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Autore: Crateide    25/10/2019    2 recensioni
Un veleno per raggiungere Lily, per porre fine a quel dolore che gli lacerava il cuore senza ucciderlo. Un veleno che gli permettesse di rivederla anche solo per un istante, gettarsi ai suoi piedi e implorare un perdono che forse non sarebbe mai arrivato. O forse sì, perché Lily gli voleva bene, gliene aveva sempre voluto e lui... lui non l’aveva protetta. Non abbastanza.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Iniziativa: Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.

Prompt: profumo (giorno 25).

Numero parole: 438.

 

 

 

 

Un veleno.

Il più potente che conosceva. Doveva confezionarlo, subito.

Piton tremava in tutto il corpo, avvolto nel suo mantello nero, mentre armeggiava con erbe e liquidi dall’odore nauseabondo. Un colpo di bacchetta e il calderone prese a fumare, illuminando il suo viso pallido come quello di un morto e gli occhi cupi, di chi ha visto morta la persona che aveva sempre amato.

Un veleno per raggiungere Lily, per porre fine a quel dolore che gli lacerava il cuore senza ucciderlo. Un veleno che gli permettesse di rivederla anche solo per un istante, gettarsi ai suoi piedi e implorare un perdono che forse non sarebbe mai arrivato. O forse sì, perché Lily gli voleva bene, gliene aveva sempre voluto e lui... lui non l’aveva protetta. Non abbastanza.

Piton scagliò a terra libri e contenitori di vetro, che andarono a infrangersi, schizzando schegge ovunque.

Intanto, il calderone continuava a fumare, in attesa di ingurgitare gli ingredienti, che non tardarono ad arrivare insieme a lacrime amare. I gesti di Piton erano violenti, secchi, disperati. Si sentiva così sconvolto da non sapere bene nemmeno quale tipo di veleno stesse confezionando, ogni nozione che possedeva era svanita come fumo nell’aria, lasciandolo solo con il proprio dolore.

Digrignò i denti, provando un odio profondo per se stesso, per Silente, per i Mangiamorte, per Voldemort stesso, per il mondo intero, quando lo sentì. Un profumo delicato, ma abbastanza forte da sovrastare il lezzo che esalava la pozione che ribolliva nel calderone, lo raggiunse e il suo viso si distese.

Piton si portò la mano davanti al viso ed aprì il pugno. Con i petali sgualciti vi trovò un giglio, candido come la prima neve.

«Lily...»

Piton indietreggiò, il fiore cadde a terra, lieve. Fissò il soffitto, con le lacrime che gli rigavano le guance fredde e il respiro accelerato che si condensava davanti alle labbra appena dischiuse. Emise un acuto lamento e per un istante pensò di essere davvero sul punto di morire. Invece, quando riaprì gli occhi, si ritrovò ancora nel sotterraneo con ai piedi quel giglio che pareva brillare di luce propria.

Piton si piegò in avanti, cozzando le ginocchia sul pavimento freddo ed estrasse la bacchetta. Con gli occhi ancora fissi sul fiore e un sorriso che sapeva di ricordi lontani e perduti, sussurrò:

«Expecto Patronum

Una cerva d’argento comparve dalla punta della sua bacchetta, fece un giro completo della stanza e gli si fermò di fronte, come in attesa.

Piton nascose il viso fra le mani e pianse più forte, senza avere il coraggio di guardarla.

«Perdonami, Lily... perdonami!»

La cerva svanì insieme alla sua voce rotta dai singhiozzi.

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Ciao e bentrovati!

Non è la prima volta che scrivo su Piton, ma è la prima volta che cerco di dare voce a ciò che ha provato subito dopo la morte di Lily. Penso che una parte di lui sarebbe voluta morire insieme alla donna che aveva tanto amato.

Spero che quanto scritto non lasci troppo a desiderare.

 

p.s.: per chi fosse masochista volesse, QUI sul mio blog trovate tutte le altre storie scritte fino a oggi per il writober.

 

 

Senza alcuna pretesa,

Elly

 

 

 

 

   
 
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