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Autore: Ninnibell2001    27/10/2019    0 recensioni
Cosa accade, quando gli occhi di una piccola strega venticinquenne, dolce e bellissima, incrociano quelli di un timido professore, che ha il doppio dei suoi anni e si porta dentro un impegnativo alter ergo verde?
Brooke Brown e Bruce Banner sono i protagonisti di un’intensa e tenera storia d’amore, ambientata a New York, fra gli Avengers, a tre anni dalla vittoria su Thanos…Little Witch e Hulk!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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10 La tua Little Witch

‘Benvenuti' Sheila aveva fatto accomodare gli Avengers nel salone della propria casa, dove addobbi e palloncini rosa riempivano le pareti.

Un'orda di bambini di cinque anni e qualcuno più grandicello giunto da New Asgard, inseguita da un paio di animatori vestiti da supereroi, corse incontro ai nuovi arrivati.

'Zio Tony' Hope si abbarbicò alle gambe di Stark, che la prese in braccio 'Auguri, signorina Banner' era cresciuta ed ogni volta che la incontrava, la vedeva diversa, più grande. Era perfetta: la bellezza di sua mamma nei tratti somatici, l’intuitività geniale di suo padre in un intelligenza viva e un carattere dolce e affettuoso.

Per tale ultimo aspetto, la commistione del DNA dei genitori e la convivenza coi nonni aveva dato frutti pregevoli.

L'appartamento dei Brown a Park Avenue era gigantesco e Bruce e la figlia si erano trasferiti lì, subito dopo la nascita.

Hope occupava la stanza che era stata di Brooke, il professore lo studio dove la bruna scolpiva; lo aveva scelto perché gliela faceva sentire più vicina, e i suoi lavori erano stati spostati.

Robert, infatti, aveva insistito per esporre le opere in uno spazio apposito nel Queens, dove avevano avuto grande successo di pubblico e di critica…tante persone comuni le ammiravano, anche a titolo di ringraziamento per il suo sacrificio.

Erano in mostra tutte, tranne una: il busto di Bruce-Hulk, che quest’ultimo conservava, gelosamente, sul proprio comodino, accanto al letto. Era la prima cosa che guardava al mattino e l'ultima su cui poggiava gli occhi la sera, insieme alla decorazione della porta del loro appartamento, accanto. Non che nel resto della giornata, sua moglie non fosse nella sua testa, continuamente.

Per di più, i suoceri gli avevano messo a disposizione una sorta di laboratorio per i suoi libri e strumenti informatici, per farlo sentire più a suo agio possibile; lì non aveva problemi di spazio. Ed erano sempre stati disponibili e presenti, con lui.

Tanto da aver ospitato più volte, e con piacere, Loki e sua moglie Erika, insieme alla loro piccola tribù di figli, che avevano tanto legato con la nipote, nonostante le età differenti; erano presenti anche in occasione della festicciola organizzata quel giorno, che era, in fondo, l’occasione per rivedersi.

Proprio con la coppia, il professore si intratteneva, all’arrivo dei Vendicatori.

'Come ti va? Ci frequentiamo poco' Steve, appostato vicino ai tavoli di cibarie e bevande, commentò, prendendo un bicchiere d'aranciata, con uno sguardo triste all’anulare sinistro del suo amico, che recava ancora la fede nuziale…non l’aveva mai tolta, se non quando doveva trasformarsi, e non lo avrebbe mai fatto.

Bruce sospirò 'Sto tenendo il corso annuale all'Università, e per il resto mi dedico a Hope...lo sai, Cap, se avete bisogno, non mi tiro indietro'; la sua piccola strega era morta per salvare il mondo e lui stesso si era ritrovato a pensare che il proprio destino fosse seguirne l'esempio, difendere la Terra da soprusi e pericoli, far sì che fosse migliore, per sua figlia e i figli degli altri.

Partecipava, di volta in volta, alle missioni in cui era chiamato da Stark, senza essere una presenza costante e attiva nel gruppo dei Vendicatori.

