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Autore: Mozaik    26/10/2019    3 recensioni
“Il Professor Lumacorno ha deciso di ritirarsi dall'insegnamento… e mi ritrovo a dover cercare un nuovo professore di pozioni per il prossimo anno.” E, oh, adesso Regulus ha capito dove il preside stia cercando di andare a parare – ed è forse la soluzione migliore, una per lui completamente inaspettata, ma favorevole. “Sono sicuro che Lord Voldemort smanierebbe all'idea di avere un uomo fidato ad Hogwarts.”
Scritta per il Writober di #Fanwriterit, Blanklist 2019, con il Prompt N°2, "Insegnante".
Basata su un'idea di @professorsparklepants su Tumblr
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Regulus Black, Remus Lupin, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Little King of the sky'
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Regulus ha appena cominciato a risistemare la sua roba nel suo ufficio quando Silente bussa alla porta. Il Preside ha la sua solita aria tranquilla, ma il suo sguardo è serio mentre gli porge un giornale. Ford Anglia Volante avvistata… cosa?

“Arthur e Molly Weasley ci hanno contattati poco fa.” Dice l’uomo. “Uno dei loro figli non ha mai raggiunto il binario 9 e ¾ questa mattina… e la loro macchina, una Ford Anglia, è improvvisamente scomparsa dal luogo in cui l’avevano parcheggiata.”

Regulus ha l’improvvisa tentazione di lanciare qualcosa contro il muro. “Mi faccia indovinare: Ronald Weasley.” Afferma, algido. “In compagnia ovviamente di Harry Potter.” Ha saputo da Minerva, che si è occupata di mandare come al solito le lettere per Hogwarts, che Harry Potter aveva passato l’ultimo mese dalla Famiglia Weasley, lontano dai Babbani che lo stavano crescendo: Regulus avrebbe dovuto immaginare che prima o poi, in compagnia di uno dei suoi due amichetti, il ragazzino si sarebbe messo nei guai. Sono tutti e tre un magnete per disastri.

“Il Ministero si sta occupando di cercarli a Londra, ma converrai con me che è molto più probabile che si stiano dirigendo qui, a Hogwarts. La Barriera per il Binario era bloccata, all’arrivo degli agenti del Ministero.”

“Un malfunzionamento?”

“Così sembra essere.” Il che vuol dire, con totale certezza, che il Ministero non sa assolutamente cosa sia successo. “Io e Minerva non potremo assentarci dal banchetto, quindi mi chiedevo se tu potessi darci il cambio e fare ronda insieme a Pomona questa sera.”

“Non c’è nessun problema, ma dica a Pomona di godersi il banchetto: chiederò a Kreacher di aiutarmi.”

“Benissimo. E, oh… Regulus...” Il Preside lo guarda con un sorrisetto “innocente”. “Preferirei che ti trattenessi dall’urlare contro il nostro nuovo professore almeno per la prossima settimana.”

“La prima cosa che ha fatto quel buffone appena a messo piede nel castello è stato cercare di insegnarmi il mio lavoro con aria di condiscendenza. Non posso prometterle nulla, Albus.”

Il Preside scuote la testa, sempre sorridendo, prima di lasciare l’ufficio. Regulus chiama subito Kreacher, istruendolo su dove cercare, prima di versarsi due bicchieri di acquavite: sarà una lunga serata.

Arrivato l’orario del banchetto, invece di godersi lo smistamento dei nuovi studenti, il calore della Sala Grande e il cibo delizioso degli Elfi Domestici (che il Professore spesso scende a ringraziare nelle Cucine), Regulus è nel cortile, al buio e al freddo, ad aspettare l’eventuale arrivo di due dodicenni nei guai. Certo, la sicurezza dei due studenti è più importante, ma comunque un po’ rimpiange almeno il banchetto.

Poco dopo lo Smistamento, Kreacher si smaterializza al suo fianco. “Kreacher ha visto arrivare il Signor Potter e il Signor Weasley.” Comunica. “Sono sani e salvi, per sfortuna, e stanno cercando di rientrare di nascosto nella scuola, quei piccoli furfanti traditori del proprio s...”

