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Autore: Mari Lace    07/11/2019    2 recensioni
Questa storia partecipa alla “Infinity Prompt Challenge” indetta da HarrietStrimell sul forum di EFP.
…era uno scherzo, vero?
O questo o un incubo, Nene non scorgeva una terza possibilità. Sicuramente non poteva essere la realtà, giusto?
Inspirò a fondo, tolse gli occhiali per ripulirli come se la colpa delle parole appena lette potesse essere attribuita a un loro, inesistente, difetto e li indossò nuovamente, ricontrollando poi per la decima volta i nomi segnati accanto al suo sul foglio.
Lesse quindi la firma in coda al documento e per un istante provò un forte impulso a strozzare il secondo seggio della Tootsuki.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kuga Terunori, Nene Kinokuni, Satoshi Isshiki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Erika, sperando di strapparti più di un sorriso.

Tantissimi auguri di cuore!


Problemi di Decenza







Prendendo in mano il foglio in cima al plico sulla scrivania per esaminarlo, Nene non trattenne un sorrisetto nel constatare dalle prime righe che i suoi sospetti erano fondati. Avevano scelto lei per quel lavoro. Lei e…

…era uno scherzo, vero?

O questo o un incubo, Nene non scorgeva una terza possibilità. Sicuramente non poteva essere la realtà, giusto?

Inspirò a fondo, tolse gli occhiali per ripulirli come se la colpa delle parole appena lette potesse essere attribuita a un loro, inesistente, difetto e li indossò nuovamente, ricontrollando poi per la decima volta i nomi segnati accanto al suo sul foglio.

Lesse quindi la firma in coda al documento e per un istante provò un forte impulso a strozzare il secondo seggio della Tootsuki.

Rappresentare la scuola alla cena di gala indetta per conoscere potenziali nuovi sponsor non era un problema, anzi. I due membri dell’élite scelti per andare con lei, sì. Uno più dell’altro.

Sospirò, rassegnata. Visto che era stato deciso così, poteva solo fare buon viso a cattivo gioco. Avrebbe svolto il suo dovere, e – già si immaginava la pazienza che avrebbe necessitato – si sarebbe impegnata perché i suoi colleghi facessero lo stesso. Uno in particolare. L’altro, per quanto irritante, non avrebbe dovuto darle problemi in quel senso. Si avviò a letto; sarebbe stata una lunga notte.

~

La mattina seguente, Nene si alzò sentendosi strana. Non riusciva assolutamente a ricordare cos’avesse sognato, ma aveva l’impressione che ci fosse Isshiki di mezzo.

Il che era un pessimo presagio.

Di cattivo umore, si lavò, preparò e consumò rapidamente una colazione un po’ più scarna del suo solito. Si accigliò nel constatare l’ora; se non si fosse sbrigata, avrebbe rischiato di raggiungere il treno in ritardo di almeno due minuti. Non poteva certo permetterselo: era una Kinokuni.

Affrettando il passo, il suono confuso di voci esageratamente alte la raggiunse quand’era ancora distante dal vagone riservato alla sua delegazione. Ne dedusse che doveva essere l’ultima arrivata, sebbene mancassero ancora trenta secondi all’appuntamento. Assurdo.

Quando arrivò davanti al vagone, constatò stupita il riacquisito silenzio. Si era aspettata di dover essere lei a mettere pace, o risolvere qualsiasi fosse stata la causa del precedente trambusto. Sorpresa e non del tutto convinta, varcò l’entrata, schiarendosi la gola per notificare la sua presenza.

Non ricevendo alcuna risposta, esaminò lo spazio in cerca dei suoi malaugurati compagni di viaggio – trovandone solo uno. L’avventura cominciava male.

«Nano–» cominciò, bloccandosi dopo appena una parola.

Che diamine si era messo in testa?

Kuga si voltò verso di lei, chiaramente irritato per il nomignolo. Tuttavia non rispose subito, forse incuriosito dal suo brusco interrompersi.

