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Autore: Asia Dreamcatcher    23/10/2019    1 recensioni
Una parola per ogni storia.
Frammenti di vita fatti di paesaggi emotivi, sensazioni, stati d'animo, situazioni che attraversano la vita dei protagonisti creando attimi infiniti e unici, mutando a volte il corso della vita.
[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP]
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Parole Intr 5

Bacio raffreddato

~

Cheiro no cangote

Julian poggiò le mani sul bordo della piscina e apparentemente senza sforzo si sollevò, tirandosi fuori dall'acqua. Per quel giorno si era allenato a sufficienza, si guardò attorno e come sempre si rese conto di essere l'ultimo rimasto. Non che il fatto gli dispiacesse, aveva un suo rituale e odiava avere gente intorno, prese l'asciugamano frizionandosi il corpo e si diresse verso le docce.
Solitamente, al termine dell'allenamento, prendeva del tempo per sé, non preoccupandosi del suo scorrere: i suoi gesti in quel momento parevano misurati, lenti e armonici, essenziali quasi la chiusura della sua giornata fosse una cerimonia del tè giapponese; quel giorno invece le affusolate dite apparivano nervose, i gesti frementi, il corpo longilineo e modellato dall'acqua scattava veloce, quasi non avesse tempo, quasi avesse un'urgenza.
Il ragazzo si accorse di tutto ciò e si impose calma, l'ampio petto glabro si alzava e si abbassava seguendo docile la sua respirazione profonda, si diede dello sciocco: era proprio messo male se si agitava per un simile pensiero.
Si rivestì in fretta e si soffermò più del solito sui suoi biondi capelli: con le dita cercava di sistemarli in ciocche disordinate sulla fronte e mentre lo faceva le labbra, solitamente tese con un accenno di spocchia, erano velate da un timido e morbido sorriso. Si fissò imbambolato allo specchio: stentava a riconoscersi, il pensiero subito si perse e si addensò attorno ad un'unica persona, come poteva fare così tanto la differenza?
Scrollò il capo e ridacchiò della sua follia.
Quando uscì dalla palestra della scuola prese un'uscita secondaria, lui era lì. Sigaretta fra le dita magre e nervose, pelle tremendamente pallida, capelli ossigenati e la bocca ben disegnata leggermente socchiusa nell'atto di espirare il fumo.
Come se avesse avvertito la sua presenza Damien si voltò; Julian non poté che restare, come ogni santissima volta, colpito da quello sguardo assottigliato ma privo di giudizio con gli occhi blu che lo guardavano impietosi come se dovessero sondargli l'anima. Il suo cuore si strinse a tradimento nel petto e si ritrovò a piegare il capo di lato e sorridergli sghembo.
Damien abbassò lo sguardo quasi subito, per evitare di arrossire davanti a quel sorriso voluttuoso ed obliquo mentre dolci e sottili lineette si increspavano attorno a quei suoi occhi chiari e cangianti.
«Mi aspetti da molto?» Julian si avvicinò a lui talmente tanto che sembrava dovesse abbracciarlo da un momento all'altro, ma le sue braccia non si mossero e le mani restarono ficcate nelle tasche del giubbotto.
«Sembra che tu abbia un porcospino in testa» ribatté l'altro senza alcun intento derisorio, anzi lo trovava tenero.
«Simpatico» replicò lugubre il nuotatore lanciandogli un'occhiata raggelante, che avrebbe fatto ritirare impaurito chiunque, ma non Damien che sorridendogli appena si incamminò al suo fianco.
Salirono sul vecchio pick up di Julian e per tutto il tragitto non dissero molto, ma Julian trovava la sola presenza dell'albino al suo fianco estremamente rilassante; i silenzi fra loro non erano pesanti, anzi quando erano uno accanto all'altro era come se fossero avvolti da una tiepida e distesa brezza primaverile. Il campione lasciò che la sua mano si levasse dal cambio e accarezzasse impalpabile la mano del compagno, che vide sorridere felice.
Giunti alla lussuosa casa di Damien, vuota come la maggior parte delle volte, Julian lo afferrò impetuoso per il bavero del cappotto e lo travolse in un bacio che pareva essere stato in attesa per una vita intera.
«Oggi dove sei sparito durante letteratura?» domandò ad un soffio dalle sue labbra. Damien avvertendo la lieve, quasi nascosta, nota preoccupata del suo tono si intenerì, stava per rispondere quando...
«Etciù!» uno starnuto, seguito da molti altri.
Julian lo osservò stranito poi appoggiò la mano sulla fronte e capì.
«Scotti. Hai la febbre?!» disse allarmato, Damien si strinse nelle spalle infreddolito e si appoggiò di colpo contro il corpo dell'altro, che lo avvolse prontamente fra le braccia, infischiandosene del possibile contagio.
«Che idiota! Eri in infermeria, vero? Che cazzo perché non sei andato a casa?» Julian era infervorato, sopratutto con se stesso: primo per non essersene accorto, secondo perché probabilmente lo aveva aspettato fuori al freddo chissà per quanto tempo.
«Temevo che non saresti venuto» bofonchiò l'albino talmente piano che l'altro fece fatica a sentirlo.
Il biondo sospirò, non gli disse che quelle parole pronunciate con il suo classico timbro graffiato ma estremamente fragile in quel momento, gli avevano provocato dei piccoli brividi lungo la schiena.
«Scemo» gli sussurrò con dolcezza «Andiamo ti metto sotto le coperte».
Andarono di sopra, lo aiutò a spogliarsi e a mettersi addosso qualcosa di più comodo, lo stesso fece lui, ma prima di coricarsi al suo fianco gli diede alcune medicine e gli preparò qualcosa di caldo da mangiare.
«Resti comunque?» chiese Damien ostinato ma anche ansioso che lui se ne potesse andare.
Julian roteò gli occhi;
«Mia madre e mia sorella sono partite per il weekend. Rimango Reed. Certo che rimango, altrimenti chi ti tiene d'occhio conciato così?» rispose burbero.
Damien lo fissò con gli occhi liquidi a causa della febbre, Julian lo trovò comunque estremamente attraente, poi gli si fece più vicino e strofinò dolcemente la punta arrossata del naso sottile contro il suo collo, in un gesto di dolce appartenenza.
Il cuore del nuotatore sembrò tremare violentemente davanti a quelle calde sensazioni, guardò in basso e notò che Damien aveva chiuso gli occhi e si era completamente addossato a lui, arrendendosi docilmente fra le sue braccia che lo avvolsero ancora di più. Provò il forte impulso di baciarlo profondamente, ma si limitò a posargli un casto bacio sui capelli chiarissimi.
«Indipendentemente da tutto, avrei sempre e comunque scelto te, Damien».


Parole: 938
Cheiro no cangote: strofinare la punta del naso sul collo della persona amata.
   
 
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