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Autore: SuperGirl22    28/10/2019    2 recensioni
Perdersi di vista.
Rivedersi anni dopo.
Cosa succederà?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Lillian Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Flashback



-Lena, torna subito dentro! E’ tardi.-

Lena obbedisce, tornando in casa seppur controvoglia.

-Mamma, ma è ancora giorno!Ed è estate-

-Sei stata fuori a giocare fin troppo.-

-Ma mi divertivo!-

-Ok, Lena. Ora stammi a sentire: se vuoi giocare, d’ora in poi, devi dirmelo e ti porto a casa di Eve o di chi vuoi tu…-

-Io non voglio giocare con Eve. E’ cattiva! Mi fa i dispetti e gioca con me solo per Lex mentre Kara...-

La madre spazientita, alza un po’ troppo la voce.

-Kara non è una tua amica, chiaro? E’ la figlia dei nostri vicini e tale deve restare. -

-Ma perché? E’ simpatica.-

-Non è simpatica, Lena. Ora sei troppo piccola per capire, ma un giorno mi capirai. -

-Non sono piccola. Ho dieci anni!-

-Giusto... sei grande! –sospira, scuotendo la testa.

– senti, non devi giocare con lei. Basta.-

-Ma tanto domani ha detto che va via…-

-Davvero? Beh, sarà solo positivo per te. Soltanto positivo. E domani fatti trovare tutta bella pulita e vestita bene così andiamo a casa degli Spheer appena torno da lavoro…io prendo un tè con la madre di Jack e tu stai con lui.

-Ok… e non posso salutare Kara?-

-Quand’è che va via?-

-Ha detto dopo pranzo.-

-Va bene. Domani la saluti.
-Ok.-



Fine Flashback



Quel saluto non c’era stato. Sua madre aveva fatto in modo che tornassero tardi e, quando lei si precipitò davanti la porta di Kara per regalarle il suo sorriso e il suo –ciao, ti voglio bene-, non trovò nessuno in quella casa.

Ora Lena aveva ventiquattro anni, aveva ereditato la L-Corp e presto l'avrebbe gestita sotto supervisione della madre.


-Faccia attenzione, signorina Luthor! Non si sporchi. Oggi ci sarà la sua prima riunione.

-Si, Laurel. Non sono più una bambina, non sporcherò nulla.-

-Questa sera arriverà il suo ragazzo, la signora Luthor mi ha comunicato di prepararvi la cena, desidera qualcosa in particolare? -

-No, grazie. Fai tu. -
Non era particolarmente felice di vedere Jack, tra di loro non c'era una relazione d'amore ma solo di interessi tra famiglie. Jack era sempre fuori per lavoro e Lena era davvero grata di questo.

-Non posso stilare una lista per stasera senza che lei mi dia le direttive. -

-Va bene, te le farò avere entro stasera. - alzò gli occhi al cielo.

Da quando avevano licenziato la donna che l'aveva vista crescere, che gli preparava colazione, pranzo, cena, che gli voleva bene come se fosse sua figlia e che sarebbe andata anche contro la sua padrona pur di difenderla, gli avevano rifilato una stronza che più stronza non si può.

Lei, però, la subiva, lasciava passare ogni cosa come faceva dal momento in cui aveva cominciato a capire un bel po’ di cose.



Uscì fuori dall'appartamento di National City, comprato dalla madre e davanti a lei, a pochi metri, vide ciò che non vedeva da tanti anni.

E nonostante erano passati tanti anni lei riconobbe quei capelli, quel naso piccolo, l'espressione, le abitudini e i capelli raccolti. Riconobbe quella che era una ragazzina bionda con gli occhi color cielo di dodici anni, poco più grande di lei, che era diversa da lei ma con la quale si trovava talmente bene a giocare e a parlare.

-Kara- la chiamò stupita.

Kara voltò lo sguardo e sbarrò gli occhi riconoscendo subito Lena, guardò la ragazza vicino a lei poi riguardò Lena e abbassò la testa.

La rossa vedendo la reazione di Kara le sussurrò qualcosa e quest'ultima immediatamente annuí, la donna vicino Kara lanciò uno sguardo su Lena e con un cenno decise di andare verso l'appartamento di fronte al suo. Lena titubante di fronte la bionda e non sapendo cosa fare mosse qualche passo verso di lei, ma Kara abbassò lo sguardo di nuovo e con fare deciso si voltò verso la porta dove poco prima era entrata la ragazza che era con lei.

