Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: LadyPalma    24/10/2019    12 recensioni
Prima classificata al contest "Un fiore per tante eroine" indetto da NevilleLuna sul forum di EFP
[Seconda classificata al contest "This is Halloween!" indetto da MaryLondon sul forum di EFP]
Una profezia pesa sul capo di Andromeda Black: sarà "sola con un bambino". E questa profezia si avvererà proprio nel momento in cui meno se lo aspetta.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Nuovo personaggio, Ted Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sola, con un bambino
 
 
La scuola di magia inglese era sorprendentemente in mancanza di una cattedra stabile di Divinazione da molto tempo. Per lo meno da sette anni, considerando che Andromeda Black durante tutta la sua istruzione non ne aveva mai frequentato neanche una lezione. Forse fu per questa ragione che l’incontro speciale con la famosa indovina italiana Ines Trigiani, vecchia amica del preside e ospite del castello, suscitò una certa agitazione. Sebbene la semplice prospettiva di un momento di svago fosse il motivo principale che animava la maggior parte degli studenti, la lezione fu un successo in termini numerici: l'affluenza fu talmente elevata da occupare tutta la Sala Grande. Anche Andromeda, divisa tra scetticismo e curiosità, partecipò insieme alle sue compagne di stanza e, dopo una presentazione introduttiva, proprio lei si ritrovò ad essere scelta per un esercizio pratico.
"Bella fanciulla, come ti chiami?" la salutò l'anziana strega in tono brioso e con un sorriso dolce, che la ragazza si ritrovò a ricambiare per riflesso.
"Andromeda. Andromeda Black."
"Bene, Andromeda. Ora, vediamo cosa ti riserva il futuro, ti va?"
Senza attendere la risposta, la fece sedere e le prese le mani, iniziando a osservare con attenzione i palmi. Durante il suo discorso aveva illustrato l'arte del leggere le tazzine di tè e di caffè, oltre a presentare le sfere di vetro e a tentare le profezie indotte. Tuttavia, si era descritta come la massima esperta in Europa della lettura delle mani e per la prima dimostrazione aveva scelto quella tecnica.
"Allora, cara, vediamo... La linea della vita è decisamente lunga, molto bene! E l'amore... Una sola linea, un solo amore, un grande amore ti aspetta. E ora chiudi a pugno... Oh, un figlio, un solo figlio, ma non c'è male..."
Ines continuò a esporre ad alta voce le sue previsioni con tranquillità, finché improvvisamente ammutolì e il suo volto si oscurò.
"Cosa succede?" domandò Andromeda perplessa, fissando le sue proprie mani come per tentare di leggervi anche lei qualcosa di sospetto.
Ma l'altra strega non la fece attendere troppo per una risposta: alzò lo sguardo, puntandole addosso due occhi azzurri carichi di apprensione e tristezza. Lentamente, si protese verso di lei, fino a portare le labbra vicine al suo orecchio in modo che lei sola potesse ora ascoltare l'ultima parte della lezione. Quella in cui la sottile arte degli indovini si trasformava in un terribile presagio.
"Avrai una vita lunga sì, ma sarai sola. Sola. C'è così tanta solitudine nelle tue mani e, se non cambi le tue scelte, il dolore finirà per annientarti. Sola, con un bambino. Io lo vedo, c'è scritto".
Andromeda rimase zitta e perfettamente immobile per alcuni secondi, quasi per far sedimentare quelle parole nella sua mente. Non aveva mai creduto nelle profezie ma ora, di fronte al volto turbato di quella donna, si sentiva inevitabilmente sopraffatta da un senso di inquietudine. Di scatto, sottrasse le mani dal contatto con la strega e si rialzò in piedi, tornando al suo posto senza pronunciare neanche una parola. Raccolse la sua borsa e, ignorando le occhiate interrogative delle sue amiche, si diresse verso l'uscita. Mentre lasciava la Sala Grande, la raggiunse la voce di nuovo gioiosa di Ines: stava chiamando un altro studente ed era pronta a fare un nuovo presagio.


