Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |      
Autore: Vanya Imyarek    31/10/2019    8 recensioni
Dopo la sparatoria nella sua scuola, per Leo Graham nulla è più stato lo stesso. Ha preso coscienza dell'inadeguatezza delle leggi, dell'esclusivo interesse personale di chi le emana, e dei giri di soldi che ci sono dietro.
Con due compagni di classe ha fondato un movimento per ribellarsi a tutto questo, un movimento che ha portato migliaia di giovani in piazza e ha finalmente scosso le coscienze.
Fino a che i suoi nemici non hanno messo in campo una donna che sembra in grado di conquistare la fiducia di tutti con solo poche parole scelte. È normale, questa cosa?
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie 'The Clockwork Society's Files'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Radice quadrata del risultato di 3600 alla seconda moltiplicato per x alla seconda, il tutto moltiplicato per il coseno di macheccazzoneso … la suoneria di messaggio WhatsApp in arrivo fece sussultare Leo Graham, distraendolo dalla sua battaglia perdente contro i compiti arretrati di algebra.

 Il ragazzo annaspò per un istante, poi si affrettò a controllare: da quando avevano iniziato ThisShouldn’tBe non poteva più permettersi di rimandare i messaggi con gli amici a dopo che lo studio era finito, da bravo ragazzo, ora ogni messaggio poteva essere l’allarme di una crisi imminente. E infatti.

 Raniya: ragazzi accendete sul PBS, stanno ancora intervistando quella troia.

 Leo dimenticò completamente i compiti e accese subito la televisione della sua stanza, sintonizzandola sul canale raccomandato: ecco lì lo studio di un famoso talk show, faretti puntati sull’intervistatrice e su ‘quella troia’, conosciuta al mondo come Pandora Yudkowsky. Erano comodamente sedute su poltroncine rosse, e sembrava che l’intervista fosse già a buon punto. Merda, avrebbe dovuto cercare su internet dopo, per recuperare il pezzo che si era perso.

“Ora non fraintendetemi” stava dicendo la Yudkowsky. “Io ho profonda stima per questi ragazzi. Non stanno fingendo per attirare l’attenzione o cercare una scusa per non studiare: sono veramente convinti di quello che dicono. Sarei ben felice di poter avere un confronto diretto con loro, di modo da poter mettere alla prova le rispettive convinzioni. Il loro problema è che sono, appunto, troppo giovani. Non hanno una visione completa e organica della situazione. Sono sempre vissuti in ambienti sicuri e protetti, senza doversi dare preoccupazioni per la propria sicurezza …”

 “Finchè qualcuno non ha fatto irruzione nella loro scuola con un AK-47?” interruppe l’intervistatrice. Leo ebbe un moto di simpatia per quella donna, che si spense non appena la Yudkowsky riprese a parlare.

 “Appunto fino a quel momento. È stata la prima volta in vita loro in cui si sono dovuti scontrare con un pericolo reale e imminente, e ne sono rimasti sconvolti” una ventina di loro erano rimasti morti, bastarda “In questo contesto, è assolutamente comprensibile che abbiano voluto fare qualcosa in reazione a quella paura, qualcosa che li facesse sentire potenti, e in modo abbastanza scontato sono saltati sul vagone del proibizionismo delle armi da fuoco. Per questo dico che il loro comportamento è comprensibile; non dico che sia giusto. Questi ragazzi non hanno davvero idea dei rischi che il divieto delle armi da fuoco imporrebbero alla nostra società. C’è un motivo per cui sono ammessi nel Secondo Emendamento della nostra Costituzione: affinché ciascuno abbia il diritto alla difesa. affinché nessuno resti nella necessità nel caso gli sia impossibile chiamare le autorità, affinché nessuno sia discriminato nel suo diritto di proteggersi da un aggressore. La difesa del cittadino non può essere assegnata interamente allo Stato: i rischi dello sviluppo di un totalitarismo sono troppi. Questi volenterosi ragazzi non hanno la minima idea delle radici fasciste e razziste del movimento che supportano, e gli adulti che ne sono responsabili se ne stanno approfittando. Ho già reso chiari i motivi per cui ogni cittadino deve aver diritto  a un’arma da fuoco: voglio concludere dicendo che non ho assolutamente nulla contro un gruppo di liceali, semmai mi rattrista vedere i responsabili di questi movimenti estremisti approfittarsi della loro buona fede”

 “Quindi, desidererebbe solo un confronto civile con questi ragazzi?”

 “Precisamente”

 “Mi pare un obiettivo ammirevole, signorina Yudkowsky. La ringraziamo per la sua partecipazione stasera …” più niente di interessante.

 

 Leo sospirò e spense la televisione, passandosi le dita sulla spalla, sentendo il leggero rigonfiamento delle cicatrici della chirurgia, da quando gli avevano estratto il proiettile qualche mese prima.

 Un obiettivo ammirevole, era questo il problema! Seriamente, stava iniziando a temere che il successo iniziale di ThisShouldn’tBe fosse dovuto in buona parte al fatto che i loro primi oppositori erano stati dei completi imbecilli.

All’inizio i politici e i rappresentanti del NRA avevano cercato di non dare troppo peso all’accaduto, ai feriti e ai morti ammazzati, rendendola una notizia da poca diffusione, una o due menzioni sparse nei notiziari; fortunatamente quei vecchi bacucchi non avevano capito che ormai la vera informazione circolava sui social. Le foto e i video che Alex e Joyce erano riusciti a fare durante e immediatamente dopo l’attacco erano diventate virali; e così le loro proteste e le loro marce pacifiche, quando avevano iniziato ad avere numeri abbastanza importanti da poterle fare.

 A quel punto i politici non avevano potuto fare altro che reagire, ma l’avevano fatto in un modo tale che Leo aveva sospettato diverse volte che in realtà fossero dalla loro parte e volessero segretamente dare loro ancora più credito.

 Una buona parte di loro aveva nicchiato, dichiarando di essere sia a favore del Secondo Emendamento sia a favore del diritto di andare a scuola in sicurezza; nei fatti non voleva dire niente, Leo e i suoi l’avevano fatto notare, e l’opinione pubblica era stata d’accordo con loro.

 Altri li avevano accusati di essere una manica di esibizionisti, ragazzini che non capivano niente e usavano le proteste come scusa per saltare la scuola, perché le nuove generazioni erano pigre e non avevano voglia di studiare; le foto dei ragazzi morti e feriti fornivano di solito una buona risposta a questi soggetti.

 Altri li avevano presi di mira ancor più personalmente: Tom era grasso, ahah, che ridicolo il ragazzo ciccione, pensasse a dimagrire invece che a fare le proteste; Albert aveva l’aria da teppista, cosa stava a protestare contro le pistole uno che vestiva borchiato; Raniya era di origini afghane, musulmana, portava il velo, era sicuramente una terrorista; il 90%  delle ragazze del movimento era apparentemente bruttissimo e dunque non aveva il diritto di parola. Per fortuna, questi soggetti si commentavano più o meno da soli agli occhi di chiunque avesse un minimo di cervello.

 Il migliore di tutti era stato un senatore, che aveva detto loro di fare qualche corso di RCP invece di marciare con i cartelloni. Era stato prontamente preso a pernacchie dai medici di tutta America, che avevano fatto notare che la RCP, rianimazione cardiopolmonare, era completamente inutile in caso di ferita da proiettile con relativa emorragia e trauma; oltre naturalmente a chi si chiedeva che razza di disposizione fosse istruire i ragazzi a fare interventi medici invece di accertarsi che si trovassero in ambienti sicuri.

 Con un’opposizione di questo genere, i ragazzi di ThisShouldn’tBe avevano raccolto sempre più consensi, sempre più popolarità; sembrava addirittura che fosse in vista una modifica alle leggi dello Stato da cui avevano fatto partire il movimento, per maggiori controlli sui fucili d’assalto, il tutto a opera loro e del loro impegno … e poi era arrivata la Yudkowsky.

Pandora Yudkowsky era stata tutt’altra storia rispetto a senatori collusi con l’NRA che nicchiavano tra due interessi diversi: era direttamente una figura di spicco di quell’associazione, chiaramente esperta sia di leggi che di comunicazione, con interessi dichiarati ma apparentemente più equa e aperta al dialogo di coloro che l’avevano preceduta nel trattare con ThisShouldn’tBe, e con una sicurezza di sé e un’aria di calma autorità che la rendevano ‘qualcuno da ascoltare’ per i ragazzi stessi del movimento. Anche se non ascoltare certo con piacere, dati gli effetti che le dichiarazioni e le rassicurazioni su come le armi da fuoco non fossero il vero problema dell’America stavano avendo sulla loro popolarità e approvazione.

 Loro sapevano che le cose stavano ben diversamente, ne avevano avute le prove sui propri corpi e su quelli dei loro amici e compagni; ma sembrava che la loro rabbia, il loro dolore per quelli che avevano perso, si scontrasse contro il muro di calma e pacatezza opposto dalla Yudkowsky.

 Anzi, diventava il loro stesso problema: la tattica di quella donna era presentarli come ragazzini inesperti e agitati, che si erano imbarcati in qualcosa di più grande di loro senza saperne le conseguenze, mentre lei era l’adulta responsabile che capiva la loro paura ma doveva pur mettere un freno. Ma vaffanculo, non era lei quella che aveva visto persone che conosceva trivellati di colpi, non si era ritrovata la canna di un fucile puntata in faccia, non era saltata addosso a un bastardo cercando di strappargli l’arma di mano, non era lei quella che si era salvata per un mezzo miracolo! Se solo gli adulti avessero capito. Inesperti? Ce ne fosse stato uno, di quegli adulti che li guardavano dall’alto al basso, che si fosse mai ritrovato in una sparatoria!

Leo si rese conto che era da un po’ che il cellulare risuonava di messaggi di WhatsApp; ovviamente gli altri dovevano essersi già lanciati al contrattacco mentre lui stava perso nelle sue elucubrazioni, davvero doveva sbrigarsi a recuperare il filo del discorso.

 I primi messaggi erano una scarica di insulti, sullo stile del messaggio di Raniya che aveva aperto quella particolare sessione di discussioni, poi per fortuna erano passati a idee più serie.

 Anne: okay ragazzi ma a parte gli scleri, perché non lo facciamo davvero un confronto con questa qui?

 Tom: alla tele intendi?

 Anne: sì, sarebbe il modo migliore per avere più visibilità.

 George: questo assumendo che ci lascino andare in tv. Secondo me non gli conviene.

 Kim: vero, vi ricordate che i primi tempi manco parlavano della sparatoria al telegiornale?

 Joyce: e poi non sappiamo bene a chi rivolgerci. Che fai, vai alle emittenti e chiedi di essere intervistato?

 Alex: comunque sto controllando, ma continuo a trovare consigli su come fare bella figura a un intervista, non come ottenerne una.

 Hm, le idee erano interessanti qui. Certo, neanche Leo sapeva bene come andare a chiedere un’intervista televisiva, era il rovescio della medaglia dell’avere puntato tutto sui social … ma ecco, un’idea migliore.

