Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Zomi    03/11/2019    2 recensioni
Vampiri, Zombie, un Tanuki goloso di marmellata, Spaventapasseri terrorizzati e... ah si, una Nāga!
Cos'altro può mancare ad Halloween?
Ma ovviamente un Cacciatore di Demoni e la sua Strega.
★Fanfiction partecipante al contest “Halloween Party – La Grande Zucca” di Fanwriter.it★
♥Prompt scelti ed ideati da Gibutistan♥
~Capitolo 7 partecipante alla Seconda edizione del "Halloween Haunted Run" indetto da Torre di Carta~
Raccolta basata su fatti e personaggi della One Shot "Storia di una notte senza luna (… e di un marchio fatto per sbaglio)"
Genere: Sentimentale, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
★Numero Parole: 1405
★Prompt/Traccia: 30-Cimitero

Partecipante alla Seconda edizione della «Halloween Haunted Run» sul forum Torre di Carta (immagine 138)

 
 
 
 

7°capitolo: 30-Cimitero 

 

 

Battè i tacchi con un lieve schiocco a cui il manico di scopa ubbidì, scivolando sopra ai non morti del Campo Santo.

-Il tempo è scaduto- sorrise Nami, svolazzando sopra il chiacchiericcio e attirando l’attenzione dei presenti.

-L’alba sta sorgendo- indicò con braccio teso da sotto il mantello scarlatto -È ora di tornare ai vostri loculi-

Ci fu qualche lieve protesta, qualcuno sbuffò ma pian pianino ogni defunto si incamminò verso la propria lapide, lasciando solo il custode e la strega a convincere gli ultimi irriducibili.

-Yohoho-oh, prego signore vogliate farmi il piacere di tornare nelle vostre dimore… ma prima! Un favore? Mi direste il colore delle vostre mutandine?-

Nami sospirò, scivolando giù dalla sua scopa e colpendo con il manico lo scheletrico custode del cimitero.

Strana notte quella che divideva Ottobre da Novembre.

Tutti i morti riprendono vita, anche chi non ne ha il permesso o non è avvezzo a tale libere uscite, dal calar del sole fino al suo risveglio, le creature nascoste nelle ombre ballano sotto la luce della luna mischiandosi tra i comuni esseri umani e strani incontri accadono.

Nella notte che divide il decimo mese dall’undicesimo tutto può accadere, e per chi come loro aveva il compito di proteggere la sottile linea che divideva il possibile dall’impossibile, era una notte impegnativa.

O così almeno pensava Nami.

Quando Padre Bartholomew aveva contattato Zoro per pattugliare il cimitero nella notte in cui i morti sarebbero tornati a vivere fino al ritorno del sole, la strega era stata certa del rifiuto di tale incarico da parte del compagno.

Troppo facile, troppo noioso.

Una semplice ronda affinché nessun mortale notasse il brulicare vitale che animava stranamente il cimitero, non era compito per chi aveva sconfitto ben più difficoltosi pericoli.

La loro partenza verso il paesino sperduto di Merna in Slovenia l’aveva colta di sorpresa.

Come anche il taciuto rapporto che legava Zoro al Padre, e il pessimo umore che aveva accompagnato il cacciatore di Demoni fino all’arrivo nella terra di Slavi.

Nami aveva provato a coinvolgere il verde nel spiegarle come aveva conosciuto Padre Bartholomew e cosa lo rendeva tanto taciturno e nervoso nel compito accettato, ma Zoro non le aveva mai dato risposta, limitando la loro comunicazione a lievi ringhi e bassi monosillabi.

Non c’erano poi stati baci, o carezze.

Per tutto il viaggio e la permanenza nella città murata, Zoro aveva rifiutato ogni contatto, isolandosi e rifiutando ogni tipo di tenerezza che lei gli offriva.

Aveva fatto male.

Tanto, troppo per ammetterlo, e invece di ripagare il silenzio con urla e bronci, Nami si era limitata a seguirlo in altrettanto silenzio, incapace di abbandonarlo.

Un pesante respiro le uscì dalle labbra, mischiandosi alla condensa fredda della notte e alla preoccupazione che abbracciava i sentimenti della strega per il cacciatore.

-Mlada dama Nami- la richiamò lo scheletro, custode del cimitero murato e unico sveglio anche negli altri giorni dell’anno, nonostante la morte già calata su di lui -Tutti stanno tornando a dormire: posso sapere il colore delle tue mutandine?-

La strega scosse il capo, non incline alle perversioni del guardiano, notando i morti tornare chiacchierando e ridendo, nei loro reliquiari.

-Vado a perlustrare il cimitero- richiamò la sua scopa con uno schiocco di dita -Guai a te se osi sbirciare sotto la gonna!-

Con un frusciare di mantello, salì a gambe unite sul manico, che si sollevò da terra di qualche metro.

-Yohoho- ho, anch’io vado a controllare che la mia Cindry dorma- le regalò un lieve inchino -Serve altro, mlada dama Nami?-

La strega ondeggiò sulla scopa, lasciandosi cullare dalla notte novembrina, cedendo poi al suo tormento.

-Sai dov’è il mio compagno Brook?-




 

-Coltelli finti! Scappavo da coltelli di legno!-

La risata riempì la quasi alba, attirando l’attenzione di qualche cadavere che tornava placidamente alla sua dimora.