'Chi manchi...' Natasha - mano nella mano con Rogers, con cui si era finalmente messa insieme - addentò una pizzetta rossa 'accidenti, che buona! Dico sul serio, vieni a trovarci più spesso...'.

‘Ci vuole tempo, per allontanare il dolore; il problema è che, se a quel dolore si accompagna il grande amore della tua vita, preferisci tenerli entrambi con te, a qualsiasi prezzo’ la bionda sposa del principe asgardiano, carezzando teneramente il braccio di Banner, commentò, accanto a Loki, che annuì, stringendola a sé.

‘Sì, è così; la magia è stata incontrare la mia piccola strega. La favola sarebbe stata averla ancora, poterla trattenere. Quando ci siamo visti la prima volta, ho pensato che insieme sembrassimo i protagonisti de ‘La bella e la bestia’, una storia con un finale positivo…e non riesco a chiudere ancora quel libro immaginario, nella mente’ ammise, con sincerità.

‘Credo che tu abbia avuto il dono più prezioso, invece…è davanti a noi, ed è un miracolo…’ gli smeraldi di Loki si fermarono sulla bimbetta sorridente che gli faceva l’occhiolino, passandogli davanti, continuamente. Aveva un debole per lui, contraccambiato, uno straordinario feeling a pelle.

'Hope è fantastica...è identica a...' Bucky, osservando la piccola - i lunghi capelli castani svolazzanti, gli occhi di un ceruleo intenso, il viso da bambolina, nel vestitino rosa smanicato che indossava, il ciondolo a forma di pentacolo, che era stato della mamma, agganciato ad una catenella d’argento e che aveva ricevuto in regalo proprio quel giorno - si morse la lingua, intanto che Rogers gli dava un calcio al polpaccio, per zittirlo.

'È uguale a Brooke...spiccicata...non preoccuparti, James, non hai fatto una gaffe' intervenne Sheila 'lo sottolineiamo sempre pure noi. In fondo, è un modo per non scordarla, per tenerne viva la memoria, soprattutto per la piccola, che non l'ha mai conosciuta'.

'Per noi tre è diverso, è come fosse qui, in ogni istante...' Banner si aprì, gli occhi lucidi.

'Ho un anteprima per voi, ho preso un'auto! Mi sono deciso...superato l'esame di pratica di guida, è stato semplice. Vado come una lumaca e mi strombazzano dietro col clacson, di continuo...però me la cavo' Thor fece lo spiritoso, l'atmosfera stava diventando triste ed era una festicciola per il quinto compleanno di una bambina deliziosa. Voleva chiacchierare di argomenti più allegri e ci riuscì, per l'ora e mezza successiva, quasi monopolizzando i dialoghi dei suoi amici, cosa di cui il professore gli fu molto grato.

'Ecco la torta...posso accendere le candeline? Sei pronta?' Robert portò in sala un enorme pan di spagna glassato a strati, ricoperto di confettini di cioccolata colorati, realizzato dalla sua dolce metà, rivolgendosi alla nipote, contornata dagli amichetti. 

'Un attimo...mamma, vieni più vicino...' Hope girò il viso verso Bruce, che la fissò, con gli occhi sgranati. La piccola scrutava, serena, lo spazio vuoto fra lui e il Capitano, che fece un passo indietro, interdetto.

'Come?' domandò Banner.

'Sì...la mamma è lì, è con noi...di solito si mette accanto a te e mi guarda, sorridendo...era un segreto: mi ha pregato di non rivelartelo finora, per non turbarti troppo' ribatté la figlia, nel silenzio del salone.

'Anche adesso è qui?' suo padre lo dovette chiedere, in una conversazione dai toni surreali. Credette fosse un desiderio della bambina, come per coloro che inventavano un amico immaginario.