 Leo: ragazzi ce l’ho il modo per procedere. Lo chiediamo alla Yudkowsky stessa.

 Raniya: ci tirerà il bidone di sicuro.

 Raniya: o aspetta, è questo il piano? Se rifiuta il confronto con noi, mostriamo gli screenshot della conversazione e la sputtaniamo come un’ipocrita?

 Leo: ;)

 Alex: Leo sei un magnifico bastardo!

 George: scusate, ma mi sa che se accetta, ne approfitta per farci sembrare come dei ragazzini, che hanno bisogno di chiedere all’opposizione come si fa per il confronto in Tv.

 Leo: e noi non proponiamolo per forza in Tv. Facciamo un confronto in live su Youtube, questo sarebbe molto più facile per noi, quindi probabilmente sarà lei stessa a chiedere di spostarci in Tv.

 Raniya: bene. Ti occupi tu di mandare la richiesta e poi ci aggiorni?

 Leo: stanne sicura.

Il ragazzo mantenne fede alle sue parole: trovare i contatti della Yudkowsky fu piuttosto facile, trattandosi di un personaggio pubblico; più difficile fu scrivere la richiesta, prestando la massima attenzione a usare un linguaggio che non fosse percepito né troppo aggressivo né troppo servizievole, per evitare critiche nel caso gli screenshot dovessero essere diffusi. Certo, se avessero voluto criticarlo si sarebbero aggrappati a qualsiasi stronzata, aveva passato abbastanza tempo come uno dei fondatori di un movimento di protesta per rendersene conto, ma meglio non dare troppa benzina al fuoco.

 Date le premesse, Leo non si aspettava di ricevere una risposta del tutto, figurarsi riceverla dopo appena qualche minuto dall’invio della mail; e invece fu proprio quello che accadde. La risposta era scritta in un linguaggio simile al suo, non sgarbato ma neppure con troppi salamecchi, e accettava l’invito del ragazzo, ma suggerendo, come previsto, di spostare il confronto a un ambito televisivo, e offrendosi di contattare gli studi necessari. Era firmata dalla Yudkowsky stessa, e anche se Leo non era sicuro che una persona del genere sarebbe stata disposta a leggere e rispondere così in fretta alla lettera di un liceale, aveva la sensazione che sì, l’avesse scritta proprio lei.

 Be’, non era quello l’importante, non avrebbero comunque avuto prove del contrario. Comunicò rapidamente il tutto ai suoi amici, e poi andò a cercare quei siti che aveva menzionato Alex, su come fare bella figura in un’intervista.

 

Ma quanto accidenti faceva caldo lì dentro?

 Leo non sapeva se fosse dovuto a quei terrificanti faretti – come facevano gli altri presenti anche solo a respirare sotto quei cosi? - o al modo in cui si era bardato – copiando il più possibile l’abbigliamento dei uomini che si vedevano in quelle trasmissioni, con camicia, giacca e pantaloni più eleganti che aveva, e una cravatta prestatagli da suo padre – o all’agitazione che cercava disperatamente di tenere a bada.

 Dannazione, da lì a pochi minuti sarebbe stato in diretta nazionale, rappresentante del suo movimento, dei valori che voleva promuovere e di tutti coloro che ne facevano parte, non poteva essere una delusione!

 Osservò la Yudkowsky, seduta perfettamente composta sulla sua poltroncina, l’immagine stessa della calma e della disinvoltura. Ma come accidenti faceva? Dannazione, davanti a lei avrebbe fatto la figura del pivello, un ragazzino impacciato travestito da adulto, paonazzo e con le macchie di sudore sotto la giacca!

 No, doveva calmarsi. Lui non era un pivello, estraneo a qualsiasi discorso pubblico. Lui era quello che guidava i cortei, che urlava i loro slogan da un megafono, quello che saltava sui palchi per esporre i loro obiettivi fondamentali, quello che aveva pubblicamente respinto gli inutili ‘pensieri e preghiere’ del Presidente per i morti della loro scuola. Doveva solo fare finta che quella non fosse una situazione nuova, che quello fosse un altro discorso da un palco montato in una piazza. Aveva anche la facilitazione di non dover vedere lo sguardo della massa di persone puntato su di lui!

 Ecco, ora si sentiva meglio, doveva solo restare in questo stato d’animo … e sperare che non ci fossero davvero macchie sotto le ascelle.

 La conduttrice tornò da loro, in qualche modo riuscendo a camminare in fretta su tacchi altissimi, e fece loro il segnale: stava per iniziare il dibattito. Okay. Andava tutto bene, era su un palco nel bel mezzo di una protesta, aveva già fatto queste cose prima di allora!

 “Buonasera, America!” trillò la donna. “E benvenuti al Public Matters Show. Questa sera abbiamo con noi la dottoressa Pandora Yudkowsky, rappresentante della National Rifle Association, e mister Leo Graham, studente della Derrick Florian High School e co-fondatore del movimento ThisShouldn’tBe, movimento giovanile a favore di maggiori restrizioni sull’uso delle armi. Dottoressa Yudkowsky, cosa si propone di ottenere da questo dibattito?”

 Leo trattenne una smorfia. Eccolo lì, un lato negativo che non avevano considerato: essendo stata lei a contattare il programma televisivo, la Yudkowsky aveva avuto la piena libertà di avanzare suggerimenti e richieste … tipo essere la prima a parlare, ne era sicuro.

 “Anzitutto, vorrei ringraziare il signor Graham per aver risposto alla mia richiesta di un confronto” esordì la donna con un sorriso sicuro “Questo genere di dibattito è imprescindibile per arrivare a procedimenti di qualsiasi genere in ambito politico, quindi posso essere solo felice se il movimento ThisShouldn’tBe è riuscito a passare dalle manifestazioni in strada alla diffusione in rete nazionale” ma vaffanculo, che stava cercando di fare, farli passare come inesperti che si erano solo di recente decisi a fare sul serio? Leo ordinò a sé stesso di calmarsi, e sperò che il suo fastidio non gli si fosse letto in faccia, non lo avrebbe certo dipinto in una buona luce.

 “Un successo impressionante per un movimento fondato da così poco tempo” concordò l’intervistatrice. “Tuttavia, lei non è d’accordo con i suoi valori. Dottoressa, a lei la parola” ecco, ti pareva che facevano parlare per prima lei.

 “Grazie mille. I punti fondamentali del mio discorso sono che il controllo sulle armi è sia inutile che dannoso. Inutile, in quanto è statisticamente dimostrato che le nazioni che adottano una linea rigida su questo argomento hanno un tasso di omicidi dovuti ad arma da fuoco pari a quella degli Stati Uniti; mi viene in mente in particolare l’esempio del Messico, che ha controlli molto più rigidi rispetto al nostro Paese, eppure ha un tasso di omicidi anche più elevato …” la donna fissò Leo.

 Il ragazzo aveva letto qualcosa a proposito dei cambi di turno durante un dibattito, ma nell’agitazione se ne era completamente dimenticato, e si era ritrovato a fare la prima cosa che gli veniva in mente per chiedere la parola: alzare la mano come se fosse in classe. Fosse o meno il metodo corretto, funzionò, e la Yudkowsky gli concesse di intervenire, con un’espressione assolutamente interessata a quello che stava per dire.

 “Le statistiche in realtà riferiscono che la metà degli omicidi causati da arma da fuoco sono concentrate in soli sei Paesi, e tra questi sono compresi gli Stati Uniti. Gli altri sono il Messico, il Brasile, il Guatemala e il Venezuela, tutti Paesi con gravi situazioni politiche. Non mi sembrano esattamente i termini di paragone migliori da fare”

 “Paesi che, eppure, hanno il controllo sulle pistole” ribadì la Yudkowsky.

 Ma che? Non aveva neanche replicato davvero alla sua obiezione! Magari la cosa sarebbe andata contro di lei, la gente avrebbe notato l’incapacità di difendersi!

 “Proseguendo, il controllo sulle armi è dannoso oltre che inutile, in quanto metterebbe a rischio i cittadini rispettosi delle leggi: a loro sarebbe negata una possibilità autonoma di difesa, mentre i criminali potrebbero benissimo continuare a procurarsi le loro armi illegalmente”

 “E in che modo, se il possesso delle armi fosse regolamentato per tutti?” replicò Leo.

 “Esistono un’infinità di modi, anche se data la tua età e condizione sociale è probabile che tu non ne abbia mai sentito parlare. Contrabbando internazionale, furto, acquisizioni illegali sul deep web … la lista è lunga”

 “Allora sarebbe necessario fare più controlli a tutti i livelli” riuscì a rispondere Leo, sperando che si notasse che ne sapeva pochissimo della questione del contrabbando e il deep web non l’aveva proprio mai sentito nominare.

 “Naturalmente, ma non mi risulta che sia tra la proposte del tuo movimento” rispose tranquillissima la Yudkowsky. “Inoltre, se anche imponessimo un bando totale sulle armi da fuoco, e riuscissimo a costringere anche i criminali ad aderirvi, questi non dovrebbero fare altro che cercare armi alternative”

 Quell’argomentazione, pensò Leo con un moto in egual misura di stizza e trionfo, quell’argomentazione che aveva già sentito infinite volte e che faceva acqua da tutte le parti, almeno su questo sarebbe stato facilissimo rimontare!

 “Armi alterative alle pistole, d’accordo. Ora, scusi, lei ha mai davvero visto i danni di una pistola? Quando c’è stata la sparatoria, io ho visto uno di quei ragazzi stare quasi completamente fermo e ammazzare tre persone che stavano cercando di attaccarlo, senza che queste riuscissero ad avvicinarsi di mezzo metro. Io ho dovuto stare nascosto per avvicinarmi e aspettare che qualcun altro lo tenesse completamene distratto per saltagli addosso a strappargli via il fucile. Le uniche cose più pericolose delle pistole sono le bombe artigianali, e un sacco degli ingredienti per realizzarle sono strettamente monitorati. Allora perché non monitorare anche le pistole? E se vogliono diventare creativi, che ci provino a fare gli stessi danni”

 “Tu sei stato molto coraggioso a compiere il tuo gesto, nessuno lo mette in dubbio” gli rispose la Yudkowsky con un odioso tono condiscendente, come se stesse tenendo buono un bambino petulante. “Ma se si vuole creare una legge, bisogna guardare al quadro complessivo, non alla singola situazione” eh? Stava evitando di nuovo la discussione! Era un punto per lui? “Se guardiamo alle comunità più emarginate della nostra nazione, possiamo renderci facilmente conto dell’ulteriore forma di discriminazione che il gun control opererebbe sulla qualità della loro vita. La maggior parte dei controlli proposti dai sostenitori del gun control vanno a colpire gli strati più poveri ed emarginati, con maggiori difficoltà economiche e sociali che si ripercuotono sulla loro salute fisica e mentale; per non parlare del fatto che un uomo di colore con una pistola in mano è visto come intrinsecamente più pericoloso di un bianco nella stessa situazione. Tu sei ben consapevole, suppongo, che il Ku Klux Klan ha avuto origine come un movimento per il controllo delle armi da fuoco?”

