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Autore: Carme93    25/10/2019    2 recensioni
I nati del 1998 sono figli della guerra e della vittoria su Lord Voldemort.
La loro nascita ha simboleggiato nuova luce nel buio delle tenebre e gioia e speranza in un mondo in macerie da ricostruire. Un chiaroscuro insito nella vita di ognuno di loro.
La generazione figlia della guerra arriva a Hogwarts.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Teddy Lupin | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo decimo  
 
 




 
Raccontami
 
 



 
«In Sala Comune ho trovato del succo di zucca» annunciò Enan.
«Succo di zucca?» sbuffò Teddy, assicurandosi che Charis stesse comoda sul suo letto.
«Mi dispiace, Charis» disse Enan gentilmente, mentre le porgeva un calice pieno. «Non posso andare nelle cucine».
«Sei solo un fifone» sbottò Charlie alzandosi di scatto da uno dei letti.
«Sono tutti in Sala Comune» ribatté Enan punto sul vivo. «Caposcuola e Prefetti, specialmente. Elly è furiosa».
«Non fa niente, grazie» mormorò Charis.
«Scommettiamo che vado e torno senza farmi beccare?» dichiarò Charlie avviandosi verso la porta.
«Accidenti, non mi sembra il momento» sbottò Teddy palesemente stizzito.
«Nessuno si muove di qui! Ora risponderete alle mie domande!».
Teddy e Charlie che si fissavano in cagnesco, Enan che, sollecito, teneva il calice a Charis le cui mani tremavano, Mark, seduto sul proprio baule, tutti fissarono Zoey come se fosse impazzita.
«Perché mi guardate in quel modo?» strillò Zoey. «Vi siete lasciati terrorizzare da quei quattro idioti travestiti – Charis addirittura si è sentita male! – siete pallidi neanche aveste visto un fantasma… siete abituati ai fantasmi! Si può sapere che diavolo avete?». Li fissò a braccia incrociate come a sfidarli a darle torto.
Appena rientrati in Sala Comune si erano precipitati nella stanza dei ragazzi e la prima preoccupazione di tutti era stata Charis, perciò non avevano ancora discusso di quanto accaduto.
Gli altri cinque Tassorosso distolsero lo sguardo – Teddy e Charlie persero il loro cipiglio combattivo – e trovarono improvvisamente interessanti le loro mani o le loro scarpe.
«Allora?» insisté Zoey trasecolata dal loro comportamento.
«Non si tratta semplicemente di uno scherzo» sospirò Enan.
«Come no?» replicò Zoey. «I Serpeverde l’hanno fatto apposta per spaventarci».
«Sì, ok, volevano spaventarci» assentì Enan torcendosi le mani. «Però è stato un scherzo… insomma…».
«Di cattivo gusto» bofonchiò Teddy intento a incenerire il tappeto con gli occhi.
«Tu forse non lo sai, ma molti anni fa c’è stato un mago molto cattivo che ha causato distruzione e sofferenze» riprese Enan con una strana gravità nel suo tono.
«Undici anni fa» specificò Teddy con amarezza.
«Sì, praticamente lo stesso anno in cui siamo nati noi» convenne Enan.
«E che c’entra lo scherzo dei Serpeverde con questo mago cattivo?» chiese Zoey.
«I suoi seguaci si vestivano in quel modo» spiegò Teddy. «Ho trovato degli articoli di giornale in camera di mia nonna».
«La gente è ancora terrorizzata. È stato come rivederli… i loro vestiti erano fin troppo fedeli…» soggiunse Enan.
«Ma questo mago cattivo non è stato sconfitto?» domandò Zoey iniziando a preoccuparsi.
«Sì. Il 2 maggio 1998» rispose Enan. «E i suoi seguaci sono stati arrestati».
«Quindi non c’è problema» dichiarò Zoey, alla quale continuava a sfuggire il perché i suoi compagni avessero reagito in quel modo. Persino Charlie! «Non mi vorrete dire che avete paura di qualcosa che è accaduta quando noi eravamo a malapena nati?». L’occhiataccia di Teddy la costrinse a fare un passo indietro: quel ragazzino era imprevedibile!
«In un modo o nell’altro ne siamo tutti coinvolti» replicò Charlie a sorpresa. «I nostri genitori lo erano… tutti i maghi inglesi erano coinvolti…».