“Sì gentile, Kreacher.” Mormora Regulus, quasi in automatico ormai, prima di avviarsi verso l’entrata con passo fermo. Ed infatti eccoli lì, Weasley e Potter, intenti a guardare da una finestra dentro la Sala Grande.

“...Forse se ne è andato...” Sta dicendo Harry. “Perché ha cambiato lavoro...”

“O forse è stato licenziato.” Interviene Ronald. “Per il fatto della Pietra… ma non avrebbe senso, no? Mica è stata colpa sua, la dovevano proteggere tutti i Professori...”
“O forse è qui dietro di voi.” Li interrompe Regulus, facendoli sussultare. “E sta aspettando di capire perché siete arrivati con una macchina volante e non con il treno della scuola.”

I due ragazzi si girano di scatto, e sembrano che abbiano visto un fantasma. Ronald, in particolare, è così pallido che per un attimo Regulus pensa di mandarlo subito in infermeria, da Madama Chips. Ma il professore sa benissimo che sono i segni di chi sa di essere nei guai.

In un attimo viene bombardato di giustificazioni, di parole affrettate, ma basta un’occhiataccia per zittirli entrambi.

“Kreacher.” Chiama Regulus. L'elfo domestico gli compare subito affianco, e il professore nota che Harry lo guarda con occhi straniti. Forse non ha mai visto un Elfo Domestico prima. “Per favore, chiama la Professoressa McGrannit… dille di venire del mio ufficio. Poi controlla se gli altri Elfi si sono occupati dei bagagli del Signor Weasley e del Signor Potter, dopodiché sei libero di andare a riposarti.”

“Certamente, Padron Regulus.”

Regulus si volta di scatto, fa segno ai due ragazzi di seguirlo, e comincia a camminare verso i sotterranei. Li conduce silenziosamente nel suo ufficio, chiudendo la porta: è intenzionato ad evitare scenate davanti ad altri studenti, più per evitare emulazioni che per salvare dall’imbarazzo i due ragazzi – non sia mai che qualche altro studente trovi molto “figo” volare a Hogwarts su una macchina rubata, anche se Regulus è sicuro che la notizia arriverà comunque alle loro orecchie.

Regulus non dice nulla: prende in mano la Gazzetta del Profeta della sera e gliela sbatte sulla scrivania, facendoli sussultare. Poi incrocia le braccia, guardandoli serio.

Spiegate.” Sibila.

I due ragazzi cominciano insieme, di nuovo, poi si zittiscono contemporaneamente. Si lanciano un’occhiata, poi ricominciano a parlare, questa volta più ordinatamente.

“Eravamo a King’s Cross… E la barriera non ci ha lasciato passare, ci siamo schiantati come se non fosse magica…!”

“I miei erano dall’altra parte… non sapevamo come avvertirli...”
“Avremmo perso il treno…!”

“E non avete minimamente pensato...” Li interrompe Regulus. “...che avreste potuto mandare una lettera a qualcuno? Mi sembra di averti detto chiaramente l’anno scorso, Signor Potter, che puoi venire da me senza problemi in queste situazioni. In questo caso anche scrivere sarebbe bastato.”

Harry ha l’accortezza di distogliere lo sguardo, imbarazzato.

“Non capisco la problematica nel perdere il treno. Io stesso ho dovuto ritardare la mia venuta a Hogwarts durante il mio sesto anno, perché mi ero ammalato gravemente: mio padre mi ha portato ad Hogwarts qualche giorno dopo.” Spiega Regulus. “Perdere il treno non vi impedisce di partecipare all’anno scolastico – potrei capire questa ignoranza dal Signor Potter, che può non aver modo di sapere tutte le regole del Mondo Magico, ma da te, Signor Weasley, direi proprio di no.” E’ il turno di Ronald di diventare completamente rosso di vergogna. “Il Ministero è intervenuto una decina di minuti dopo la vostra partenza: vi sarebbe bastato aspettare per riunirvi con Molly e Arthur Weasley e trovare una soluzione con un adulto.”

Qualsiasi altra cosa che Regulus sta per dire viene interrotta dall’arrivo di Minerva: la donna ha le labbra così tirate che per un attimo persino Regulus ha paura della sua collera, nonostante non sia rivolta verso di lui - lasciti dell’essere stato un suo studente. Dietro di lei c’è Silente, con l’espressione calma ma gli occhi pieni di grave delusione.

