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Autore: Soly_D    04/11/2019    0 recensioni
[Questa storia (ad esclusione dell’Epilogo) partecipa all’iniziativa «Halloween Haunted Run - II edizione» indetta dal forum Torre di Carta]
Nonostante non senta alcun dolore in nessuna parte del corpo, Alma è piuttosto sicura di essere caduta e di aver battuto la testa: non ricorda da dove venga o come ci sia finita nel bosco, né tantomeno ricorda il volto o il nome dei suoi genitori, dei suoi fratelli, dei suoi amici, o i momenti passati accanto a loro.
[Minilong formata da flashfics]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alma

Epilogo

Alma sfiora con le dita la lapide della bambina ignota alla quale, il giorno prima di ruzzolare giù dal dirupo, ha raccontato la sua intera vita.
Ciao, non so se tu possa sentirmi ma comunque piacere di conoscerti. Mi chiamo Alma, ho dodici anni e mi trovo qui in campeggio con la mia famiglia. Custodisci ciò che sto per dirti: se mai un giorno dovessi dimenticarmene, tornerò qui e sarai tu a ricordarmelo. Va bene?
Alma sorride a quel ricordo, poi si addentra nel bosco. La quercia è ancora lì dove l’ha lasciata, forte, imponente, e ora Alma può davvero abbracciare il suo tronco ruvido senza ritrovarsi a stringere il vuoto. Alcuni cespugli le offrono fiori da accarezzare, altri spine pungenti che è meglio limitarsi a guardare. Gli animali, ora, possono vederla; le farfalle possono toccarla.
Anche il lago non è cambiato, ma ora, per attraversare le sue acque fresche e calme, Alma ha bisogno di una barca.
«Andiamo?».
Sua sorella le porge una mano, suo fratello è pronto a remare – dal giorno dell’incidente, non la lasciano un attimo sola e per convincerli a tornare nel bosco Alma ha dovuto pregarli.
Insieme attraversano l’intero lago in barca. Giunti dall’altra parte, raggiungono la casa abbandonata: ora Alma può spingere la maniglia della porta, togliere le ragnatele, spostare gli oggetti, vedere il proprio riflesso nello specchio dello scrittoio, suonare davvero il pianoforte.
«Sembra quasi che tu sia già stata qui», nota sua sorella accarezzandole la testa ancora fasciata che ogni tanto torna a farle male.
Alma sorride. Ora sa di chiamarsi Alma, di avere dodici anni, di essere sopravvissuta ad un grave incidente e – non ha più alcun dubbio – di aver assaporato per attimi durati intere giornate l’immortale, solitaria esistenza da anima vagante a cavallo tra la vita e la morte.
E non c’è sensazione più bella che sentirsi di nuovo viva, circondata dalle persone che ama.







Note dell'autrice:
Ricapitolando, se non fosse chiaro: Alma è in campeggio con la sua famiglia, ai margini del bosco trova la tomba della bambina ignota e le racconta la sua vita affinché ne custodisca il ricordo. Il giorno dopo Alma cade dal dirupo, sbatte la testa e rischia di morire, così la sua anima si perde nel bosco. Il resto (spero) è chiaro.
Grazie a chi è arrivato fin qui, anche un breve commento non mi dispiacerebbe. Alla prossima!



  
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