«Coinvolti in che modo?» Chiese Zoey in un sussurro cominciando a intuire la profondità della reazione degli amici.
«La mia famiglia non ha partecipato attivamente» iniziò a raccontare Enan. «Vivendo sull’isola di Jura, era isolata e mio nonno ha deciso di non prendere posizione. So che ci sono stati degli scontri… cioè ho sentito i miei zii accennare qualcosa ogni tanto…».
«Che genere di scontri?» lo incalzò Zoey perplessa.
Enan si strinse nelle spalle. «Credo che i Mangiamorte – così si chiamano i seguaci di quel mago oscuro – volessero servirsi dei draghi, proprio come hanno fatto con i giganti…».
«Giganti?!» quasi strillò Zoey.
«I giganti hanno fatto molti danni persino nel mondo babbano» intervenne Teddy. «Se chiedi ai tuoi genitori, si ricorderanno senz’altro di fatti strani e tragici accaduti tra il 1997 e il 1998».
Zoey deglutì e sedette sul baule più vicino.
«I tuoi zii si sono difesi» ipotizzò Charlie.
Enan annuì. «Diciamo che li è andata bene, anche perché i draghi non sono facili da domare e i Mangiamorte hanno rinunciato ben presto».
«Ma se la guerra è stata brutta» cominciò Zoey tentando di mettere in ordine le idee, «perché i Serpeverde hanno ideato quello scherzo?».
Charlie sbuffò. «Perché? Perché sono tutti figli di Mangiamorte».
«Letteralmente o è un insulto?» domandò Zoey.
«Letteralmente» rispose Charlie. «Prendi Antonin Dolohov, suo nonno è rinchiuso ad Azkaban con non so quanti omicidi sulla coscienza… Edith Yaxley, anche nella sua famiglia ci sono stati diversi Mangiamorte… Stessa cosa vale per Thomas Mulciber…».
«Diciamo che quel mago oscuro si circondava soprattutto di purosangue ed era un ex-Serpeverde… la Casa di Salazar Serpeverde ha una fama oscura proprio per questo e perché la maggior parte dei maghi oscuri è cresciuta tra le sue fila» soggiunse Teddy.
«Tu sei identico a Mulciber, però» disse Zoey puntando il dito contro Enan.
«Non so perché» sospirò Enan. «Ho provato a seguirlo… è venuto anche Mark con me… ma non ne parla mai con Burke e Dolohov…».
«Figuriamoci» bofonchiò Teddy. «Dolohov è troppo preso da sé stesso».
«Ma una spiegazione dev’esserci» disse Zoey.
«E vorrei tanto conoscerla» replicò Enan mestamente. «Non è per nulla divertente ritrovarsi all’improvviso nello stesso ambiente con uno identico a te».
«Sei ben deciso a non rivolgerti a tua madre?» domandò Teddy.
«Sì, non mi sembra il caso».
«Scusa, ma tu non conosci tuo padre, giusto?» insisté sull’argomento Zoey.
«No, non so neanche come si chiami. Mia madre non l’ha mai detto neanche a mio nonno e ai miei zii» rispose Enan.
«E se fosse questo a unirti a Thomas Mulciber?».
Per la seconda volta quella sera tutti puntarono gli occhi su Zoey.
«Io…».
«Sono solo supposizioni» esclamò Teddy notando l’espressione sconvolta dell’amico.
«Sì, ma sono verosimili» commentò Charlie. «Non sei d’accordo, Enan? Magari Mulciber era tra quei Mangiamorte mandati per convincere tuo nonno a collaborare, ha visto tua madre e…».
«Charlie!» sbottò Teddy.
«Che c’è? Erano abbastanza cattivi!» ribatté la ragazzina.
«Mia madre non era lì».
«Come scusa?» domandò Charlie.
«Non era lì» ripeté Enan. «Aveva discusso con mio nonno e con i miei zii e se n’era andata a Londra. Non so a fare che… non parla mai di quel periodo e quando provo a fare domande non mi risponde mai…».
«E poi?» chiese Zoey.
«Poi cosa?».
«Quando è tornata da tuo nonno?».
«Io era nato da pochissimo» rispose Enan.
«Quindi ha conosciuto tuo padre a Londra» dedusse Zoey.
