Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Sophie Ondine    19/10/2019    4 recensioni
Pagarsi gli studi per coltivare il proprio sogno può essere dura: lo sa bene Rin, che si divide tra la scuola di Belle Arti e lavoretti part-time. Rimasta senza lavoro, decide di mettersi alla ricerca di uno nuovo, trovandolo presso un ricco uomo d'affari, che però lei non incontra quasi mai. Ma se un giorno dovessero incrociarsi sul posto di lavoro, cosa potrebbe accadere tra lei, aspirante magaka, e quel demone così enigmatico e freddo? Possono avere qualcosa in comune? E se lui le proponesse un altro contratto di lavoro, lei lo accetterebbe?
Equivoci, risate e sogni si intreccieranno nella vita di Rin, supportata dalle sue amiche di sempre e dallo youkai dai lunghi capelli argentati.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2- Il nuovo lavoro

Rin bussò al campanello. Dopo aver risposto all’annuncio, la ragazza aveva ricevuto una chiamata la mattina successiva da parte di una voce anziana, che la invitava a recarsi sul posto di lavoro il giorno successivo per un colloquio conoscitivo.
L’altra fortuna di Rin fu il fatto che l’appartamento dove si sarebbe dovuta recare era molto vicino all’Accademia. Due piccioni con una fava.

Aspettò paziente che qualcuno le aprisse.
Il volto rugoso di un’anziana donna la colse di sorpresa.
“Una strega!” pensò subito la ragazza, stringendo i manici di stoffa della borsa di tela che portava con lei.

-Tu devi essere la ragazza dell’annuncio- disse burbera la donna.

Rin non sapeva cosa dire, sembrava che un ragno le avesse morso la lingua. Si sentiva intimorita da quella signora.

-Ebbene?- chiese la vecchia, spazientita dal silenzio di Rin.
-Ecco…io, sì- riuscì poi a dire lei.

La donna la scrutò attentamente:- Sembri molto giovane. Quanti anni hai?-

-Venticinque, signora. A Dicembre ne farò ventisei- rispose questa volta rapida Rin. L’anziana le fece segno di entrare in casa.
-Io sono la governante di questa casa, mi chiamo Chiyo Natsuki, ma per te sono solo la signora Natsuki. Quello laggiù è mio figlio Jinenji- disse la donna mentre camminava seguita da Rin.

La ragazza si girò nella direzione del dito della signora Natsuki e vide un grosso essere intento a curare le piante sul balcone. Doveva essere un mezzo demone, visto l’aspetto: oltre ad essere smisuratamente alto, aveva la pelle tendente all’arancione e grossi occhi azzurri globulosi. Quando colui che doveva essere Jinenji incrociò lo sguardo di Rin, arrossì vistosamente e tornò al suo lavoro.

La casa era un lussuoso attico, arredato in stile moderno, sembrava uscito da una rivista. Forse un po’ freddo ed impersonale come posto.

-Sono a servizio della famiglia del signorino da tanti anni e ogni tanto vengo qui a pulire con mio figlio che mi da una mano. Non che ci sia tanto da fare, il signorino Sesshomaru raramente è in casa. Ma il bucato non manca mai ed io sono troppo vecchia per passare le ore a stirare, per questo stiamo cercando qualcuno che se ne occupi- spiegò la vecchia.
Rin ascoltava silenziosamente.

-Hai dimestichezza con indumenti da lavare e da stirare?-

-Sì, signota Natsuki, ho lavorato per un anno in una lavanderia per pagarmi gli studi- confermò.
La donna annuì, soddisfatta.

-Sarà meglio per te. Il signorino è una persona molto esigente: questo mese sono state mandate via quattro candidate-

Rin strabuzzò gli occhi a quella notizia. Quattro?
Se voleva guadagnare dei soldi, avrebbe fatto meglio a lavorare sodo, considerato anche che era l’unico lavoro per ora che le permetteva una buona entrata di soldi e più tempo libero.

-Può fidarsi di me, ero molto brava in lavanderia-
-E allora perché non sei più lì?- domandò scettica l’anziana.

Rin corrugò la fronte, non si fidava proprio:- Il proprietario ha deciso di chiudere l’attività per trasferirsi fuori Tokyo-
La signora Natsuki ci pensò un po’ su, poi annuì.