Passarono così qualche minuto senza che alcuno dei due emettesse alcun suono, lei continuando imperterrita a fissarlo. È un incubo. Per forza. Non può essere diversamente.

Alla fine, Terunori le rivolse un ghigno divertito. «Che ti prende, trecciolina? Il mio irresistibile fascino ti ha tolto l’uso della parola?»

Lei s’irrigidì, alzando finalmente lo sguardo a incrociare quello del ragazzo.

«Non guardavo te, deficiente». Fece una pausa, come riflettendo su quali parole usare. «Dimmi che quella camicia non è tua», proferì infine laconica.

Sul volto di Kuga adesso apparve autentico stupore. «Perché?» domandò soltanto, vagamente offeso dal tono della ragazza.

«È indecente!» sbottò allora Nene, senza più trattenersi. «Non puoi indossare una cosa del genere all’incontro– È un incarico serio– Come…»

La reazione di Terunori fu l’ultima cosa che si aspettasse.

Scoppiò a ridere. Si portò le mani sullo stomaco, ridendole letteralmente in faccia.

Pietrificata, Nene si domandò se il potere garantitole dal sesto seggio potesse essere abbastanza per proteggerla da un’accusa di omicidio.

Probabilmente sì.

«Ci hai preso, Necchan. Non è mia» asserì lui infine, tra una risata e l’altra.

«Non chiamarmi– eh?» si bloccò, inarcando un sopracciglio. La sua pazienza si stava già esaurendo e non erano neanche partiti, lasciamo stare arrivati. «Cosa ti ha spinto a indossare un’indecente camicia non tua per questo lavoro?»

«Dovresti chiedere chi, piuttosto, Necchan» la contraddisse lui, il ghigno irritante permanentemente sulle labbra.

«Spiegati», ordinò lei a labbra strette.

«Stamattina sono arrivato qui ben prima di te», iniziò lui con nonchalance, «e ho trovato Isshiki-kun intento a fare colazione. Sfortunatamente, il suo caffè è finito sulla mia preziosa, e decisamente elegante, camicia tradizionale. Non contento, ha subito provveduto a spogliarsi per poi insistere affinché indossassi la sua» concluse, fissandola divertito. «Per il mio abbigliamento indecente, dunque, puoi prendertela con il tuo ragazzo».

Nene avvampò a quell’ultimo termine; Kuga aveva passato la misura. Isshiki, suo ragazzo? Neanche se l’avesse pregata in ginocchio!

Ma non era quello il punto ora– Se Isshiki era arrivato addirittura per primo, dove…?

«Ho risolto, Terunori-kun! Un paio d’ore e la tua camicia sarà come nuova».

La voce arrivò dalle spalle di Nene, così che lei non aveva potuto vederlo, ma immaginare il sorriso smagliante – e probabilmente di facciata – che aveva accompagnato la frase le riuscì fin troppo facile.

Commise l’errore di girarsi.

Se fosse stato qualcun altro, a presentarlesi davanti agli occhi coperto meramente da un grembiule – e uno ridicolo come quello, per di più! Rosa con un orso? –, Nene avrebbe probabilmente sbraitato contro il malcapitato di turno. Ma non era qualcun altro, era Isshiki Satoshi. E lei si paralizzò, del tutto incapace di reagire, mentre Kuga riprendeva a ridere più forte di prima.

«Adesso chi è, ad essere indecente, Necchan?»




NdA

Buonsalve a tutti!

Prima di tutto, scusate(?) per il finale. Ero, per non dire sono, combattuta al riguardo, ma tutto sommato così aperto mi piace di più. Spero anche a voi >.<

E niente, ho scritto questa OS per il compleanno di una persona molto importante per me, e spero davvero che l'abbia apprezzata.

Tra l'altro, ho utilizzato uno dei prompt della sua meravigliosa Challenge. La trovate sul forum di EFP!

Ancora mille auguri, Eri! Se non ho mai lasciato il fandom è soprattutto merito tuo. 

Mari

  
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