Quand'ero piccolo, non ero come le altre bambine. Non giocavo con le bambole, né mi piaceva indossare i tacchi di mia madre, non indossavo nemmeno un grembiule rosa. Io lo avevo giallo perché mi faceva stare bene.

Giocavo a calcio come ogni bambino ed ero felice. Ma questo non mi ha mai causato problemi fino alle medie. Iniziai ad essere deriso, perché ero diverso, ero strano lì iniziai ad essere infelice, ad odiarmi, comincia a reprimere tutto ad essere una ragazza come tutte, come volevano loro.

Nei miei anni del liceo, notai che m'interessavo alle ragazze le guardavo con piacere, mi definivo una ragazza lesbica, capelli corti, camicie, maglioni, inglesine, cappotti.

Mi sono innamorato, avevo solo sedici anni, era così bella. Lei era più piccola di me ma, era così matura, così sicura di sé, si chiamava Jessica e cazzo se l'amavo. E’ grazie a lei che cominciai a comporre, sfiorando quei tasti freddi di un pianoforte, esprimendo me stesso ma, due anni dopo lei mi lasciò ed io ero morto dentro, con il cuore a pezzi.

Nei due anni trascorsi insieme, mi guardavo spesso allo specchio e mi odiavo. Mi fasciavo il seno il più possibile, mettevo felpe larghe per nascondere le mie forme.

Cominciai ad andare da uno psicologo. Mi disse di comprare un diario per scrive i miei pensieri.

Grazie a lui ho dato risposta alle mie domande e compresi che mi sentivo un ragazzo, pensavo come un ragazzo, agivo come loro, Jessica sapeva tutto e mi amava per com'ero. Un anno dopo feci coming out come ragazzo trans, i miei genitori e miei amici più cari erano felici per me.

La mia migliore amica Abigail mi accompagnava, alle sedute e alle analisi che dovevo fare, per l'inizio del testosterone. E, il 14 aprile 2018, ho assunto la mia prima dose di testosterone e sono l'uomo più felice di questo mondo.

Tra cinque mesi partirò per Parigi per frequentare il conservatorio dei miei sogni, nella città dell'amore, lì mi dedicherò alla musica.

Non voglio legarmi con nessuno… chissà cosa succederà