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Autore: Alicia_Hotaru    27/10/2019    0 recensioni
Tooru Yukimura è a corto di ispirazione per il suo manga e mai si sarebbe aspettato che questa situazione gli avrebbe portato qualcosa di veramente speciale.
Piccola serie di episodi quotidiani (o forse no) di un mangaka e della sua scoperta dell'amore.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tōru Yukimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zero, vuoto, nulla.

Tooru Yukimura si passò distrattamente la matita tra i capelli, appena sopra l'orecchio, fissando con sdegno il blocco degli appunti. Non gli era mai capitato di essere così in crisi di ispirazione, considerando tutte le fonti che sfruttava. Persino il bagno delle ragazze aveva fallito.

Alzandosi di scatto dalla sedia, facendola stridere sul pavimento, Tooru prese distrattamente sigarette e accendino, uscendo dall'appartamento.

Il cielo aveva un che di malinconico, proprio come il suo umore, il che lo rese ancora più nervoso. Gli servivano idee nuove, altrimenti il suo editore gli avrebbe fatto altra pressione negativa.

Se solo avesse capito come continuare quella situazione, creatasi nel suo manga in un momento di abbandono totale di attenzione, forse non avrebbe avuto tutti quei problemi.

Fu proprio mentre tirava l'ultima boccata di fumo che qualcuno passò sulla strada accanto al blocco di appartamenti: una ragazza, sicuramente di qualche università, che teneva in mano un libro.

No, non un libro.

Tooru fece cadere il mozzicone di sigaretta, sporgendosi per vederla sparire dietro il muretto; perché quello gli era sembrato proprio uno dei suoi manga.

Ora, il ragazzo non credeva di essere famoso anche nel mondo femminile, anzi, pensava che i suoi lavori fossero apprezzati praticamente solo dal pubblico maschile.

Vedere quella ragazza sfogliare il suo manga gli aveva dato una sensazione strana...

Accorgendosi di aver passato troppo tempo a pensare, Tooru percorse velocemente, e goffamente, le scale, scendendo in strada un attimo prima che la sconosciuta girasse l'angolo.

Anche lei sembrò vederlo, tanto che si voltò verso di lui, solo per andare a sbattere contro un palo della luce.

Il ragazzo rimase interdetto, non trovando la forza di raggiungerla se non quando la vide indietreggiare barcollando, una mano stretta al naso e l'altra sul manga ancora aperto.

– Questo insegna che non bisogna leggere mentre si cammina – si rimproverò la sconosciuta, fissando il suo avversario con disprezzo – Cattivo palo, cattivo.

– Va...va tutto bene? - chiese timidamente Tooru, avvicinandosi di qualche passo. La ragazza alzò lo sguardo su di lui, apparendo sorpresa, e si affrettò ad annuire, ottenendo solo di sporcare il marciapiede col sangue che cercava di trattenere nel naso.

– Ehm, non è che avresti un fazzoletto? - gli chiese lei, arrossendo per la vergogna.

Tooru si percorse le tasche, già sicuro del risultato, e si vide costretto a prendere una decisione.

Col senno di poi, forse non gli sarebbe stato così difficile prenderla.

– Penso di averne qualcuno nel mio appartamento – disse.

 

– Caspita! Hai una magnifica collezione di armi – commentò la ragazza, la voce nasale e gli occhi che luccicavano – E di manga!

– Ti pregherei di non toccare nulla – la avvertì Tooru, in tono forse troppo secco. Non riusciva mai a regolarsi con le persone nuove, motivo per cui non aveva molti amici al di fuori di Mattsun e Hotaru.

– Certo, non ne avevo intenzione – disse la sconosciuta, sorridendo – Non vorrei sporcare.

Sedendosi al basso tavolino, la ragazza continuò a guardarsi attorno finché Tooru non le portò una scatola di fazzoletti usa e getta e gliela posò davanti. Lei ringraziò con un cenno della testa e cominciò a tamponarsi le mani e il naso nel tentativo di fermare il sangue.

– Mi dispiace davvero tanto per il disturbo – disse improvvisamente la ragazza, facendo sobbalzare Tooru per la sorpresa – Soprattutto perché deriva tutto dalla mia inettitudine.

– No, penso sia colpa mia – mormorò il ragazzo, abbassando lo sguardo, imbarazzato da quella conversazione – Mi hai visto arrivare e ti sei distratta...

