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Autore: Male_na    28/10/2019    2 recensioni
Mi sono svegliata in un giorno di vento convinta che l'unico modo per continuare il viaggio fosse cominciare daccapo.
L'aria che soffiava forte mi spingeva a scrivere ancora, a tenere le parole in tasca come sassi che avrebbero poi composto la mia strada.
Quindi eccomi a scrivere, a lasciar briciole, a camminare giorno per giorno.
Sono frammenti e giorni, pensieri e racconti di vite vissute, di città passate, di persone incrociate, di sguardi.
Genere: Generale, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Le mie parole sono sassi
Precisi aguzzi pronti da scagliare
Su facce vulnerabili e indifese
Sono nuvole sospese
Gonfie di sottointesi
Che accendono negli occhi infinite attese"
Le mie parole_Samuele Bersani

 
Ai bambini racconterò
di non fidarsi mai degli occhi che li cercano nelle folle
che insistono sulle curve dei loro corpi, sui colori che guizzano da sorrisi inattesi.
Racconterò le mie favole
tu, pirata tatuato dai muscoli rotti.
Dal cuore malandato, non per l’amore,
non per la lotta,
ma per aver osato plasmare città inesistenti
peggio ancora averle tramutate in esili castelli erranti,
granelli di sabbia sparsi in cammini che non si incroceranno più.

Nei miei racconti sarò principessa, pettinerò i miei capelli
e parlerò a tutti delle attese, che li fecero crescere
delle trecce che feci, per non disperare
e di come alla fine non gli sciogliesti perchè troppo simili a corde.
Sarò guerriera quando gli dirò dei draghi che arrivavano la notte,
delle lotte continue lungo scale infinite, di torri buie.

Ai mie bambini dirò di farsi ingannare, a volte,
ma di restare vigili contro i piccoli dettagli che il tempo ci lascia sparsi.
Gli descriverò tutti i luoghi in cui continuo ad andare.
Ricordi quella spiaggia di sassi, di pezzi
parti di me tornerebbero lì, dove tornare fa rima con usare.
Questo forse non lo racconterò
ma dirò di un viandante mascherato da cavaliere che in una sola notte scelse,
scelse che l’amore poteva essere solo teatro, sceneggiatura e maschere.
E io ero lì, pubblico.
Scelse me con gli occhi quando si piegò per l’inchino e dopo ancora
quando sfiorò la mia mano nella folla indescrivibile.
Racconterò di come le nostre lingue difettose erano capaci di riscrivere il mondo
una erre moscia basta per cambiare le prospettive, per ridere
per trasformare spiagge e mare.
Diventa solo ed esclusivamente male.
Questo lo racconterò,
per me terrò solo i copioni di queste innumerevoli parti,
terrò i diamanti che meritava la principessa,
le armi della guerriera,
il petto caldo degli applausi che rimbombano nel teatro.
Ti lascio le spiagge,
il mare che non sappiamo pronunciare.



NOTA DELL'AUTORE: Non è un finale da favola. Ma lo vedete anche voi il rosso del sipario.
Si impara presto che più che come trattenere qualcuno dovremmo essere bravi a lasciarlo andare, che sia un caso o una scelta. 
Si impara presto che ci sono occhi che fanno rumore quando ti si poggiano addosso, eppure sono proprio quelli che manco devono essere tuoi.
Senti il rumore di quello che ti spezza.
   
 
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