Iniziativa:
Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it.
Prompt:
introspettivo (giorno 26).
Numero parole:
348.
Ovunque
mi giri, vedo sguardi carichi di venerazione, persone che si inchinano
al mio
passaggio, che abbassano il capo e mi salutano chiamandomi
“Divina”.
Divina.
Divina
Athena.
A
volte vorrei rispondere loro che il mio nome è Sasha, solo
Sasha, che sono un’orfana
e che tutto questo mi sembra assurdo e sbagliato. Assurdo
perché sono poco più
di una bambina e sbagliato perché io non so niente di guerre
né di dèi e non so
come sia possibile che tutti questi adulti siano certi che
saprò guidarli in
battaglia, che al momento opportuno saprò prendere la
decisione giusta, che
saprò consolarli e motivarli, che saprò essere
una vera Dea Guerriera, che
saprò salvare il mondo intero.
Io
sono solo Sasha. Solo Sasha!
Eppure...
Lo
sento, il Cosmo dentro di me. È immenso e brucia senza
consumarmi, a volte scalcia
come un cavallo imbizzarrito altre è calmo come la
superficie di un lago, che c’è,
ma quasi si confonde con il cielo su di lui.
So
di dover essere forte, ma la verità è che ho
paura. Il dolore, la disperazione,
la sofferenza, la morte mi fanno paura, ma anche il pensiero di non
essere all’altezza
della situazione. Se potessi, lo sento, scapperei dove nessuno potrebbe
più
trovarmi.
A
volte mi chiedo se le divinità sanno cosa sia la paura. La
provano anche loro? Perché
spesso la ragazzina e la dea che sono si confondo e io perdo un
po’ me stessa.
Mi
sento una condannata alla pena capitale senza possibilità di
redenzione. La mia
vita è segnata, il mio destino è già
tracciato e io non posso fare altro che
percorrerlo di corsa, perché il Fato non aspetta nessuno,
nemmeno gli dèi.
Forse
sono molto meno Athena di quanto mi sia illusa di essere o di quanto mi
ci
abbiano fatto credere, perché se fossi un po’
più lei, forse non avrei questi
pensieri né il peso di doverli affrontare da sola e
mostrarmi sempre coraggiosa,
mentre dentro sento Sasha svanire poco a poco ed io diventare
un’ombra senza
nome rivestita di una sacralità che non mi appartiene.
Angolino
dell’autrice:
Ok,
questa “cosa” non ha senso. Purtroppo in questi
giorni sono di corsa e per
quanto abbia tentato di aggiustare la flash, non ci sono riuscita
granché.
Non
avrei mai pensato che le ultime tappe del Writober sarebbero state
così dure!
p.s.:
per chi fosse masochista volesse, QUI
sul mio blog trovate tutte le altre storie scritte fino a oggi per il
writober.
Senza
alcuna pretesa,
Elly