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Autore: AleDic    02/11/2019    1 recensioni
[12 Monkeys]
[Cassandra!Centric ⎸episodio 1x07 ⎸accenni Cassandra/Cole ⎸Missing Moment ⎸466 parole]
«Cole?»
Per un attimo teme che possa essere scomparso senza che se ne sia accorta, lasciandola di nuovo sola (ad affrontare…
tutto).
Lui però è ancora lì.

{Storia partecipante alla “Challenge dalle Parole Quasi Intraducibili” indetto da Soly Dea sul forum di Efp}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Challenge Mania'
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Disclaimer: non sono miei, ovviamente.
Fandom: Serie tv > 12 Monkeys
Generi: Introspettivo, Sentimentale
Avvertimenti: Missing Moment, leggero What if (perché questa è la versione in cui Cassandra è ossessionata dalla missione, quindi dubito che una scena del genere possa essersi svolta in questo modo, ma mi piace pensarla così).
Rating: Verde

Prompt: Estrenar – indossare o usare qualcosa per la prima volta.
Contesto: 1x07 - Le Keys, prima della mostra
Personaggi: James Cole, Cassandra Riley
Pairings: accenni Casserole
N/A - Note dell'Autrice: Non ci credo che, non solo non esiste la sezione su 12 Monkeys, ma nemmeno una fanfiction nelle sezioni “Altro”. Inammissibile. Andate a vedere questa perla di show. E poi scriveteci più storie possibili. Non posso essere la sola.
Spero che questa cosina possa darvi anche solo un piccolo incoraggiamento a dare un’occhiata allo show, perché credetemi, è una delle serie tv migliori degli ultimi anni. Di sempre.

 
Alla prossima

 
Ale

 

 



 

 

 

Attimi rubati

 

{ 466 parole }

 

 

 

 

 

Cassandra entra in salone a passo veloce, il vestito rosso che le aderisce perfettamente sul corpo, la pochette stretta tra il gomito e il fianco mentre finisce di sistemarsi un orecchino.  
«Okay. La mostra comincia alle 19. Il Professor Garrett sarà lì di certo. Sei pronto?»
Non ricevendo alcuna risposta, Cassandra posa la pochette sul tavolo e si affaccia nell’altra stanza.
«Cole?»
Per un attimo teme che possa essere scomparso senza che se ne sia accorta, lasciandola di nuovo sola (ad affrontare… tutto).
Lui però è ancora lì.
Se ne sta davanti allo specchio sul comò, dandole le spalle.
«Chi è che ha inventato quest’affare infernale?» si lamenta quando la sente arrivare.
Cassandra non riesce a trattenere un sorriso divertito quando capisce a cosa si sta riferendo.
«È solo una cravatta, Cole.»
Le dita di James sono aggrovigliate da quasi venti minuti tra gli stessi pezzi di stoffa, cercando – del tutto invano – di formare un nodo che assomigli almeno vagamente a quello dell’uomo nella fotografia al lato del comò.
«Davvero la gente si complicava la vita in questo modo solo per una dannata mostra? Questi abiti sono scomodissimi – e credimi, ne ho indossati di abiti scomodi – e sono talmente aderenti che sembro un pinguino. Dai, ho l’aria di un idiota!» dice, guardandosi allo specchio.
Cassandra reprime una risata e tira leggermente un lato della giacca per farlo voltare verso di lei.
«Tutti gli abiti da sera sono scomodi. È un dato di fatto.»
«È una cazzata.»
Stavolta non riesce a trattenere una piccola risata. «Vero, ma dobbiamo attenerci alle regole se vogliamo entrare.»
Cole non dice più nulla. Rimane in silenzio mentre Cassandra in pochi gesti ormai meccanici gli sistema la cravatta.
Lei alza gli occhi su di lui per un momento. È un errore. Lo sapeva già prima di farlo. Lo sa adesso che il suo sguardo viene catturato da quello di lui. Sapeva che se l’avesse fatto avrebbe incontrato i suoi occhi che la osservavano.
Per un attimo, è come se tutto intorno a loro sia svanito. Come se il tempo non esista.
Ma è solo un’illusione. Il tempo per lei, da quando ha incontrato Cole, è la cosa più reale della sua vita.
E l’attimo è finito.
Cassandra distoglie lo sguardo e finisce di aggiustargli la cravatta sul petto.
«Ecco fatto.»
Cole volta la testa da un lato e si schiarisce la gola.
«Il pinguino è pronto» gli dice.
Per la prima volta quella sera, lo vede sorridere. «Già. Bel lavoro.»
Cassandra si prepara a tornare nell’altra stanza, prendere la pochette e continuare la missione, così come deve essere.
Ma se anche il tempo non si può fermare, lo si può rubare.
Perciò si volta e si prende quell’altro attimo, giusto o meno che sia.
«Quell’abito ti sta benissimo.»

   
 
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