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Autore: Crateide    23/10/2019    1 recensioni
Alla luce di una luna tinta di rosso, i corridoi di Hogwarts facevano paura. Erano diversi, più freddi, bui e tetri. Il silenzio perforava i timpani, era quasi insopportabile.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Ginny Weasley, Luna Lovegood
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Iniziativa: Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.

Prompt: camino (giorno 23).

Numero parole: 795.

 

 

 

 

 

Quell’anno portava con sé il Natale più triste delle loro vite.

Una guerra alle porte, anzi, una guerra già iniziata che sembrava quasi persa in partenza. Paura, odio, dolore, buio. Ormai non c’era più spazio per l’amore e la speranza. O, per lo meno, così sembrava.

Luna e Ginny non si arrendevano né si sarebbero mai arrese. Avrebbero continuato a resistere, avrebbero lottato, avrebbero sfidato tutto e tutti pur di riportare nel mondo un po’ di luce, pur di salvare il futuro che altri volevano strappare loro.

Quella sera, la sera del 24 dicembre, Luna decise di sfidare l’autorità dei Carrow e di Piton, aveva deciso di rischiare, perché ne valeva la pena. Era sgusciata via dalla propria stanza e poi fuori dalla Sala Comune di Corvonero.

Alla luce di una luna tinta di rosso, i corridoi di Hogwarts facevano paura. Erano diversi, più freddi, bui e tetri. Il silenzio perforava i timpani, era quasi insopportabile.

Luna procedeva a passo lesto, rasentando i muri. Ginny le aveva spiegato bene o male dove si trovasse la Torre di Grifondoro e si era anche fatta dire qual era la parola d’ordine, ma la speranza di arrivarci senza farsi scovare da Filch o da Mrs. Norris era assai labile. Eppure, Luna sentiva solo il leggero scalpiccio dei propri passi e il rombo del proprio cuore. I corridoi erano deserti e anche i dipinti sembravano non essersi accorti di lei.

Cosa sarebbe successo se i Carrow l’avessero trovata? Ancora ricordava le urla disperate dei poveri bambini del primo anno costretti a subire la Maledizione Cruciatus...

Scosse il capo e si affrettò, seguendo la luce della luna che le illuminava a tratti il cammino. Svoltò un angolo e poi un altro ancora, con la paura che la incalzava sempre di più, finché non si ritrovò davanti a una scalinata. Sollevò il capo e, proprio alla sommità, la vide. La Signora Grassa di cui le aveva parlato Ginny sonnecchiava e Luna le si avvicinò con circospezione, gettandosi un’ultima occhiata alle spalle.

«Buonasera Signora, perdoni se la disturbo», disse.

La Signora Grassa sussultò e la fissò stralunata e un po’ indispettita.

«Insomma, ti sembra il momento di tornare alla Torre? Ma... un momento, tu non appartieni alla Casa di Gridondoro!» rispose.

«Lo so, ma la prego non urli e non lo dica a nessuno. So la parola d’ordine.»

La Signora Grassa la studiò per qualche istante e il suo sguardo divenne comprensivo, quasi dolce.

«Parola d’ordine?» chiese infine con un sospiro.

«Ubbidienza», rispose Luna e il dipinto le si aprì davanti agli occhi. Si affrettò a entrarvi e in attimo si ritrovò nella Sala Comune di Grifondoro, arredata con i colori della casa e un bel camino acceso a dare un po’ di conforto.

«Luna!»

La voce di Ginny richiamò la sua attenzione. Appena la vide saltare in piedi dalla poltrona di fronte al camino, le corse incontro e l’abbracciò stretta.

«Pensavo che i Carrow mi avrebbero presa», disse con calma. Per la prima volta, non aveva più paura.

Ginny ricambiò l’abbraccio.

«Sei stata davvero coraggiosa e anche incosciente... mi chiedo se il Cappello Parlante non si sia sbagliato e non ti abbia assegnato alla Casa sbagliata. Ti sei comportata come una perfetta Grifondoro!» scherzò.

Luna rise e si staccò, guardandola negli occhi. Il calore del fuoco le sciolse le membra, mentre ne ammirava le fiamme riflettersi negli occhi scuri di Ginny.

«Nemmeno Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato mi avrebbe impedito di essere qui, stasera. Buon Natale, Ginny», rispose.

«Buon Natale anche a te, Luna», rispose l’altra e le sfiorò le labbra con le proprie, procurandole una vampa di calore che andò a imporporale le guance.

Si strinsero le mani e si sedettero a terra, sul tappeto, proprio davanti al camino. Rimasero in silenzio per qualche istante, l’una fra le braccia dell’altra, respirando piano. Luna socchiuse gli occhi, mentre una lacrima correva a nascondersi al di là dello zigomo. Il palpito del cuore di Ginny era la melodia più bella del mondo e le si ghiacciò il sangue nelle vene al solo pensiero che potesse cessare di battere.

«Non ho un regalo», la sentì sussurrare a un tratto.

Luna si sollevò quel tanto che bastava per guardarla in viso. Anche lei aveva gli occhi velati di lacrime.

«Essere qui con te è il regalo migliore che potessi ricevere», le rispose.

Ginny sorrise e le strinse le mani pallide e fredde, posando la fronte contro la sua.

«La paura che possa essere l’ultima volta rende tutto più speciale, vero?» disse.

Luna ricambiò la stretta.

«Ciò che rende tutto questo speciale non è la paura, ma l’amore che provo per te», replicò, muovendo appena le labbra.

Si guardarono, mentre il fuoco scoppiettava piano nel camino e proiettava sul tappeto le loro ombre che, incontrandosi, ne divenivano una sola.

 

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao a tutti,

ok, forse questa OS poteva essere sviluppata meglio, ma per il momento la lascio così com’è perché purtroppo per essere in pari con il writober non posso dedicarmi per bene a tutte storia come invece vorrei. Questo, però, non significa che in futuro non possa tornarci.

Un piccolo missing moments/what if? sul settimo libro. Ormai chi mi conosce (nessuno) sa quanto ami la coppia Ginny/Luna e non potevo non scrivere nulla su di loro.

 

p.s.: per chi fosse masochista volesse, QUI sul mio blog trovate tutte le altre storie scritte fino a oggi per il writober.

 

Senza alcuna pretesa,

Elly

 

 

 

   
 
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