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Autore: Nike90Wyatt    06/11/2019    1 recensioni
Un misterioso serial killer si aggira per Gotham, a ridosso del 31 ottobre, la notte di Halloween. I suoi bersagli sembrano vittime di un’esecuzione da inquisitore. La polizia brancola nel buio e Jim Gordon decide di affidarsi al paladino di Gotham nella speranza che possa fermare questa follia omicida. Toccherà, dunque, all’acuto intelletto di Bruce Wayne risolvere il mistero che lega le vittime e smascherare il killer, per poterlo assicurare alla giustizia.
Genere: Azione, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alfred Pennyworth, Batman, Bruce Wayne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

Peter Axel era preoccupato ed impaurito. Le vittime del misterioso killer di Gotham erano tutte collegate a ciò che era successo un anno prima, in quel piccolo teatro. Quelle persone erano i suoi amici più cari, ma quell’incidente aveva creato una frattura tra loro e la sua ambizione ed avarizia li avevano allontanati per sempre da lui. In particolare, da Nicklas Gottard, con cui aveva addirittura avuto una discussione a livello fisico: era prossimo a sposarsi con Alis e la sua morte lo aveva sconvolto a tal punto da fargli perdere lavoro e legami affettivi. La proposta di Axel di insabbiare il tutto affinché nessuno di loro fosse indiziato lo aveva fatto infuriare.
Da allora, Axel non aveva avuto più sue notizia; almeno fin quando, tre giorni prima, non era stato informato della sua morte, avvenuta per mezzo di un assassino che sembrava rievocare la morte di Alis. E, quando aveva saputo di altre vittime e, soprattutto, i loro nomi, era certo che il prossimo sulla lista fosse lui.
Non aveva badato a spese per assumere il miglior servizio di protezione privata. Gli uomini della sicurezza sorvegliavano ogni possibile via di accesso alla sua villa ed alcuni piantonavano la stanza da letto e lo studio di Axel.
Il ricco imprenditore si trovava proprio nel suo studio mentre sorseggiava diversi bicchieri di gin, nella speranza che le sue angosce potessero placarsi sotto l’effetto dell’alcool. Aveva rifiutato categoricamente ogni invito alle varie feste per Halloween ed aveva esortato la moglie, ignara di tutto, a fare lo stesso. Per il momento, ritenne che stare lontano da lei era la scelta migliore, per tenerla al sicuro e non trasmetterle le sue ansie.
Il violento temporale che si era abbattuto su Gotham, quella sera, non agevolava il suo umore teso.
Nel silenzio del suo studio, intervallato dagli sporadici tuoni dall’esterno, una serie di pesanti tonfi attirò la sua attenzione. Strinse con violenza i braccioli della sua sedia in pelle nera e deglutì rumorosamente. Un profondo respiro gli infuse il coraggio sufficiente per controllare la fonte di quel leggero trambusto.
Con cautela, abbassò la maniglia della porta e la aprì con discrezione, quel tanto che gli bastava per scrutare l’atrio. Vide due uomini della sicurezza stesi a terra, al centro dell’ambiente ed un terzo allungato in una posizione innaturale sulle scale che conducevano al piano superiore.
Che fossero morti o, semplicemente, privi di senso a lui non importava in quel momento. Richiuse velocemente, ma facendo attenzione a non far rumore, la porta e si fiondò alla sua scrivania bianca in acciaio. Aprì un cassetto e ne estrasse una rivoltella: un pezzo da collezione ancora funzionante e, che, in quel momento, poteva essergli estremamente utile. Controllò il caricatore: quattro proiettili. Non tantissimi ma sufficienti.
In quell’istante, nello studio calò il buio.
Axel, pistola ben salda nella sua mano sinistra, premette un paio di volte l’interruttore del suo lumino, ma senza successo. Il terrore ormai era fin troppo evidente nei suoi movimenti e nella sua espressione. Alzò lo sguardo. Un fulmine illuminò per un istante la stanza e vide la porta dello studio spalancata. Puntò la pistola davanti a sé. «Chiunque tu sia, fatti avanti. Non ho paura di te.» Il tono della voce tradiva il suo stato d’animo.