Non gli fecero caso.

-Oddio Zoro!- si asciugò una lacrima, stringendo le dita del cacciatore, seduti entrambi su una vecchia lapide senza nome -E il tuo compagno? Ha avuto paura?-

-Tsk- ghignò, stringendo di rimando le dita di lei -Urlava come una femminuccia-

Magari perchè lo era, femmina, il suo compagno.

Ma non poteva saperlo se lui non glielo diceva.

Kuina rise ancora, la mano libera dalla presa di Zoro al petto, il caschetto cobalto come la notte mosso dal vento, gli occhi neri socchiusi e la pelle candida come neve.

Non sembrava essere passato un sol giorno.

Sembrava così… viva.

Le labbra di Zoro si stesero in una sottile linea rivolta all’insù, ammirando la ragazza, incapace di lasciarla andare.

Quel giorno lontano come in quella medesima notte.

Kuina riportò gli occhi su di lui, scoprendolo ad osservarla e ridendo per il leggero rossore che gli imporporò il volto nonostante la notte.

-Ancora mi pensi?- lo derise lieve, muovendo l’abito macchiato di muffa nel posare il capo sulla sua spalla.

-Come non potrei?- sbuffò Zoro. Che domanda cretina! Come se gli fosse concesso il lusso di dimenticare!

-Dovresti- guardava le salme sfilare davanti a loro -È passato così tanto tempo-

-Solo sette anni!- la riprese severo.

-Zoro, ti prego- alzò il capo -Eravamo giovani e ci siamo sposati per paura della mia malattia-

-Ci amavamo- indurì lo sguardo, contro il sorriso dolce di lei.

-No- gli accarezzò il volto -Eravamo ottimi amici, migliori- riportò il volto verso il suo, quando Zoro cercò di distogliere gli occhi -Avevamo lo stesso sogno e adoravamo punzecchiarci-

La sua risata gli vibrò ancora nelle orecchie.

-Era una tenera amicizia la nostra, la migliore!- abbassò la mano -Ma non era amore: lo sappiamo entrambi-

La presa di Zoro non vacillò, si fece solo più intensa.

-Eri la mia migliore amica- soffiò roco, il vento che spingeva l’alba ad affacciarsi che lo zittiva -Quando la malattia si è aggravata…-

-È successo tanto tempo fa- gli regalò una seconda carezza, alzandosi dal loculo -E poi guardami- fece una piroetta sulle punte dei piedi nudi e con l’abito color cenere -Hai mai visto morta più viva?!-

Zoro si concesse di ridere, alzandosi a sua volta e rubandole due dita per un nuovo volteggio.

Kuina rideva, era felice, e rivederla era stato confortante. Padre Bartholomew aveva ragione: la morte a volte dona la pace.

-Ora basta però- saltellò sulle punte la ragazza -È tempo che io vada: non sia mai che i miei agganci con i Cacciatori di Demoni mi regalino ore in più di libera uscita. I miei vicini morti non lo apprezzerebbero!-

Unirono le mani, gli ultimi morti viventi che parlottavano mentre richiudevano i loro sarcofagi o sistemavano questo o quel fiore sulle loro tombe.

-Sii prudente- esortò l’amico, mentre rientrava nel suo loculo stringendogli ancora la mano -Non fare azioni azzardate e-

-Devo lavarmi dietro le orecchie mamma?-

Kuina gonfiò le guance, pizzicandogli il naso.

-Non cambi mai- sospirò -Spero solo che lei abbia i nervi forti-

Rise del sussulto di Zoro, gettandosi ad abbracciarlo con forza.

-Credevi non avessi capito che il tuo compagno è in realtà la tua compagna?- lo canzonò -Ne parli con una tale verve, con orgoglio e amore. Si amore Zoro, non guardarmi con quella faccia! E poi- gli sfiorò il collo, cogliendo un fine capello rosso -Non lo nascondi di certo!-

Zoro sbuffò, le guance imporporate e l’alba che avanzava pigra ma incombente.

-Lei non sa di me- parlò ancora Kuina -Dovresti dirglielo. dirle di me e che la ami-

-Lo farò- la strinse forte a sè -Riposa-

-Lo farò- si distanziò appena, alzandosi sulle punte dei piedi a baciarlo a fior di labbra con affetto -Tu vivi-

Con piccoli e decisi passi Kuina rientrò nell’arca funebre, la liscia pietra riportante solo l’anno di sepoltura scivolò sorda sull’apertura, regalando alla giovane ore di oscuro riposo.

Zoro rimase a fissare la lapide per un breve momento, il sapore della sua defunta moglie ancora sulle labbra, laddovè da un anno un diverso sapore aleggiava.

Si passò una mano sulla zazzera verde, riposando gli occhi per un breve attimo.

Dire a Nami che l’amava: che idea folle!

Come se fosse stato facile, come se il loro rapporto potesse essere anche lontanamente convenzionale, come se…

Il vento dell’aurora gli portò alle narici il dolce profumo del mattino, mischiato all’agrodolce aroma di strega che ad ogni risveglio lo accoglieva.

Si voltò verso ovest (o era est?), accecato per un attimo dal chiarore del sole, riconoscendo appena la sua mantella rossa e il cappuccio calato con forza sul capo. Un gelso la nascondeva.

Lei e le sue lacrime.

-Nami?-

 
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Zomi