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Autore: kamy    02/11/2019    0 recensioni
[Ispirato a 47 Ronin].
Ci troviamo in un universo alternativo in cui la figura del daimyō si chiama Shogun ed è inferiore solo alla carica di imperatore.
Un demone lupo ancora bambino, una precedente vita di Wolverine, viene adottato da Eddard Stark, lo shogun del luogo. Eddard (in nome di GOT) è una precedente vita di Tony Stark.
La serenità che caratterizza quei luoghi non è destinata a durare a lungo. E la vita di Kai (il demone) si prospetta difficile.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Tony Stark
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Attenzione è presente la morte del protagonista. Si toccano tematiche delicate.

Eddard aveva le fattezze di Tony Stark e quindi anche la bambola.

Scritta sentendo: The Fray - You Found Me (with lyrics) + HQ; https://www.youtube.com/watch?v=xMlou7Q0GRE&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0bx3GezeBsyTu0DoxzNhnmwYZTB952SjneQRMaM4lilGBjxs1IvTVhSQU.

 

Tragico epilogo

 

Occhi neri e vuoti, vacui, risaltavano sulle maschere lattee appese alle pareti di legno, simili a teschi lisci e levigati. Ognuna di esse copriva uno sbiadito sigillo, il pavimento si stava nuovamente sporcando di polvere, che si posava anche su tubi e meccanismi metallici lasciati in giro.

Ovunque vi erano pile di scatole di legno chiuse da delle spesse corde intrecciate.

Kai fissava la sua creazione, la bambola con le fattezze dello shogun.

< Ormai sembra un bambino vero. Ama quando usciamo a fare lunghe passeggiate, gioca al fiume e insegue le farfalle intorno agli alberi.

Sembra promettermi un’altra vita, una diversa possibilità. Potrei scappare con lui al villaggio e nascondermi dalle mie responsabilità. Però lo so che resterò fermo al mio posto > pensò.

“Non era un semplice incubo quello che ti ha destato dal suo simil sonno, vero?” chiese all’apparente bambino.

“Gli dei che mi hanno dato la vita ora chiedono la vostra in cambio” sussurrò il piccolo, stringendosi nel suo morbido kimono. “Ho paura padrone, dicono che è il vostro volere”. La sua voce si era fatta simile ad un sussurro.

“È cosìì infatti” rispose Kai, dimenando furiosamente la coda da lupo.

“Mi lascerete solo?” gemette il ‘giocattolo’ incantato.

Kai lo rassicurò: “No. Ti donerò al nipote del mio signore. Ne erediterà il nome ed il prestigio perduto.

Servilo come avresti fatto con me”.

Il giovinetto chinò il capo.

“La signorina Mariko avrebbe sposato voi se aveste voluto, mio signore. Io avrei potuto servire un vostro figlio” gli fece presente.

si rammaricò.

“Le nozze della principessa si festeggiano sui corpi dei guerrieri fedeli a suo padre. Volete fare in modo che si costruiscano anche sul vostro sangue?” insistette. Guardò Kai accarezzargli la testa con gli occhi liquidi.

“Non è colpa vostra se il destino ha deciso la vostra immortalità. Avete tentato di togliervi la vita come tutti gli altri samurai”.

“Preferisco che la figlia del mio signore sia felice e che non si sappia che il fato avesse deciso avessi sorte di Ronin” mormorò roco Kai. Tossì, avvertendo la gola dolergli. “Orsù, dimmi come potrei fare a compiere il volere divino”.

< Io non ti crescerei come uno schiavo, ma forse avresti sorte anche peggiore. Per me saresti sempre l’ombra del mio shogun. Aspetterei di vederti uomo per riavere quell’amore che mi è stato portato via, di cui mi hanno ingiustamente privato in ogni modo > pensò.

“Da me potrete estrasse una spada capace di spezzare la vita degli immortali. Questo grazie al mistico veleno che la ricopre” spiegò la bambola.

Kai annuì. “Finalmente l’onta di non aver potuto seguire il mio signore nella tomba sarà spazzato via” sussurrò.

< Non avrei mai immaginato potesse esistere una lama avvelenata capace di uccidere gli immortali > si disse.

“Siete proprio sicuro?” lo interrogò il piccolo.

Kai annui.

“Allora procedete” sussurrò la bambola con le fattezze di giovinetto. Il petto iniziò a brillare, mentre il ragazzino cadeva all’indietro.

Kai lo abbracciò, prendendolo al volo e gli posò un bacio sulla fronte. “Tu mi hai consolato, rendendo felice questi ultimi giorni”. Infilò la mano nella luce, il piccolo era immobile e pallido, con gli occhi chiusi. “Solo grazie a te posso andarmene felice” lo rassicurò Kai, estraendo una katana dalla lama viola.

La luce si spense, mentre Kai si puntava la lama alla gola.

“Datemi un nome, almeno, prima di lasciarmi” lo implorò la bambola. Era di nuovo ritta in piedi e lo guardava con occhi supplicanti.

“Crane” esalò Kai. La lama affondò nella sua carne, il sangue schizzò tutt’intorno, macchiando il pavimento.

  
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