“Poiché la Barriera di King’s Cross non funzionava, il Signor Potter e il Signor Weasley hanno avuto paura di perdere il treno.” Spiega Regulus.

“E perché non ci avete mandato un gufo?” Chiede gelidamente Minerva, per poi rivolgersi a Harry. “Penso che tu abbia un gufo.”

“E’ esattamente ciò che gli ho chiesto.”

Harry deglutisce, nervoso. “Io… io non ci ho pensato...”

La donna lo guarda malissimo. “Mi pare evidente.”

Per un attimo c’è silenzio nell’aula – Regulus si schiarisce subito la gola. “Li lascio nelle vostre mani allora, Preside, Professoressa.” Dice – Silente gli fa un segno di accenno, e Regulus si allontana dal suo stesso ufficio. I due non sono Serpeverde, quindi per quanto sia un Professore in un caso come questo non è molto utile. Meglio godersi almeno la parte finale del banchetto.

Molti studenti sono già andati nei loro dormitori quando Regulus raggiunge la Sala Grande, ma il cibo è ancora in tavola e la maggior parte dei Professori anche. Purtroppo, questo vuol dire che Gilderoy Allock è seduto proprio accanto a lui.

“Oh, Regulus! Posso chiamarti Regulus, vero?” Sorride smagliante Allock quando Regulus si siede al suo posto. “Ci stavamo quasi preoccupando che tu ti potessi perdere questo meraviglioso banchetto! O forse… non sarà stato mica per il battibecco che abbiamo avuto, vero? Mi si spezzerebbe il cuore a pensare che un mio caro collega mi stesse evitando!”

Regulus chiude gli occhi e respira. Forte. Cordialità. Pensa. E’ solo il primo giorno di scuola.

Sorride educatamente. “Tutto nel passato, caro collega.” Dice, quasi smielato, e Filius accanto a lui soffoca una risata nel suo boccale di succo di zucca. Allock, invece, non sembra accorgersi della totale falsità di Regulus. “Adempievo semplicemente a un compito affidatomi dal Preside.”

“Oh, meraviglioso allora!” Esclama felice l’altro uomo. “Certo… non dubitavo il contrario… se mi avessi chiamato, Regulus, avrei potuto di certo aiutarti nella qualsiasi delle circostanze! Cos’è un banchetto, in fondo, rispetto ad aiutare qualcuno… come dicevo quella volta che...”

Regulus lo lascia blaterare per minuti interi senza davvero ascoltato, fino a quando l'uomo non viene interrotto dall’arrivo sia di Silente che di Minerva. Regulus ne approfitta subito per troncare qualsiasi conversazione. “Come è andata, dunque?” Dice, rivolgendosi alla donna, mentre Silente si risiede al suo posto e torna tranquillo a pensare alla sua cena. 

“Il Preside scriverà alle loro famiglie – per quanto credo che sia inutile, nel caso di Potter.” Spiega Minerva, arricciando il naso, e Regulus non può che essere che d’accordo. Come se i Babbani con cui il ragazzo vive si interesseranno a qualcosa del genere. “Saranno entrambi puniti – in separata sede, ovviamente. Weasley potrebbe aiutare Gazza a pulire la Sala dei Trofei – senza magia, dovrebbe imparare la lezione.” Dice. “E Potter….”

“Mia cara Minerva!” Si intromette Allock immediatamente, con un sorriso smagliante. “Permettermi di proporre… scusate ma non ho potuto fare a meno di ascoltare… che il signor Harry Potter possa passare la sua punizione con me! Ho estremamente bisogno di una mano nel rispondere alle lettere delle mie fan… sono così tante che con il lavoro di insegnante, temo di doverle mettere da parte da solo...”

Minerva inarca un sopracciglio, giudicante. Regulus si schiarisce subito la gola.

“Non credo che sia una buona idea.” Per quanto possa aver combinato Potter quel giorno, passare una serata con Allock gli sembra una punizione troppo estrema – sopratutto perché non gli piace lo sguardo che ha l’uomo in questo momento. Come se stesse pregustando un lauto pasto. “Non offenderti caro collega, ma credo che per una punizione del genere il Signor Potter abbia bisogno di un Professore che lo conosca adeguatamente, e sappia come punirlo in maniera istruttiva… non avendogli insegnato prima, potresti accidentalmente essere troppo permissivo, se capisci cosa intendo. Minerva, mi prenderò io la responsabilità di Potter – ti dirò nei prossimi giorni in cosa potrà essermi utile.”

