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Autore: piccina    20/10/2019    2 recensioni
"Non era mai stato un padre tradizionale, ma a quel figlio voleva bene e sentiva che in questo momento aveva bisogno di lui"
Brian alle prese con la difficile adolescenza di Gus fa i conti con il suo essere padre. Justin è al suo fianco.
Idealmente circa una decina di anni dopo la 5X13
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Gus Kinney, Justin Taylor, Lindsay 'Linz' Peterson, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Sono a casa” aveva urlato dall’ingresso lanciando le chiavi dell’auto sulla mensola e sfilandosi le scarpe con i talloni, ma nessuno aveva risposto. Il tunz tunz che arrivava dal piano alto certificava che almeno Gus c’era e ascoltava quella sua musica di merda. Trap Pa, non musica di merda. E’ vero, una merda di musica, mi correggo.
“Oh Signor Brian è lei” lo aveva salutato Naty, uscendo dalla cucina e asciugandosi le mani nel grembiule, dietro era schizzata una piccoletta color caramello con i ricciolini sparati in testa e uno sbuffo di farina sulla guancia sinistra.
“Ciao Papà” lo aveva accolto con entusiasmo e gli era saltata in braccio “sto fando i bicotti”
Naty aveva sorriso “ho steso l’impasto per una torta salata e lei mi aiuta”
“Beata te Naty, con un’aiutante di questo calibro. Justin non c’è?”
“Sì, ma credo sia in studio, non l’ho più visto dopo che è andato a prendere Susy all’asilo”
“Cos’è calibro?” si domandava Susan che imparava vocaboli a un ritmo vertiginoso, storpiava ancora qualche pronuncia, ma parlava sempre meglio. A Brian quasi dispiaceva che presto quelle parole incerte sarebbero sparite dalla loro casa, probabilmente Jus aveva ragione a segnarsi su un quaderno le migliori uscite di Susan, sembrava impossibile dimenticarle, eppure ricordava solo qualche frase celebre di Gus, ma sentiva di aver perso nei recessi del tempo suoni e colori che avrebbe dovuto fissare su supporto più affidabile della memoria.
“Naty la torta è buona anche domani?” Aveva chiesto un po’ colpevole, detestava dare l’impressione di non dare valore al lavoro altrui.
“Domani sarà ottima, la lascio in forno”
“Stasera volevo portare la famiglia a cena per festeggiare, MA SICCOME NON MI CAGA NESSUNO a parte la piccoletta, mi sa che ci porto solo lei.”
Jus gli era arrivato dietro e con un braccio gli stava avvolgendo la vita.
“Alla buonora, se non ci fosse Susan potrei non tornare e nessuno se ne accorgerebbe”
“Ah Kinney, ti adoro quando fai la drama queen” gli aveva lasciato un bacio sulla nuca e aveva chiesto cosa dovevano festeggiare.
“Susy, vai a chiamare tuo fratello e digli di prepararsi che si esce”
Si era voltato verso il marito che stava intimando alla bambina di non correre su per le scale. Naty era rientrata in cucina e la si sentiva trafficare.
“Quindi?”
“Nuovo contratto!” aveva esclamato.
“Sei un po’ più milionario? Mi toccherà vendere qualche nuovo quadro per starti dietro?” lo incalzava scherzosamente.
“Buon compenso, ma non eccezionale”
“E allora?...”
“Politica Jus!”
Il biondo guardava perplesso questo entusiasmo altamente insolito.
“Non hai mai amato gli incarichi di questo genere…”
“Brad Hamilton, Jus. Quest’uomo mi piace, poche stronzate, idee chiare, poche romanticherie ideologiche ed è gay”
Mi piace ed è gay nella stessa frase, dalla bocca di Brian e a Justin stava già sul cazzo.  
“E poi è democratico, dovrebbe piacere anche a te questa volta” aveva scherzato, tirandolo per la mano verso di sé.
“Lo adoro già” e Brian non aveva colto l’ironia del tono.
  
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