Udì un tintinnio seguito da una forte pressione sulla mano armata. La pistola fu sradicata dall’arto. Si accovacciò immediatamente sotto la scrivania, mentre allungò un braccio cercando a tentoni la sua rivoltella. La luce dello studio si riaccese ed Axel poté vedere l’arma ad un paio di metri da lui. Accanto ad essa vi era un piccolo oggetto metallico. Ne riconobbe la forma e comprese a chi appartenesse: un Batarang.
Una mano guantata di nero lo afferrò per il colletto della camicia grigia; fu sollevato da terra e sbattuto con forza contro il muro. Si ritrovò il volto mascherato del Cavaliere Oscuro a pochi centimetri dal suo.
«Alis Ramirez.» ringhiò Batman. «Voglio sapere tutto sulla sua morte.»
Axel scosse la testa, gli occhi che manifestavano panico. «N-Non so nulla.»
In tutta risposta, Batman roteò il busto e lo lanciò sulla scrivania, ribaltandola. «In un modo o nell’altro, mi dirai quello che voglio sapere. Sta a te decidere quanto soffrire prima di parlare.» Si avvicinò minaccioso, pronto a sferrare un pugno, ma Axel alzò le mani in segno di resa.
«Ok, ok. Ti dirò tutto.»
Lo aveva studiato bene il giorno prima, durante l’accordo tra le due società. Ostentava eccessivamente sicumera e superbia: per Bruce equivaleva ad una persona pavida e vigliacca.
«Esattamente un anno fa, Alis è morta carbonizzata sul palco del teatro della scuola Saint Francis.» iniziò Axel. «È stato un tragico incidente.»
«Dimmi qualcosa che non so.»
Axel sbuffò rassegnato. «Avevamo risparmiato sui materiali di scena. Le protezioni ignifughe furono insufficienti e la scenografia prese fuoco in pochi istanti.»
«Perché nessuno di voi fu indagato?»
«La mia compagnia era in crisi e il consiglio d’amministrazione voleva testare la mia capacità di leadership. Non potevo rischiare di essere coinvolto in quella storia. Ho corrotto degli agenti di polizia ed il procuratore distrettuale affinché insabbiassero tutto. Eravamo tutti d’accordo, tranne Nicklas. Lui amava Alis e non poteva sopportare che la sua morte fosse dimenticata così presto.», scosse la testa. «Mi sono reso conto troppo tardi di quello che avevo fatto. Ho tradito i miei amici.»
«E ora ne pagherai le conseguenze!» esclamò una voce gutturale e minacciosa.
Batman e Axel si voltarono.
Accanto alla porta comparve un uomo spaventosamente muscoloso. Impugnava un grosso coltello da cucina, la cui lama era sporca di sangue. Indossava una tuta blu scura da meccanico. Il volto era coperto da un’inquietante maschera bianca integrale. Un travestimento identico al famoso killer, protagonista della saga di film “Halloween”, Michael Myers. Si rivolse a Batman: «Grazie per avermi aperto la strada.» Alzò la mano nella quale stringeva il coltello e puntò Axel.
«Aiutami, ti prego!» implorò l’imprenditore, rivolto al Cavaliere Oscuro.
Batman si frappose tra lui e Myers.
Quest’ultimo sentenziò: «Se provi ad ostacolarmi, ucciderò anche te.»
Per nulla impressionato da quelle minacce, Batman rimase fermo nella sua posizione. Con un rapido movimento, fece scivolare la mano sulla sua cintura e lanciò una granata stordente. Questa esplose a pochi centimetri dal volto del killer stordendolo. Batman si lanciò repentinamente verso lui, saltò e lo colpì con entrambi i piedi all’altezza dello sterno.
Myers arretrò di un paio di passi, ma non perse l’equilibrio nonostante la violenza dell’impatto. Ormai conscio che il pipistrello non si sarebbe tirato indietro dal difendere la sua preda, lanciò un’offensiva, agitando nell’aria il coltello in una serie di fendenti e montanti casuali.
