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Autore: KomadoriZ71    31/10/2019    1 recensioni
Breve flashfic per la serata di Halloween. Buona lettura! ─ tratto dal testo: " La fanciulla mi racconta qualcosa di lei,
aprirsi evidentemente le fa sciogliere un po' di tensione, ma io non ho nulla da dire, l'ascolto in silenzio, così come ascolterei il cinguettio del pettirosso "
Genere: Dark, Horror, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A night walk








 

Sono ormai le due di notte, la mia ora prediletta per venire qui a passeggiare attorno al cimitero del mio paese.
Perché proprio le due? Non c'è un motivo specifico, credo sia diventata più che altro un'abitudine dovuta ad alcune particolarità: le strade sterrate sono quasi deserte, non passano automobili o altri mezzi rumorosi e inquinanti, nessun marmocchio fastidioso schiamazza in modo irritante, l'aria è più fresca e i miei passi vengono accompagnati solo dal canto della civetta in inverno e del grillo in estate.
Molti trovano l'atmosfera piuttosto inquietante, per cui quasi nessuno passa di qui nelle ore antelucane, sono gusti, immagino. E a me va bene così. Scorgo tuttavia, e con mia grande sorpresa, una ragazza correre nella mia direzione, corre a perdifiato, brancicando con le mani le mura del camposanto laddove la tenue luce dei lampioni non giunge ad illuminare la via; è piuttosto alta, slanciata, ha capelli biondo platino acconciati in maniera appariscente, con tante treccine che si chiudono dietro la nuca tramite un fermaglio, il volto è molto pallido, con labbra cianotiche e abbondante trucco scuro sugli occhi; indossa inoltre un vistoso abito lungo, porpora e vermiglio, probabilmente di gusto vittoriano, o barocco, o forse rococò… non ci capisco molto di moda, ma indubbiamente è qualcosa di atipico per i giorni nostri, e quella gonna così pomposa deve essere parecchio scomoda.
Mi chiedo cosa ci faccia qui.
Si ferma, di fronte a me, ansima. Deve riprendere il fiato, ha qualcosa da dire.
Mi fermo anche io, sono curioso, seppur un po' preoccupato. Mi chiede aiuto. È sola. Non conosce la strada. Dice che il cimitero le fa paura, sì, ma che deve assolutamente arrivare dall'altra parte del paese, e in fretta, poiché la sua auto è in panne, il suo cellulare non prende (e io non dispongo di quegli aggeggi super tecnologici), e lì ha degli amici. Vuole che l'accompagni.
Seppur sbalestrato dalla strana richiesta, accetto. Rimanderò a domani la mia usuale camminata tra i cipressi. La fanciulla mi racconta qualcosa di lei, aprirsi evidentemente le fa sciogliere un po' di tensione, ma io non ho nulla da dire, l'ascolto in silenzio, così come ascolterei il cinguettio del pettirosso.
È da tanto che non parlo con qualcuno, non ricordavo fosse così piacevole. Siamo arrivati, mi ringrazia, dice che non ce l'avrebbe mai fatta senza il mio aiuto, dunque mi saluta. La congedo, con un rapido gesto della testa e torno sui miei passi.
Che curiosa esperienza, mi chiedo cosa ci sia di tanto angosciante in questo tratto di sentiero da rendere le persone così terrorizzate. Ma poi ricordo. In effetti, anche io ne avevo paura, quand'ero ancora vivo.
   
 
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