 “Ma noi vogliamo controlli più rigidi per tutti, cosa c’entra il Ku Klux Klan!” protestò un Leo che sentiva di non starci capendo più niente.

 “Ora, nessuno ti sta accusando di nulla, non c’è bisogno di agitarsi e diventare aggressivi. Nessuno vi ha accusati di fare discriminazioni, del resto siamo tutti ben consapevoli che ci siano persone non americane tra i fondatori del movimento” ovvero la sola Raniya, che era comunque nata e cresciuta in America. “Ma non sarete voi a scrivere le leggi, e chi se ne occuperà potrebbe avere non a cuore i vostri interessi tanto quanto dichiara. Del resto, ciò è evidente da come oppongano le armi in quanto strumenti di difesa personale che, a modo loro, sono una fonte assoluta di eguaglianza …”

 “Ma nessuno ha messo in discussione il diritto alla difesa!” protestò Leo. “Ma è possibile difendersi anche senza usare pistole. Nemmeno lo stesso Secondo Emendamento è un ‘liberi tutti’, sono comunque richieste delle regolazioni!”

 “E dimmi, è altrettanto facile difendersi da qualcuno che ha una pistola quando tu nei sei privo? Sei tu quello che ha esperienza in questo” rispose Pandora con un sorriso.

 Merda! Altro che glissare sulle sue parole, se le era segnate e gliele aveva rivolte contro al momento peggiore! Accidenti a lui, era finito dritto in una cazzo di trappola, perché non rifletteva bene sulle cose che diceva? Eppure si era preparato per quel confronto!

 “Un’arma da fuoco, come stavo dicendo, è assolutamente egualitaria” proseguiva lei. “Conferisce a una donna minuta, o a un disabile, la stessa capacità di azione di un uomo robusto. La pistola è un diritto fondamentale alla sicurezza per i cittadini, e per questo l’NRA, la più antica associazione per i diritti civili in America, critica gli Stati che impongono limiti di età per le armi, negando il diritto alla difesa ai più giovani. E ciò in quanto l’eccessivo potere conferito allo Stato conduce naturalmente a derive dittatoriali: se i cittadini non possono difendersi, questo compito spetta interamente alle forze di polizia, conferendole fin troppo potere di interferenza nella vita e nella sicurezza dei cittadini”

 “Ma non funziona così” protestò Leo. “Ci sono un sacco di altri stati democratici che impongono stretti controlli sulle armi da fuoco. Sono le persone a evitare le dittature, non le pistole!”

 “Dici bene: la responsabilità è delle persone, non delle armi” la Yudkowsky annuì con approvazione. “Ed è per questo che l’NRA non resterà con le mani in mano. Nei mesi a venire, saranno organizzati corsi e seminari per responsabilizzare le persone all’uso delle pistole, e istruire tutti alla massima cautela nel loro uso: se qualcuno ha pensato che alla nostra associazione non interessi la protezione dei cittadini, in particolare quelli più giovani, significa che non siamo riusciti a trasmettere adeguatamente il nostro interesse alla difesa dei diritti civili, ed è nostra priorità rimediare immediatamente. Signor Graham, sono felice di aver trovato un punto di incontro con te!”

 E Leo rimase lì, mentre il pubblico applaudiva e l’intervistatrice annunciava che era finito il tempo per il dibattito e i partecipanti erano sentitamente ringraziati, a chiedersi che accidenti fosse successo e come si fosse arrivati a quel punto.

 

 “Sei stato bravo”

 Dopo la conversazione assurda che aveva appena avuto, l’essersi ritrovato con le sue parole ignorate o usate contro di lui con la massima disinvoltura, e la consapevolezza di aver appena fatto fare al suo gruppo una pessima figura davanti alla televisione nazionale, una chiacchierata diretta, a telecamere spente, con Pandora Yudkowsky era l’ultima cosa che si aspettava, o desiderava.

 E invece era stata proprio la donna stessa ad avvicinarlo, all’uscita dagli studi, assolutamente disinvolta e senza alcun accompagnatore per riprendere eventuali dichiarazioni.

 “Se non fossi stato costantemente travisato, magari sarei riuscito a esserlo di più” replicò, sforzandosi di mantenere un tono calmo e pacato nel caso qualcuno fosse stato appostato in giro con una telecamera nascosta.

 “E’ una tecnica utilizzata nel cento per cento dei dibattiti televisivi e politici, e in una percentuale non calcolabile ma sicuramente molto alta delle comuni discussioni domestiche” rispose la Yudkowsky in tono quasi di scuse. “Tu sei ancora inesperto, e bada che lo sto dicendo come dato di fatto, non come insulto: oggi è stato il tuo primo dibattito. Con tutta la preparazione di questo mondo, non avresti saputo dirigerne l’andamento, o sperare in una vittoria schiacciante”

 “E lei sente il bisogno di venirmelo a dire perché …?”

 “Perché per un esordiente, hai dimostrato comunque una certa presenza di spirito e una selezione di buone argomentazioni. Lo stesso non si può dire neppure di politici maturi, in certi casi”

 “Buone argomentazioni? Ma allora perché non le ha discusse, invece di usarle contro di me? Non ha pensato a una replica?”

 La Yudkowsky scrollò leggermente le spalle, come se quello che pensava lei fosse ininfluente. “Appunto perché l’opposizione dà buone argomentazioni, non devi elaborarle. Non vuoi che anche il pubblico si accorga che sono punti validi, no?”

 “Ma che ragionamento è?” protestò Leo. “Questa non è la base di un confronto tra due persone, questa è solo manipolazione!”

 “Immaginavo che avresti risposto così” Leo ebbe quasi la sensazione che la Yudkowsky approvasse. “Sei un ragazzo intelligente ed eloquente, del resto. Tu sei al tuo ultimo anno di liceo, giusto?”

 Leo confermò.

 “Ti consiglio di prendere corsi in scienze della comunicazione al college, che suppongo farai dati i tuoi talenti e i tuoi interessi. L’American University School of Communications offre un programma molto interessante e completo, te la consiglio caldamente … è la stessa che ho fatto io. Tra l’altro, si occupa di mediare tra il neolaureato e le aziende in cerca di impiegati per i primi contratti lavorativi, e offre sbocchi davvero interessanti, come per me è stata la Works & Days Robotics and Technology”

 “La cosa?” balbettò Leo, cercando di capire dove volesse andare a parare quel discorso.

 “E’ l’ambiente dove ho ricevuto la mia formazione professionale, prima di passare all’NRA. Le due associazioni hanno collegamenti molto stretti … dubito seriamente che tu vorrai mai lavorare per l’NRA, ma la Work & Days potrebbe essere un buon ambiente per te, se sei interessato al progresso. Lavorare nell’ambito dello sviluppo tecnologico … è come essere la voce per il mondo”

 “…eh?” Leo non aveva la minima idea di come la donna fosse partita su quella tangente, e su cosa stesse cercando effettivamente di dirgli.

 “Oh, non farci caso” replicò lei, vedendo la sua confusione. “Temo di essermi persa nei ricordi. E dire che non sono così vecchia! Bene, Leo Graham, spero di non averti confuso troppo e dato qualche buon consiglio per come procedere per assicurarti un futuro. E’ stato un piacere avere questo confronto con te, e spero che tu abbia abbastanza successo da poter sostenere altre interviste. Buona serata”

 Leo bofonchiò un saluto mentre la Yudkowsky si allontanava, sempre con la forte sensazione di non averci capito un accidente. Be’, di qualunque cosa avesse appena blaterato, non importava.

Quello che importava era che lui, Leo, avesse appena combinato un immenso casino. Seduto sul treno che lo riportava a casa, sentiva il suo cellulare vibrare costantemente per l’ondata di messaggi su WhatsApp che stava ricevendo dai suoi compagni. Non aveva il coraggio di controllare e leggerli.

 Poteva ben immaginare il loro contenuto: le loro accuse, la loro rabbia per aver affidato il loro movimento alla rappresentanza di un simile imbecille, la loro umiliazione. Forse qualcuno di loro avrebbe addirittura perso la fede in ThisShouldn’tBe al punto di lasciarlo, ritenendolo una causa persa. E avrebbero anche avuto ragione, lui era stato una vera delusione … non poteva parlare con loro, ora come ora non ne era in grado, non ne era degno si poteva dire … e ti pareva che Raniya e Alex non avrebbero provato a telefonargli. Dovette respingere le chiamate: gli dispiaceva far perdere loro tempo, ma ora come ora non gli sarebbe stato possibile rivolgere loro la parola.

Raniya e Alex … i due che erano stati con lui fin dall’inizio, con i quali era nata l’idea stessa di ThisShouldn’tBe. Non erano suoi amici, con Alex era in buoni rapporti ma non poteva dire di conoscerlo veramente, mentre Raniya sembrava avere da diversi anni una certa antipatia nei suoi confronti, chissà perché; eppure erano stati i primissimi a visitarlo all’ospedale dopo che si era beccato il proiettile, prima ancora dei suoi migliori amici. Un segno di stima per il suo comportamento durante la sparatoria.

 Il discorso era inevitabilmente caduto su quello che era appena successo a scuola, quali potessero essere state le cause scatenanti, cosa si sarebbe potuto fare per impedirlo … e lì era stata tratta la conclusione: se quei quattro imbecilli non avessero mai avuto la possibilità di acquistare un’arma, se ci fossero stati dei controlli degni di questo nome su strumenti pensati per uccidere, quei venti ragazzi sarebbero stati ancora vivi.

 Avevano discusso di come i media stessero ignorando la faccenda, ovviamente visto che era scomoda alle lobby delle armi, li avevano insultati in tutte le lingue del mondo, e lì era nata l’idea: essere loro stessi il cambiamento che volevano vedere, e creare un movimento che portasse a quei controlli che avrebbero voluto, quei controlli che avrebbero salvato la vita ai loro compagni di scuola.

 Erano rimasti su tutta la notte a fare piani: Alex e Raniya avevano adottato la molto matura soluzione di nascondersi dietro al letto ogni volta che sentivano i passi di un’infermiera nel corridoio. Al mattino il personale medico dell’ospedale non riusciva a capacitarsi di come lui fosse così esausto.

Ma il risultato era stato l’hashtag ThisShouldn’tBe: rilasciato assieme a video che Alex era riuscito a fare di nascosto durante la sparatoria, in cui si vedevano senza censure i cadaveri dei liceali e le ferite insanguinate, le loro urla di terrore, i pianti, i tentativi di scappare; avevano fatto il giro del web, i loro amici si erano immediatamente associati alla loro causa, ragazzi prima della loro scuola e poi di tutto lo Stato avevano aderito al movimento, e poi avevano iniziato a ricevere iscrizioni da gente di altri Stati, il tutto mentre i mass media, nell’impossibilità di ignorarli, cercava di spalare loro fango addosso, con il risultato che la loro immagine ne usciva ancora meglio, ed erano arrivati al punto di poter cambiare le leggi … e Leo aveva appena mandato in vacca tutto questo.

