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Autore: ArwenDurin    26/10/2019    0 recensioni
Hannigram AU: raccolta di racconti su Hannibal e Will in era vittoriana
Dal terzo racconto: Una danza può cambiare tutto...
"Il labirinto dell'immenso giardino l'accolse, e il giovane lord vi entrò percorrendo qualche passo, per poi poggiarsi su una colonna alta e erbosa come se ne dipendesse del suo equilibrio, che al momento era piuttosto sfocato.
Poteva quasi vedere quel desiderio assurdo, che aveva appannato persino la sua vista al momento tutt'altro era che limpida, ma piuttosto annacquata da una brama che non sapeva di possedere.
Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca della sera, ma il volto del conte non voleva andarsene dalla sua mente, lo dominava, lo invadeva come se gli appartenesse... un sospiro frustrato fuoriuscì dalle sue labbra a quel pensiero."
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Will Graham
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Signor Graham?»
Un sorriso comparve sotto la maschera di seta nera e brillante d'oro, che egli portava, non potendo nascondere una gioia improvvisa d'esser salvato da ogni sorta di signori o dame, che vestiti come d'un secolo fa, davano più lustro alla noia che aleggiava nelle loro labbra appena le aprivano.
Si voltò verso l'amico, cercando di celare per quanto possibile, la felicità che lo avvolgeva ogni volta che era in sua compagnia, anche se sapeva che era inutile con colui che meglio lo capiva in questo mondo.
Il conte Hannibal Lecter, vestito d'abiti del '700 come da lui desiderato, risaltava nella stoffa d'ottima sartoria verde scuro che aveva scelto, com'anche i suoi occhi ambrati, brillavano di luce propria nella maschera con riflessi d’oro; essa era particolare poiché si intersecava in delle forme sin in alto alla sua testa, risultavano simili a corna di cervo. Non si stupì più di tanto il lord nel vederlo così, conoscendo la voglia di volersi sempre distinguere dell’amico.
«Mi avete riconosciuto.»
«Vi riconoscerei anche bendato.»
Will Graham scosse il capo, facendo danzar i suoi ricci castani sotto la luce dei lampadari e abbozzò un sorriso.
«Non sono certo se devo interpretare il vostro commento come un complimento, un'offesa, o entrambi.»
Stavolta fu Hannibal Lecter a rivolgergli un sorriso e il lord si avvicinò di qualche passo, abbassando il tono di voce.
«La vostra idea di una festa a tema d'un secolo fa, sta dando i suoi frutti, le persone stanno mostrando le loro vere inibizioni al di fuori dei panni vittoriani nei quali sono abituati a trovarsi. Avete visto il signor Chilton? Non ha esitato a dar voce a i suoi più bassi richiami con varie dame qui presenti, dimenticandosi o forse accantonando l'idea di aver moglie.»
Per quanto la maschera coprisse metà del suo volto, sapeva che il conte si stava divertendo, lo intravedeva nel luccichio dei suoi occhi, com'anche dalla sua postura. Si conoscevano da quasi un anno, lui e il conte, e la loro amicizia era profonda, c'è chi avrebbe detto intima… per quanto molti signori e signore si chiedevano come un uomo così socievole e brillante in società, potesse avere un rapporto così stretto con lui, conosciuto per il suo essere taciturno e solitario.
Ma la risposta era in realtà, piuttosto semplice: non lo conoscevano.
«Come disse Oscar Wilde: ogni uomo mente ma dategli una maschera, è sarà sincero.» Hannibal Lecter tenne un tono confidenziale, soltanto parole tra loro.
«L'anonimato gli da la libertà di togliersi la vera maschera, mi domando se voi la toglierete questa sera, ma non credo sia nel vostro stile.»
I loro sguardi si incatenarono l'un l'altro per qualche millesimo di secondo, sospeso tra i chiacchiericci vari e i suoni d'archi rimbombanti ed eleganti.
D'improvviso lo stupore prese il volto di lord Graham, quando l'altro accennò un inchino togliendosi la maschera e porgendo la mano nella sua direzione.
«Mi concedete l'onore?»
Le sue gote arrossirono e una risatina si fece largo nel suo volto, ma il conte era determinato e serio anche quando Will Graham poggiò la mano sulla sua, uno strano sfarfallio prese il suo stomaco a quel tocco.
«Ne parleranno per mesi, lo sapete?»
«È la mia festa signor Graham, e seguo ciò che desiderio.»
E così condusse l'altro cavaliere al centro del salone, un ballo popolano, divertente, e alquanto bello li fece danzare e roteare insieme; alcune coppie si unirono a loro formando così la classica danza settecentesca.
Nel salone non v'erano più i pudori del 19 secolo, i lampadari sembravano esser svaniti lasciando il posto a candele antiche, i sorrisi sui volti dei ballerini erano più aperti a di solito celate emozioni.
Graham e Lecter, spesso si incontrarono negli sguardi e sorrisi, ed ogni traccia di noia svanì dalla mente del lord, ma quell'atmosfera fu presto spezzata, ottenebrata, e rapita quando i due amici si trovarono nuovamente vicini a roteare insieme. Will Graham sentì il sangue ribollire nelle sue vene a donargli un calore innaturale, mentre i suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quelli dell'altro.