Minerva annuisce, e Allock mal cela velocemente il suo fastidio in un altro sorriso smagliante. Regulus si volta e torna a pensare a cosa mettersi nel piatto, deciso a soffocare tutto nel pasticcio di rognone che ha davanti.

 


 

I successivi giorni di scuola passano in maniera tranquilla: non ci sono problemi a lezione, Regulus non ha dovuto mandare in infermeria nemmeno un primino per aver fatto esplodere qualcosa, e Allock non è mai arrivato a dargli fastidio durante le sue ore di lezione, come sa che ha fatto con Pomona e vari altri professori. In generale è sicuro che senza la presenza della pietra filosofale quest’anno passerà in maniera molto più noiosa, e per questo apprezzabile, che quello precedente.

Il sabato arriva forse fin troppo lentamente, ma prima della pausa domenicale (che per Regulus è necessaria quanto che per i suoi studenti) c’è da far scontare la punizione ai due “fuggiaschi” del treno – e così mentre Ronald Weasley viene affidato a Gazza, alle otto meno dieci Harry Potter si presenta alla porta di Regulus.

L’uomo è intento a correggere gli ultimi compiti della settimana il ragazzo arriva.

“Buonasera Signor Potter, vieni pure.” Gli fa segno di entrare. “Sai già cosa devi fare?”

“All’incirca.” Risponde il ragazzo, un po’ incerto: Minerva deve avergli detto in generale quale sarà il suo compito, ma non sarà di certo entrata nei dettagli. Regulus mette un attimo da parte le pergamene e si alza, portandolo poi davanti agli scaffali.

“Vedi questi ingredienti?” Un cenno di assenso. “La maggior parte di essi ha etichette ormai vecchie e consumate – ancora leggibili, ma per poco.” Gli indica una pila di fogli poste su un tavolino. “Devi trascrivere i nomi sulle nuove etichette e riapplicarli. Tutto chiaro?”

Harry annuisce. E’ un lavoro lungo, tedioso e sicuramente ripetitivo, tanto che Regulus continuava a rimandarlo: adatto, quindi, proprio per una punizione.

“Perfetto. Hai mangiato, Potter?” Da quel che sa Grifondoro e Serpeverde hanno avuto entrambi i loro primi allenamenti di Quidditch quel pomeriggio – nel caso della sua Casa ne è certo, ha firmato lui stesso il permesso speciale per far addestrare i nuovi membri della squadra. Dubita, quindi, che Harry abbia avuto tempo di cenare, conoscendo gli orari – al massimo qualcosa al volo. Regulus non l’ha fatto, troppo impegnato con i temi da correggere. Senza aspettare una risposta, chiama Kreacher. “Kreacher, per favore, puoi portarci qualcosa da mangiare e da bere dalle cucine?”

“Chiedo scusa, professore...” Si intromette Harry, mentre Kreacher svanisce con un inchino. “Il mio amico Ron… mi ha parlato degli elfi domestici. Sono praticamente degli schiavi nel mondo magico, eppure lei ogni volta gli chiede per favore, come se potesse anche non obbedire, e lo ringrazia.”
Il suo tono di voce non è giudizioso, non è quella confusione che solitamente Regulus riceve dagli altri Purosangue quando tratta bene Kreacher, ma semplice curiosità. Harry, deve ricordarsi il professore, è cresciuto nel mondo babbano, dove la schiavitù è stata abolita da tempo – e seppur la maggior parte della gente sia sgradevole con i propri dipendenti e la servitù, è comunque diverso rispetto a ciò che i maghi fanno con gli Elfi Domestici.
Regulus quasi non riesce a immaginare come debba essere catapultarsi in una cultura completamente nuova – qualsiasi approccio da parte sua al mondo Babbano è diverso, perché Regulus non ci si ritrova a vivere. Se poi il primo approccio agli Elfi Domestici è qualcuno che è stato indottrinato a considerarli solo “schiavi oggetti”, Regulus può solo immaginare la confusione di Harry a trovare invece altro.