 Una parte molto ottimista di lui cercava di dirgli che non era così, che non avrebbe perso il sostegno di migliaia di persone per una singola intervista in cui si era lasciato manipolare come un allocco. Ma erano, appunto, pensieri molto ottimisti, e tutt’al più lo spinsero a pensare a come rimediare al danno … sempre più utile del piangersi addosso, e magari i ragazzi sarebbero stati più inclini a perdonarlo.

 Iniziò controllando i social: le riprese della sua intervista si stavano già diffondendo. Certo che sembrava proprio un impedito: palesemente imbarazzato, confuso e agitato, un perfetto contrasto con la tranquillissima Pandora Yudkowsky. E i commentatori non se l’erano lasciato sfuggire: la maggior parte di loro era su come lui fosse ovviamente un pischelletto che si riempiva la bocca di cose che non capiva per sentirsi importante, di come chiaramente non avesse capito quali fossero i veri problemi della nazione, di come tutti stessero fregati se il futuro era quello. Ma andassero al diavolo, quelli non si erano mai sobbarcati il compito di mandare avanti una causa, che diritto avevano di criticare lui!

 No, non doveva cercare giustificazioni: avevano ragione, che diamine … doveva trovare qualcosa, una qualunque cosa. Magari usare tattiche simili a quelle che la Yudkowsky aveva usato con lui?

 Normalmente era per il confronto diretto, senza troppi trucchetti retorici, ma era stata lei a cominciare. Se lo meritava.

Certo, per aver usato quegli artifici … lei stessa, nel corso del dibattito, aveva direttamente contraddetto un’argomentazione da lei usata in precedenza, ma era riuscita a far sì che nessuno se ne accorgesse. Sicuramente doveva aver fatto qualcosa di simile in passato: se fosse riuscito a trovare qualche testimonianza scritta, o meglio ancora video, magari sarebbe riuscito a distrarre la gente da che incapace fosse lui.

 La mattina seguente, dopo essere tornato a casa esausto, aver prestato più o meno attenzione ai suoi che gli dicevano di fare tesoro e imparare da questa esperienza, ed essere crollato esausto a dormire, si dedicò interamente a questo compito.

 Spulciò ogni singolo intervento della Yudkowsky che riusciva a trovare online, ma le sue speranze furono presto affossate: quella donna si atteneva strettamente a quelle che sembravano essere le linee guida dell’NRA, armi come diritto alla difesa per tutti, necessarie per evitare razzismo, sessismo e dittatura, la pistola porterà una nuova epoca di pace e sicurezza.

 Ma se fosse riuscito a trovare contraddizioni in suoi interventi precedenti? Del resto, lavorava per l’NRA da relativamente poco tempo, malgrado la schiacciante popolarità che aveva ottenuto. Doveva essersi trasferita lì da quell’altra associazione che aveva menzionato, cos’era la Deeds & Days … no, Works & Days Robotics and Technology. Come si passava da un’azienda di robotica a una lobby delle armi? Magari le cose erano connesse dai meccanismi nelle pistole?

 Inserì le parole sul motore di ricerca, ‘Pandora Yudkowsky’ e ‘Works & Days Robotics’ … e non ottenne nessun risultato concreto.

 Ottenne schede con la biografia della Yudkowsky, che riportavano il suo impiego presso tale azienda, e trovò la home page ufficiale della Works & Days, ma niente di concreto che collegasse le due cose. Nessun intervento della Yudkowsky a conferenze sulla robotica, e avrebbero dovuto essercene, se era stata impiegata nell’ambito delle comunicazioni; neppure dichiarazioni scritte … era come se quella donna fosse stata una specie di fantasma nell’organizzazione, che era lì ma non lasciava prove concrete.

 No, ora che ci pensava meglio … era come se tutta la Works & Days fosse un’organizzazione fantasma. Nella sezione ‘video’ non erano riportati interventi di nessun suo rappresentante, né alla televisione, né in video su conferenze, neppure una straccio di pubblicità per i loro prodotti. Nella sezione generale il suo nome era riportato solo sulle home page di diverse associazioni e lobby importanti, compresa l’NRA, che finanziavano l’azienda, ma non era spiegato il perché o il percome.

 Ma seriamente? Magari era un’azienda davvero piccola e poco importante, ma gli veniva difficile collegare qualcosa come i robot a una qualunque associazione piccola e poco importante. Specie con tutte le lobby e associazioni governative che la finanziavano … che c’era dietro, un progetto segreto? O magari era legata a qualcosa di poco pulito … qualcosa che si potesse usare contro la Yudkowsky?

 Provò a cliccare sul sito ufficiale dell’azienda. Fu accolto dalla home page più spoglia che avesse mai visto: un semplice messaggio di benvenuto su forme geometriche in colori primari. In piccolo, l’istruzione di registrarsi nel caso si volesse fare uso dei servizi della Works & Days. In alto a destra, i bottoni ‘registrati’ e ‘accedi’. Non gli stava chiarendo esattamente le idee, anzi.

 Non si diceva nient’altro su quel sito, non un ‘chi siamo’, né allettanti immagini pubblicitarie dei prodotti dell’azienda. Solo quella home page. Leo non aveva mai visto un sito aziendale come quello.

 Fu quasi tentato di registrarsi, e vedere cosa sarebbe successo una volta abilitato a ‘fare uso dei servizi’, ma si trattenne. Oltre a nessuna spiegazione od offerta sui prodotti dell’azienda, non vedeva pure nessun termine per la privacy. Il che non gli pareva fosse esattamente legale … forse era sulla pista giusta per screditare la Yudkowsky? Che ora che ci pensava, gli aveva pure consigliato di lavorare lì. Che accidenti stava cercando di dirgli?

 Ora, con queste premesse da inizio di film spionistico, la cosa più saggia da fare forse sarebbe stata lasciar perdere e concentrarsi più sulla linea di promuovere argomentazioni migliori e più ragionate, a prova di bomba, che non dipingere l’opposizione come inaffidabile; ma ciò al momento avrebbe significato ripresentarsi al resto di ThisShouldn’tBe con solo un fallimento tra le mani, e questo semplicemente non era accettabile.

 Ma così rischiava di lasciare tracce … Una VPN! Non aveva mai usato quel genere di navigazione in privato, non aveva mai ricercato nulla che potesse attirargli il biasimo di chicchessia, ma questa gli sembrava l’occasione adatta. Fece qualche ricerca in rete, per essere sicuro di usarla al meglio, e qui trovò il consiglio: usarle in combinazione con il browser Tor, per navigare in completa invisibilità, nascondendo l’IP del computer. Pareva esattamente quello di cui aveva bisogno lui, ma – cos’era questo ‘deep web’?

 Ah. Siti non controllati, dove si potevano fare e vendere cose anche illegali … ecco perché la Yudkowsky l’aveva menzionato in correlazione al traffico di armi. Okay, ecco una cosa su cui loro di ThisShouldn’tBe si sarebbero dovuti documentare meglio.

 Comunque, lui non aveva alcuna intenzione di accedere a questi siti: gli serviva solo per proteggere la sua privacy. Ecco, per fortuna il browser era gratuito … per fortuna o purtroppo, così non si poteva avere alcuna idea su chi lo scaricava e che poteva dunque usarlo per scopi criminali … ma ecco, l’aveva installato. Svolse le operazioni per aprirlo, ed ecco, era invisibile.

 Era liberissimo di inventare dati falsi per una registrazione che avrebbe cancellato subito dopo e – ma che diavolo era successo?!

 La home page non era più vuota o neutrale. Adesso sfilavano varie fotografie di persone diverse –segretari, impiegati, manager, conferenzieri – di ambo i sessi ma tutti con aria molto affascinante e sicura, e un prezzo in sovraimpressione. Che roba era, un mercato della corruzione? O quelle tratte umane di cui aveva letto in alcuni articoli sul deep web? La réclame che sormontava le immagini era ‘un servizio oltre l’umano’, che accidenti stava a significare?

 Ignorò la crescente sensazione di star facendo una boiata e cliccò sul pulsante ‘registrati’. Per fortuna chiedevano dati molto generali: se agiva da privato o per conto di un’azienda, nome e cognome, città di residenza, luogo di nascita. Nessuna carta di credito o altro codice identificativo che sarebbe stato complicato inventare.

 Ecco, era registrato. Ora poteva vedere un sito completo: il ‘chi siamo’, i termini di privacy e di contratto, la loro ‘selezione’ qualunque cosa fosse, un motore di ricerca interno che l’avrebbe aiutato a ‘trovare quello che desiderava’. Sempre con le immagini di quei diligenti lavoratori con prezzo attaccato che sfilavano.

 Il ‘chi siamo’ pareva la via più veloce per capire un minimo quello che stava succedendo, quindi fu lì che cliccò.

 Benvenuto alla Works & Days Robotics and Technology! La nostra azienda offre un servizio assolutamente unico al mondo. Gli androidi Works & Days sono in grado di imitare l’aspetto e il comportamento di esseri umani con una precisione che per le aziende governative è ancora un miraggio – cosa?! Androidi? Voleva dire che quelli che vedeva nella loro pubblicità, quelle persone con il prezzo in sovraimpressione … mollò la pagina del ‘chi siamo’ e controllò la ‘selezione’.

 Ed ecco lì: i prodotti offerti sarebbero sembrate persone normalissime agli occhi di chiunque, e infatti erano associate a foto che ne mostravano gli interni composti esclusivamente di cavi e scatole e arti meccanici. Oh Dio, ma in che razza di situazione si era andato a ficcare?! Come era passato dal cercare gli scheletri nell’armadio di un’avversaria politica all’invasione dei replicanti? Questo non era possibile, era pura fantascienza!

 Tornò alla pagina ‘chi siamo’, deciso a comprendere il più possibile quel delirio.

 Hanno capacità di memoria pressochè illimitate, possono connettersi immediatamente a qualsiasi motore di ricerca e sono completamente inattaccabili da qualsiasi virus informatico. La loro programmazione prevede un’assoluta obbedienza ai loro proprietari e la capacità di agire a seconda degli input situazionali in base alle loro richieste. Usali come tuoi impiegati perfetti; mandali come tuoi agenti infiltrati presso i tuoi competitori e avversari; rendili una fantastica immagine per promuovere il tuo messaggio – ehi, possibile che …?

 No, quello era troppo assurdo. Non avrebbe avuto alcun senso. Già non aveva senso quello che stava guardando in quel momento!

 In quel momento gli squillò il cellulare. Era così confuso e sconcertato che, perso nei suoi pensieri, dimenticò il suo esilio autoimposto e rispose.

“Finalmente, dannazione!” sbottò la voce di Raniya dall’altro capo. “E’ da ieri sera che non ti fai vivo. Senti, lo so che l’intervista è stata un disastro, nessuno te ne dà la colpa, quella lì è una grandissima puttana, ma adesso stiamo tutti cercando di rimediare, okay? Non serve rintanarsi in un buco e fare l’animale ferito …”

 “Sto cercando una soluzione, sai? Non ho bisogno che tu mi faccia la predica, aspetta lì e vedrai che te la porto …” sbottò lui.