Intorno a loro la sala sfocò in uno sfondo di persone e parole, senza più alcun senso, come se d'un tratto fossero loro i protagonisti di un opera dal nome sconosciuto. Il sorriso sul volto di entrambi si spense gradualmente, e la leggerezza sentita dal lord, svanì.
Il suo sguardo bruciava d'un fuoco a lui sconosciuto quando lo fece scorrere sul volto di Hannibal Lecter, come in preda a una mania, a un sortilegio… guardò ogni centimetro di quel viso, dalla sua mascella che si intravedeva da sotto la maschera, alle sue labbra.
Terminarono il ballo in quello stato movimentato e quando si fermarono l'uno di fianco all'altro, Will Graham sapeva che doveva fuggire di lì, i pensieri s'erano fatti proibiti, inadeguati, per l'epoca in cui ricordò di esser nato. E così senza proferire parola o sguardo all'uomo che non sapeva più chi rappresentasse per lui, uscì all'aria aperta.
Il labirinto dell'immenso giardino l'accolse, e il giovane lord vi entrò percorrendo qualche passo, per poi poggiarsi su una colonna alta e erbosa come se ne dipendesse del suo equilibrio, che al momento era piuttosto sfocato.
Poteva quasi vedere quel desiderio assurdo, che aveva appannato persino la sua vista al momento tutt'altro era che limpida, ma piuttosto annacquata da una brama che non sapeva di possedere.
Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca della sera, ma il volto del conte non voleva andarsene dalla sua mente, lo dominava, lo invadeva come se gli appartenesse... un sospiro frustrato fuoriuscì dalle sue labbra a quel pensiero. Tutto vorticava intorno a lui e dovette chiudere gli occhi per qualche secondo, per riprendere un briciolo di dignità, quand'ecco che lui apparve.
Il cuore di lord Graham prese a battere ferocemente, come volesse uscire dal suo petto alla sua vista, e si staccò dal muro d'erba cercando di darsi una dignità ma quando lo guardò, essa si dissolse. Hannibal Lecter aveva tolto la maschera e nel suo volto vi era un espressione che mai Will Graham giurò d'aver visto; la brama e l'oppressione di un qualcosa trattenuto per lungo tempo. Nei suoi occhi dominanti di uno scuro desiderio, luccicava il suo riflesso e poté vedere quanto i loro sguardi brillassero in sintonia, mentre il conte si avvicinava sempre di più a lui.
Non si parlarono, ma piuttosto le sue mani furono sul volto di Graham e successivamente le loro labbra furono a contatto, e nulla, null'altro ebbe più senso.
E Will Graham non si fermò, non più, portando le sue mani alla coda che l'altro aveva, graffiando la base del suo collo e attirandolo a sé il più possibile. Dei brividi inondarono il suo animo, quando l'altro gemette e lo spinse contro il muro d'erba dietro di loro; lo stesso che prima aveva sorretto una desiderio proibito, ora doveva sorreggere la passione di entrambi.
Quelle labbra erano così vicine all'intimità che Will Graham si sentì spogliato d'ogni abito, nudo come se stessero facendo l'amore per quanto peccaminoso era: il desiderio che faceva scorrere in lui, l'appartenenza, la devozione, e la brama contenuti in esso. Per come l'uomo lambiva, afferrava, e assaporava la sua bocca in un vortice di desiderio e dolcezza, e per i gemiti osceni che più volte il lord gli diede in risposta.
Non poteva più scappare e nemmeno l'avrebbe voluto, oh no, Will Graham non si era mai sentito tanto vicino all'estasi come in quel momento.
Quando d'improvviso delle risate lontane fece sì che si staccassero, ma soltanto le labbra poiché i visi rimasero vicini, inseparabili, mentre entrambi traevano fiato.
Per quanto erano ben celati, l'era vittoriana poco perdonava certe inclinazioni cosicché quando i loro occhi si incontrarono, nuovamente non ebbero bisogno di parole. Hannibal Lecter gli sussurrò il tutto con lo sguardo tinto di tenerezza com'anche da quel divorante desiderio che lambiva entrambi, mentre con le nocche accarezzava il suo viso e poi con il pollice, le sue labbra.
Vieni da me questa notte, vieni da me se lo vorrai, io ti aspetterò.
Chiare le parole colpirono la mente di Will Graham, come fosse connessa da un invisibile forza a quella del conte, egli lentamente si distaccò da lui con quella richiesta e con altrettanta svogliatezza il lord lo lasciò.
Si scambiarono un ultimo sguardo, prima che il conte rientrasse nella sua dimora e Will Graham tirò un sospiro, mentre un piccolo sorriso riempiva le sue labbra gonfie e rosse ben conscio della scelta che avrebbe preso.
Inspirò e guardando il cielo stellato brillare sopra la sua testa, ed espirò con rinnovata felicità.



Angolo Autrice: Ciao a tutti!
Ebbene sì, Royal Affair mi ha ispirata poiché sta scena non riesco a togliermerla dalla testa! e ringrazio il film per questa scena.
C'è una passione e devozione tale che dopo aver visto il film ancora ci pensavo, e dobbiamo parlare del bacio?!? Così mio sono detta, ma sì mettiamoci Will ed ecco il risultato XD Spero si percepisca la passione che ho provato a scriverla e il desiderio tra quei due prorompente.
Il titolo viene da una canzone dei Sopor Aeternus, i suoi brani che spesso abbino agli Hannigram vittoriani!

Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà
 
   
 
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