«Probabilmente» concordò Enan.
«Dovremmo provare a fare delle ricerche…».
«No, Zoey» la bloccò Teddy. «Quelli erano anni confusi, che cosa vuoi cercare?».
«Non avete l’anagrafe voi maghi?» ribatté la ragazzina.
«Giusto, ha ragione. Potremmo vedere i dati di Enan!» convenne Charlie. «Non puoi chiederlo al tuo padrino? È il Capitano degli Auror, può fare questo e altro».
«Non può approfittarsi della sua posizione!» ribatté Teddy infastidito dal fatto che Charlie avesse tirato nuovamente in ballo Harry.
«Ma perché vivi con il tuo padrino?» domandò Zoey sempre più curiosa.
«Vivo con mia nonna. Solo ogni tanto vado dal mio padrino» borbottò Teddy.
«Ma perché?» insisté Zoey.
«Come perché?» replicò Charlie. «La raduna degli Eroi dove siamo stati pomeriggio, non ti dice nulla?».
«Scusa» mormorò all’istante Zoey. «È che con tutte queste informazioni inizio a confondermi. Quindi i tuoi genitori sono stati uccisi dal mago cattivo?».
Teddy annuì. «È successo durante l’ultima battaglia, svoltasi qui a Hogwarts…ma non sono stati uccisi da lui in persona, ma dai suoi seguaci…».
«E il tuo padrino è famoso perché…?» chiese Zoey.
«Perché è stato lui a soli diciassette anni a sconfiggere Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato» rispose Charlie entusiasta.
«A diciassette anni?!» ripeté Zoey palesemente meravigliata.
«È famoso per questo motivo» disse Enan.
«E anche perché a solo un anno è sopravvissuto all’Anatema che uccide!» continuò a raccontare Charlie.
«L’Anatema che uccide?».
«Zoey» intervenne Teddy con gravità, «esistono incantesimi molto pericolosi… alcuni uccidono e non esistono controincantesimi, anche se naturalmente sono vietati».
«Pensavo che la magia fosse divertente… insomma…» mormorò Zoey turbata.
«La magia non è né buona né cattiva» disse Teddy saggiamente. «Sono i maghi a decidere se usarla per fare del bene o meno».
«Anche i tuoi genitori hanno partecipato alla battaglia di Hogwarts?» chiese Zoey a Charis addolcendo il tono.
Charis si strinse nella coperta che Enan le aveva appoggiato sulle spalle e scosse la testa. «Mio padre è stato ucciso prima dai Mangiamorte. Era contrario al regime e questo naturalmente non andava bene a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato».
«Perché lo chiamate con questo nome così lungo?» borbottò Zoey.
«Perché la gente era così terrorizzata da aver paura persino di pronunciare il suo nome» sospirò Teddy.
«E qual è il suo vero nome?» insisté Zoey. Mark incassò ancora di più la testa nelle spalle, Charis ed Enan sgranarono gli occhi, Teddy si mordicchiò il labbro inferiore e persino Charlie si mostrò palesemente inquieta. «Che c’è? Avete paura anche voi?».
«Io non ho paura di nulla» sbottò nervosamente Charlie. «Lord Voldermort… questo era il suo nome» borbottò abbassando la voce.
Un silenzio teso accolse le sue parole.
«Non credo che ci sia nulla di male ad aver paura di un mostro» mormorò all’improvviso Teddy con gli occhi leggermente lucidi.
«No, certo che no» concordò Charlie senza guardare nessuno in volto.
«Mio zio non parla molto della guerra. Ogni tanto mi fa vedere delle foto… di quando lui e mio padre erano ragazzi… prima di partire per Hogwarts me ne ha mostrate parecchie…» disse all’improvviso Charis.
«E tua madre?».
«Charlie!» sbottò Teddy rabbiosamente.
«Che c’è? È solo una domanda, ormai che siamo qui» ribatté la ragazzina fermamente.
«Lei non ha superato il parto» bofonchiò Charis senza guardare nessuno in volto.
«Mark, stai bene?» non riuscì a trattenersi Enan che aveva visto l’amico sobbalzare.
Mark squittì un sì che non convinse nessuno.
«Abitavamo già a casa di mio zio. Lui è un Auror e la sua villa era più sicura di molte altre abitazioni» raccontò Charis.
