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Autore: Federica_97    20/10/2019    3 recensioni
(STORIA COMPLETA)
Con la conclusione del progetto mew, le ragazze hanno continuato a lavorare nel locale che per mesi era stato la loro base segreta. 
Diplomate e con altre vite, hanno fatto un patto: continuare a lavorare lì e tenerlo aperto. 
Strawberry ha alle spalle una relazione con Ryan, non andata bene. Scelto Mark, per passare la vita con lui, parte per Londra... 
Ma la sua storia non è andata bene, tornata in Giappone con un segreto più grande di lei.
Cosa succederebbe se ragazzi si rivedessero dopo mesi dalla partenza di lei? 
''Si voltò a guardarla, senza espressione, senza saper che dire.
"E cosa vuoi? Cosa pensi che possa fare io?" 
Strawberry alzò gli occhi cioccolato per incrociare quelli ghiaccio di lui e non disse nulla.
"Vattene" fece per andare ma la ragazza lo trattene per il polso.
"Ryan io.."
"Cosa!? Torni qui e stravolgi tutto! E adesso cosa vuoi da me!?" 
"Non urlare..." 
"Vattene Strawberry!".
Si richiuse la porta alle spalle, lasciandola da sola nel corridoio del locale che ormai sentiva casa...
Da sola, esattamente come aveva fatto lui. Piangendo rese conto di non aver nessuno''
Curiosi? Leggete e fatemi sapere! 
Un bacio grandissimo a tuttei voi!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aoyama Masaya/Mark Aoyama, Ichigo Momomiya/Strawberry, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salveee, avevo già pubblicato questo capitolo ma purtroppo sbadatamente ho lasciato il PC aperto e mio fratello di 10 anni non so cosa cavolo abbia premuto e lo ha letteralmente eliminato! Me ne sono resa conto subito per fortuna altrimenti guardate voi che pasticcio!

Per chi lo ha già letto vi ringrazio in anticipo per avermi seguito anche in questo mio ultimo delirio, per chi invece dovesse ancora leggerlo... beh, buona lettura!

 

 

Epilogo

 

 

“Straw, il maglione quello blu dov'è?!”.

“Secondo cassetto!”.

Silenzio.

“Non c'è!”.

strawberry sospirò esausta e posò il pesante libro che aveva in mano.

Salì la rampa di scale e si diresse nella sua-nella loro-camera da letto.

“Questo cos'è?”. Tirò fuori il maglione blu di cashmere, il preferito del ragazzo.

“Non c'era due secondi fa” borbottò lui facendole alzare gli occhi al cielo.

Il biondo guardò la sveglia digitale poggiata sul comodino, segnava le 20.30 di sera e loro erano già in ritardato.

Stavolta non per colpa della rossa.

“Ti rendi conto che ultimamente sei tu quello che fa tardi e non io?”.

Ryan la ignorò infilando l'indumento e risistemandosi i capelli con le mani.

“Non è vero, è capitato solo oggi”. La corresse lui ammirando la sua fidanzata fasciata dal vestito rosso fragola che le aveva regalato qualche settimana prima. “Tu sei bellissima”.

Lei sorrise e lo abbracciò da dietro mentre insieme si guardavano attraverso l'enorme specchio dell'armadio.

“Kyle ci ucciderà se facciamo tardi” gli ricordò lei.

“E' la vigilia di Natale, siamo tutti più buoni”. Poggiò le proprie mani su quelle della ragazza. “E poi sarà così preso a giocare con James che non se ne renderà nemmeno conto”.

Lei scosse la testa. Da quando quel piccolo angelo era entrato nelle loro vite, Kyle era letteralmente andato fuori di testa. Passava con lui ogni ora libera e quasi supplicava i genitori di lasciarglielo qualche ora in più al giorno.

Come quella sera, era venuto a prenderlo di pomeriggio e lo aveva portato con sé, dando così del tempo ai due ragazzi di fare le cose con calma. Ma in realtà sapevano benissimo che era solo una scusa per sequestrare loro figlio e tenerlo tutto per sé.

Dal canto suo, il bambino si divertiva a rimanere con Kyle. Era sereno e lo trovavano sempre sorride.

“E' lo zio, cosa ti aspettavi?”.

“Già” disse lui. Anche se effettivamente non avevano legami di sangue, Kyle e Ryan erano da sempre stati come due fratelli.

“Adesso però muoviti o ti uccido”, lo minacciò la ragazza staccandosi da lui. “Ti prendo i calzini” scorse dall'altro lato del letto.

“No aspet-” non ebbe il tempo di fermarla.

Aprì il cassetto e rimase immobile per qualche secondo e poi tirò fuori una scatolina di velluto blu e se la rigirò tra le mani.

“Cos'è?” chiese al biondo guardandolo negli occhi.

“Lo sai benissimo cos'è” il ragazzo le tolse delicatamente la scatolina dalle mani. “Non volevo che lo trovassi così, quindi mi ero ripromesso di toglierla da lì ma poi mi sono dimenticato e...” la aprì, “l'ho comprato quasi subito dopo la nascita di James”. Confessò.

Lei fissò lo splendido anello in oro bianco che le si presentava davanti. Era di modeste dimensioni, ma bellissimo. Brillava tantissimo riflettendo la luce del lampadario, e lui sapeva quanto amasse le cose che brillavano.

Il ragazzo attese una qualsiasi reazione ma non arrivò.