-Bene. Comincerai da domani, vediamo come te la cavi. Per i primi tempo verrai di mercoledì e venerdì, ci sarò io o mio figlio Jinenji, se andrai bene potrai avere le chiavi di casa nel caso in cui noi non ci fossimo. Il signorino non torna mai a casa presto, tu cerca solo di non farti mai vedere. Non sopporta avere estranei tra i piedi-
Un datore di lavoro che non sopporta vedere i propri dipendenti. Che tipo strano. Poco importava pensò Rin, bastava la busta paga a sopperire a quella mancanza di simpatia.
Salutò con gentilezza la donna e abbozzò un’alzata di mano a Jinenji, il quale la ricambiò più imbarazzato di prima.

Il giorno seguente Rin si alzò di buon’ora, la lezione era stata annullata dal professore e potè permettersi una mattinata all’insegna del disegno: aveva molti post arretrati da aggiornare e storie da portare avanti. La sera prima aveva dato la notizia alla sue amiche sul nuovo lavoro e, dopo che aveva finito il turno di babysitter, le aveva raggiunte in un locale di Tokyo per brindare tutte insieme al nuovo lavoro di Rin.
Non erano mancate le lamentele di Sango sull’ennesimo comportamento sbagliato di Miroku e gli aggiornamenti di Kagome sulla sua frequentazione con Inu-Yasha, che sembrava procedere a gonfie vele, se non fosse stata per la presenza di una ex un po’ ingombrante.
Alla parola ex fidanzata, le reazioni erano state due: la prima fu quella di Sango, la quale si sentì subito solidale con Kagome e le mise una mano sulla spalla in segno di conforto; la seconda quella di Ayame, che si girò verso Rin esasperata, non avrebbe sopportato altri sfoghi simili a quelli di Sango.
Ad ogni modo, la ex di Inu-Yasha sembrava l’essere perfetto: bella, colta e intelligente. Le aveva tutte. Ma la cosa peggiore, agli occhi di Kagome, era la somiglianza tra loro due.

-E tu come fai a dire che ti somiglia?- domandò Rin.
La risposta che arrivò fu un’unione di sguardi perplessi e sorpresi. La più sbigottita di tutte era Sango.

-Sei seria? Guarda che non bisogna essere informatici come Ayame per risalire alle ex dei propri fidanzati- la informò Sango- ci sono i social per questo!-
Kagome non diede il tempo a Rin di ribattere e subito tirò fuori dalla borsa il cellulare per mostrare loro le foto della fantomatica ex. Mentre guardavano le foto, tutte concordarono con il fatto che, effettivamente, le due ragazze si somigliavano molto. Ayame, però, ebbe l’ardire di aggiungere che la ragazza in questione vestiva abiti decisamente più costosi di quelli che poteva permettersi Kagome, e a quelle parole Sango intervenne subito a favore dell’amica, dando un sonoro calcio sotto il tavolo alla demone lupo, la quale si maledisse per la sua lingua lunga.
Kagome cercò di dissimulare un dispiacere, ma in maniera non troppo convincente.

-Dai, Kagome, se si sono lasciati ci sarà un motivo, no?- disse subito Rin, cercando di tirarle su il morale.

Il resto della serata passò tra chiacchiere e risate, fortunatamente Kagome sembrava aver dimenticato il fantasma della ex.
Durante il secondo giro di cocktail, Ayame andò al bancone ad ordinare, ma non tornò subito al tavolo. Preoccupata, Sango si sporse sopra le decine di teste che occupavano il locale e, quando individuò l’amica, la scoprì intenta a parlare con un ragazzo.

-Mi chiedo come faccia! Nonostante la scarsa vita sociale che faccia, riesce sempre a trovare un ragazzo da rimorchiare- si lamentò Sango, memore del periodo da single durante il quale non si avvicinava un uomo a lei nemmeno a pagarlo.
Quando Rin guardò l’orologio, vide che era mezzanotte passata e avrebbe fatto meglio a tornare a casa. Considerando l’autobus notturno da prendere, sarebbe rincasata per l’una, se non più tardi. Lasciò i soldi sul tavolo, salutò Ayame da lontano, la quale le fece l’occhiolino, e uscì.