 
**


"Dromeda!"
Andromeda riaprì gli occhi e alzò lo guardo dal gradino delle scale su cui si era lasciata cadere dopo la sua breve fuga. Ted Tonks si sedette accanto a lei e dolcemente le prese una mano tra le sue, incoraggiandola con quel muto gesto a confidarsi con lui, senza pronunciare ad alta voce nessuna domanda. Paziente e gentile, così era il suo Ted: un vero Tassorosso. Solo con lui aveva trovato quella sicurezza e quel calore che tanto le erano mancati nella vita, solo con lui aveva avuto il coraggio di svelare tutte le sue sofferenze. All'inizio non era stato facile far crollare le difese che la sua famiglia le aveva fatto cucire addosso ma adesso, dopo due anni di relazione clandestina, i suoi muri interiori si erano completamente dissolti quando c'era di mezzo lui. Anche questa volta, la ragazza non ci mise molto a lasciarsi andare e a liberare in un fiume di parole il segreto che Ines Trigiani le aveva sussurrato solo qualche minuto prima.
"Sarò sola, capisci? Perderò tutto, ogni cosa. E sì, sono pronta a lasciare tutta la mia maledetta famiglia... Ma non sono pronta a perdere anche te! E io...". Si interruppe improvvisamente e alzò gli occhi al cielo, nel duplice tentativo di minimizzare il suo sfogo e di nascondere le sue lacrime. “Scusami, sto esagerando non è vero? Dopotutto sono solo sciocchezze..."
Ma Ted non tentò di buttare tutto sul ridere, o di distrarla da quei pensieri cupi. Voleva al contrario darle un motivo per farla sorridere di nuovo, ed era qualcosa di completamente diverso. La strinse a sé dolcemente, accarezzandole i lunghi capelli neri e, solo quando la sentì rilassarsi contro il suo petto, la allontanò leggermente per poterla guardare negli occhi.
"Anche se fosse, Dromeda, non ci vedo nulla di male sai? Non saresti sola... Saresti sola con un bambino. E questa non ti pare una cosa bellissima?"
La ragazza lo fissò per un attimo confusa, ma poi, sorprendendo anche se stessa, si ritrovò ad abbozzare un sorriso. Effettivamente, la prospettiva orribile di una vita in solitudine aveva oscurato completamente l'altro lato implicito della profezia. Un bambino, una piccola creatura che sarebbe rimasta con lei. E improvvisamente, si ritrovò a indugiare sul pensiero di un bambino con gli occhi dolci di Ted e la propria testardaggine.


 
**


Quel sogno si era presto tramutato in realtà, tranne per il fatto che non ebbero un bambino ma una splendida e vivace bambina a cui scelsero di dare il nome di Ninfadora. Per tutta la gravidanza la gioia era stata la sensazione predominante per i due giovani sposi che da soli due anni avevano lasciato Hogwarts, e le parole della strega non erano state altro che eco lontane facili da scacciare via. Stranamente, però, dopo il parto, la profezia tornò alla mente di Andromeda con una costanza spaventosa tanto da toglierle il sonno.
Non temeva per se stessa e neanche per la bambina. Tutta la sua preoccupazione andava a Ted. E così, mentre stringeva tra le braccia sua figlia, con gli occhi non smetteva di seguire suo marito, quasi timorosa di vederlo scomparire da un momento all'altro.
Ma il tempo passava, la bambina cresceva e nulla di male sembrava toccare la sua piccola famigliola. Aveva perso ogni legame con la famiglia d’origine e i suoi amici purosangue, era vero, però le persone che contavano davvero per lei erano al suo fianco e mai prima di allora Andromeda aveva sentito la solitudine essere così lontana.
Tutto procedeva per il meglio, anche nel pieno della più terribile guerra magica, anche durante la notte del 31 ottobre 1981. Mentre un bambino rimaneva per davvero solo al mondo, i Tonks erano più uniti che mai a festeggiare Halloween in giro per il quartiere babbano dove si erano trasferiti.


 
**

 
"Quell'indovina era solo una ciarlatana".
Era stato Ted a dirlo in un sussurro, mentre faceva un ultimo cenno di saluto alla figlia che si apprestava a salire sull'Espresso per Hogwarts. Andromeda accolse quelle parole con un sorriso fiducioso, stringendogli la mano.
Ninfadora non era più una bambina e lei non era mai stata sola.
Il peso oscuro che si portava segretamente nel cuore sparì in quel preciso istante e non fece ritorno per molto tempo.
Non quando Ninfadora scelse la carriera di auror, esponendosi a costanti pericoli.
Non quando suo cugino Sirius, l'ultimo legame con la sua famiglia, rimase ucciso.
E nemmeno quando Ted morì senza preavviso, lasciandola vedova.
Curiosamente, fu in occasione di un momento felice che la sua fiducia riprese a vacillare. Strinse per la prima volta il piccolo Teddy tra le braccia e avvertì un inspiegabile brivido lungo la schiena.


 
**


"Andrà tutto bene, Teddy, la mamma tornerà presto".
La prima frase seria che rivolse al nipote fu una consapevole bugia.
Non bisognava aspettare la fine della guerra per sapere che Ninfadora e suo marito non sarebbero mai tornati.
Perché, alla fine, era scritto nel suo destino.
Sola, con un bambino.







NDA: Prima storia su Andromeda Black, un personaggio di cui sappiamo poco ma che incuriosisce molto. L'input del pacchetto da me scelto per il contest era quello di un cattivo presagio dato da un'indovina... In qualche modo l'ho trovato perfetto per Andromeda, aggiungendo un ulteriore tocco di angst alla sua vita già non propriamente felicissima xD Spero vi sia piaciuta. Qualsiasi commento è, come sempre, bene accetto:)
   
 
Leggi le 12 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: LadyPalma