– Pensi sia il primo palo che becco in piena faccia? - rise lei, ammonticchiando i fazzoletti usati – Mi capita fin troppo spesso!

Guardandola a lungo, più di quanto avrebbe mai fatto con qualsiasi altra persona, Tooru si rese conto della situazione: aveva una ragazza in casa...e nemmeno sapeva il suo nome...

– Vado a preparare qualcosa da bere – disse quindi, per spezzare la tensione che sentiva salirgli dentro. Doveva essere impazzito, per fare una cosa simile.

– Non vorrei disturbare ancora – cercò di dire la ragazza, facendo per alzarsi.

Rivolgendole uno sguardo di avvertimento, Tooru le fece cenno di rimanere dov'era, facendola bloccare sul posto, quindi continuò ad allontanarsi, rigidamente.

– Con che coraggio sto parlando con lei? - si chiese il ragazzo quando fu nella piccola cucina, stringendosi nelle spalle – Con che coraggio l'ho portata qui? Nemmeno fossi Mattsun...

Mettendo a bollire l'acqua, Tooru si prese le braccia con le mani, fissando ostinatamente in basso: e adesso come avrebbe fatto a mandarla via? Come poteva convincerla?

Se solo se ne fosse rimasto sul terrazzo, se solo non fosse sceso per vederla più da vicino...

Tornando nel salotto con un vassoio e due tazze di tè fumante, Tooru trovò la sconosciuta intenta a continuare la lettura del suo manga, ora il ragazzo poteva vederlo chiaramente. Sembrava così assorta da non accorgersi dell'arrivo del suo ospite.

– Ti...ti piace? - trovò il coraggio di chiederle Tooru, posando tutto davanti a lei.

La ragazza alzò lo sguardo, sorpresa, e spostò lo sguardo da lui al manga, confusa da quella domanda improvvisa che aveva interrotto la sua concentrazione.

– Intendi questo? - gli chiese, indicando il volume – Lo trovo interessante. Si sente la cura con cui l'autore studia le situazioni, quanta passione ci mette per descrivere bene ogni cosa.

Lo disse con tale trasporto che alla fine dovette sorridere, di nuovo imbarazzata.

– Adesso comincerai a pensare anche tu che sono strana – concluse, in un sorriso di resa.

– Sono l'autore del manga – disse Tooru, senza nemmeno accorgersene, gli occhi ostinatamente chiusi e la testa bassa, stretta nelle spalle, come in attesa di un colpo. Non si spiegava perchè avesse dovuto dire una cosa del genere, la sua voce era semplicemente uscita.

Forse erano stati i complimenti della ragazza, forse qualcos'altro; forse aveva solo bisogno di prendersi quelle belle frasi, di far sapere che erano rivolte a lui.

– Dici sul serio? - chiese timidamente la sconosciuta, immobile.

Tooru trovò la forza di socchiudere gli occhi, solo per trovarsi il viso della ragazza ad un nulla dal suo. Indietreggiando rapidamente, il ragazzo la fissò ad occhi sbarrati, sorpreso da quella strana reazione. Annuì, aspettandosi un'altra stranezza, che però non arrivò.

La sconosciuta si limitò a tornare a sedersi compostamente, lo sguardo che correva su di lui, quindi sul manga, e infine si fermava sul tè. Tranquillamente, ne prese una tazza, sorseggiando con noncuranza.

– Certo che sono fortunata – disse alla fine, come fosse un dato di fatto – Non avrei mai creduto che fossi così giovane, credo. Non lo so.

Guardò per un istante il soffitto, apparendo pensierosa, e alla fine posò la tazza, ormai vuota, sul tavolino, tornando a guardare Tooru.

– E' stato un piacere conoscerti – disse, con un sorriso – Forse, però, mi sono fermata troppo.

Detto ciò, si alzò, spolverandosi i vestiti e uscendo con nonchalance, lasciando il povero Tooru ancora sconvolto a terra, a pensare a cosa fosse appena successo.

Quasi non si accorse della porta che si chiudeva. E del manga della ragazza abbandonato sul suo tavolino.

Avvicinandosi velocemente, il ragazzo lo prese, pronto a riportarglielo, ma notò qualcosa, un foglietto candido che spuntava dalle prime pagine.

