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Autore: Diana LaFenice    06/11/2019    0 recensioni
"A volte basta allontanarsi un po' per vedersi meglio".
La notte del naufragio della Fortuny, si persero le tracce di sei delle diciotto lance di salvataggio. Ufficialmente dispersi e poi dati per morti, in realtà i superstiti approdarono sulle spiagge di un vero e proprio paradiso terrestre.
Dieci anni dopo i figli dei naufraghi vivono in pace sotto la guida di Conrad, l'ultimo adulto rimasto. Tuttavia la pace è solo apparente. Tra gioie, problemi e dolori non mancano le lotte intestine e le domande. Per esempio, perché non si può andare nella Landa? Cosa c'è laggiù? Perché non ci si può andare? E se la salvezza fosse oltre quella zona nebbiosa e fitta? E cosa è davvero successo in dieci anni prima? Perché non si può lasciare l'isola?
Ripercorrendo i sentieri della memoria ed esplorando quei meandri tanto temuti, i figli dei naufraghi cercheranno di trovare il modo di abbandonare il Giardino dell'Eden in cui sono cresciuti.
Tra ricordi, fantasia, misticismo e spiritualità questo è Il Giardino di Dio.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una scintilla nel buio

 

«Dai riprova».
Una scintilla balenò nel buio illuminandolo per qualche istante. Si spense.
Il coltello sfregò di nuovo la selce generando altre scintille che si depositarono sulla paglia fumigante. Il ragazzo non si dette per vinto e continuò a sfregare finché il fuoco non divampò illuminando d’arancione la zona circostante.
Fred sorrise soddisfatto e sistemò la legna di modo che il fuoco potesse respirare, come gli aveva insegnato suo padre.
Poi sollevò lo sguardo sui suoi compagni spaventati. Erano una tribù di ventiquattro persone tra ragazzi e ragazze, che andavano dagli undici ai sedici anni. Tutti vestiti alla bell’e meglio con stracci. Chi seduti ai piedi delle rocce, chi sulle rocce e Claire sistemata accanto a lui. Il ragazzo cercò il suo sguardo fermo e risoluto. Lei lo guardò di rimando e gli strinse la mano come a infondergli coraggio.
Il ragazzo le sorrise di rimando e annuì, sentendosi rinfrancato.
«Bene, se ci siamo tutti direi che possiamo cominciare». Annunciò Fred dopo aver controllato che i ragazzi si fossero accomodati attorno al focolare che mandava scintille.
«Allora andiamo subito al sodo. Abbiamo aspettato che tu fossi sufficientemente in forze per sostenere la riunione ma adesso dobbiamo proprio decidere». Disse subito Nathan.
«Già, non possiamo restare senza un capo ancora a lungo». Aggiunse Gabriel. Molti ragazzi annuirono. Fred sapeva benissimo che molti di loro si stavano schierando per sostenere i probabili eredi di Conrad. I papabili erano, appunto, il trio composto da Nathan, Gabriel e Tiger. Poi, c’era lui, che si era guadagnato questo diritto con il suo impegno e l’aiuto di molte altre persone. Ma quella sera non era lì in quanto “principe dell’isola” per questo quello che uscì dalle sue labbra fu ben diverso: «In realtà non voglio parlare di questo».
L’assemblea mormorò, gli altri tre principi batterono le palpebre e si scambiarono occhiate sorprese, prima di tornare a guardarlo: «Ah, no?»
«No».
«E allora cosa vuoi dirci questa sera?»
“Ecco, ci siamo”. Pensò Fred, il cuore che batteva forte. «La verità su come abbiamo ucciso Conrad e su come siamo finiti qui».


   
 
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