“Weasley non ha mentito. Gli elfi domestici non sono amati dal Mondo Magico, solo usati.” Regulus ha provato ad appellarsi al Ministero e al Wizengamot per far passare delle leggi più liberali, ma il suo lavoro di insegnante e la ricerca di possibili Horcrux lo prende troppo – e non ha nemmeno così tanta fiducia, al Ministero. Potrà pure essere l’erede Black, ma il rimanente della sua famiglia non è lì a supportarlo, e le sue opinioni sono troppo controverse. “E sì, tecnicamente Kreacher non potrebbe disubbidire l’ordine del suo padrone, ma questo non mi impedisce di chiedergli se sia a suo agio a seguirli, o a ringraziarlo per averlo fatto.”

“Quindi non è proprio una regola?” Chiede Harry. “Dipende dal padrone?”

“Non c’è una legge che mi impedisca di mostrare decenza umana? Esatto.” Regulus rimane per qualche attimo in silenzio. “Beh, se non hai altre domande, puoi cominciare. Gli ingredienti sono molte e il tempo è poco.”

Pochi minuti dopo, quando Kreacher arriva con un piatto pieno di invitante cibo e una caraffa di succo di zucca fresco, Harry si è già messo al lavoro e Regulus è tornato a correggere i temi, questa volta della sua classe del Sesto anno. Il tempo scorre lentamente e c’è silenzio totale – è una punizione, in fondo, non tempo di chiacchiericci.
Ogni tanto Harry tentenna e si avvicina per chiedergli di tradurre la sua scrittura per poi tornare a lavoro. La serata è noiosa, ed esattamente ciò che dovrebbe essere, fino a quando Harry non sussulta e quasi scaraventa a terra l’anfora piena di occhi di coleottero nero che ha fra le mani.

“Cosa?” Chiede il ragazzo, ad alta voce, e Regulus alza lo sguardo confuso. “Cosa ha detto?”

“Nulla, Potter. Non ho parlato.”

“Ma…!” Il ragazzino è confuso, lo guarda stranito. “Ho sentito…”

Forse c'è qualche studente fuori dal dormitorio che è passato davanti alla porta dell’ufficio? Ma Regulus si vanta di avere un udito abbastanza buono, e non ha sentito nulla, nemmeno un bisbiglio. “Sentito cosa, Signor Potter?”

“Quella voce!” Esclama il ragazzo. “Quella voce… che ha detto… non l’ha sentita?”

“...No.” Con un qualsiasi altro studente, Regulus potrebbe pensare che il ragazzo stia cercando un modo per scappare dalla punizione, o che lo stia prendendo in giro. Ma per quanto effettivamente cerchi di non fare differenze, questo è comunque Harry Potter – il ragazzo che misteriosamente ha fatto scomparire l’Oscuro Signore. Non è strano che possa aver percepito qualcosa di particolare – Regulus ha tantissime teorie su cosa sia successo la notte del 31 Ottobre, e non può ignorare qualcosa del genere facendolo passare per uno scherzo. Nemmeno se si trattasse davvero di un modo per tornare in Sala Comune.

“Non l’ho sentita.” Concesse Regulus. “Ma forse ero semplicemente distratto. Di cosa si tratta?” Prova a chiedere, anche perché ha promesso ad Harry di prenderlo sul serio, di prestargli ascolto – glielo ha ricordato a inizio anno. Non prendere la cosa nel modo giusto, farlo tornare subito alla sua punizione, sarebbe infrangere la sua fiducia.

“Era...” Harry rabbrividisce, e Regulus comincia seriamente a preoccuparsi, perché il ragazzo sembra essere davvero scosso. E’ impallidito, scioccato. “Ha detto… credo che voglia uccidere qualcuno-”

Regulus si alza dalla sedia, velocemente. Harry Potter o meno, scherzo o no, non è qualcosa che può ignorare. La prima cosa che fa è muovere la bacchetta, ma gli incantesimi che silenziosamente lancia non rivelano nessuna presenza intorno a loro. “La senti ancora, Potter?”

Il ragazzo scuote la testa.

“Da dove proveniva la voce?”

