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Autore: lady lina 77    29/10/2019    2 recensioni
One shot post Season 5.
Ross aveva promesso di tornare dalla missione in Francia in tempo per il raccolto. E soprattutto per dare il benvenuto al suo nuovo bambino o bambina. E mantiene la sua promessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demelza Carne, Ross Poldark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo aveva promesso, essere a casa prima della raccolta del mais. Era stato il suo mantra in quei lunghi mesi in incognito in Francia ed ogni suo pensiero, ogni sua azione aveva il fine di accelerare e concludere il prima possibile la missione di spia e tornare a casa, da lei... E dai suoi bambini che, si rendeva conto, lasciava soli un po' troppo spesso.

Galoppando come un forsennato col sole negli occhi, a ridosso di quelle scogliere che l'avevano visto nascere, crescere e diventare uomo e padre, quelle scogliere che gli erano mancate come l'acqua a un assetato nel deserto, si sentì orgoglioso di se stesso. I campi di grano erano ancora pieni dei loro frutti, al raccolto mancavano forse ancora una decina di giorni e lui era già di ritorno. Non all'ultimo minuto, non correndo il rischio di arrivare troppo tardi. Era in orario, in anticipo, come dovrebbe essere ogni padre assennato che si rispetti! A meno che suo figlio o figlia non avesse scelto di nascere molto prima del previsto giocandogli un brutto tiro, lui ci sarebbe stato al suo primo vagito.

Era partito mesi prima lasciando Demelza, la sua bellissima Demelza che in quella mattina, complice il cielo sereno e la gravidanza che la rendevano ancora più desiderabile ai suoi occhi, gli era parsa ancora più affascinante del solito, dopo mesi caotici e non facili né per lui, che aveva dovuto fingere andando contro al suo cuore e alla sua mente per proteggere chi amava, né per lei che aveva costretto, anche se ce n'erano motivi, a riprovare ancora una volta sulla pelle il sospetto e il dolore di vedere il proprio uomo prendere le distanze. Era stata una farsa e quando Demelza lo aveva capito, fra loro non c'era stato bisogno di chiarimenti o musi lunghi, lei lo conosceva, lo amava pur nei suoi mille difetti e senza troppe parole aveva capito il perché delle sue azioni. E come sempre lo aveva accolto col sorriso, fra le sue braccia, fra quelle braccia che a Ross erano mancate come l'aria. Così come i suoi baci, le sue risate, il suo corpo, al sua vicinanza, le lunghe chiacchierate, la sua voce melodiosa di cui andava fiero, quando cantava per lui...

Cavalcando, vide Nampara in lontananza. Ed era tutto un fermento...

Nell'aia notò Prudie con delle fascine di fieno in mano che ciabattava borbottando rumorosamente e lamentandosi per il mal di schiena e dietro a lei, che la seguivano divertiti, Garrick e i suoi bambini.

Il cuore di Ross accelerò. Santo cielo, quanto erano cresciuti... Jeremy stava pian piano perdendo i tratti del viso più infantili e stava diventando un grazioso ragazzino, col sorriso gentile di sua madre e il suo carattere buono e solare. E Clowance... La sua piccola Clowance, la sua principessina bionda... Aveva i capelli ancora più lunghi che ormai le coprivano tutta la schiena, la sua solita vivacità, la sua voce squillante che sembrava voler dettare legge e il fare allegro e vispo di sempre.

Pian piano si avvicinò col cavallo, non vedeva l'ora di abbracciarli e vederli così sereni e intenti a ridere e giocare era un balsamo per i sensi di colpa che sentiva per quei lunghi mesi d'assenza.

Fu Jeremy a vederlo per primo. “Papà!”.

Prudie e Clowance si voltarono stupite e Garrick, nonostante la sua non verdissima età, gli corse incontro con la velocità di un cucciolo, seguito dai bambini.

Papà, papààà!!!”.

Ross li abbracciò, forte, prendendo in braccio Clowance e scompigliando i capelli di Jeremy. “Santo cielo, siete riusciti a crescere in così poco tempo!”.

Clowance rise, poi lo abbracciò di nuovo. “Sei tornato! Mi sei mancato, papà!”.

Anche a me” - aggiunse Jeremy, abbracciandolo come la sorella.

Ross li strinse a se, felice delle loro parole e grato che fossero come Demelza, sempre pronti a manifestare senza paura i loro sentimenti senza reprimerli come molto spesso, per orgoglio, aveva fatto lui. “Dov'è la mamma?” - chiese Ross, notando che Demelza non era nei dintorni. Una strana ansia lo prese. “Sta bene?”.

Prudie arrivò trafelata. “Signore, bentornato!”.

Ross annuì. “Prudie! Come sta Demelza? Dov'è?”.

La donna sbuffò, guardando i bambini che ridacchiavano. “La signora? In giro! Nemmeno il pancione la riesce a tenere segregata a letto!”.

Tirò un sospiro di sollievo. Quindi stava bene, stava gironzolando come sempre e il bambino non era ancora nato. “Dov'è?”.

In spiaggia, a pescare!” - rispose Jeremy.

Cosa? Incinta, col pancione? Da sola??? PRUDIE!!!”. Santo cielo, era uno scherzo? Lo stava facendo davvero? DI NUOVO??? Il suo primo saluto sarebbe stato una colossale ramanzina, come poteva averlo fatto? Con lui lontano, col rischio di partorire da sola, col rischio di star male, col rischio di... beh, qualsiasi cosa potesse decidere il destino! Santo cielo, la amava, quel suo carattere di fuoco che non le permetteva di star ferma era ciò che più lo irretiva, ma... ma almeno ora che era incinta!!! “Vado a prenderla!” - tuonò.

