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Autore: felinala    31/10/2019    10 recensioni
Il gesto distratto di un ragazzo può trasformarsi in un pericolo per l'ambiente e altre creature e lui lo capirà grazie a un burbero Jin acquatico e a una brutta ma significativa esperienza.
partecipa al contest "siglaa...." indetto da milla04 sul forum di efp
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Preso spunto da: http://testicanzoni.mtv.it/testi-Cristina-D'Avena_22802/testo-I-puffi-sanno-2066765

 

Ma cantata è meglio:  https://www.youtube.com/watch?v=HqvtoGlbVhg 

 

GLI INSEGNAMENTI DELL'ACQUA

 

Il tramonto avvolgeva ogni cosa nel suo alone dorato e abbagliante, rendendo il paesaggio, di per sé già incantevole, quasi fiabesco. 
Il mare a ovest luccicava, quasi fosse composto di diamanti mentre il sole lo sfiorava all'orizzonte preparandosi a dormire; le barche, qualcuna a vela, rientravano lente nei loro movimenti, verso un porto e una casa confortevoli e sicuri, mentre qualche pescatore ritardatario, invece, ancora sostava su uno scoglio, immobile come una statua, gustando l'aria salmastra in attesa del prossimo pesce. L'agglomerato di case del piccolo e pittoresco paesino a est, si arrampicava dolcemente su una collinetta fino a perdersi nel verde e oro tipici della campagna di fine estate; nel mezzo di tutto questo, un sentiero, che si snodava, leggero e sinuoso come un serpente color ocra, portava alla spiaggia di sabbia fine e dorata che il mare si divertiva ad accarezzare. 

Ed è in questo luogo apparentemente idilliaco che ha inizio questa bizzarra avventura. 

 

In un angolo della vasta spiaggia dorata, un ragazzo sostava sulla battigia, lì dove la sabbia è più scura e la schiuma delle onde resta impigliata insieme  alle conchiglie nella densa compattezza del terreno.
Aveva le mani sulle ginocchia e il fiatone: avendo corso per molti chilometri si era fermato un momento a riposare.
“Oh, ecco il paese, ci siamo quasi!” mormorò soddisfatto scorgendo il paesino che era la sua meta. Attendendo di respirare normalmente, si mise dritto, tamponandosi con la maglietta fradicia il volto; si sfilò poi dalle spalle il piccolo zaino che portava e ne estrasse una bottiglia d’acqua , bevendone avidamente tutto il contenuto. Non volendo portarsi appresso l'ingombrante bottiglia, si guardò intorno cercando un posto dove metterla ma non ne trovò; ci rifletté qualche secondo, poi,  con noncuranza, decise di appoggiarla poco distante su una piccola rientranza.

“Tanto passerà sicuro qualcuno che la raccoglierà e poi è solo una piccola bottiglia e qui nemmeno ci abito...” pensò il giovane turista mentre se ne andava con tranquillità, avviandosi  verso il modesto ma grazioso albergo che c’era in paese.

Non si accorse però che qualcuno aveva visto le sue azioni e fissava la sua schiena con un cipiglio di disappunto e le braccia conserte; Voda, il Jin dell’acqua che presiedeva quel tratto di costa, fissò intensamente or la bottiglia che giaceva abbandonata ora la schiena sempre più lontana del giovane, per imprimerselo bene a mente con un unico obiettivo: gliel’avrebbe fatta pagare insegnandogli il rispetto per la natura.

Il giorno successivo, il ragazzo decise di fare una nuotata approfittando di un’altra bellissima giornata di sole.
Mentre, bracciata dopo bracciata, si allontanava dalla stessa spiaggia sabbiosa che il giorno prima aveva inquinato, pensò a quanto era  bello il mare, così limpido e blu che si poteva ammirare anche il fondale, sempre più distante, cosparso di piccole protuberanze e qualche conchiglia; “Quanto si sta bene qui l’acqua è anche di una piacevole temperatura e ci si abitua subito” pensò allegro.

Per qualche altra bracciata il suo viaggio fu spensierato, ma poi una strana forma prese a delinearsi poco sotto la superficie dell’acqua: diventava sempre più grande e definita, fino a che uno strano essere azzurro e di forma umanoide non gli comparve davanti.Spaventato il ragazzo si fermò con gli occhi e la bocca sgranati per lo stupore. Cercò poi di scansarsi all’indietro, avendo visto l’espressione adirata di quell’essere, qualunque cosa fosse, che puntava dritto verso di lui.
“Fermati ragazzino!” Parlò allora la creatura con voce tonante.
“C-chi sei?””osò domandare allora con voce tremante.
“Sono il Jin protettore di questo luogo e mi chiamo Voda, ma non sono comparso di fronte a te per fare convenevoli e nemmeno per farti credere che le entità esistono; tu ieri sera al tramonto hai compiuto un atto irrispettoso nei confronti di ciò che mi è più caro, ovvero  questo luogo che devo proteggere, proteggere da persone come te!”
Il Jin proferì queste parole con sguardo severo mentre l’altro tremava di paura: quella creatura era imponente coi suoi due metri di altezza, il corpo massiccio di un inusuale color blu cobalto e l’espressione arcigna accompagnata da un paio di folti baffoni bianchi.
“E… e che cosa avrei fatto?” si decise a mormorare per spezzare il silenzio teso che si era creato.
Il petto della creatura si gonfiò di ira; puntò un dito contro il ragazzo e, facendo apparire nell’altra mano l’oggetto incriminato, esclamò:
“Tu, nemmeno te ne sei reso conto?! Non sai che danno hai fatto gettando quest’oggetto lì, dove il mare se lo sarebbe portato via?” dicendo questo agitava la bottiglia incriminata davanti al naso del poveretto che impallidì.
“I-io non….” cercò di difendersi lui; ma il Jin, dotato di poca pazienza, aveva già deciso durante la notte che cosa sarebbe successo, quindi lo interruppe e continuò:
“Bene, visto che non sai cosa significa per il mare ricevere il vostro contributo in questo modo, ho deciso che lo proverai su di te….” e schioccando due dita, usò i suoi poteri per tramutarlo in un pesciolino.

