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Autore: Akiko Swift    20/10/2019    1 recensioni
"Mi sono sempre chiesta per quale motivo il destino è così duro con la vita. Una vorrebbe vivere tranquillamente e raggiungere gli obiettivi che si pone: creare una famiglia, vivere in giro per il mondo, fare carriera...
Anche io volevo avere una vita di questo tipo; eppure non sarà così per me! A quanto pare il mio è uno di quei destini mega incasinati, dove l'unica domanda che puoi porti è: perché a me?
Forse le risposte che cerco non esistono nel presente, ma le troverò solamente nel passato..."
Salve a tutti! Sono finalmente risorta e sono pronta per questa nuova avventura, ma questa volta non sarò da sola. Ad accompagnarmi in questo viaggio sarà la mia migliore amica, visto che è quasi tutta farina del suo sacco.
Bando alle ciance e pronti a partire... destinazione: periodo Sengoku!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

Scatto in avanti ansimando spaventata, mentre, con un gesto involontario, mi porto una mano al collo, sentendomi
ancora prigioniera dell’incubo. Con l’altra, invece, stringo forte la coperta nel vano tentativo di fermare il tremore
dell’intero corpo, ma sento che l’angoscia che provo non se ne va.

-dannazione!-

Mi volto verso l’orologio, tenendo a freno la voglia di afferrare la sveglia e di lanciarla contro il muro.

Sbuffo, smettendo di pensarci. Scosto la coperta e mi alzo, anche se il tremore e l’ansia che provo non mi
abbandonano ancora.

Sono ormai settimane che non riesco a dormire se non poche ore a notte, svegliata sempre dallo stesso maledetto
incubo. Eppure, questa volta, ho l’impressione che sia cambiato qualcosa. 

Un brivido freddo mi attraversa lungo tutta la schiena, cosa che mi costringe ad afferrare e mettere malamente la felpa
sulla sedia della scrivania, mentre la lucina gialla della sveglia continua a prendersi gioco di me, indicandomi l’ora e i
minuti che scorrono.

Mi tiro su il cappuccio, in modo da coprirmi bene la testa, ma nel farlo, mi accorgo di avere le guance leggermente umide.
Questa volta non mi sono nemmeno accorta di aver pianto!

-ma tu guarda se devo tornare a piangere per questo maledetto incubo!-

Sollevo di nuovo la testa, lasciando che un sorriso ironico mi modelli le labbra. Poi passo la manica contro il viso, togliendo
quelle piccole tracce umide.

Come se stessi seguendo un copione di un’opera teatrale, mi dirigo verso il mio terrazzo, lasciandomi avvolgere dal freddo
della notte. Senza pensarci molto, mi metto a guardare l’unica cosa bella di questa notte infernale: la luna.

Cercando di non fare rumore, mi appoggio alla ringhiera, rimanendo sveglia e vigile, ma sentendo chiaramente la stanchezza
mentale. Un altro sorriso identico a prima mi accompagna, mentre penso a quella che è diventata la mia routine da qualche
mese a questa parte.

Mi volto un secondo in direzione della finestra dei miei genitori, assicurandomi che la luce sia ancora spenta. Vedere quel buio
mi tranquillizza un po’. Non voglio far allarmare nuovamente mia madre per queste mie paranoie. Ha già tutti i suoi problemi
e non si deve di certo sobbarcare anche i miei.

-certo… se durante la notte riuscissi a sognare cagnolini e fiori di campo al posto di demoni mostruosi e sangue da tutte le
parti, sarei molto più contenta anch’io…-

Lascio uscire uno sbuffo dalle mie labbra, stringendomi maggiormente nella felpa e iniziando a sentire fin troppo freddo.

Mi porto una mano vicino al collo, sfiorando leggermente la cordicella che sostiene la mia preziosa pietra azzurra, un piccolo
regalo del mio papà prima della sua partenza. Sentendomi un po’ più al sicuro, provo a chiudere gli occhi, nel tentativo di
riposarmi prima della vera sveglia, ma la sensazione di avere una mano stretta alla gola mi costringe a riaprirli bruscamente.

Trattengo la forte tentazione di tirare un pugno al muro, ricordandomi della persona che si trova nella camera a fianco. Così,
rientro in camera, non degnando nemmeno di uno sguardo l’orologio sul comodino. Penso solo ad andare nell’unico posto dove
poter riuscire a dormire senza venir svegliata nuovamente.

Con molta calma, accendo il piccolo lumino dal vetro rosso, illuminando quel che basta il salotto. Mi fermo solo un secondo ad
osservare le foto poste sullo stesso mobiletto della luce. Un nuovo sorriso, questa volta di felicità, mi illumina il volto. Vengo presa
soprattutto dall’immagine del matrimonio dei miei genitori, così contenti e uniti, mentre ora non passano molto tempo assieme
e quando lo sono non fanno altro che litigare.

Sentendo la stanchezza finalmente prendere il sopravvento su tutte le altre sensazioni, mi siedo sulla poltrona di papà, coprendomi
con la coperta di mamma e sistemandomi il più possibile. Chiudo gli occhi, cadendo finalmente in un sonno privo di sogni.

˜Salotto, h 7.30˜

-Shiori… sveglia… devi prepararti per la scuola!-

Sbadiglio stancamente, voltandomi verso la voce ovattata, ma realizzando troppo tardi di dove mi trovavo. Così, invece di poter capire
le parole, trattengo un gemito di dolore quando mi ritrovo faccia a terra.

Un sospiro sconsolato mi fa capire che davanti a me c’è ancora mia madre, rimasta immobile a guardarmi con uno sguardo ormai
rassegnato.

-ed ecco come finisci a dormire qui su questa poltrona… adesso velocizzati, altrimenti farai tardi-

Lentamente mi metto seduta, con una mano sulla testa a premere il punto dolorante, mentre con l’altra mi copro la bocca a causa
di uno sbadiglio.

-ma che ore sono?-

Con gli occhi ancora socchiusi mi guardo attorno, riconoscendo il salotto e iniziando a ricordare la nottata trascorsa. Senza alcuna grazia,
mi stiracchio per bene, mettendomi in piedi e aspettando una risposta.

-sono le sette e mezza…-

Sgrano gli occhi, strozzando un urletto che di umano aveva ben poco. Poi la supero velocemente per dirigermi verso le scale, ma questo
mio gesto avventato per poco non mi fa schiantare contro il muro a causa del tappeto della stanza.

-mamma! Perché non mi hai svegliato prima! Ieri ti ho detto che dovevo vedermi con Kagome prima della scuola!-

Come se mi fossi trasformata in uno scimmione sgraziato, mi sfilo il pigiama, lanciandolo chissà dove, indossando poi la divisa scolastica.

-guarda che ci ho provato signorina. Non è di certo colpa mia se sei parente di un ghiro e nemmeno le urla ti svegliano.-

Mi volto di scatto verso di lei, incenerendola con lo sguardo. Poi torno a concentrarmi su quello che sto facendo, battendo sicuramente
un record mondiale per quanto riguarda il cambio d’abito.

Con un altro scatto, afferro la cartella e mi dirigo verso la porta di casa.

-mamma io vado! Questo pomeriggio sono al tempio Higurashi con Ryuu e Samael!-

Afferro la maniglia della porta, però mi fermo e mi giro a guardare mia madre, abbracciandola di scatto e inspirando il suo profumo
di vaniglia.

-buona giornata!-

Le sorrido un’ultima volta, prima di uscire di casa e iniziare a correre verso il nostro punto di ritrovo: il parchetto con gli alberi di ciliegio.

 
   
 
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