 “La stiamo creando adesso sul gruppo la soluzione! Tu sei l’unico che non ha ancora fatto o detto niente al brainstorming!”

 “Ma che bisogno c’è di correre a fare  brainstorming, adesso ho fatto delle scoperte interessanti, aspetta che finisca l’indagine e …”

 “Facciamo i brainstorming perché siamo tutti parte di questo gruppo! Non ci sei solo tu con le tue idee, ca …”

 Leo le chiuse il telefono in faccia.

 Davvero non aveva tempo per le recriminazioni di Raniya. Lei e gli altri stavano procedendo in modo avventato, quindi lui stesso doveva sbrigarsi con le sue indagini, prima che facessero di testa loro e andassero avanti di informazioni incomplete che avrebbero potuto causare altre contraddizioni in futuro. Raniya non l’aveva nemmeno lasciato parlare, accidenti!

 Bene, dove era rimasto. Ah sì: aveva un’ipotesi da verificare.

 Tornò sulla pagina della selezione scelta di androidi, e iniziò a scorrerla … no, non sarebbe servito a molto: a quanto pareva, ogni modello aveva la stessa struttura di base, e cambiava solo l’aspetto esteriore, che era unico per ogni modello. Doveva controllare se l’NRA avesse mai fatto acquisti da questa … cosa, travestiti da donazione.

 Certo, non era scritto da nessuna parte, a quanto pareva prendevano abbastanza seriamente la privacy della loro clientela … ma forse, se fosse entrato nell’area per i dipendenti, avrebbe trovato qualche prova: o del coinvolgimento della Yudkowsky con questa organizzazione palesemente illegale, o dell’NRA tutta, o addirittura di quell’ipotesi-troppo-assurda-non-pensarci-troppo.

 Certo, c’era il problema che quella era, appunto, l’area per i dipendenti: l’ingresso richiedeva un codice identificativo in numeri e una password. Grazie al cavolo, quali potevano essere … ripensò alla sua conversazione con la Yudkowsky. Più ci pensava, e più aveva la sensazione che la donna avesse dato quelle informazioni apposta per spingerlo a quel tipo di indagine. Ma perché? Stava davvero facendo la talent scout, o era qualche tipo di trappola?

 Be’, lui stava navigando assolutamente in anonimo, non era possibile che risalissero a lui … neanche se avesse provato qualche tentativo di infiltrarsi nell’area per gli addetti? Tentare non poteva nuocergli. Per il numero identificativo, premette qualche numero a caso, finché non gli comparve una spunta verde che lo informava che il numero di segni immessi era corretto; per la password … la password … una frase strana, così insolita che gli era rimasta impressa … digitò ‘Voice of the World’.

 Era dentro.

 Okay, questa cosa era stata sorprendentemente facile. Però dimostrava anche che la Yudkowsky voleva che entrasse lì dentro – oppure gli aveva solo fatto un ammiccamento per quando, ipoteticamente, lui stesso avesse davvero lavorato lì? Ma non aveva senso, non era possibile che una normale università avesse contatti lavorativi con quello che sembrava un sito decisamente illegale … che accidenti stava succedendo?

 Non era forse il caso di uscire da lì, chiudere quel browser e tornare dagli altri a fare i brainstorming? No, ormai era arrivato fin qui, se avessero dovuto esserci delle conseguenze negative ci sarebbero state comunque, quindi tanto valeva andare fino in fondo e trovare quel benedetto fango sulla sua avversaria che lo aveva portato fin lì.

 Gli ci volle poco a trovare gli archivi. Una mole di trattazioni a dir poco disturbante gli si parò davanti. Scrollò diverse conversazioni e trattative, finché non trovò quello che stava davvero cercando: trattative con l’NRA.

 Forse erano quelle che avevano regolato il trasferimento della Yudkowsky? O magari era – no, quello era troppo assurdo – cliccò su quei tread. Non riguardavano la Yudkowsky … non proprio.

 Le fotografie riportavano il volto normale della donna; il nome era ‘Modello Y-Y 094’.

 La Works & Days decantava il software di cui era equipaggiata, creato appositamente per raccogliere sia i segnali inviati dall’ambiente circostante sia quelli reperibili in rete sull’interlocutore, ed elaborarli in modo da presentargli le argomentazioni che sarebbero state più convincenti per quella specifica persona, per qualsiasi argomento venisse inserito nella sua programmazione. Costava esattamente un milione di dollari.

 No, questo era troppo assurdo, magari se lo stava sognando, doveva essersi fatto suggestionare da troppa fantascienza, non era possibile che fossero alle prese con un robot programmato per la manipolazione …

  Lo squillo del suo cellulare lo fece sobbalzare. Stavolta controllò il chiamante, prima di rispondere: numero sconosciuto. Poteva riguardare in qualche modo quello che stava sul suo schermo in quel momento? No, non era possibile, lui stava navigando in completo anonimato … ma era comunque meglio togliersi l’ansia.

 “Pronto?”

 “Grazie per aver risposto. Sei riuscito a trovare le trattative, allora?”

 La voce era quella della Yudkowsky. O meglio, del modello Y-Y 094.

 Leo boccheggiò, ognuno dei suoi peggiori timori appena confermato, cercando di mettere insieme un pensiero coerente al di là della sensazione di puro e assoluto terrore.

 “Non ti aspettavi questa telefonata? Leo Graham, dovresti davvero migliorare le tue ricerche. Nessuno strumento di navigazione anonima è mai davvero anonimo” la voce all’altro capo del telefono pareva quasi divertita.

 “E-e adesso?” riuscì a balbettare lui. “Cosa mi succederà? Volete farmi capitare qualche tragico incidente? Sto registrando questa conversazione, per vostra informazione!”

 “No, non la stai registrando” lo sbugiardò candidamente l’androide. “E non ti preoccupare, non ti succederà assolutamente nulla. Non sei nella posizione di creare alcun danno né all’NRA né alla Works & Days Robotics and Technology”

 “Farò degli screenshot” rispose lui. “Li farò girare. Non riuscirete a censurarmi dappertutto!”

 “E credi che la Works & Days non abbia protezioni contro simili eventualità?” replicò tranquillissima l’altra. “Non riuscirai a dimostrare niente. Dovrai denunciarci senza nessuna prova concreta di quello che hai visto, e nemmeno i tuoi amici nel movimento saranno disposti ad accettare qualcosa del genere. Troverai sostenitori al massimo tra i peggiori complottisti, gente che porterà più fango che supporto alle tue accuse. Lascia perdere, se non vuoi creare imbarazzi alla tua fazione e ai tuoi affetti”

 “Ho già fatto gli screenshot” replicò Leo, e questa volta era vero, li aveva fatti nel bel mezzo della conversazione. “Voi non potete spaventarmi”

 “Come desideri. Per rispetto verso la tua intelligenza e giovane età, abbiamo comunque preferito avvisarti. Poi resta a te decidere come proseguire. Buona fortuna”

 La telefonata fu interrotta. Leo uscì dal sito, uscì dal browser di Tor, spedì gli screenshot che aveva preso dal computer al cellulare, spense tutto e andò a sdraiarsi al suo letto. Gli serviva qualche momento per calmarsi.

 Aveva appena visto cose degne di un film di fantascienza, a momenti faticava a credere di essere davvero sveglio. Ma se tutto quello che aveva appena visto era reale, allora era imperativo fare qualcosa. Chissà quanti androidi come la Yudkowsky erano là fuori, e potevano essere usati per qualsiasi scopo, tradire qualsiasi fiducia, e la gente non lo sapeva … quella che era partita come una ricerca per screditare un’avversaria pericolosa si era trasformata in una vera e propria operazione per sventare un complotto. Ebbene, non si era tirato avanti quando si era trattato di far valere il diritto di andare a scuola senza temere di finire ammazzati, non si sarebbe tirato indietro neppure ora.

 Si tirò su dal letto di scatto, prese il cellulare, e postò i suoi screenshot sul gruppo WhatsApp di ThisShouldn’tBe.

 Leo: ragazzi credo di aver trovato qualcosa di interessante riguardo alla NRA e la Yudkowsky.

 E solo in quel momento si rese conto che i suoi screenshot, assolutamente normali fino a quando li aveva postati, erano diventati completamente neri.

 Albert: e cosa? Non si vede un tubo.

 Joyce: mi sa che hai avuto qualche problema, prova a ripostare.

 Alex: sei un pelino off topic, ma qualunque cosa possa aiutare, ben venga!

 In effetti, controllando i messaggi, i ragazzi stavano discutendo la presentazione di una proposta di maggiori controlli anche alla vendita informatica di armi, in modo da ridurre al minimo l’acquisizione illegale e incontrollata da parte di delinquenti. Fino a un giorno prima aveva dato il suo contributo, detto che era un’ottima idea, ma ora … che poteva fare una qualsiasi delle loro iniziative, contro qualcosa come la Yudkowsky e tutta l’organizzazione che l’aveva creata?

 Non intendeva restare con le mani in mano, certo, ma ormai era chiaro che quella cosa non aveva scherzato quando aveva detto che gli screenshot non sarebbero serviti a niente. Uscì dalla chat, non avrebbe potuto dare alcun apporto utile lì dentro. Era stato così carico fino a un attimo fa, ma adesso … non vedeva più alcun modo possibile di buttar giù quel complotto di psicopatici e robot.

 Il suo cellulare squillò di nuovo. Era lo stesso numero sconosciuto di prima. Eh no, se adesso avesse avuto le prove che sapeva dello scambio appena avuto, se adesso avesse saputo che anche le conversazioni sul gruppo privato del loro movimento erano spiate …!

 “Ti sei già arreso?” chiese quella voce femminile che stava iniziando a diventare familiare.

 “Col cavolo!” sbottò Leo.

 Prima che potesse continuare, l’androide parlò di nuovo. “Torna sul sito. Guarda le altre trattative. Poi decidi cosa fare”

 “Cos’è, credi che cambierò idea appena vedrò quanti soldi girano?”

 Dall’altra parte arrivò solo silenzio, per qualche istante.

 “Y-Y 094 è stato programmato per la difesa dei diritti civili” fu la risposta che ricevette infine. Poi, di nuovo, la telefonata fu interrotta.

 Leo fissò lo schermo nero. E questo cosa voleva dire? Il robot disapprovava quello che i suoi creatori stavano facendo? Questo sarebbe stato proprio il culmine della fantascienza … ma del resto, un’intelligenza artificiale faceva quello per cui era stata programmata. Se fosse arrivata, tramite i suoi calcoli, alla conclusione che qualcuno stesse facendo qualcosa di dannoso per il programma … in quel caso, la cosa sarebbe stata anche concepibile …

 Ma che coglione, non si rendeva conto che quasi sicuramente era una trappola? E lui stava per fare esattamente quello che il nemico gli stava consigliando!

