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Autore: Sarah_lilith    05/11/2019    3 recensioni
Lan Zhan ha l'abitudine di osservare lo strano ragazzo che passa davanti alla biblioteca in cui studia. Se n'è innamorato senza mai parlarci.
Come vorrebbe poterlo guardare negli occhi.
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Molto romanticismo e molto fluff. Nessuna pretesa, solo una breve storia AU Modern di amore "a distanza".
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[WangXian]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Lan Wangji/Lan Zhan, Wei Ying/Wei WuXian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Credo che se si guardasse sempre il cielo, 
si finirebbe per avere le ali

(Gustave Flaubert)

 

 

 

 

Lan WangJi è abituato a vederlo dalla finestra della biblioteca. Ogni mattina, circa alla stessa ora, minuto più, minuto meno. 

Da più di un anno, ormai, tutti i giorni aspetta con trepidazione che quello sconosciuto col nastro cremisi tra i capelli gli passi davanti agli occhi per i pochi metri che dura la finestra dell’edificio.

Il ragazzo è sempre vestito di nero, ma indossa un cappotto scarlatto che quasi tocca il suolo quando cammina. Ha i capelli lunghi, neri e arricciati sulle punte, ma forse quello è per colpa dell’umidità dell’aria.

Li tiene legati con una striscia di stoffa rossa a cui Lan Zhan non può smettere di pensare.

Porta dei guanti scuri da motociclista, quelli con le dita tagliate e le nocche esposte. Ha una serie infinita di orecchini, pendenti o semplici, e mastica spesso una gomma da masticare a bocca spalancata.

Gli occhi, però, Lan Zhan non li è mai riusciti a vedere.

È bello, pensa la prima volta che lo vede correre per raggiungere il marciapiede opposto, attraversando la strada e scusandosi con un cenno verso un’automobilista che lo ha dovuto schivare. É bello come un fiore di loto appena sbocciato. 

Non ha mai visto nessuno vagabondare così aggraziatamente. Ciondola come se non avesse niente da fare, ma i passi lunghi che compie sono diretti ad una meta precisa. 

Attorno gli aleggia un’aura di consapevolezza di se stesso, come se non sentisse il bisogno di consultare gli altri prima di prendere una qualsiasi decisione. Sembra uno di quei ragazzi che, prima di fare un danno degno di un demonio, sorridono come il più puro degli angeli.

Dopo tredici mesi di tentennamenti, esitazioni, tentativi di approccio falliti ancora prima di nascere e pedinamenti senza successo, Lan WangJi ha perso ogni speranza di instaurare una conversazione con il misterioso sconosciuto.

Non era mai arrivato fuori dalla soglia della biblioteca, in ogni caso.

-Ehi- sente dire ad una voce decisamente troppo alta per qualcuno che si trova in un luogo pubblico.

Alza lo sguardo per gelare chiunque si fosse messo a gridare nel bel mezzo del suo santuario sacro, ma mentre i suoi occhi si sollevano, può solo vedere il cappotto rosso e i capelli neri che lo hanno tormentato per un anno e più.

Incrocia due iridi argentate così vivaci che si sente il fiato mancare. Boccheggia per qualche tempo. Intanto l’altro sorride.

-Hm- risponde infine. 

Lo sconosciuto inclina la testa, sfiorando con il nastro carminio le dita di Lan Zhan. Lui, in risposta, le stringe forte per non afferrarlo.

-Sono mesi che passo per questa strada solo per vederti che studi- afferma, mettendo il broncio alla sua espressione sconvolta -Faccio come minimo tre kilometri in più ogni mattina e tu nemmeno ti ricordi di me?- 

L’altro non replica, troppo stupito per dire qualcosa.

Si guardavano a vicenda da un anno e non se ne sono mai accorti? Quanto poteva essere strana la vita, alle volte.

-Ah- dice, poi chiude il libro che ha davanti e si sporge per toccare il nastro rosso che tanto ha desiderato avere tra le mani.

A quel gesto, l’affascinante sconosciuto si avvicina di rimando e gli tocca la sciarpa bianca di lino che si porta sempre al collo. Un dono di famiglia.

Quando finiscono di analizzare i rispettivi oggetti, si ritrovano più vicini di prima, praticamente abbracciati. Lan Zhan, per mantenere un minimo di decoro, si allontana di un passo.

L’altro non sembra a disagio, però.

-Sono Wei Ying, comunque- gli porge la mano e sorride di nuovo.

E quell’espressione, per Lan WangJi, è il cielo.

 

 

 

 

ANGOLINO D’AUTRICE
Ok, l’ho scritta in mezzora, con uno stile che non avevo mai provato, senza una vera trama e con la pioggia che mi batte sulla finestra… potrei aver fatto un macello.
Comunque ho trasformato il nastro frontale di Lan Zhan in una sciarpa (molto più adatta di quella roba in mezzo alla fronte) e Wei WuXian è praticamente diventato un ribelle motociclista :)
Dio, quanto amo le modern AU. Voi no?
Deb, non ti ho anticipato nulla perché non avevo pensato a nulla, giuro che mi è venuta così, non era programmata. Mia Terza Giada, sei la mia musa anche da muta (?)

Baci a tutti, Sarah_lilith

 
   
 
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