“Ascolta io...” lo richiuse. “Non ti voglio spaventare, okay? Te lo avrei chiesto a tempo debito. Capisco che è tutto affrettato: il bambino, la convivenza e adesso anche questo e...”

“Sì”. Mormorò lei, interrompendolo.

“Cosa?”, per un attimo ebbe il timore di aver capito male.

“Sì. Ho detto sì”. Si avvicinò a lui di qualche passo. “Sì”.

Il biondo la abbracciò issandola da terra. “Solo Dio sa quanto io ti ami” le sussurrò all'orecchio prima di rimetterla giù. E poi si schiarì la voce.

“Che fai?” lo vide mettersi dritto con le spalle e poi prendere un bel respiro.

Will you marry me?”.

La rossa gli prese il viso tra le mani: “Yes, I want to marry you”. E lo baciò con trasporto allacciandogli le braccia al collo.

Dovettero staccarsi di controvoglia mentre lui le infilava l'anello al dito l'orologio digitale segnava già le 21.00.

“Andiamo da nostro figlio, adesso?”. Gli chiese lei.

“Andiamo da nostro figlio” acconsentì lui, infilandosi gli ultimi indumenti mancanti al suo outfit.

 

Se c'era una cosa che il moro sapeva fare bene oltre cucinare, quella era rendere accogliente un posto.

Aveva addobbato tutto il caffè con lucine di tutti i colori e un enorme albero di Natale pieno di palline colorate.

“Oh, ce l'avete fatta!” li sgridò Mina non appena la coppia varcò la soglia.

“Stavolta non è colpa mia” alzò le mani la rossa. “E' il signorino qui che non trova mai nulla”.

“Sei tu che tocchi le mie cose”. Si difese il biondo.

“Non so come Kyle abbia fatto a sopportarti tutti questi anni, ma credo che sia felicissimo che tu te ne sia andato” lo beccò lei.

“Dai su, evitate di litigare anche oggi” sbuffò Mina facendoli accomodare.

Si erano riuniti tutti lì per passare una serena serata insieme, non di certo per spargere sangue sugli addobbi natalizi.

Ma in fondo, si dicevano, erano solo Ryan e Strawberry. Se non litigavano per più di dieci minuti, c'era qualcosa che non andava.

Strawberry andrò dritta in cucina dove-come previsto- trovò Kyle giocherellare con il bimbo.

“Dov'è l'amore di mamma?” la rossa lo prese subito in braccio tra le risatine del piccolo. “Grazie per averlo tenuto, Kyle”. Gli sorrise.

“Ma figurati, è sempre un piacere lo sai” le sorrise gentile.

“Buon Natale amico mio” il biondo gli diede un veloce abbraccio affettuoso prima di dedicare la sua attenzione al figlio.

“E tu, cosa hai combinato tutto il pomeriggio eh?” lo baciò ripetutamente sulle guance piene.

Il piccolo emetteva versi incomprensibili, aveva solo nove mesi ma sembrava capire tutto al volo.

“Un altro paio di mesi e questo pupo parlerà meglio di tutti noi, fidati di me”. Disse Kyle.

“Almeno ho la certezza che non sia deficiente come la madre”.

“Ehi! Io sono qui!”.

“Lo so, my love”.

In cucina fece capolinea Paddy che gettò un urlo che fece sobbalzare tutti.

“OH MIO DIO COS'E' QUELLO?!”, tirò a sé la mano di Strawberry guardando l'anello.

“Paddy!!”.

Inutili furono i tentativi dell'amica di non farsi trascinare dall'altra parte del locale, ritrovandosi presto circondata da tutte le ragazze che le rivolgevano mille domande.

“Alla fine hai fatto il grande passo” Kyle poggiò una mano sulla spalla dell'amico.

Lui annuì. “Sono felice, Kyle”.

“Lo so, piccolo, si vede”.

Lui rise leggermente, non avrebbe mai smesso di chiamarlo piccolo; ma in fondo la cosa gli piaceva.

James continuava a giocare con le pieghe del maglione del padre mentre lui lo osservava più innamorato che mai.

Lanciò un'occhiata veloce alle ragazze e incrociò lo sguardo di Pam che, dall'altro lato della sala, gli sorrideva sincera.

Perché sì, sapeva che non sarebbe stato tutto rose e fiori. Sapeva che da quel giorno fino al resto della sua vita avrebbe avuto delle responsabilità.

Ma non gli importava. Era pronto a tutto.

Non si era mai sentito così felice in vita sua.

E qualsiasi cosa il destino gli avrebbe riservato, lui era pronto ad affrontarla. Insieme alla sua famiglia.

Ryan non aveva mai amato particolarmente il natale; ma quell'anno, si era detto, era diverso.

E chissà, forse avrebbe imparato ad amare anche quella festività.

Perché tra i sorrisi delle sue amiche, del suo migliore amico, della donna che amava e del suo bambino, finalmente sorrideva anche lui.

 

 

 

BUON SALVE A TUTTI!!

Siamo arrivati alla fine di questa avventura. Ammetto che un po' mi mancherà però mi da sollievo averla portato al termine!

Spero davvero tanto che questo capitolo vi sia piaciuto. A me particolarmente.

Ringrazio davvero tutti coloro che l'anno seguita fin dall'inizio, un grazie dal cuore. Davvero, siete fantastici!

Un bacio enorme a tutti voi.

Mi sento un po' malinconica ma dettagli!

Grazie mille ancora! A presto, un enorme bacio!

 

  
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