Estraendolo con tutta la delicatezza di cui fu capace, e aspettandosi quasi che esplodesse, Tooru lesse le poche parole scritte in una grafia delicata.

 

“Tornerò a sdebitarmi, e a riprendere il manga.

Ayako”

 

Tooru non si aspettava certo che sarebbe tornata così presto, per la precisione il giorno dopo, reggendo un sacchetto di plastica della spesa e chinando la testa in segno di scuse.

– I fazzoletti – lo precedette Ayako, alludendo al contenuto della borsa – Non mi sarei mai permessa di consumare i tuoi senza poi ricomprarteli.

Il ragazzo la fissò di sbieco, accettando con sospetto il sacchetto.

– Ora, ho lasciato il manga sul tuo tavolino, ieri. Sono venuta a recuperarlo – continuò lei, con un gran sorriso – E credo proprio che ti chiederò di autografarmelo.

Interdetto, Tooru la vide entrare, con la stessa nonchalance con cui se n'era andata il giorno prima.

Quella situazione stava diventando troppo strana: se Mattsun l'avesse scoperto...

Scuotendo violentemente la testa, il ragazzo si prese le tempie tra le mani coperte dalle maniche del maglione: cos'era quel presentimento terribile? E perché non ricordava di averlo mai sentito prima di allora?

– Ho portato un po' del mio tè da casa – lo avvertì Ayako, probabilmente dalla cucina – Così ricambierò anche quello.

– N-non ce n'è bisogno! - esclamò Tooru, esasperato, raggiungendola nel salotto quando ormai lei aveva già preparato tazze e vassoio e stava portando tutto, meno l'acqua calda, sul tavolino.

Accasciandosi a terra, il ragazzo si sentì malissimo: era tutto troppo rapido, Ayako era veramente troppo sicura, al punto da risultare irritante, ai suoi occhi.

– Tra poco l'acqua sarà pronta – gli annunciò la ragazza, senza smettere di sorridere.

Tooru alzò gli occhi su di lei, spaesato nel suo stesso appartamento: sentiva un'ansia terribile montargli dentro, insieme all'oppressione che lei gli dava. Se solo se ne fosse andata...

– N-non va bene... - mormorò il ragazzo, stringendosi nelle spalle.

Ayako assunse un'espressione confusa, senza togliere la solita gentilezza, e inclinò la testa leggermente di lato, in attesa.

Tooru avrebbe voluto gridare: perché continuava a fissarlo? Cosa diavolo voleva da lui?

– P-per favore... - mormorò, quasi in un sussurro – Vattene da qui.

Ora Ayako sembrava più che confusa, e dispiaciuta.

– Ho fatto qualcosa di sbagliato...? - cominciò a chiedere, ma il ragazzo scosse la testa, stringendosi ancora di più nelle spalle.

– Vattene e basta – sibilò, al limite della sopportazione. Se non se ne fosse andata, lo sapeva, sarebbe impazzito.

Senza aggiungere una parola, Ayako si alzò di scatto, tesa, gli occhi lucidi dal dispiacere, e si avviò verso la porta. Si voltò un'ultima volta, forse per vedere se Tooru avesse cambiato idea, e alla fine uscì dalla porta, chiudendosela piano alle spalle.

Solo per ritrovarsi davanti Masamune.

 

– Oh, ma guarda! Cosa ci facevi là dentro? - le chiese Masamune, allegro. Davvero non credeva possibile che una ragazza potesse entrare nell'appartamento di Yukki. Beh, pensò, si scoprono sempre cose nuove.

– Io...credo di dover andare – mormorò Ayako, senza guardarlo, l'espressione tesa e dispiaciuta.

– E' successo qualcosa con Yukki? - insistette Masamune, prendendola per una spalla per non farla andare via. Lei si irrigidì, non trovando la forza di voltarsi.

– Sono stata invadente, come al solito – mormorò, stringendosi nelle spalle – Non me ne sono resa conto, così ha dovuto dirmi di smetterla.

Masamune la fissò ad occhi sbarrati, trattenendo a stento una risata: Yukki l'aveva cacciata via...quell'asociale.

– Non devi pensare che sia colpa tua – la rassicurò il ragazzo, facendola voltare verso di lui – Yukki non sopporta nessuno, è una frana a fare conversazione con gli sconosciuti e non riesce a gestire le proprie emozioni. È un sociopatico.

