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Autore: Vipal    26/10/2019    1 recensioni
Due eventi si intrecciano in una Germania divisa dalla follia dell’uomo. Il dramma di una bambina mai cresciuta, e custodita nel terrore dalla madre che le ha costruito intorno una parete di amore malsano; ed il muro d'inconsapevolezza e odio scaturito da una guerra e custodito dall’ignoranza.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In piedi: le mani serrate sulla bocca. 

Dalla finestra poteva scorgere una miriade di bestie gioiose che minavano il confine del suo universo.

«Non potete… Non fatelo!». 

Il lieve sussurro che le scaturì dall’anima attraversò le sue dita e si infranse sui vetri. 

Gretel: un involucro di seno, gambe e fianchi, una procace donna il cui corpo imprigionava ancora una bimba.

«No, per favore no! La mamma dice che oltre c’è il buio totale popolato da mostri che si nutrono di noi. Si attaccano alla testa e ci succhiano gli occhi e dopo il cervello. No! Vi prego non distruggetelo».

«Gretel, cosa fai?».

La voce della madre non riuscì a oltrepassare le mura del castello di paura che ella stessa aveva costruito, e in cui la figlia si era rinchiusa. La principessa Gretel era lì, dentro al caposaldo inespugnabile che da ventotto anni la proteggeva dall’orda.

Altre volte capitò che la sua sicurezza fosse minata da aggressioni, anche massicce, alle mura del suo castello; ma lei era tranquilla, sapeva che la fortezza in cui fu rinchiusa alla nascita era inespugnabile. Questa volta però, l’attacco proveniva dall’interno.

 

I muri, i baluardi che a nostra insaputa vengono costruiti da chi crede di amarci, ed in cui noi stessi ci rinchiudiamo, per poter cadere, cadere veramente, devono essere prima minati da dentro: da noi.

Fu così che a sua insaputa, dentro la grande ma ancora piccola Gretel, cominciò a sgretolarsi la certezza. I suoi soldati, iniziarono a smantellare la barriera di pietre costruita in tanti anni di paure. Gretel non sapeva che proprio lei ne aveva dato l’ordine, con i suoi dolorosi silenzi e la curiosità repressa. Quella smaniosa voglia di uscire dalla sua dorata prigione alimentava la sua silenziosa supplica:

"Voglio andare fuori, scoprire, conoscere".

Gretel, dalla finestra della sua camera, impietrita guardava. Incuriosita cercava oltre al muro. Il terrore mischiato alla sete di sapere la riempiva di una fragranza mai assaporata, una gioia luminosa e inspiegabile le nasceva dal cuore, una vampa di calore mai sentita prima le si irraggiava dalla pancia.

Le urla si fecero intense, erano grida di gioia non di dolore. La ritrovata donna confortava la bimba che cominciava a comprendere che la sua vera madre era sé stessa. 

Si aprirono i due piccoli varchi: un fiotto di luce, colori, sapori e musica filtrò portandosi dietro amore e odio, ricchezza e povertà, giustizia ed ingiustizia... La vita lo cavalcava.

Crollarono le menzogne raccontate dall'uomo all'uomo, e le paure instillate dalla madre alla figlia.

Gretel si girò e aprì le braccia. 

«Eccomi mamma, sono qui. Abbracciami non temere, ora ho compreso e mai più mi ritirerò dentro le tue paure».

In un ultimo schianto i muri crollarono, le due città e la donna ritrovata festeggiarono tutta la notte: suoni colori, amori, era dal 61 che attendevano di uscire, di mescolarsi.

Sospirava, rideva, piangeva, abbracciava, baciava: viveva come non mai Gretel, immersa nella folla, stretta a quel ragazzo che vide in lei la donna che divenne.

Era il 9 novembre del 1989, una data destinata a entrare nella storia.

 
   
 
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