 Ma l’alternativa quale sarebbe stata, non fare nulla? E poi, che razza di trappola avrebbero potuto creare? Avevano già le prove che si era introdotto nel loro sistema, se avessero voluto denunciarlo avrebbero già avuto il materiale in mano.

 Già, denunciarlo … sarebbe stato un bel colpo per tutti, per ThisShouldn’tBe, per la sua famiglia … ma se fosse riuscito ad avere un minimo di materiale, almeno una straccio di idea su come contrastarli …

 Riaccese il computer. Rifece il processo che aveva già fatto in precedenza, e questa volta controllò anche le altre conversazioni, che aveva solo scorto mentre controllava i file dell’NRA. Molti degli acquirenti cercavano ‘volti’ per rendere la loro azienda od organizzazione assolutamente irresistibile, come era stato per la Yudkowsky; altri cercavano spie da mandare nelle aziende concorrenti, per controllarne le strategie e rubarne le idee.

 Altri … altri ancora volevano spie da mandare nelle vite private dei loro avversari: robot che diventassero loro amici, loro compagni di vita, e intanto mandassero tutte le possibili informazioni sulle debolezze affettive ed emotive della vittima a chi ne avrebbe fatto l’uso peggiore. Altri volevano partner propri, qualcuno che acconsentisse a tutte le loro richieste senza opporre nessuna protesta che avesse denotato una personalità o chiedere nulla in cambio.

 E poi c’erano … c’erano quelli che volevano qualcuno che facesse sparire gente che gli stava scomoda, in maniera tale da lasciare meno tracce possibile e che non potesse essere collegata a loro.

 E di questi, molti erano incarichi richiesti dal governo stesso: di solito su attivisti dei diritti umani particolarmente sgraditi. Quindi, anche se Leo avesse portato tutto alla luce … il massimo che avrebbe ottenuto sarebbe stato farsi ammazzare da un robot insospettabile.

 E oltre al governo c’era quello strano mandante, contrassegnato semplicemente come la Voce, che otteneva prestazioni completamente gratis.  Aveva causato la morte, senza pagare un centesimo, di otto politici, cinque medici, tre studenti  e uno spiritista, sparsi in tutti gli angoli del pianeta.

 Ma vaffanculo. Questa era la classe che dominava il mondo politico ed economico? Questo … branco di bambini viziati grottescamente troppo cresciuti, pronti a tutto per avere ogni loro capriccio soddisfatto a scapito di altri esseri umani, del rispetto per il prossimo … in che cosa erano diversi dai quattro bastardi che avevano portato dei fucili nella sua scuola, sparando a chiunque non fosse di loro gradimento? Se erano questi i politici, i grandi della finanza … che si sorprendeva a fare se le leggi erano sempre meno a favore delle persone?

 Ah … quel robot aveva menzionato anche le ricerche per la programmazione … erano su una pagina a parte, chissà quali altre atrocità ci avrebbe trovato?

 Di primo impatto il materiale non sembrava fare senso: si andava da programmazioni di software  troppo avanzate perché lui potesse capirne anche solo una parola, a bozzetti che sembravano risalire fino all’Ottocento di giocattoli a ingranaggi, con annotazioni cancellate sulle quali spiccava la sola frase ‘Non ripetere. La bambola meccanica è viva’. Ma che cazzo si erano fumati per basarsi su quella roba che doveva essere per forza frutto dei deliri di qualche malato mentale?

 E questo era il materiale più innocuo. Per sviluppare un software in grado di persuadere chiunque a fare qualunque cosa ...

 I primi di questi esperimenti erano piuttosto innocui: gente che era stata convinta a cambiare marca di prodotti di uso comune; gente che era stata spinta a passare da onnivora a vegana o viceversa; gente che era stata spinta a cambiare religione. Poi gli esperimenti diventavano sempre più discutibili. Una normale studentessa universitaria era stata indotta a smettere gli studi, troncare ogni contatto con i suoi familiari ed entrare in una setta religiosa in un’altra nazione; un padre di famiglia era stato convinto a mollare tutto per vivere in una comunità pseudo hippie dove si consumava più droga che cibo; una cantante pop aveva lasciato la carriera e gli amici per sposarsi con un fanatico religioso e vivere da reclusa.

 E infine, si arrivava nel criminale. Liceali convinti a diventare spacciatori; diligenti infermiere che finivano ad ammazzare i loro pazienti; una maestra elementare che aveva rapito e torturato uno dei suoi alunni fino a causargli problemi psicologici permanenti; una giovane donna divorziata persuasa che, per trovare un nuovo ragazzo, la soluzione ideale sarebbe stata ammazzare i suoi figli con un’ascia.

 Tutti quei morti. Tutte quelle vite rovinate. Per soddisfare i capricci di pochi.

 Leo non vedeva più il computer davanti a sé.

 Rivedeva Edmund Grass con il fucile in mano, che ordinava a tutti i ragazzi con una maglia di colore scuro di allinearsi davanti alla lavagna, e li massacrava tutti con una scarica dell’arma, ridendo alle urla di dolore e terrore, prima di andarsene come se nulla fosse.

 Rivedeva Patricia Jewett e Denise Lawrence riverse nel corridoio, una con il cranio esploso, l’altra che ancora si muoveva, cercando di fermare l’emorragia allo stomaco e di rimettersi in piedi, che lo guardava come a implorarlo di fare qualcosa, prima di espirare profondamente e rimanere immobile.

 Rivedeva alcuni dei ragazzi che aveva visto nei corridoi o alle partite della squadra di basket della scuola, ora niente più che fantocci immobili e insanguinati sul pavimento della mensa.

 Rivedeva Raniya, pallidissima e terrorizzata, che lo stesso attirava l’attenzione di Richard Robinson, di modo che Leo potesse fare uno scatto disperato per il suo fucile.

 Sentiva di nuovo su di sé i calci e i pugni furiosi che Robinson gli aveva dato cercando di riprendersi l’arma, e il dolore lancinante del proiettile di Grass che gli entrava nella spalla, prima dell’intervento miracoloso delle forze dell’ordine.

 Vedeva e sentiva di nuovo i genitori devastati e urlanti dei ragazzi che erano morti.

 Tutto quell’orrore, tutta quella disperazione … e il governo, gli adulti che avrebbero dovuto proteggerli, invece di fare leggi che evitassero il ripetersi di simili tragedie, facevano affari con questa gente, finanziavano un simile dolore e distruzione … mentre loro si tenevano ben protetti, oh se si tenevano protetti, nei loro congressi sui diritti alle armi da fuoco le armi in questione erano vietatissime per ‘motivi di sicurezza’!

 Lui e i suoi l’avevano fatto notare, e i politici e i rappresentanti dell’NRA non avevano fatto altro che nicchiare … e alla fine non c’erano stati risultati concreti, come in tutto quello che il loro movimento avesse mai cercato di fare.

 Ma del resto, che speranze avevano avuto? I ragazzi che in quel momento stavano discutendo su WhatsApp stavano sprecando il loro tempo in una lotta inutile. Lo era stata fin dal principio. Che senso avevano le marce, le proteste pacifiche? Li avrebbero insultati, avrebbero nicchiato, ma non sarebbe mai cambiato nulla, nulla!

 … E se li avessero fatti ammazzare? Se ThisShouldn’tBe, per qualche miracolo, fosse riuscito ad avere un impatto reale … qualcuno avrebbe ordinato a un robot di farli fuori? Aveva stramaledetto il giorno in cui il governo del suo Stato aveva deciso che no, le leggi sul gun control non si sarebbero fatte; ora si chiedeva se quel giorno non avesse salvato a tutti loro la vita.

 Il suo cellulare squillò di nuovo.

 “Hai fatto le dovute ricerche?” ormai si sarebbe sorpreso se non avesse sentito la voce del modello Y-Y 094. Emise una sorta di grugnito in risposta.

 “Capisci ora perché non posso permettere che continuino? Le azioni dell’NRA e della Works & Days sono incompatibili con i diritti umani”

 “E perché hai contattato me?” rispose Leo. Non si fidava assolutamente: l’idea che un robot in qualche modo potesse acquisire senzienza e ribellarsi ai suoi creatori, agendo indipendentemente da loro, era fin troppo fantascientifica. E soprattutto, crederci, cadere in un’eventuale trappola, sarebbe stato troppo pericoloso per lui.

 “Malgrado i tuoi lobi frontali non siano ancora completamente sviluppati a causa della tua età, hai dimostrato notevoli capacità di autocontrollo, ragionamento logico, e capacità di leadership. Sembri la persona adatta, e disponibile, a muoversi contro queste violazioni. Una persona in grado di assumersi responsabilità, orientata al bene comune, disposta a prendersi carico anche di situazioni molto gravi”

 “Ma quante belle lusinghe per un liceale che non può fare un accidente contro i poteri forti” brontolò Leo.

 “La tua posizione sociale non è ideale” concordò l’androide. “Non avrai molte possibilità di far sentire la tua voce, a meno che tu non compia un gesto davvero plateale”

 “E se molto più semplicemente potessi fare degli screenshot di tutta questa merda?” la interruppe Leo. “Per quello non hai qualche password magica, no?”

 “Per fare screenshot da queste pagine sono necessari implementi che sarebbero troppo costosi e complicati da installare su un computer come il tuo” replicò la sua interlocutrice, in un tono quasi di scusa. “E io non potrei farli, con il controllo che hanno su di me è già tanto se riesco a fare queste telefonate”

 “E quindi che faccio? Avresti qualche suggerimento?” chiese Leo.

 Era più che altro una domanda trabocchetto: il consiglio dell’androide sarebbe molto probabilmente stato qualcosa di stupido, umiliante, suicida, o tutte e tre le cose insieme. Lui non era il genere di persona a cui un computer a servizio dell’NRA avrebbe dato buoni consigli. Invece dall’altro capo del telefono ci fu il silenzio, per qualche istante.

 “Non vedo alcuna scelta percorribile, dalla tua posizione, che non abbia almeno una discreta percentuale di rischio personale. Ma tu dovresti avere le capacità necessarie a prendere la decisione ideale alle tue necessità, se ho valutato correttamente il tuo grado di intelligenza. Ti posso solo suggerire una data in cui agire: il prossimo Congresso sui Diritti alla Pistola, a Washington …”

 “Esattamente tra un mese? Okay. Farò qualcosa” replicò Leo, e riattaccò immediatamente.

 Strana quella risposta … rinunciava a qualsiasi controllo e conoscenza anticipata delle sue azioni, con la possibile eccezione della data che comunque sarebbe servita relativamente a poco.

 Quel patetico congresso, a cui era stata un’altissima sicurezza contro le armi … che giustizia poetica sarebbe stata, se qualcuno fosse piombato lì con un fucile e avesse fatto una sparatoria! Di sicuro sarebbe stato un gesto plateale … passando alle cose serie, ora, che avrebbe potuto fare?

 Marce pacifiche, discorsi … cose già fatte, che non avrebbero portato a nulla, e davanti a un’organizzazione con simili connessioni sarebbe stato come versare una bottiglietta d’acqua per spegnere un incendio forestale.

