Your Happiness Is the Most Important Thing

― la felicità di qualcuno

Senku ha le braccia a pezzi quando torna al laboratorio, le gambe doloranti per averle tenute incrociate per così tanto tempo e, come se non bastasse, la vista che si incrocia a più riprese, facendolo sbandare da una parte all’altra.
Intagliare le zucche non è proprio l’attività ideale per qualcuno che ha i muscoli appena abbozzati, muscoli che, per altro, provengono da attività come miscelare e versare il contenuto di diverse provette in ampolle di varia misura. In effetti si è dovuto concedere ben tre pause di venti minuti ciascuna.
Finalmente può sedersi e godere di un meritato riposo, ma la luce calante suggerisce che sono passate da poco le diciassette – pessima notizia, considerando che Taiju rientra dalla caccia verso le diciotto, quando ormai fa totalmente buio.
Senku sospira appena, arrendendosi all’idea che questi due minuti saranno l’ultima pausa della giornata, quindi comincia a piantare alcuni bastoncini nel sego ormai solidificato all’interno di alcune pietre concave e a raggruppare i fili di cotone già debitamente tagliati.
Si dirige fuori, dove lo aspetta un piccolo falò e un bastone asciutto che gli permetterà di portare il fuoco dentro al laboratorio, proprio come una meravigliosa fiaccola olimpica.
Tornato dentro al laboratorio, Senku inizia a bruciare i bastoncini piantati nel sego, inserendo poi il bastone più grande in un apposito supporto.
Senku osserva il fuoco che divora i bastoncini fino alla base, andando a sciogliere la parte centrale del sego, poi li spegne e li estrae in fretta, immergendo i fili di cotone nel grasso caldo. Li estrae dopo averli debitamente imbevuti, sistemandoli su un supporto di pietra, e una volta asciutti ne annoda le estremità attorno a delle piccole schegge di ardesia, creando dei perfetti stoppini con una base su cui poggiare.
Dopo essersi stiracchiato le braccia, Senku comincia a sistemare gli stoppini all’interno del sego, ora di nuovo prossimo alla solidificazione. Non restandogli altro che aspettare fino alla fine del processo, quindi, andrà a controllare un’altra volta la disposizione delle zucche: una decina attorno alla casa e un’altra decina sul sentiero che conduce alla foresta.
L’accensione delle candele è un processo lento: con il bastone ancora infuocato e una pietra concava in mano, Senku si dirige verso una delle zucche e accende lo stoppino, inserendo la candela all’interno del frutto. Tutto questo per ben venti volte.
Al termine, Senku spegne il fuoco del falò e la sua simil torcia olimpica, sedendosi con un sospiro davanti alla porta del laboratorio: le zucche sono tutte illuminate e le loro smorfie sono abbastanza grandi da fare luce a tutto il circondario, mentre in alto il cielo è già buio e si cominciano a intravedere le prime stelle.
È divertente pensare che la cosa più faticosa sia stata proprio coltivare quelle maledette zucche.


Quando Senku vede Taiju fermarsi in fondo al sentiero illuminato e chinarsi a osservare una zucca con espressione meravigliata, le sue labbra si increspano in un ghigno divertito.
Taiju lo saluta scuotendo energicamente il braccio, quindi si dirige di corsa verso di lui.
«Senku!» lo chiama con gli occhi sgranati e brillanti di fronte al fuoco, un grosso sorriso sulle labbra, come un bambino che tenta di attirare l’attenzione della madre.
«Senku,» Taijuu si ferma proprio di fronte a lui, poggiando un cesto pieno di funghi a terra «hai fatto tutto questo?»
«Sono solo zucche con delle candele all’interno» risponde l’altro con calma.
Taiju si guarda intorno, ancora meravigliato dallo splendore dei frutti arancioni che brillano nell’oscurità: saranno solo zucche e candele, ma per lui Senku è fantastico in tutto quello che fa.
«So che Halloween è la tua festa preferita» Senku riprende a parlare, una mano a massaggiare la nuca dolorante. «Beh, pensandoci è anche la mia–»
«Grazie!» Taiju non lo lascia finire, non gli permette di provare a sminuire ciò che ha fatto per lui e dimostra il suo apprezzamento con un abbraccio che gli stritola le braccia e gli fa scrocchiare la schiena. Ma Senku è felice di riceverlo e si ritrova a sorridere contro il petto dell’altro, godendo di un momento raro.
«Cucino io, d’accordo? Sarai stanco» esordisce Taiju, dandogli una pacca sulla spalla.
«Sì,» Senku socchiude gli occhi, sorridendo «ma vedi di non fare casini.»
Si siede, poi, sul grosso tronco davanti al falò spento, una zucca a fare luce al posto suo.
Taiju lo raggiunge qualche istante più tardi, decidendo di unirsi a lui nella silenziosa contemplazione del cielo stellato, ma Senku lo ritrova invece ad ammirare nuovamente le zucche e l’ombra tremula delle candele con le labbra piegate in un grosso sorriso e gli occhi grandi e luminosi, sinceri come quelli di un bambino.
Niente contemplazione del cielo neppure per lui, visto che ora mai la sua attenzione è fissa su Taiju. Ha perfino perso il conto dei minuti, ma neppure qualcosa di necessario e inesorabile come il tempo potrebbe pareggiare il valore di ciò che sta vedendo: dopotutto la felicità del tuo qualcuno è la cosa più importante.



Angolo autrice:
Sono molto felice di aver concluso il Writober (!! è la prima volta che partecipo, fra l’altro) con questa shot. Era stata decisa da tempo ed è stata forse la più facile da scrivere. Devo dire che sono soddisfatta (anche se non ci capivo niente su come fare le candele e avrò sbagliato sicuramente qualcosa, aiuto), e nel complesso direi che questa iniziativa mi ha portato a scrivere diverse cose carine.
Per concludere, vi auguro un felice Halloween~