impresa. 
Controlla che sia in camera sua giusto per scrupolo e poi si dirige in bagno da Emma. Entra senza nemmeno bussare e la trovo ancora in intimo, intenta a posare lo spazzolino dei denti che si è appena lavata. Con sguardo malizioso si avvicina a lei e la stringe da dietro. 
«Killian... Che intenzioni hai? Sei ancora in pigiama, faremo tardi...» gli dice ridendo, per il solletico che lui le sta procurando con le su carezze sulla pancia, fino a raggiungere il suo reggiseno. 
«Non hai capito love che intenzioni ho?»
«L’ho capito, ma faremo tardi... E poi ci sono i bambini di là.» lo rimprovera, ma nemmeno si separa da lui.
Il ragazzo lentamente la fa girare verso di lui, portando le braccia dietro la sua schiena e accarezzandola, proprio come ha fatto qualche ora prima, facendole chiudere gli occhi e tirare la testa all’indietro. Quel gesto fa impazzire ulteriormente Killian che con desiderio va a baciarle il collo. Baci lenti e dolci. 
Riprendendo un po’ di lucidità, riapre gli occhi e con decisione, è lei ora a togliergli la maglia e ribaltare le posizioni, spingendolo contro il lavandino, dove fino a poco prima era appoggiata lei. E anche Emma inizia a lasciargli baci lungo il petto, fino ai pantaloni del suo pigiama, il quale poi tira giù prontamente. Killian toglie l’ultimo pezzo con i piedi e lanciandolo in un angolo del bagno. 
«Ora va meglio, prima eravamo decisamente in svantaggio.» ora sono entrambi con il solo intimo addosso, ma prontamente Killian l’afferra per la vita, per far sì che i loro corpi si uniscano e va a slacciarle il gancetto del reggiseno. 
«Non più, ora sono di nuovo in vantaggio io, love.» dando a mettere una mano proprio su uno dei suoi seni. Emma trattiene un gemito mordendosi le labbra, ma non riesce a trattenersi come vorrebbe e quindi, è Killian a baciarla per intrappolarlo, a contatto con le sue labbra. 
Lentamente raggiunge il pavimento del bagno anche gli slip di Emma, la quale si aggrappa alle spalle del suo uomo, quando sente la sua mano scorrere lungo le sue gambe, a lasciarle brividi e carezze, brividi e carezze. Non riesce più a controllare la forte eccitazione che sente verso il suo uomo, ma per lui e lo stesso ed Emma lo nota, quando è lei a sfilargli l’ultimo indumento di dosso. 
Una volta nudi entrambi, le loro bocche tornano a cercarsi. Baciandosi con voracità, passione, desiderio e amore. Con le loro mani che si cercano, si esplorano ogni volta come se fosse la prima. 
«Facciamo la doccia.» suggerisce Emma sulle bocca di lui, spingendolo verso di essa. Almeno uniranno il piacere, alla fretta. È già tardissimo, loro rischiano fare tardi a lavoro e i bambini a scuola. 
Henry come minimo capirà che cosa stanno combinando, ormai è abbastanza grande per capirlo. 
Entrano nella doccia e prontamente il getto dell’acqua calda li colpisce, facendo rabbrividire Emma, perché il contatto con l’acqua calda e le piastrelle fredde del bagno, l’hanno fatta reagire. Killian ride ancora più malizioso, la fa sollevare quel poco che basta per far sì che possano i loro corpi entrare in contatto del tutto.
Emma con le braccia intorno al collo di lui si tiene stretta e inizia a muovere il suo bacino al ritmo con quello di Killian. 
Si muovono sinuosi e in perfetta sintonia, esplorando i loro corpi con carezze e baci. Fino a che non raggiungono il massimo del piacere, quasi in contemporanea. 
Il loro amplesso è stato talmente bello ed eccitante, che nessuno dei due vuole interrompere subito il contatto, così ne approfittano anche per riprendere fiato, insaponassi a vicenda. Usando entrambi lo stesso bagnoschiuma, se pur Killian ne ha uno diverso, per una volta vuole quello di Emma, vuole il suo odore sulla pelle per tutto il giorno. 
Lui poi, le insapona anche i capelli. 
È decisamente tardissimo quando escono dalla doccia, tanto che Emma non fa in tempo ad asciugarsi i capelli. Li friziona solo con l’asciugamano e si veste, decisamente da sola stavolta, o sa che non uscirebbero più da quel bagno.
Una volta in macchina, con ben cinquanta minuti di ritardo, Hope chiede spiegazioni ai suoi genitori, sui capelli bagnati di Emma. 
«Non ho fatto in tempo asciugarli, stamattina non riuscivo proprio a svegliarmi amore.» dice cercando di essere il più convincente possibile, ma non è facile con Killian che dal lato passeggero la guarda con sorriso furbo e con quel suo sopracciglio alzato, che fa letteralmente impazzire Emma. Per non parlare di quel suo sorriso strafottente, lo prenderebbe a schiaffi o lo riempirebbe di baci, entrambi probabilmente. 
«E perché mamma?» chiede ancora Hope, oggi sembra più curiosa del solito.
«Ho bevuto poco caffè.» risponde ancora Emma.
«E papà pure ha bevuto poco caffè, visto che ha fatto tardi insieme a te?» 
Sia Emma che Killian annuiscono, ma Emma guarda anche Henry il quale sembra per fortuna non essere interessato alla conversazione, ma è concentrato a superare il livello del suo videogioco. Tira un sospiro di sollievo. Mentre Killian invece, le mette una mano sulla sua, nel momento in cui quella di Emma è appoggiata sul cambio. 
I loro sguardi si incrociano per un momento ed entrambi si perdono negli occhi dell’altro, ed entrambi stanno gridano tutto l’amore che sentono.
Arrivano davanti scuola dei bambini, le due scuole sono vicine e poi loro si recano a lavoro, decisamente più rilassati, appagati e felici di affrontare quella nuova giornata lavorativa. 
 







Spazio autrice: Buon sabato a tutti voi, ed eccomi ancora qui come di consueto per l'appuntamento settimanale. Allora che cosa dire di questo capitolo, ammetto che è molto CaptainSwan egocentrico (forse se lo leggesse il personaggio di Killian sarebbe contento 😂) ma è venuto fuori un po' da sé, avrei voluto unirlo a un pezzetto del prossimo, in cui ci sarà una svolta nel caso Ade, ma poi ho pensato che sarebbe stato troppo confusionario ed estremamente difficile per me trovare il punto in cui dividerlo, quindi ho deciso di lasciarlo così, completamente Emma e Killian egocentrico, ma soprattutto particolarmente romantico. Però, però, però come vi dico sempre, state attenti ai dettagli, perché io potrei aver seminato indizi anche in quel capitolo tutto fluff ehehehe. 
Il prossimo capitolo invece entrerà nel vivo della storia, ci saranno una serie di svolte, di decisioni, che saranno i colpi di scena che la mia testolina ha elaborato per questa storia. 
Bé, cne altro aggiungere... Penso di aver detto tutto, fatemi sapere come sempre che cosa ne pensate della storia e a prestissimo.
   
 
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