Batman sfruttò i goffi movimenti del killer, dovuti alla sua impressionante mole, per evitare i colpi. Dopo aver schivato un fendente frontale chinando il busto in avanti, effettuò due giri su sé stesso e sferrò un calcio rotante alla testa dell’avversario. Anche stavolta, però, la botta fu ben attutita. Batman era in difficoltà: sebbene fosse evidente la totale mancanza di addestramento e la limitata mobilità, Myers esibiva una strabiliante resistenza.
Un altro feroce affondo costrinse Batman a parare il colpo a fatica. Aggrappandosi al possente braccio del killer, balzò oltre le sue spalle, nel tentativo di chiuderlo in una mossa di sottomissione. Myers, però, era troppo forte e, con la mano libera, assestò un gancio al diaframma e spinse via l’oppositore con la mano aperta.
La corazza del costume attutì il colpo, ma Batman avvertì ugualmente un’intensa fitta.
Myers attaccò nuovamente con una sorta di mezzano dritto, impattando una giuntura dell’armatura all’altezza della clavicola; sia il coltello che il rivestimento rimasero scheggiati per via della brutalità dell’impatto. Caricò, poi, l’avversario correndogli incontro. Batman non fece in tempo a reagire che fu sollevato da terra e scaraventato prepotentemente contro la scrivania ribaltata, che si spaccò in due. Ebbe una sensazione di dejà vu quando, tempo prima, Bane lo aveva sollevato allo stesso modo e gli aveva dislocato una vertebra. Ora aveva di fronte un altro avversario potenziato dal Venom e non si trovava nella forma migliore. Il mese di sosta forzata gli avevano indolenzito la potente massa muscolare ed indebolito la resistenza aerobica. Cominciava ad avere il fiatone, specialmente dopo il pugno incassato poco prima. Aveva bisogno di ideare un piano e doveva farlo in fretta.
Claudicante, si rialzò da terra, notando Myers che, nel frattempo, aveva pericolosamente accorciato le distanze da lui. Il killer alzò la mano armata di coltello. Batman scivolò sul pavimento e scalciò con veemenza la caviglia destra di Myers, che si piegò sul ginocchio.
Facendo leva sulle braccia, il pipistrello tornò in piedi e batté due volte le nocche delle mani, l’une contro l’altre. I guanti si illuminarono di un tenue azzurro. Dopo una breve rincorsa, balzò in alto, sfruttando la stessa gamba di Myers come trampolino, inarcò il busto e sferrò un poderoso diretto sul viso dell’oppositore. La violenza fu tale da spaccare in due la maschera bianca che cadde a terra, rivelando il vero volto del killer.
Axel sbiancò, pensando di aver visto un fantasma. E Batman pensò la stessa cosa osservando quegli zigomi marcati e spigolosi, gli occhi castani infossati, la folta barba su cui spiccavano dei grandi baffi. Era ancora stordito dalle scintille provocate dal taser sui guanti di Batman.
«Nicklas Gottard.» dichiarò il Cavaliere Oscuro. «Hai simulato il tuo omicidio per poter agire indisturbato e consumare la vendetta sugli amici che ritieni abbiano tradito te e la tua amata Alis.»
Il silenzio di Gottard suonò come un assenso. Strinse nuovamente il coltello nelle sue mani. Si era spinto troppo oltre per tornare indietro. Voleva portare a termine quello che aveva pianificato. Doveva farlo. Per lei.
Batman non esitò a riassumere una posa difensiva.
Due assordanti botti risuonarono seguiti da un fragoroso tuono. Gottard arrancò all’indietro mentre due grandi  chiazze di sangue si fecero largo sul torace.
Batman si voltò: Axel impugnava la sua rivoltella, puntata contro Gottard, la canna fumante. Sconvolto da quel gesto e, soprattutto, furioso, Batman calciò le mani di Axel e la pistola cadde sul pavimento lontano da lì. «Non era necessario!» Una gomitata ben assestata mandò ko l’imprenditore.
Dopo diversi rantoli, Gottard si accasciò con la schiena al suolo. I suoi occhi fissavano un punto vuoto sul soffitto, fin quando non li chiuse, sfoggiando un serafico sorriso.
Batman si fiondò su di lui, controllando il polso: il battito era assente. Ma non si sarebbe arreso facilmente. Batté nuovamente le nocche, raggiungendo il massimo voltaggio. Tre bip lo avvertivano della pericolosità della scarica. «Non hai ancora finito con i vivi!»