«Harry mi ha raccontato qualcosa» intervenne Teddy, «era così all’epoca».
«E tuo zio ti vuole bene?» sussurrò Mark.
Charis lo guardò palesemente confusa. «Perché non dovrebbe?».
Mark fece per parlare, poi scosse la testa e tornò a torcersi convulsamente le mani.
«A questo punto manchiamo io e Mark» disse Charlie.
«Per fare cosa?» replicò Enan perplesso.
«Avete parlato delle vostre famiglie» rispose Charlie. «Tocca a noi».
«La tua famiglia ha combattuto?» chiese Zoey.
«Certo! Mio padre non si unì all’Ordine della Fenice, ma si oppose sempre al regime di C- Voldermort» iniziò a raccontare fieramente Charlie. «Né durante la prima né durante la seconda guerra magica».
«Quante guerre ci sono state?» domandò Zoey basita.
«Due» sospirò Charlie. «La prima negli anni settanta-ottanta e la seconda negli anni novanta».
«Precisamente la prima guerra è finita nel 1981 e poi c’è stato un lungo periodo di pace» specificò Teddy.
«E che cos’è l’Ordine della Fenice?» chiese ancora Zoey.
«Una specie di associazione segreta fondata da Albus Silente durante la prima guerra magica e riformata durante la seconda. Era composto da uomini coraggiosi che si opponevano a Voldermort e ai suoi seguaci» spiegò Teddy.
«Ma molti si opposero al regime anche senza farne parte» soggiunse Charlie e Charis annuì.
«La Gould ti ha detto che se tuo padre non avesse fatto il coraggioso, sarebbe stato a Diagon Alley con te. Anche lui è stato… insomma…» bofonchiò Zoey senza riuscire a porre all’amica la domanda direttamente.
«Che scema la Gould» sbottò Enan.
«No!» rispose frettolosamente Charlie. «Mio padre sta benissimo! Cioè più o meno… Durante uno scontro con i Mangiamorte è stato colpito agli occhi da una maledizione molto potente… È un purosangue, ricco e conosciuto, quindi, anche durante la guerra, è riuscito a farsi curare dai migliori medimaghi… ma…» e qui Charlie prese un bel respiro e apparve agli occhi dei suoi compagni più fragile di quanto sembrasse di solito, «non hanno trovato la contromaledizione… il massimo che sono riusciti a fare è stato rallentarne gli effetti. Mio padre ha cercato di fare tutto come sempre, anche perché lui e mia madre hanno sperato fino all’ultimo di trovare una soluzione, consultando anche medimaghi stranieri… poi, quando avevo all’incirca sei anni, ha perso completamente la vista. Per lui è stato un colpo e si è chiuso in casa».
Zoey l’abbracciò di slancio sorprendendola.
Charlie non era un tipo sdolcinato, ma sorrise e ricambiò la stretta. «Ecco perché non sopporto i Serpeverde» dichiarò appena sciolsero l’abbraccio.
«I Serpeverde di ora non hanno colpa di quello che è accaduto undici anni fa» mormorò Teddy fissandola severamente.
«Cazzate! Non lo vedi Dolohov? Lui è contento delle gesta della sua famiglia» quasi ringhiò Charlie puntandogli gli occhi addosso. «Se ne avesse l’occasione, le imiterebbe».
«È solo uno sbruffone» ribatté Teddy.
«E tu sei un ingenuo».
«Io non…».
«Smettetela, non è la serata adatta» li redarguì Enan con fermezza.
«Scusate» borbottò Teddy.
Charlie scosse la testa e disse: «Fate male a fidarvi dei Serpeverde, ve ne accorgerete. Io vi ho avvertito».
«Mi dispiace per tuo padre» disse gentilmente Charis.
«Ha ricominciato a uscire. Mi ha accompagnato a King’s Cross e nell’ultima lettera mi ha assicurato che ha ripreso a frequentare il Ministero» sorrise Charlie. «È in grado di fare tutto» aggiunse orgogliosamente.
«E tu Mark?».
Il ragazzino sobbalzò e fissò Zoey interrogativo. «Io cosa?».
«I tuoi hanno fatto parte dell’Ordine della Fenice? O hanno combattuto per fatti propri?».
Mark aggrottò la fronte. «Io… Io non lo so…».