Il giorno dopo, quando la lezione terminò, Rin si precipitò sul nuovo posto di lavoro. Anche stavolta il volto raggrinzito della signora Natsuki l’accolse non troppo calorosamente.

-Sei in anticipo. Bene, questo è un punto a tuo favore- disse la donna facendola entrare.
Jinenji era in cucina e dall’odorino che sentiva, Rin pensò che probabilmente stava cucinando un pasto che poi il padrone di casa avrebbe consumato senza troppe cerimonie. In fondo, se era davvero un uomo d’affari impegnato e poco presente a casa, come poteva prepararsi un pasto caldo da solo?
-Questa è la lavanderia- le disse la donna aprendo una porticina che dava su una stanza bianca, piuttosto spoglia.
All’interno erano presenti ben due lavatrici e un’asciugatrice. Sul lato sinistro della stanza faceva la sua comparsa l’asse da stiro con tanto di ferro.

“Questo sarà il mio nuovo lavoro” pensò lei mentre si toglieva cappotto e sciarpa per appenderli sul gancio dietro la porta.

-Per questa volta ti ho fatto trovare i panni già lavati ed asciugati, dalla prossima volta dovrai pensarci tu- sentenziò la governante, indicando un cesto di panni da stirare.
Rin annuì. Anche se la quantità di vestiti era piuttosto voluminosa, non la spaventava: aveva un tremendo bisogno di soldi, soprattutto di quel lavoro.

-Se non farai un buon lavoro, ti manderemo via senza troppe cerimonie. Il signorino è una persona esigente e precisa. Cerca di fare attenzione ai colletti delle camicie e ai polsini- e poi uscì lasciandola sola.
Rin prese un grosso respiro, poi si rimboccò le maniche della felpa e si mise all’opera.
Avendo lavorato in una lavanderia conosceva bene i macchinari. Non aveva niente da temere. Si mise in posizione e pescò dal cesto una camicia bianca.

Quasi sbiancò quando vide l’etichetta: era un capo d’alta sartoria. Non di quella sartoria già pronta, ma di quelle specializzate in abiti su misura. Il suo capo fantasma doveva essere davvero ricco, per potersi permettere un indumento del genere, una governante, un cuoco-giardiniere ed una addetta al bucato. Tastò con i polpastrelli la stoffa, poi l’adagiò sull’asse e incominciò il lavoro.
Era il suo primo giorno e a fine giornata si sarebbe deciso il suo destino, doveva per forza impegnarsi al massimo.
Stirò una quantità enorme di camicie ed altri capi d’abbigliamento, compresi quelli che sembravano dei pigiami, meglio non rischiare.
In totale ci mise tre ore per completare il lavoro.

-Mi sembra un lavoro buono-commentò la signora Natsuki, dopo un’attenta analisi.

Rin aveva il volto sudato a causa del vapore, ma non le importava. Se la signora era contenta, ora doveva solo aspettare il giudizio del capo e il gioco era fatto.

-Puoi andare. Ti farò sapere domani mattina se il signorino ha apprezzato il tuo lavoro- disse per congedarla.
Salutò calorosamente tutti e tornò soddisfatta a casa.

Come promesso, la mattina dopo, ricevette la famosa chiamata.

-Signorina Sakamoto?- gracchiò una voce al telefono.

-Sono io- rispose Rin senza chiedere chi fosse.

-Può iniziare a lavorare da noi da mercoledì prossimo. Il signorino è rimasto molto soddisfatto del suo lavoro, cerchi di non deluderci-

Quando riagganciò il telefono, Rin si sentì esplodere di felicità.
Finalmente aveva un altro lavoro: le cose non avrebbero potuto prendere una piega migliore.


Buongiorno, lettori. Ho aggiornato in fretta, ma questo capitolo non era niente di complicato, quindi ho pensato di sbrigarmi.
Sesshomaru non è ancora entrato in scena, ma non vi preoccupate che dal prossimo capitolo inizierà a fare le sue comparse.
Spero vi sia piaciuto. Ringrazio chi ha commentato lo scorso capitolo.
Fatemi sapere cosa ne pensate.

Alla prossima!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Sophie Ondine