-Kara, aspetta!-

Fece come lei le chiese, e si voltò di nuovo verso Lena.

-Kara.-

-So bene come mi chiamo.-

-Dio mio, sei… sei cambiata da morire, ma sei sempre la stessa. -

-Devi trattenermi per molto?-

-Che..che ho fatto, Kara? Si, lo so. Non ci siamo visti e sentiti per anni…però …-

-Però niente. -

-Sbaglio o... sei arrabbiata con me?-

-No, figurati. Tredici anni fa sono partita e non sei neanche venuta a salutarmi. Una cosa da niente.-

-Kara, avevo dieci anni. Non era colpa mia…e tu lo sai. -

-Si, lo so. -

-Dopo tredici anni provi ancora rabbia?-

-Si, perché sono stata malissimo. Ho suonato mille volte a casa tua, ma non c’era nessuno. Abbiamo perso il treno, per colpa tua. Ho vissuto delle cose orrende e tu mi avevi promesso di esserci e invece non ci sei stata.-
-Avrei voluto esserci, ma non comandavo nulla. -

-E ora?-

Lei sorrise, sospirando.
-Ora non è cambiato niente. Mia madre non cambierà mai…ma oramai ci ho fatto l’abitudine.-

Attimi di silenzio, e poi un incatenarsi di sguardi assurdo. Dopo tanti anni, come se fosse sempre tutto uguale. Ma non ers uguale, perché prima erano bambine. Ora erano due donne. Tante cose erano cambiate.



-Mi perdoni?- chiese lei, sperando in un si.

Lei abbassò la testa, riflettendo o facendo finta di farlo. Poi la rialzò.

-NO-
Un altro gioco di sguardi, prima di voltarsi.

-Come mai sei qui? Immagino sia per l'azienda. - chiese ancora ferma di spalle per evitare di mostrare le sue emozioni.

-Sai che... -

-Che tuo fratello ha dato di matto e ha tentato di uccidere l'intera umanità? Si, lo so. -

Lena restò stupita dal tono della ragazza, doveva essere davvero arrabbiata per parlarle in quel modo.
Abbassò lo sguardo triste, ormai tutti conoscevano la storia della sua famiglia e tutti le stavano alla larga, la sua fama negativa la precedeva ovunque e nessuno era davvero interessato a lei se non per il fratello pazzo.
Gli occhi le si fecero lucidi.
Kara capendo di essere stata troppo dura si voltò a guardarla.
-Mi dispiace… Ho esagerato. -

-Tranquilla, ci sono abituata. Comunque dispiace anche a me, mi dispiace davvero Kara. -

-Doveva andare così. -
Lena abbassò lo sguardo e poi sospirò.

-È colpa mia, non doveva andare così. -

-Eri piccola. -

-Potevo cercarti quando ho saputo dei tuoi genitori e non l'ho fatto. - disse realmente pentita.

-Già, potevi. Ma tua madre... -

-Non l'avrebbe permesso. Comunque anche tu potevi cercarmi ma sei troppo orgogliosa. -

-Non si tratta di orgoglio. -

-E di cosa? -

-Kara, dobbiamo andare. Mi dispiace interrompervi. - disse la rossa sbucando dalla porta velocemente.

-Va bene, Alex. Adesso vado. Ciao Lena. -

-Possiamo rivederci? - chiese Lena, voleva parlare con lei e chiarire, le mancava e adesso non poteva lasciarla sfuggire così, aveva sbagliato una volta e non poteva rifare lo stesso errore.

-Non ho molto tempo libero. -

-Per favore... -

-Kara! - la chiamò ancora la rossa, Lena la guardò male chiedendosi ancora una volta chi fosse la ragazza e perché fosse così insistente.

-Mi vedrai presto, tranquilla e poi il mio appartamento è di fronte al tuo. Devo andare. - accennò ad un salutò con la mano prima di sparire del tutto.

Lena restò a fissare la bionda mentre andava via frettolosamente, averla rivista le aveva fatto davvero piacere e saperla arrabbiata le smuoveva dentro la voglia di farsi perdonare in qualche modo, voleva riaverla nella sua vita a tutti i costi anche se a sua madre non avrebbe fatto piacere.
Si voltò verso l'auto messa a disposizione dalla madre, guardò l'orologio e quando capí di essere in ritardo si mosse velocemente verso di essa. Lillian l'avrebbe sicuramente rimproverata ma quella mattina non le importava nulla, aveva rivisto Kara.


[Il destino non fa mai visite a domicilio. Bisogna andare a cercarlo.]
   
 
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