– Eppure dal suo manga non si direbbe – commentò Ayako, riprendendosi dalla malinconia che l'aveva attanagliata.

Stavolta a Masamune non venne da ridere: sbarrò semplicemente gli occhi, esterrefatto, e diede un'occhiata più approfondita alla ragazza che aveva di fronte: alta poco più di Hotaru, aveva lunghi capelli biondo ramato legati in una treccia lassa posata sulla spalla sinistra, gli occhi smeraldo pieni di sorpresa e la costituzione di una bella donna, semplice, senza esagerazioni. Masamune ne vedeva molte, nel suo lavoro, e mai si sarebbe aspettato che una di loro leggesse il manga di Yukki.

– Penso di aver sentito male – cercò di riprendersi il ragazzo, con un sorriso incerto.

– Tu sei un suo amico? - gli chiese Ayako, sempre più curiosa – Hai mai dato un'occhiata al suo manga?

Masamune si arrese: aveva sentito benissimo, purtroppo. Se non avesse avuto gusti così strani forse ci avrebbe anche provato con lei.

– Certo che il mondo è strano – sospirò il ragazzo, passandosi una mano sulla nuca, scompigliandosi i capelli – Senti, se ci tieni tanto a farti perdonare da Yukki, vedrò di parlargli.

Ora gli occhi di Ayako erano veramente luminosi, il viso piegato in un sorriso pieno di speranza.

– Non ti prometto niente, eh – volle precisare Masamune, sempre più in difficoltà.

 

Come promesso, più tardi Masamune bussò all'appartamento di Yukki, aspettando pazientemente che l'amico si trascinasse fino alla porta per aprirgli.

Quando lo vide fare capolino dallo spiraglio che si schiuse, gli fece un cenno di saluto.

– Avresti un momento? - gli chiese Masamune, osservandolo sbirciare a destra e a sinistra con fare furtivo.

Annuendo, alla fine della sua ispezione, Yukki lo fece entrare.

Accomodandosi al basso tavolino, Masamune notò le due tazze vuote sul vassoio e il sacchetto della spesa abbandonato da una parte.

Probabilmente opera di quella strana ragazza.

– Senti, prima ho incrociato una ragazza, qui fuori – esordì Masamune, guardando l'amico muoversi lentamente per la cucina. Quando sentì le sue parole, Yukki si irrigidì, rabbrividendo scompostamente.

– Dimmi che se n'è andata – mormorò il mangaka, incurvando leggermente la schiena.

– Perchè l'hai mandata via in quel modo? - replicò Masamune, in tono neutro. L'ultima cosa che voleva era che Yukki si innervosisse più di così, ma non poteva accettare che continuasse ad allontanare tutti in quel modo, soprattutto le persone che lo apprezzavano.

– Io... - cominciò il mangaka, prendendo il piano della cucina tra le dita e fissandolo come se ci vedesse delle risposte – Io non lo so...

– Dovresti provare ad essere più aperto con gli altri – stava dicendo Masamune, sentendo appena le sue parole. Quando si rese conto di cosa Yukki avesse risposto, però, si bloccò, fissandolo basito – Come? Hai appena detto che non lo sai?

Il mangaka si incurvò ancora di più, passandosi la mano destra tra i capelli sulla tempia: come non lo sapeva? L'aveva infastidito il modo di Ayako di invadere i suoi spazi, di essere così assillante...

Perchè non riusciva più a crederci?

– Ammettilo, in realtà avresti voluto che rimanesse – lo rimbeccò Masamune, con un sorriso sornione – D'altronde, apprezza il tuo manga.

Yukki si bloccò, facendo scivolare la mano di nuovo sul piano della cucina, gli occhi spalancati e una consapevolezza a girargli in testa.

– Avrei potuto chiederle...come continuare – mormorò, tra sé e sé.

Masamune si allungò dal suo posto per sentire meglio, ma venne travolto dall'entusiasmo di Yukki, che lo raggiunse e frugò tra le cose sulla sua scrivania. L'aveva messo proprio lì...

Quando ne riemerse, con il volume del manga di Ayako, lo guardò come se potesse riportarla lì all'istante.

– Deve ancora...prendere questo – disse, aprendo febbrilmente il tomo e scribacchiando velocemente qualcosa.