'Certo...in questo periodo mi sta insegnando un gioco...mi ha detto che tu lo conosci bene e che sei finalmente pronto per vederlo' Hope mosse le dita delle mani davanti a sé, generando un piccolo cuore di energia verde...del colore della pelle di Hulk!

Il contorno della figura era traballante e si volatilizzò quasi subito.

Bruce sentì un brivido lungo la schiena...gli parve di percepire, nell'aria, l'odore di vaniglia e sandalo, il profumo di Brooke, che si portava, come ricordo nelle narici, dalla sera in cui avevano ballato insieme in discoteca: non riuscì a spiccicare una parola.

Sua figlia continuò 'Scusa, papà. Non era granché...riprovo...stai a guardare...' un nuovo cuore verde volò dalle sue mani aperte, verso il professore, unendosi, mentre librava, ad un altro identico, rosa, che comparve, improvvisamente, accanto a lui, all'altezza dei fianchi di Rogers.

I due cuori volarono, formando una spirale, come splendide farfalle, e si depositarono sul torace di Bruce, in corrispondeva del muscolo cardiaco, svanendo.

Cuori sul suo cuore! I loro tre cuori…suo, di Brooke e di Hope!

Fu trafitto...più che da una freccia di Cupido!

Sheila emise un gemito, con gli occhi colmi di lacrime e la mano sulla bocca, incredula. Robert la tenne per la vita, vacillando insieme a lei.

‘Era una strega potente, ve lo dissi a suo tempo…lo è ancora!’ Loki sibilò, intenerito. Per questo non avevano recuperato la Gemma dello Spazio, rifletté…non era affatto dispersa nell’Oceano! Chi la possedeva era capace di esistere in ogni luogo nel medesimo istante…di esistere!

'Brooke, amore mio...' mormorò Bruce, la destra che rompeva l'aria in cerca di qualcuno...impalpabile, la sinistra a toccarsi il petto.

I suoi respiri pesanti furono interrotti dalle note di ‘You’re not alone’ di Michael Jackson. Il lettore cd dello stereo iniziò a suonare la canzone che aveva avuto e aveva un significato speciale, per lui, inspiegabilmente...o quasi. Erano anni che avevano perso le tracce del cd della star del pop, uno dei preferiti della bruna.

Bruce pensò di impazzire...scosse il capo, osservando Tony che gli arrivava vicino, per tentare di capire ciò che la sua mente stava rifiutando di accettare.

'Papà' Hope si rivolse ancora al genitore 'la mamma dice che non devi essere triste né spaventato, perché, d’ora in avanti, avrai un'altra piccola strega tutta per te...sarò io la tua...' fissò la sagoma della bellissima donna che le aveva dato la vita e che lei sentiva e vedeva chiaramente, accanto a Banner...lei sola, purtroppo 'è una parola difficile, accidenti…sarò la tua Little Witch!'.

'Sì, tesoro mio...lo sei già...' singhiozzò Bruce, in preda all'emozione più forte che avesse provato, con il braccio di Stark che lo sorreggeva, e il pensiero al suo grande amore… che non lo aveva lasciato solo, che non era mai andata via, che gli era rimasta dentro e accanto e che lo avrebbe accompagnato ogni giorno a venire…’Brooke Brown. Park Avenue 238’.

FINE

***

N.d.a.

E’ la prima volta che un mio racconto termina in maniera tanto triste. Sono amante dei finali post credit ricchi di sbaciucchiamenti e coppie che si tengono per mano. Happy end, vissero felici e contenti. Il bel sogno, che è difficile si realizzi pienamente nella vita, deve concretizzarsi tramite le parole.

In questo caso non ce l’ho fatta… la storia si è scritta da sé ed è andata così; dolorosamente, al punto di avere difficoltà a rileggere l’ultimo capitolo e anche il precedente, per le copiose lacrime che ho versato.

Per favore, perdonate eventuali errori di battitura o simili. Il cuore c’era tutto, sempre.

L’emozione nella scrittura è stata molta, spero la lettura sia stata gradita e ugualmente emozionante.

***

   
 
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