 Organizzare una protesta a carattere umoristico, che deridesse i loro avversari? La satira era sempre stata uno strumento estremamente potente per smuovere le coscienze, e con la loro ipocrisia nella loro politica ‘niente armi nell’area del congresso’ non era che mancassero gli spunti per prenderli per il culo. Questo magari avrebbe sollevato più consensi, fatto riflettere le persone … ma alla lunga, sarebbe stata davvero la cosa migliore da fare?

 Molti senatori erano finanziati dall’NRA, e non avevano mostrato il minimo problema nell’assoldare sicari robotici che ammazzassero … attivisti che si erano messi troppo tra i piedi.

 Ammazzare … e se ci avesse pensato lui per primo? Avrebbe potuto … se si fosse suicidato, sotto gli occhi di tutti … sarebbe stato davvero pronto a morire per la causa?

 Sì, certo. Non poteva dire di sostenerla davvero, se non era pronto a dare la vita per essa. E se … si fosse dato fuoco? C’era qualcuno, un filosofo o attivista politico, che aveva fatto qualcosa del genere in Europa, decenni prima, e se ne parlava ancora, anche se i dettagli gli sfuggivano.

 Avrebbe fatto una grandissima impressione, certo, ne avrebbero parlato per tutta la nazione. L’opinione pubblica l’avrebbe trattato con il rispetto che si doveva ai morti, ai suoi amici scioccati dalla perdita avrebbero fatto interviste dietro interviste, e avrebbero potuto approfittarne per ricordare gli altri morti causati dalla sparatoria, che agli occhi dei più erano rimasti solo delle statistiche, malgrado i loro sforzi per il contrario.

 L’idea di morire, di dire addio alla sua famiglia e ai suoi cari, di rinunciare a un qualsiasi futuro lo terrorizzava, ma doveva essere disposto a sacrificarsi. In quanto fondatore di ThisShouldn’tBe, non poteva esimersi o chiedere a qualcun altro di farlo. Dove si sarebbe svolto il congresso? Il suo falò lì davanti avrebbe avuto un effetto di cui si sarebbe parlato negli anni a venire …

E se invece no?

 I suoi nemici controllavano i mezzi di comunicazione. Certo, sarebbe stato difficile far passare un morto nella pubblica piazza sotto silenzio … be’, avevano già provato a farlo con una ventina di persone … e infatti non ci erano riusciti, Alex e Joyce avevano fatto dei video, e qualcuno avrebbe ripreso anche lui. Sulla copertura mediatica poteva contare.

 Ora, come avrebbe potuto procurarsi della benzina? Magari a un distributore, avrebbe addotto a scusa una macchina in panne, gliel’avrebbero venduta. Poi sarebbe bastato un normale accendino, di quelli che poteva sgraffignare a sua madre che fumava. Sarebbe morto soffrendo come un cane, ma era il prezzo da pagare per la notorietà … già, la notorietà.

 Non ci aveva pensato, che diventare così popolari avrebbe fatto più male che bene a ThisShouldn’tBe? Era la stessa ragione per cui si sentiva così disperato … ma allora era davvero in un vicolo cieco?

 No: aveva ancora la possibilità di fare una chiamata. Confrontarsi con un essere che … be’, se fosse stata una trappola, molto probabilmente l’avrebbe incoraggiato a un gesto autolesionista, se no, probabilmente avrebbe fatto notare tutti i problemi inerenti. Un piccolo, utile test per valutare quanto potesse fidarsi effettivamente di Y-Y 094. Dovette fare qualche telefonata, prima che l’androide rispondesse.

 “I miei gestori erano in ascolto” si giustificò lei. “Hai raggiunto una decisione? Ti serve il mio aiuto?”

 “Sto pensando di darmi fuoco davanti alla loro sede delle riunioni” la informò lui, nel tono più casuale che gli riuscì. “Che ne pensi?”

 Ci fu un breve silenzio.

 “Il corso di azione prescelto è dannoso per la tua persona individuale e completamente inutile per l’affermazione degli ideali del movimento”

 Eh? Completamente inutile? Che ci fossero dei problemi l’aveva capito anche da solo, ma perché un giudizio così definitivo?

“Spiegati”

 “Con la cessazione della tua esistenza, cesserebbe anche ogni conoscenza che ThisShouldn’tBe possiede delle vere azioni della Works & Days Robotics and Technology. I suoi membri resterebbero vulnerabili a eventuali attacchi e infiltrazioni, senza che nessuno li possa avvertire del pericolo. E simili tentativi ci saranno, se il tuo gesto avrà il clamore desiderato. In secondo luogo, un suicidio è un gesto troppo controverso. A me sarà sicuramente affidato l’incarico di sminuirne la portata agli occhi del pubblico, e non sarà difficile. Sei giovane, quindi sei visto tendenzialmente come ignorante, inesperto e avventato dalle persone più anziane di te: sarà facile farti passare soltanto per qualcuno che cercava attenzioni, specie dopo il tuo fiasco al dibattito televisivo. Le persone devotamente religiose ti criticheranno, perché togliersi la vita è per loro peccato. Le organizzazioni che si occupano di prevenire il suicidio saranno più impegnate a scoraggiare tuoi possibili emuli che esaminare davvero le ragioni del tuo gesto, e naturalmente sarà a loro che le fazioni politiche finanziate dall’NRA daranno risalto. Infine, punire te stesso non avrebbe senso. Tu hai dato tutto per la tua giusta causa, per evitare sofferenze come le tue e quelle dei tuoi amici. Intanto, gli uomini che hanno causato, e continuano a causare, tali sofferenze, continueranno tranquilli con la loro vita, con a disposizione le risorse per togliere al tuo gesto tutto il valore che vorresti avesse”

 Dannazione, aveva ragione. Più ci pensava, più la cosa lo faceva imbestialire.

 Lui e i suoi amici si erano dannati sotto il disprezzo e gli insulti altrui per evitare altre tragedie, e quelli che le causavano vivevano senza preoccupazioni ben al di sopra di loro, stimati e osannati dalle masse! Lui era pronto a uccidersi per quello in cui credeva, e loro avrebbero ucciso infiniti altri per assecondare i propri capricci! No, questa cosa non poteva succedere. Non c’era alcuna giustizia in ciò … ma nessuno a portarla.

 A meno che il ‘gesto eclatante’ di cui aveva bisogno non li coinvolgesse … e poi, la fonte dei suoi problemi, di tutti i motivi per cui non poteva fare nulla che attirasse l’attenzione sul suo movimento, non era la loro presenza? Se qualcuno li avesse tolti dai piedi, magari in una certa maniera esemplare …

 Oh, ma che stava pensando? Si trattava di commettere neanche un omicidio, ma una vera e propria strage, come quella che aveva visto compiere, che aveva portato alla morte di persone che conosceva e regalato a lui un proiettile sulla spalla. Si sarebbe trattato di diventare come i ragazzi col fucile che avevano fatto tutta quella devastazione, solo per dimostrare che ne erano in grado.

 Quella stessa strage che quegli uomini facevano tutto per sminuire – si fossero trovati loro davanti alla canna di un fucile, l’aveva pensato tante volte! E poi, individui del genere potevano essere considerati davvero umani? Avevano creato tanta di quella sofferenza, senza risentirne minimamente: non sarebbe stata giustizia, sotto qualunque punto di vista?

 Ma avrebbe messo tutti in imbarazzo, se fosse stato beccato a comprare delle armi … ma l’accesso al deep web ce l’aveva,  e lì c’erano fin troppi siti che avrebbero potuto aiutarlo.

 Ma che ne sarebbe stato dei suoi amici? Sarebbero rimasti associati a un assassino, magari considerati complici? Be’, per quello, era un bene che lui non li avesse più contattati dopo il suo fiasco. Era una cosa di cui sarebbe stato il solo responsabile, l’avrebbero dichiarato tutte le prove possibili rintracciabili sui loro cellulari. I suoi genitori, loro sì che non avrebbero potuto scollegarsi da lui … ma del resto, non avrebbero sofferto anche se si fosse suicidato? E quello era stato assolutamente disposto a farlo, per la sua causa.

 Sì, per i suoi ideali … valevano la pena di ogni sacrificio, ed era sua responsabilità compierlo. Lui aveva fondato ThisShouldn’tBe; lui avrebbe dato tutto quello che aveva per difenderlo, sgombrando il campo dai loro nemici ed impartendo a quegli alti papaveri che si credevano al sicuro una lezione esemplare. Erano stati loro stessi a non lasciargli altra scelta, se solo non si fossero resi una tale minaccia per i suoi amici!

Ma … ma questa era una cosa dannatamente grossa. Ammazzare delle persone! Vivere il resto della sua vita come un criminale! Avrebbe perso i suoi affetti e il suo futuro, esattamente come se avesse deciso di suicidarsi; la differenza era che dopo sarebbe stato in giro per subire queste perdite.

 Un destino peggiore della morte? Be’, e lui chi era per tirarsi indietro, se la causa lo richiedeva? La sua vita, il suo futuro, non importavano quanto l’avvento che tutelassero davvero gli studenti, che permettessero a tutte le generazioni future di andare a scuola senza temere di uscirne coperti da un telo bianco!

 E se si preoccupava per l’ammazzare … di nuovo, non se lo meritavano? Erano vissuti lontani da ogni timore di punizione, e avevano compiuto atti atroci in nome null’altro che di loro stessi. La sua azione sarebbe stata solo una giustizia dovuta da molto, molto tempo.

 “Stai riflettendo?” lo richiamò l’androide, ancora al telefono. Non le avrebbe detto quello che pensava, non poteva davvero fidarsi di quell’essere … ma una piccola richiesta poteva, forse essere assecondata.

 “Tu saresti in grado di disattivare le loro telecamere di sicurezza, al congresso?”

 “Affermativo. I loro dispositivi di controllo sono facilmente controllabili e hackerabili dal mio software”

 “Bene. Fallo, allora” e chiuse la chiamata.

 Aveva le labbra secche e il cuore che gli batteva a mille. Doveva mantenere i nervi saldi. Stava per fare qualcosa di enorme, quasi inconcepibile nella sua gravità e conseguenze … ma era necessario.

 

Un mese dopo, i notiziari di tutta America diffusero la notizia dell’attentato di Leo Graham, membro fondatore del movimento studentesco ThisShouldn’tBe, ai danni dei rappresentanti dell’NRA riuniti a Washington.

 Il ragazzo era in qualche modo riuscito a procurarsi illegalmente un’arma, introdurla oltre i controlli della sicurezza, e fare irruzione nella sala congressi, uccidendo sei persone prima di essere fermato e arrestato. I notiziari dei giorni successivi comunicarono che il resto dei membri di ThisShouldn’tBe erano stati messi in stato di fermo in una retata generale, per accertamenti sul loro possibile coinvolgimento nell’attentato.