Masamune si sporse, aprendosi in un sorriso lieto. Quella strana ragazza sarebbe stata felicissima dell'autografo che Yukki stava pasticciando.

– Basterà che la aspetti qui – concluse il mangaka, prendendo un respiro profondo.

– Sono sicuro che tornerà – lo sostenne Masamune, battendogli una mano sulla spalla – Vedi di essere più gentile, la prossima volta.

Ascoltandolo uscire dal suo appartamento, Yukki non riuscì a pensare ad altro che alla soluzione ai suoi problemi.

E, forse, anche qualcosa di più.

 

– Davvero credi che oggi andrà meglio? - chiese Ayako, dubbiosa. Accanto a lei, Masamune annuì con convinzione, indicandole la porta di Yukki con un cenno della testa.

– Ieri ci ho parlato, alla fine mi è sembrato propenso a ricominciare da capo – la rassicurò, anche se ancora in quel momento aveva dei dubbi su cosa avesse fatto cambiare idea al mangaka. Se n'era uscito con delle strane farneticazioni per poi autografare il manga come in trance.

– Allora vado – disse Ayako, prendendo un profondo respiro, quindi gli rivolse un sorriso – Grazie davvero per quello che hai fatto. Un giorno troverò il modo di ringraziarti come si deve.

– Sto bene così, grazie – sorrise Masamune, forse un po' forzato, guadagnandosi uno sguardo interrogativo dalla ragazza: non avrebbe mai voluto rischiare di avere in casa una tizia del genere.

 

Tooru sentì bussare alla porta proprio mentre sistemava le ultime cose: non avrebbe mai voluto che Ayako vedesse le ultime bozze del manga, non prima che fossero finite.

Arrancando fino alla porta, il mangaka socchiuse l'uscio, incontrando il sorriso incerto della ragazza. E il pollice alzato di Masamune sullo sfondo.

– E-entra pure – balbettò Tooru, facendole spazio sulla soglia.

Quando fu dentro, Ayako si fermò a metà dell'entrata, senza voltarsi.

– Mi dispiace davvero tanto per ieri – mormorò, in tono afflitto – Non mi sarei dovuta permettere, ma soprattutto non avrei dovuto insistere con il tuo amico.

– Sono io... - mormorò Tooru, cercando la forza di dire quello che pensava – Sono io che ho esagerato...

A quel punto, la ragazza si voltò, gli occhi lucidi e un sorriso appena accennato sulle labbra.

Quando si accorse di averlo fissato con quell'espressione, abbassò lo sguardo, giocherellando con il ciuffo finale della treccia.

– Comunque, sono tornata a riprendermi il manga, sul serio, stavolta – disse, lanciando un'occhiata al salotto. Vedendolo sul tavolo ci si avvicinò, prendendolo tra le mani con delicatezza.

– V-vorrei che...vorrei che mi dicessi cosa ne pensi – disse Tooru, in tono più alto, per farsi sentire anche da dove si trovava. Non riusciva a guardarla, non ancora.

Sentiva il suo sguardo su di lui, sentiva qualcosa cambiare nell'atmosfera che si era creata all'inizio di quella conversazione.

– Cosa? - volle essere sicura Ayako, stringendo al petto il manga come se ne andasse della sua vita.

A quel punto, Tooru trovò il coraggio di alzare gli occhi su di lei: sembrava così felice, quasi non aspettasse altro.

– Vorrei che mi dicessi cosa ne pensi – ripetè il mangaka, sentendo un timido sorriso piegargli le labbra. D'altronde, anche con Hotaru era stato difficile, all'inizio.




Angolino dell'autore:

Salve a tutti, eccomi di nuovo a pubblicare in un fandom semi-sconosciuto nella speranza che qualcun altro sia appassionato. Oggi vi propongo una cosina che avevo in serbo per le giornate buie, che ho scritto dopo aver finito di vedere l'anime (il manga ancora non l'ho letto).
Come si intuisce, il tutto è ambientato dopo la fine dell'anime, ma non ha nessun legame con la trama (prendetelo come uno spin-off).
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, saranno circa tutti così (magari qualcuno sarà più corto), ma pur sempre una raccolta di fatterelli più o meno quotidiani che non è destinata ad avere un termine.

Alla prossima ~♫

Alicia_Hotaru
   
 
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