Che Dio ci aiuti...” - borbottò Prudie.

Tu sei nei guai, dovevi impedirglielo!” - la rimbrottò Ross.

La donna si mise le mani sui fianchi. “Lo sapete bene che quando si mette in testa qualcosa, la signora è irremovibile!”.

Ross non la ascoltò nemmeno. Girò il cavallo e poi si diresse verso la loro spiaggia, meta di ricordi dolci di lunghe passeggiate, di risate, di giochi coi bambini ma anche fatti dolorosi, collocati nel periodo più buio del loro matrimonio.

Quando giunse sulla sommità della collina, lasciò il cavallo e scese a piedi, a grandi falcate, verso la battigia. Si guardò in giro, la spiaggia sembrava deserta e in giro si vedevano solo bianchi gabbiani che sfrecciavano sulle onde.

Si diresse verso la grotta per controllare che lei non fosse lì, ma proprio quando stava per arrivare, dovette bloccarsi a bocca aperta.

Serafica, bellissima coi lunghi capelli rossi al vento e un vestito del medesimo colore che non poteva più nascondere il suo pancione, lei uscì dalla grotta dopo aver riportato la barca, con una cesta di pesce in mano, col viso stanco ma soddisfatto e la carnagione leggermente abbronzata. Santo cielo, sembrava felice, contenta e in forma mentre lui era quasi morto dalla preoccupazione. “DEMELZA!”.

Lei si bloccò presa alla sprovvista, lo guardò a bocca aperta e poi con l'aria della monella appena beccata con le mani nel barattolo di marmellata e poi... e poi fece ciò che ci si sarebbe aspettati dalla donna a volte irrazionale ma assolutamente vera che era sempre stata: lasciò cadere la cesta coi pesci in terra e poi gli corse incontro, incurante del suo sguardo minaccioso e della ramanzina che sapeva che avrebbe preso. “Ross!”.

In un attimo si ritrovò travolto da lei, dal suo abbraccio, dal suo corpo stretto fra le sue braccia, dai suoi lunghi capelli contro il suo viso. Dalle sue labbra...

Fu un bacio lungo, passionale. Che non l'avrebbe salvata dai suoi rimproveri ma che tanto gli faceva bene al cuore dopo tanti mesi di lontananza. “Amore mio...”.

Lui finse di essere arrabbiato anche se non lo era più ed era assolutamente evidente che lei fosse in assoluta forma. “Questa cosa che hai fatto oggi, l'abbiamo già vissuta! E non è detto che se è andata bene allora, poteva andar bene anche a questo giro”.

Lei sorrise, birichina. “Non vorrai sgridare la tua mogliettina incinta dopo mesi di lontananza, solo perché voleva cucinare pesce per cena?”.

Non farmi sentire in colpa! Sei una dannata incosciente! Col mio bambino in grembo, poi...”.

Nostro...” - lo corresse lei.

Ross la guardò. Santo cielo, la amava da impazzire e in quel momento gli sembrava bella come non mai e forse avrebbe potuto perdonarle tutto. Forse... Il punto era che lo confondeva, accidenti a lei! La gravidanza la rendeva così unica, affascinante, sexy... Quelle curve un po' arrotondate, quel pancione che sembrava voler esplodere da un momento all'altro, il suo sorriso...

Le accarezzò il viso in un gesto affettuoso, baciandola ancora. Ne aveva bisogno. “E' la prima volta che torno a casa e non ti trovo più magra di come ti avevo lasciata”.

Ringrazia la nostra piccola...”.

Ross parve sorpreso. “Piccola? Come lo sai?”.

Lo so e basta! Ho raccontato tante cose di te in questi mesi, a Isabella-Rose, è come se lei ti conoscesse già e tu non te ne fossi mai andato”.

Cose belle?”.

Un po' e un pò” - rispose lei, in tono divertito.

Ross le accarezzò il ventre. “Isabella-Rose... Mi sono ripetuto talmente tante volte nella mente questo nome in questi mesi, che forse persino io me lo sentivo che presto avrei avuto la casa invasa da donne. Io e Jeremy dovremo costruirci barricate nelle giornate tempestose, temo...”.

Probabile...” - rispose lei, con fare birichino. Poi lo baciò, senza chiedere nulla, senza domandare come mai fosse tornato in anticipo o cosa avesse fatto in quei mesi dove aveva dovuto accontentarsi solo di scarne lettere per non compromettere il suo ingaggio di spia. Era a casa, a Demelza non importava altro. “Bentornato, amore mio! Aspettavo te per partorire, non ci sarebbe stato alcun rischio oggi! Io e Isabella-Rose abbiamo fatto un patto”.

E Isabella-Rose è ubbidiente?”.

Demelza si accarezzò il pancione. “A quanto pare...”.

Ross la strinse a se, forte, imprimendosi nelle meningi il profumo dei suoi capelli e la bellezza del suo viso. “Mi sei mancata”.

Nonostante le donne francesi?”.

Nonostante le donne francesi...”.

E allora ti meriti un'ottima cena”.

Ross le sorrise, la prese per mano e la attirò a se per baciarla ancora e ancora.

Il pesce e la cesta rimasero a terra, dimenticati. Ma non importava, sarebbe stata una serata perfetta lo stesso, a casa. Finalmente a casa!

  
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