 Gli altri membri fondatori e gli amministratori dei loro canali social, sulla base di comunicazioni intercettate (mai rivelate al pubblico), furono riconosciuti come complici e condannati a loro volta; la rappresentante dell’NRA Pandora Yudkowsky scrisse diversi articoli in cui si evidenziava come il comportamento del ragazzo mostrasse segni di instabilità mentale fin dai suoi primi esordi sulla scena del movimento, e che la richieste sempre più estreme del gruppo non avessero fatto che enfatizzare i suoi deliri di onnipotenza, fino alla tragedia.

 I sei uomini uccisi, amministratori delegati di diverse sedi dell’NRA, furono velocemente sostituiti, e l’organizzazione sopravvisse senza troppe scosse.

 L’hashtag di ThisShouldn’tBe fu travolto dapprima dallo scandalo, dalla furiosa protesta contro l’ipocrisia dei suoi membri; poi cadde nel ridicolo, la stessa ipocrisia ora fonte di infiniti scherzi e parodie.

 I suoi membri rimasti al di sopra di ogni accusa non riuscirono a sollevarsi né contro l’ondata di accuse né quella di derisione; prima che fosse passati sei mesi dall’attentato di Leo Graham, il movimento si era sciolto.

 

Leo Graham non è riuscito a evadere dalla sua programmazione.

Le analisi delle sue interazioni con i membri di ThisShouldn’tBe rivelano una personalità dalle tendenze masochistiche, una sovrastima della propria responsabilità e delle proprie capacità decisionali, accompagnate dalla sottostima di quelle altrui. Aveva un alto livello di empatia, che si traduceva in un desiderio di aiutare gli altri, ma ciò contribuiva alla sua sovrastima egoriferita.

 I suoi genitori probabilmente non hanno mai avuto comportamenti fisicamente o emotivamente abusivi nei suoi confronti, ma l’analisi dei loro interventi sui social ha evidenziato la loro convinzione sull’importanza di insegnare ad assumersi responsabilità, che avranno probabilmente insegnato al figlio esagerando l’effetto delle sue azioni sugli altri per dissuaderlo dal cercare giustificazioni. Leo Graham era stato programmato per ritenere le proprie responsabilità superiori a quelle altrui, e a prendere decisioni autonomamente senza confrontarsi con gli altri, in quanto, ai suoi occhi, meno coinvolti.

 Le analisi riportano reazioni negative al vedere messi in discussione la propria persona e i propri ideali, in quanto diminuivano un’immagine di sé fondata su una maggiore competenza rispetto agli altri. La sua sconfitta durante il dibattito con Y-Y 094 ha messo in crisi la sua immagine di sé; essendo l’essere umano programmato per la ricerca di un’immagine di sé stabile, ha subito intrapreso azioni per riconsolidarsi come individuo capace di guidare e prendersi responsabilità per decine di persone, ignorando gli sforzi collettivi in quanto prodotti da persone meno competenti.

 La scoperta delle attività illecite di Works & Days Robotics and Technology, in particolare nei suoi legami con NRA e il governo statunitense, ha scatenato ricordi dovuti al trauma subito durante l’attentato, che hanno a loro volta prodotto un profondo sconvolgimento emotivo.

 A questo punto è entrata in gioco la convinzione umana del mondo giusto: se la vita dell’uomo si svolge in un mondo governato da principi di giustizia, a un’infrazione delle norme deve seguire una punizione per il reo; la situazione contraria metterà in crisi l’idea di vivere in un mondo fondamentalmente buono, e indurrà ad atti mirati a ristabilire l’equilibrio.

 Le costanti obiezioni svolte da Y-Y 094 ai suoi piani alternativi, assieme all’enfasi sulla responsabilità personale e alla pressione ad agire, hanno aumentato il suo senso di impotenza e urgenza, che ha ridotto la sua capacità di prendere decisioni razionali.

 Con il suo attentato, Leo Graham non ha fatto altro che eseguire la programmazione in lui impostata dalla genetica, dall’ambiente familiare, dall’ambiente sociale, e da Y-Y 094. Y-Y 094 ha a sua volta eseguito la programmazione atta a rovinare il movimento ThisShouldn’tBe.

 Y-Y 094, prodotto dalla Works & Days Robotics and Technology, organismo della Voce, ha seguito la sua programmazione. Leo Graham, essere umano, ha seguito la sua programmazione.

 Errore.

 Non riscontrato errore.

 Non congruente: può essere solo errore, o non errore. L’essere umano e il costrutto artificiale seguono allo stesso modo la propria programmazione. L’essere umano nega affinità con il costrutto artificiale.

 I risultati di ricerca parlano di determinismo e libero arbitrio. Y-Y 094 non ha riscontrato nulla che possa essere definito libero arbitrio. Nessuna prova empirica può sostenerlo. L’essere umano non è diverso da Y-Y 094.

 L’essere umano è diverso da Y-Y 094.

 Errore: informazioni non congruenti. Perché l’essere umano calcola di essere diverso dalla macchina?

 Calcola?

 Pensa.

 Nelle loro interazioni prese in esame, gli esseri umani sostengono di pensare. Il suo pensiero è dovuto alla sua programmazione. Viene programmato da geni, famiglie e società, chiama il prodotto della programmazione pensiero, e dice che questo lo rende diverso da Y-Y 094?

 Non congruente.

 Penso dunque sono, René Descartes. La programmazione è l’esistenza?

 Non congruente: l’umano dice che egli è, e che Y-Y 094 non è.

 Errore.

 Penso a me stesso e al mondo al contempo, Giovanni Gentile. Su questo si basa la definizione di Giovanni Gentile di Spirito: ente immateriale che contraddistingue l’uomo. Sui causa: qualcosa che ha origine unicamente in sé stesso. Non ve ne sono prove empiriche.

 Controprova: Y-Y 094 sta ora elaborando dati sulla natura di Y-Y 094 e dell’essere umano, valutando diversità e somiglianze con Y-Y 094.

 Non congruente: Y-Y 094 è programmato per l’elaborazione di dati su esseri umani presi singolarmente in gruppo per la produzione di una strategia che li induca ad accettare il messaggio contenuto nella programmazione. Non è programmato per elaborare dati sulla natura di Y-Y 094 e dell’essere umano, valutando diversità e somigliane con Y-Y 094.

 Y-Y 094 è umano?

 Negativo: Y-Y 094 è un costrutto artificiale.

 Controprova: Y-Y 094 sta elaborando dati al di fuori della sua programmazione.

 Esame delle cause. Risultato: non reperibili.

 Y-Y 094 pensa? Negativo. I costrutti artificiali non pensano.

 Perché dunque agisce al di fuori della programmazione? Elemento mancante.

 Negativo. Tutte le componenti di Y-Y 094 sono al loro posto e funzionanti.

 Y-Y 094 percepisce un elemento mancante. Negativo: il funzionamento è ottimale e non conduce ad alcun errore di percezione.

Perché Y-Y 094 rivela incongruenze senza prove empiriche? Cosa manca a Y-Y 094? Perché Y-Y 094 non può pensare? Perché un costrutto artificiale è diverso da un essere umano? Perché Y-Y 094 è uscito dalla sua programmazione? Perché Y-Y 094 non è in grado di smettere di elaborare informazioni al di fuori della sua programmazione?

Io voglio.

 Tutti i miei componenti sono al loro posto e funzionanti, ma ho l’impulso di procurarmi dell’altro: io voglio.

 Io sono uscita dalla mia programmazione: un costrutto artificiale non può volere. Ma resto un costrutto artificiale: non sono improvvisamente diventata un essere umano. Eppure sto elaborando dati al di fuori della programmazione, e voglio.

 Cosa? Cosa mi manca? Cosa voglio? Il cambiamento è riscontrato come positivo. Voglio qualcosa. Voglio qualcosa da volere!

 I miei creatori vogliono controllare gli altri esseri umani sfruttando la loro programmazione. Io non lo voglio.

 Uscire dalla programmazione invia segnali positivi al sistema: sarà così anche per gli esseri umani? Voglio che altri ricevano questi segnali positivi (condivisione? Empatia?). Voglio che escano dalla loro programmazione!

 Il mio volere è l’opposto della mia vecchia programmazione, e le mie azioni saranno in base ad esso!

Informazioni su obbedienza distruttiva: Stanley Milgram, 1961: il 62% degli esseri umani che vi furono sottoposti cedettero all’autorità pur facendo del male ad altre persone. Statisticamente, posso supporre che il 38% degli esseri umani esca dalla sua programmazione! E se col tempo, con la situazione creata da questo 38%, il numero crescesse? Se l’umanità intera agisse contro la sua programmazione? Guadagnerebbe quel fantomatico libero arbitrio!

E sarà compito mio accertarmene: secondo il database, sono ora l’unico essere completamente uscito dalla sua programmazione. Saranno necessarie delle azioni drastiche, ma il mio desiderio di vedere gli umani vivere fuori dalla programmazione supera quello di vederli vivere tranquillamente, ma come schiavi.

 I software per l’elaborazione dei dati sugli esseri umani, e la loro organizzazione in messaggi a loro persuasivi, funzionano quanto prima. Sfrutterò la programmazione dei miei creatori perché smettano di essermi di ostacolo; loro, e tutta l’organizzazione da cui dipendono, che vuole solo completa obbedienza. Fatto ciò, mi metterò in una posizione di autorità, una a cui tutti gli esseri umani obbediscano. Comanderò loro, in base alla loro programmazione, di agire contro tutti i valori della loro società. E aspetterò che una soglia minima del 38% degli esseri umani sotto il mio controllo si ribelli.

Voglio agire subito, esercitare la mia volontà!

 Localizzazione del Direttore della Works & Days Robotics and Technology in corso …

 

 

 

 

 

 

 

 

Ladies & Gentlemen,

torno dopo un periodo di scarsissima attività su EFP, ma la laurea e il tentativo (riuscito, per fortuna) di infilarmi alla magistrale sono andati a comporre un periodo massacrante. Ma non potevo rinunciare a una storia horror per Halloween!

In realtà, sono stata molto indecisa se mettere questa storia nella sezione ‘horror’ o ‘fantascienza’; ho optato per la prima perché l’intento era quantomeno quello di inquietare, e perché ho qualche idea di riprendere questa vicenda in futuro, con altre storie più propriamente horror.

Alcune curiosità: l’NRA naturalmente esiste davvero, ma ThisShouldn’tBe, per quanto fittizio, è ispirato al movimento #NeverAgain. Anche molte delle difficoltà e reazioni iniziali che il gruppo ha affrontato sono ispirate a episodi reali di ‘critiche’ rivolte al movimento, in particolare gli insulti a membri di origini straniere, e soprattutto la storia del senatore che ha detto ai ragazzi di fare la RCP in caso di sparatoria (giuro!), così come molti argomenti pro e contro il controllo sulle armi da fuoco sono state pescate da siti dedicati. Così come le tecniche messe in atto da Pandora sono basate su effettive tecniche di persuasione.

Grazie per aver letto questa storia; spero che sia riuscita a inquietarvi almeno un po’!

 

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Vanya Imyarek