“Non saprei… era dentro… era come se fosse dentro la stanza-”

“Kreacher.” Regulus cerca di stare calmo mentre chiama a sé l’elfo domestico, che arriva subito e lo guarda perplesso. “Kreacher, porta per favore il signor Potter al suo Dormitorio.” E’ il modo sicuro per trasportarlo lì – gli Elfi Domestici assunti nella scuola possono smaterializzarsi a Hogwarts, e possono portare con loro anche gli esseri umani, e Kreacher per quanto sia il suo elfo domestico personale ha lo stesso permesso.

“Ma professore…!” Cerca di protestare Harry. L’uomo lo interrompe subito, serio.

“Andrò immediatamente a controllare l’eventuale fonte di questa voce, Signor Potter, ma preferirei che tu fossi al sicuro, lontano da qualsiasi possibile omicida.” Non può permettere di mettere in pericolo uno studente in quel modo. Il ragazzo cerca di replicare, ma Regulus fa segno a Kreacher di eseguire l’ordine. “Buonanotte, Signor Potter.”

Kreacher afferra il ragazzino e si smaterializza prima che Regulus possa sentire una risposta, ma al momento non è importante. Bacchetta alla mano, Regulus esce dall’ufficio.

Ad ogni passo la sua bacchetta si muove, pronta a percepire la presenza di qualcuno. Un Homenum Revelio non mostra nulla, i quadri non hanno visto nessuno, e quando Kreacher torna gli assicura che gli Elfi Domestici non hanno notato il movimento di nessuno. Regulus è diffidente, ma più cammina per i corridoi, bacchetta alla mano anche solo per beccare uno studente intento in uno scherzo ai loro danni, più si rende conto di non riuscire a trovare nessuno.

Una parte di lui è ovviamente felice di questo – un’omicida nella scuola non è ovviamente qualcosa che vorrebbe. Dall’altra, per un attimo si chiede se quello di Harry Potter non fosse davvero un modo per scappare via – ma il ragazzo gli era sembrato troppo scioccato per star fingendo.

Dopo ore di ricerca, Regulus torna nel suo ufficio, mette via gli ingredienti che Harry non ha finito di etichettare e poi si ritira nella sua camera da letto. I suoi sogni sono tormentati da strane voci intangibili, e da teorie oscure.











 

 

 

Eccoci a un altro capitolo! 
Una breve spiegazione di come sto impostando le cose per il futuro di questa fanfiction.
Quando ho iniziato a scrivere, ho semplicemente pensato a cosa sarebbe successo poi, nel terzo libro - con Sirius. Era quello il centro della fanfiction, l'idea base. Ma scrivendo mi sono reso conto che essendo persone diverse, come visto nel capitolo precedente, Regulus deve avere un altro rapporto con Harry rispetto a Piton e, senza volerlo, questa storia si è trasformata in terreno fertile per sviluppare il loro rapporto. Come, dovete ancora scoprirlo, ma è per questo che non affronterò ogni libro in un solo capitolo, come è successo per la Pietra Filosofale (ove aveva senso una cosa del genere, perché Regulus non era così interessato ad Harry e non abbiamo avuto il punto di vista proprio di Harry sul perché sospettasse di lui - perché sì, sospettavano che fosse lui a voler rubare la Pietra, ovviamente).

Un'altra piccola specifica, si riferisce al dialogo che Ron e Harry stavano avendo prima che Regulus li "beccasse". Nel capitolo precedente, Regulus ha detto a Harry di essersi preso la responsabilità della Pietra - ovviamente era qualcosa di personale. Tutti i Professori hanno difeso la pietra ma Regulus si era preso da solo l'incarico di sorvegliarla, ergo si è sentito responsabile quando poi è successo tutto il macello. Ovviamente non ha detto tutto questo ad Harry (e di conseguenza a Ron, visto che Harry gli avrà raccontato tutto) - quindi i due ragazzi sospettano che quello di Regulus fosse proprio un compito ufficiale.
Lo scambio di battute viene dal libro, quando i due ragazzi si incuriosiscono, sì, ma per l'assenza di Piton - solo che lì sono felici, e Ron spera che sia morto. Wow, Ronald, calmati un po'!
Ps: come al solito, la storia NON E' BETATA. Mi scuso per tutti gli errori che potrei aver fatto!


 

 

 

  
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