«Come non lo sai?» insisté Zoey.
«Non ti hanno raccontato nulla?» soggiunse Charlie.
«A nessuno piace ricordare la guerra» intervenne Teddy in aiuto dell’amico che sembrava profondamente a disagio.
«Ma ne parlano lo stesso» lo tacitò Charlie.
«Io non so nulla… magari non hanno fatto proprio niente…» bofonchiò Mark probabilmente sperando che cambiassero discorso o che quanto meno lo lasciassero in pace.
«Secondo me qualcosa l’hanno fatta» borbottò Teddy.
«Harry ti ha raccontato qualcosa?» chiese subito Charlie.
«Ma come ti permetti a chiamarlo Harry? Per caso è tuo fratello?» sibilò Teddy.
«Magari!» ribatté Charlie.
Enan alzò gli occhi al cielo per l’ennesimo battibecco tra i due, mentre Charis ridacchiò.
«Harry non mi ha detto nulla, ma io a differenza di te osservo e rifletto!» dichiarò saccentemente Teddy.
«Uh, il secchione riflette! E dove ti ha portato la tua profonda riflessione?» ironizzò Charlie.
«Il professor McBridge ci tratta diversamente, l’avete notato?».
«Cavoli, per arrivare a una simile deduzione bisogna possedere un alto quoziente intellettivo! Vuoi che m’inchini?».
Teddy fulminò Charlie con lo sguardo, ma poi la ignorò ostentatamente. «McBridge tratta bene me, Charis, Charlie, Zoey ed Enan ma non Mark. Similmente tratta bene Matilde Gould, Ning Li e Caroline Shafiq. I Gould e gli Shafiq non hanno avuto nulla a che fare con i Mangiamorte e con la magia oscura, me l’ha detto Harry» disse, facendo finta di non sentire il verso di trionfo emesso da Charlie al nome del suo padrino. «Al contrario ignora o maltratta Burke, Dolohov, Mulciber e Yaxley. Ma ancora più importante è che in quest’ultima lista rientra anche Elisabeth Foster dalla cena di Lumacorno, non da prima».
«Cioè da quando ha detto che i suoi genitori sono stati arrestati per attività oscura?» chiese Charis che sembrava seguire perfettamente il suo ragionamento, mentre gli altri apparivano ancora perplessi.
«Esattamente» assentì Teddy, che aveva iniziato a girare per la stanza.
«Dove vuoi andare a parare?» gli chiese Charlie.
«C’è qualcosa nel passato di Mark che a McBridge non piace… senza offesa Mark».
«Ma gli altri professori…?» tentò Zoey.
«Gli altri professori hanno un comportamento diverso da quello di McBridge» replicò Teddy.
«Ma» cominciò Mark incerto, «qualcosa di che genere?».
Teddy si mordicchiò il labbro, palesemente dubbioso sulla risposta da dare, ma Charlie, tanto per cambiare, non si fece problemi: «Qualcosa di illegale o peggio ancora di oscuro, naturalmente!».
Le sue parole colpirono profondamente Mark che fissò i compagni esterrefatto.
«Non traiamo conclusioni affrettate» borbottò Teddy.
«Sei stato tu ad arrivare a queste conclusioni» ribatté Charlie. «E, mi sa, che hai ragione».
«Sicuro di non sapere nulla?» domandò Zoey a Mark. «Non ha sentito parlare i tuoi per caso? Qualche parola buttata lì che magari per te non aveva senso».
«No, mai» sussurrò Mark inquieto. «Io… vado a dormire». Si alzò e si buttò sul letto interamente vestito, premurandosi di tirare le tende del baldacchino.
«Non è una risposta questa!» sbottò Charlie.
«Lascialo in pace» sbottò Enan mettendosi tra il letto di Mark e la ragazzina.
«È meglio andare a dormire. È stata una giornata lunga» mormorò Teddy.
Nonostante le proteste di Charlie e Zoey, le ragazze lasciarono la camera e Teddy e Enan, senza commentare oltre, si augurarono la buonanotte.
Quella conversazione, forse non lunga ma certamente intensa, sarebbe stata difficile da dimenticare e sicuramente avrebbe contribuito a saldare la loro amicizia molto più di quanto i sei Tassorosso avrebbero potuto credere in quel momento.
   
 
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