Il corpo di Gottard sobbalzò sotto l’effetto della scossa elettrica. Batman controllò nuovamente il polso. Il cuore aveva ripreso a battere.
 
Bruce si risvegliò nel suo letto a metà giornata. Era rientrato alla Bat-caverna quando l’orologio segnava le 3:10. Lo scontro con Gottard lo aveva provato molto a livello fisico, contando che era la prima volta che tornava in azione dopo più di un mese. Giusto il tempo di liberarsi del costume e subito aveva raggiunto la sua camera, dove il sonno aveva rapidamente preso il sopravvento. Era sicuro che Gordon e i suoi agenti avrebbero potuto gestire la situazione da quel momento in poi.
Indossata la sua vestaglia, rigorosamente nera, raggiunse la sala da pranzo. Era affamato. Accanto al lungo tavolo che troneggiava al centro della stanza, erano accomodati Tim Drake e Barbara Gordon. Felice del loro ritorno a Gotham, dopo un viaggio in Europa, Bruce li salutò entrambi con un caloroso abbraccio.
«Ho saputo che sei stato impegnato a dare la caccia a Jason Voorhees.» esordì Drake in tono ironico.
Bruce represse un sorriso. «In realtà era Michael Myers. Una sera come altre.»
«Sei il solito testardo.» considerò Barbara. «Nelle tue condizioni avresti dovuto chiamare aiuto.»
«Non volevo interrompere il vostro viaggio. E comunque, è andato tutto bene.»
Barbara scosse il capo voltandosi verso Drake, il quale alzò le spalle e disse: «Comunque, porto notizie dal distretto.», Bruce gli rivolse l’attenzione, mentre Alfred poggiò un vassoio ricco di leccornie davanti a lui. «Gottard è fuori pericolo. Per sua fortuna, i tessuti rinforzati dal Venom hanno attutito gli spari e il tuo intervento è stato provvidenziale per lo shock subito. Domani lo trasferiranno ad Arkham.»
«E Axel?»
«Dovrà rispondere di intralcio alle indagini, occultamento di prove e corruzione. Se la caverà con poco, se avrà un giudice clemente, ma dubito che il consiglio d’amministrazione della Pirrx Global sarà indulgente con lui.», si interruppe. «Ha sparato ad un suo amico. A sangue freddo.»
«Non credo ragionasse a mente lucida.» convenne Bruce. «Era terrorizzato dal vedere l’amico che credeva morto deciso ad ucciderlo. Per non parlare del senso di colpa che provava, e che credo provi ancora, per aver tradito la sua fiducia. Farà i conti con la sua coscienza.»
Alfred si fermò accanto a Wayne, interessato anche lui alla questione. «Chi era la prima vittima di Gottard? L’uomo che ha usato per inscenare la sua morte.»
«Inconsapevolmente, Gottard ci ha dato una grossa mano.» intervenne Barbara. «La vittima era Marcus Anthony, il principale fornitore di Venom a Gotham. Papà ha detto che hanno perquisito il suo covo e trovato una lista di acquirenti.»
Bruce annuì. «Finalmente potremo porre fine a questo incubo.»
«Ma, stavolta, ti farai aiutare.» ribadì Drake.
Bruce rivolse un sorriso ai presenti. «Con piacere.»
 
 
Angolo Autore:
Salve bella gente!
Eccoci all’ultimo capitolo di questa breve storia. Anche qui ho voluto citare alcune opere, estranee e non all’universo di Batman. Ovviamente il focus è dedicato per la maggiore al protagonista dei film della saga “Halloween”, Michael Myers, il cui aspetto è fedele all’originale. Nel comportamento, invece, ho preferito dargli un tocco personale, in linea con il background che gli ho associato.
Il rapporto tra Drake e Barbara è ispirato al videogioco “Batman Arkham Knitgh”: non so precisamente se questa loro relazione sia canonica anche nei fumetti, ma la apprezzo molto e quindi l’ho inserita.
Spero che questa storia vi sia piaciuta e ringrazio tutti coloro che l’hanno letta.
Alla prossima.
Nike90Wyatt
   
 
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