Lo sconcerto e la paura del ragazzo furono immensi nel ritrovarsi con un corpo diverso dal suo: al posto delle mani aveva delle piccole pinne rossicce, le gambe erano state sostituite da una pinna… era stato trasformato totalmente in un indifeso pesciolino!
E ora come avrebbe fatto? Come sarebbe tornato nel suo aspetto? 
“Seguimi” disse solo il gigantesco essere senza dargli ulteriori spiegazioni e interrompendo quelle riflessioni dettate dal panico.
Cominciò immediatamente a muoversi poi, sicuro l’altro lo avrebbe imitato, dirigendosi più al largo, in un punto ben preciso.
Sconcertato ma privo di scelte, il giovane fu costretto a seguire il Jin affrettandosi a imparare come muoversi velocemente in quel corpicino appena ottenuto per stare dietro al colosso.

Non dovettero andare troppo lontano: il Jin lo condusse verso un promontorio sporgente che lui aveva già notato in precedenza senza però prestarci attenzione. Ciò che a una prima occhiata non si era accorto però era che, dove la risacca si scontrava con quella roccia, l’acqua era molto più torbida: pezzetti di legno, di plastica, alghe e sporcizia, la rendevano un luogo orribile.
“Vedi che cosa accade quando siete irresponsabili di ciò che vi circonda?” tuonò allora la creatura.
Per l’ira però si mosse troppo velocemente, facendo aumentare la corrente del posto già piuttosto forte spingendo involontariamente il povero pesciolino verso le acque più nere.
Con un urlo di spavento il ragazzo tentò di nuotare in senso contrario per non finire schiacciato contro uno degli oggetti più grandi o, peggio, contro una roccia, ma, un po’ perchè non si era ancora abituato a quel corpo da pesciolino, un po’ perchè lo stesso era troppo debole per contrastare la forza dell’acqua, finì per scontrarsi con una sedia di plastica che sostava, incagliata, li sul fondo.
Stordito dal colpo gli ci volle un attimo prima di accorgersi di un altra brutta sorpresa: un pezzo di plastica più fino e lungo lo aveva acchiappato, avvolgendo le sue membra in maniera sempre più stretta mentre fluttuava nella corrente  e impedendogli movimenti e respiro.
Cercò di urlare, chiese disperatamente aiuto alla creatura che lo aveva condotto fin lì e poi,  in preda al panico, cominciò a dibattersi per sfuggire a quella trappola mortale quel poveretto; temette perfino che quello fosse il suo ultimo respiro quando la mano gigante del Jin riuscì  finalmente a prenderlo e a toglierlo da quella morsa e allontanarsi.

  
Solo quando furono tornati al punto di partenza, il Jin lo lasciò andare e gli restituì il suo aspetto umano.
“Mi dispiace, non avevo in programma di farti rischiare la vita, giovanotto, di solito, anzi, noi Jin se possiamo aiutiamo affinché non ci siano morti in mare; volevo però mostrarti cosa può fare un gesto come il tuo a delle creature indifese come i miei amici pesci e quante persone in realtà, pensando di essere i soli o di non far danno, gettano le cose finendo per fare molto più danno di quel che pensano” affermò mesto il gigante.
“Ca-capisco….” fu tutto quello che riuscì a dire il giovane, ancora sotto shock per l’esperienza.
“Bene, lo spero davvero che tu abbia capito!” sbraitò l’essere blu, per poi aggiungere più pacato: “lo spero proprio…. Auguri ragazzo, passa una buona vita, ma, per favore, non abbandonare mai più  i rifiuti in quel modo” e, detto ciò cominciò a dissolversi, tornando acqua.
“L-lo prometto, grazie, Voda!” esclamò il ragazzo che aveva davvero capito il suo sbaglio.
Prima che svanisse del tutto, sul volto del Jin, che aveva compreso i sentimenti del giovane, comparve un sorriso.

 

FINE

 

NA: mi scocciava non postare proprio niente anche se davvero sono in un periodo orribile…. Abbiate pietà, era una vita che non scrivevo!

Ringrazio la giudice e i miei adorabili sfidanti al contest  - veri mostri complimentoni cari miei -

Alla prossima, spero prima e non tra un'eternità….

NALA

 

  

 

 
  
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