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Autore: hapworth    30/10/2019    1 recensioni
Avevano preso quella piena senza che lui ne avesse il minimo controllo; Lan XiChen era una persona seria e dai principi molto alti, dunque benché avessero cominciato a uscire, non c'era stato davvero qualcosa. Non ancora almeno.
[Lan XiChen/Jiang WanYin] ~ Questa storia partecipa al “Writober” a cura di Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jiang Wanyin/Jiang Cheng, Lan XiChen/Lan Huan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non credevo di riuscire a scrivere una xicheng per questo mese, lo ammetto. In realtà ho approfittato dell'iniziativa per riprendere una cosa già scritta, ma che andava un po' sistemata e quindi... niente, ecco cosa ne è uscito. Mi sono divertita a riusare una situazione di wwx e lwj della novel come espediente, soprattutto per far avvicinare questi due. L'universo è au, sebbene non sia molto delineato e praticamente la situazione - salvo la gente morta - è simile a quella della novel, seppure traslata in un mondo moderno non molto delineato.
Mi sono immaginata come sarebbe stato per lxc e alla fine è uscita sta cosina. E niente, vi lascio alla lettura. >W<

hapworth

Questa fanfiction partecipa al "Writober" indetto da Fanwriter.it!
prompt: au || lista: fic 


Prima mossa

Cosa ci fosse di normale nel cominciare a uscire con il fratello del fidanzato di quello che, a rigor di logica, sarebbe stato suo fratello non era molto chiaro. Quello che Jiang Cheng sapeva era che le cose erano andate in quel modo.
Avevano preso quella piena senza che lui ne avesse il minimo controllo; Lan XiChen era una persona seria e dai principi molto alti, dunque benché avessero cominciato a uscire, non c'era stato davvero qualcosa. Non ancora almeno.
Da una parte era un bene, perché l'erede dei Jiang non aveva alcuna esperienza; dall'altra era frustrante essere testimone della vita di Wei WuXian e non poter avere nulla di paragonabile da poter “esibire” - anche se il discorso non sussisteva, data la natura principalmente sessuale di quegli aneddoti che quell'idiota del fratello spesso raccontava, sebbene non richiesti.
«Mi stai dicendo che Lan Huan non ti ha ancora nemmeno baciato?»
«Ehi, per te è Lan XiChen!» esclamò piccato Jiang Cheng; non osava neppure pensare a lui in quei termini, figurarsi se poteva farlo Wei WuXian! «È il mio quasi cognato, certo che posso!»
«Come se Lan WangJi volesse sobbarcarsi anche questo con tanta facilità.»
Fu il turno di Wei WuXian di guardarlo male. «Solo perché ho una vita sentimentale – e sessuale – più soddisfacente della tua, non hai il diritto di maltrattarmi.»
«Non ti sto maltrattando.» la risata divertita di Wei Ying, se possibile, lo irritò ancora di più, perché sapeva esattamente cosa voleva fare e che il suo era un modo di allontanare il discorso da sé.
«Perché non fai la prima mossa?» propose Wei WuXian, lo sguardo furbo e divertito, un po' malizioso.
«Cos-?»
«Fallo ubriacare!»
«Non dirmi che tu...»
«Ah! No, non sul serio.» ma il rossore sul suo viso raccontava di certo una storia molto diversa.
«Non sei capace a mentire.» lo prese in giro Jiang Cheng, facendo aumentare, se possibile, il rossore sulle gote di Wei WuXian.
«E va bene! Ma solo perché non sapevo gli avrebbe fatto quell'effetto!» del resto, gli allievi della scuola privata Gusu Lan, erano decisamente ligi e raramente si abbandonavano ai piaceri terreni come il bere. Erano un branco di ragazzini educati e raffinati. Sebbene anche anche Lan XiChen fosse stato allievo, era piuttosto chiaro che quei precetti gli erano rimasti anche una volta diventato un uomo adulto.
«Che gli hai fatto?!»
«Non lo saprai mai.»

Proporre di farsi una bevuta assieme, a pensarci, era stata un'idea naturale. Lan XiChen non aveva rifiutato il primo bicchiere. Il problema era che non aveva rifiutato neppure il secondo e, poi, neppure il terzo.
Arrivati al settimo, Jiang Cheng si era reso conto che Lan XiChen era chiaramente poco abituato al bere, ma che arrossiva sul viso solo quando cominciava a essere alticcio. Aveva un delicato color rosato sulla pelle pallida e l'espressione dolce che lo contraddistingueva, era molto più rilassata del solito.
«Ora dovremmo andare...» mormorò Jiang Cheng. Erano nel suo appartamento, dove Jiang Cheng non invitava persone – esclusa la sua famiglia. Avere Lan XiChen lì lo metteva in imbarazzo, ma allo stesso tempo lo rendeva molto felice, anche se non sapeva esprimerlo in modo appropriato.
Il primogenito dei Lan emise un verso strano, una mescolanza tra un sospiro e un assenso.
«Non ancora.» fu tutto ciò che disse, prima che il frusciare dei vestiti, rese noto che si era alzato – con quei suoi dannatissimi movimenti eleganti e naturali. Come diamine faceva a muoversi in quel modo aggraziato?
«Eh?» non capì, soprattutto il suo essersi alzato, almeno finché quello non lo raggiunse da dietro, abbracciandolo e facendogli quasi perdere – invero – l'equilibrio.
«Non mi va ancora, A-Cheng.» quasi avvertì il proprio corpo cedere: Lan XiChen aveva usato un tono basso e, per certi versi, infantile nel parlare. Un tono che non gli aveva mai sentito usare prima malgrado si conoscessero da diverso tempo.
«Lan XiChen...»
«Lan Huan andrà benissimo.» gli concesse; la voce era morbida, mentre gli soffiava direttamente contro l'orecchio. Jiang Cheng inghiottì a vuoto. «Lan Huan, cosa...» ma non riusciva a parlare abbastanza chiaramente, il tono troppo basso e roco. Non era un tono deciso e convinto.
«Non-» stava per dire ancora qualcosa di estremamente stupido, però per fortuna Lan XiChen lo baciò prima che potesse dire altro.
Fu diverso da come se lo era immaginato, più intenso e carico di intenti. Lan XiChen era di certo molto puro e gentile, ma non per quello era ingenuo. Jiang Cheng si ritrovò presto a corto di fiato.
Quando si distaccarono, Jiang Cheng aveva gli occhi umidi e il corpo che tremava leggermente. Il primogenito dei Lan, con gli occhi marroni dal taglio sottile e gentile, sorrideva leggermente e lo teneva a sé, l'espressione soddisfatta di chi, finalmente, era riuscito a ottenere qualcosa di molto importante.
Non seppe mai – o meglio non in tempi brevi – cosa Lan XiChen volesse dirgli chinandosi verso di lui, ma era abbastanza sicuro fosse imbarazzante, così non se la prese quando l'uomo perse i sensi cadendogli tra le braccia.


Fine
   
 
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